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Discussione: Bergoglio massone?

  1. #101
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Allontanarsi dal modernismo. Non dalla Chiesa Cattolica.
    Non puoi. Il cattolicesimo, altrimenti non è tale, prevede obbedienza al pontefice e la sua infallibilità, se vengono meno queste caratteristiche semplicemente non è cattolicesimo ma è un'altra cosa.

  2. #102
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da deepak Visualizza Messaggio
    Non puoi. Il cattolicesimo, altrimenti non è tale, prevede obbedienza al pontefice e la sua infallibilità, se vengono meno queste caratteristiche semplicemente non è cattolicesimo ma è un'altra cosa.
    L'infallibilità non è l'indefettibilità. Essa sussiste solo a certe precise condizioni. Inoltre il pontefice non è solo quello ultimo, regnante. Tutti gli altri pontefici sono ugualmente sempre validi attraverso il loro Magistero.

    Si tratta di una faccenda molto complessa ma che sintetizzata in poche parole si condensa in un insegnamento: che siamo posti in una condizione che ci costringe a relazionarci con molti aspetti, a dover sentire molte campane altrimenti si finisce per crearsi un dio a nostra somiglianza. Non c'è un'unica via sicura che la prendi e stai sicuro di non sbagliare. La religione cattolica non è il manuale delle giovani marmotte.
    Benvenuto.
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  3. #103
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    Predefinito La volontà di Bergoglio é legge, e tutto ciò che compie ordinariamente é infallibile

    GIOVANNI PAOLO II

    Lettera Apostolica data Motu Proprio
    AD TUENDAM FIDEM,
    con la quale vengono inserite alcune norme nel
    Codice di Diritto Canonico
    e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali


    PER DIFENDERE LA FEDE della Chiesa Cattolica contro gli errori che insorgono da parte di alcuni fedeli, soprattutto di quelli che si dedicano di proposito alle discipline della sacra teologia, è sembrato assolutamente necessario a Noi, il cui compito precipuo è confermare i fratelli nella fede (cf Lc 22, 32), che nei testi vigenti del Codice di Diritto Canonico e del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali vengano aggiunte norme con le quali espressamente sia imposto il dovere di osservare le verità proposte in modo definitivo dal Magistero della Chiesa, facendo anche menzione delle sanzioni canoniche riguardanti la stessa materia.

    1. Fin dai primi secoli sino al giorno d'oggi la Chiesa professa le verità sulla fede di Cristo e sul mistero della Sua redenzione, che successivamente sono state raccolte nei Simboli della fede; oggi infatti esse vengono comunemente conosciute e proclamate dai fedeli nella celebrazione solenne e festiva delle Messe come Simbolo degli Apostoli oppure Simbolo Niceno-Costantinopolitano.

    Lo stesso Simbolo Niceno-Costantinopolitano è contenuto nella Professione di fede, ultimamente elaborata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede(1), che in modo speciale viene imposta a determinati fedeli da emettere quando questi assumono un ufficio relativo direttamente o indirettamente alla più profonda ricerca nell’ambito delle verità circa la fede e i costumi oppure legato a una potestà peculiare nel governo della Chiesa(2).

    2. La Professione di fede, preceduta debitamente dal Simbolo Niceno-Costantinopolitano, ha inoltre tre proposizioni o commi che intendono esplicare le verità della fede cattolica che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo che Le «insegnerà tutta la verità» (Gv 16, 13), nel corso dei secoli ha scrutato o dovrà scrutare più profondamente(3).

    Il primo comma che enuncia: «Credo pure con ferma fede tutto ciò che è contenuto nella parola di Dio scritta o trasmessa e che la Chiesa, sia con giudizio solenne sia con magistero ordinario e universale, propone a credere come divinamente rivelato»(4), convenientemente afferma e ha il suo disposto nella legislazione universale della Chiesa nei cann. 750 del Codice di Diritto Canonico(5) e 598 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali(6).

    Il terzo comma che dice: «Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell'intelletto alle dottrine che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarle con atto definitivo»(7), trova il suo posto nei cann. 752 del Codice di Diritto Canonico(8) e 599 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali(9).

    3. Tuttavia, il secondo comma in cui si afferma: «Fermamente accolgo e ritengo anche tutte e singole le verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo»(10), non ha alcun canone corrispondente nei Codici della Chiesa Cattolica. È di massima importanza questo comma della Professione di fede, dal momento che indica le verità necessariamente connesse con la divina rivelazione. Queste verità, che nell’esplorazione della dottrina cattolica esprimono una particolare ispirazione dello Spirito di Dio per la comprensione più profonda della Chiesa di una qualche verità che riguarda la fede o i costumi, sono connesse sia per ragioni storiche sia come logica conseguenza.

    4. Spinti perciò da detta necessità abbiamo opportunamente deliberato di colmare questa lacuna della legge universale nel modo seguente:

    A) Il can. 750 del Codice di Diritto Canonico d’ora in poi avrà due paragrafi, il primo dei quali consisterà del testo del canone vigente e il secondo presenterà un testo nuovo, cosicché nell’insieme il can. 750 suonerà:

    Can. 750 - § 1. Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria.

    § 2. Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente.

    Nel can. 1371, n. 1 del Codice di Diritto Canonico sia congruentemente aggiunta la citazione del can. 750 § 2, cosicché lo stesso can. 1371 d’ora in poi nell’insieme suonerà:

    Can. 1371 - Sia punito con una giusta pena:

    1) chi oltre al caso di cui nel can. 1364 § 1, insegna una dottrina condannata dal Romano Pontefice o dal Concilio Ecumenico oppure respinge pertinacemente la dottrina di cui nel can. 750 § 2 o nel can. 752, ed ammonito dalla Sede Apostolica o dall'Ordinario non ritratta;

    2) chi in altro modo non obbedisce alla Sede Apostolica, all'Ordinario o al Superiore che legittimamente gli comanda o gli proibisce, e dopo l'ammonizione persiste nella sua disobbedienza.


    B) Il can. 598 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali d’ora in poi avrà due paragrafi, dei quali il primo consisterà del testo del canone vigente e il secondo presenterà un testo nuovo, cosicché nell’insieme il can. 598 suonerà:

    Can. 598 - § 1. Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata cioè nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti i fedeli curino di evitare qualsiasi dottrina che ad esse non corrisponda.

    § 2. Si devono pure fermamente accogliere e ritenere anche tutte e singole le cose che vengono proposte definitivamente dal magistero della Chiesa circa la fede e i costumi, quelle cioè che sono richieste per custodire santamente ed esporre fedelmente lo stesso deposito della fede; si oppone dunque alla dottrina della Chiesa cattolica chi rifiuta le medesime proposizioni da tenersi definitivamente.

    Nel can. 1436 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali si aggiungano convenientemente le parole che si riferiscono al can. 598 § 2, cosicché nell’insieme il can. 1436 suonerà:

    Can. 1436 - § 1. Colui che nega una verità da credere per fede divina e cattolica o la mette in dubbio oppure ripudia totalmente la fede cristiana e legittimamente ammonito non si ravvede, sia punito come eretico o come apostata con la scomunica maggiore; il chierico può essere punito inoltre con altre pene, non esclusa la deposizione.

    § 2. All'infuori di questi casi, colui che respinge pertinacemente una dottrina proposta da tenersi definitivamente o sostiene una dottrina condannata come erronea dal Romano Pontefice o dal Collegio dei Vescovi nell'esercizio del magistero autentico e legittimamente ammonito non si ravvede, sia punito con una pena adeguata.

    5. Ordiniamo che sia valido e ratificato tutto ciò che Noi con la presente Lettera Apostolica data Motu Proprio abbiamo decretato e prescriviamo che sia inserito nella legislazione universale della Chiesa Cattolica, rispettivamente nel Codice di Diritto Canonico e nel Codice dei Canoni delle Chiese Orientali così come è stato sopra dimostrato, nonostante qualunque cosa in contrario.

    Roma, presso san Pietro, 18 maggio 1998, anno ventesimo del Nostro Pontificato.

    GIOVANNI PAOLO II

    (1) Congregatio pro Doctrina Fidei, Professio Fidei et Iusiurandum fidelitatis in suscipiendo officio nomine Ecclesiae exercendo, 9 Ianuarii 1989, in AAS 81 (1989) 105.

    (2) Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 833.

    (3) Cf. Codice di Diritto Canonico, can. 747 § 1; Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 595 § 1.

    (4) Cf. Sacrosanctum Concilium Oecumenicum Vaticanum II, Constitutio dogmatica Lumen Gentium, De Ecclesia, n. 25, 21 Novembris 1964, in AAS 57 (1965) 29-31; Constitutio dogmatica Dei Verbum, De divina Revelatione, 18 Novembris 1965, n. 5, in AAS 58 (1966) 819; Congregatio pro Doctrina Fidei, Instructio Donum veritatis, De ecclesiali theologi vocatione, 24 Maii 1990, n. 15, in AAS 82 (1990) 1556.

    (5) Codice di Diritto Canonico, can. 750 - Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata, vale a dire nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate, sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti sono tenuti a evitare qualsiasi dottrina ad esse contraria.

    (6) Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 598 - Per fede divina e cattolica sono da credere tutte quelle cose che sono contenute nella parola di Dio scritta o tramandata cioè nell'unico deposito della fede affidato alla Chiesa, e che insieme sono proposte come divinamente rivelate sia dal magistero solenne della Chiesa, sia dal suo magistero ordinario e universale, ossia quello che è manifestato dalla comune adesione dei fedeli sotto la guida del sacro magistero; di conseguenza tutti i fedeli curino di evitare qualsiasi dottrina che ad esse non corrisponda.

    (7) Cf. Congregatio pro Doctrina Fidei, Instructio Donum veritatis, De ecclesiali theologi vocatione, 24 Maii 1990, n. 15, in AAS 82 (1990) 1557.

    (8) Codice di Diritto Canonico, can. 752 - Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell'intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda.

    (9) Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 599 - Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio di intelletto e di volontà deve essere prestato alla dottrina circa la fede e i costumi che, sia il Romano Pontefice, sia il Collegio dei Vescovi enunciano, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; di conseguenza i fedeli curino di evitare qualsiasi dottrina che ad essa non corrisponda.

    (10) Cf. Congregatio pro Doctrina Fidei, Instructio Donum veritatis, De ecclesiali theologi vocatione, 24 Maii 1990, n. 15, in AAS 82 (1990) 1557.


    http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-proprio_30061998_ad-tuendam-fidem.html
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  4. #104
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    «Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell'intelletto alle dottrine che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarle con atto definitivo»

    non significa che smetto di porre le cose nella giusta relazione e proporzione con le altre. Relativamente alla questione del modernismo il Concilio Vaticano II, che sotto certi aspetti sembra contraddire il Magistero preconciliare, domandiamoci: di quale natura è stato?

    E' stato un Concilio Pastorale, non Dottrinale, significa che nessun insegnamento è venuto meno su nessuna questione. Quello che muta è un nuovo atteggiamento nella pastorale, cioè nel modo di proporre la fede e le cose della religione cattolica. Che non è mai cambiata, cambia il modo di porsi.

    I progressisti hanno inteso questo come un grimaldello per scardinare la Chiesa cattolica facendola penetrare da molte eresie. Anche per questo teologi sostengono la necessità di una ermeneutica del Concilio che spieghi come risolvere i problemi che vengono denunciati ad es. dai Tradizionalisti e in generale dai conservatori.

    La Chiesa non è un'insulsa tirannide costretta perfino all'obbedienza assoluta nel caso di un Papa che professasse eresie conclamate.
    L'obbedienza assoluta non è un valore cristiano, questa è un'obbedienza che appartiene ai paesi protestanti e che ha portato alla concezione dello Stato Assoluto, in quanto non dimentichiamo mai che il Papa è il Vicario non il successore di Cristo.

    Come ho già detto è una cosa molto complessa, come lo è la vita d'altronde.
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  5. #105
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    Predefinito Chi non accetta il magistero ordinario ed autentico va contro i canoni della Chiesa

    Citazione Originariamente Scritto da emv Visualizza Messaggio
    «Aderisco inoltre con religioso ossequio della volontà e dell'intelletto alle dottrine che il Romano Pontefice o il Collegio dei Vescovi propongono quando esercitano il loro magistero autentico, sebbene non intendano proclamarle con atto definitivo»

    non significa che smetto di porre le cose nella giusta relazione e proporzione con le altre. Relativamente alla questione del modernismo il Concilio Vaticano II, che sotto certi aspetti sembra contraddire il Magistero preconciliare, domandiamoci: di quale natura è stato?

    E' stato un Concilio Pastorale, non Dottrinale, significa che nessun insegnamento è venuto meno su nessuna questione. Quello che muta è un nuovo atteggiamento nella pastorale, cioè nel modo di proporre la fede e le cose della religione cattolica. Che non è mai cambiata, cambia il modo di porsi.

    I progressisti hanno inteso questo come un grimaldello per scardinare la Chiesa cattolica facendola penetrare da molte eresie. Anche per questo teologi sostengono la necessità di una ermeneutica del Concilio che spieghi come risolvere i problemi che vengono denunciati ad es. dai Tradizionalisti e in generale dai conservatori.

    La Chiesa non è un'insulsa tirannide costretta perfino all'obbedienza assoluta nel caso di un Papa che professasse eresie conclamate.
    L'obbedienza assoluta non è un valore cristiano, questa è un'obbedienza che appartiene ai paesi protestanti e che ha portato alla concezione dello Stato Assoluto, in quanto non dimentichiamo mai che il Papa è il Vicario non il successore di Cristo.

    Come ho già detto è una cosa molto complessa, come lo è la vita d'altronde.
    PAOLO VI

    UDIENZA GENERALE

    Mercoledì, 12 gennaio 1966



    Inseriti nel patrimonio della Chiesa gli insegnamenti del Concilio

    Diletti Figli e Figlie!

    La vita della Chiesa è dominata dal Concilio ecumenico, che è stato concluso nel dicembre scorso. E non è solo il ricordo d’un avvenimento così raro e così grande, che deve tenere impegnati gli animi nostri; il ricordo si riferisce ad un fatto passato; la memoria lo raccoglie, la storia lo registra, la tradizione lo conserva; ma tutto questo processo riguarda un momento finito, un avvenimento trascorso. Invece il Concilio lascia qualche cosa dopo di sé, che dura e che continua ad agire. Il Concilio è come una sorgente, dalla quale scaturisce un fiume; la sorgente può essere lontana, la corrente del fiume ci segue. Si può dire che il Concilio lascia alla Chiesa, che lo ha celebrato, se stesso. Il Concilio non ci obbliga tanto a guardare indietro, all’atto della sua celebrazione; ma ci obbliga a guardare all’eredità che esso ci ha lasciata, e che è presente e durerà per l’avvenire. Qual è questa eredità?

    L’eredità del Concilio è costituita dai documenti che sono stati promulgati nei vari momenti conclusivi delle sue discussioni e delle sue deliberazioni; questi documenti sono di diversa natura; e cioè sono Costituzioni (quattro), sono Decreti (nove) e sono Dichiarazioni (tre); ma tutti insieme formano un corpo di dottrine e di leggi, che deve dare alla Chiesa quel rinnovamento per cui il Concilio è stato promosso. Conoscere, studiare, applicare questi documenti è il dovere ed è la fortuna del periodo post-conciliare.

    Bisogna fare attenzione: gli insegnamenti del Concilio non costituiscono un sistema organico e completo della dottrina cattolica; questa è assai più ampia, come tutti sanno, e non è messa in dubbio dal Concilio o sostanzialmente modificata; ché anzi il Concilio la conferma, la illustra, la difende e la sviluppa con autorevolissima apologia, piena di sapienza, di vigore e di fiducia. Ed è questo aspetto dottrinale del Concilio, che dobbiamo in primo luogo notare per l’onore della Parola di Dio, che rimane univoca e perenne, come luce che non si spegne, e per il conforto delle nostre anime, che dalla voce franca e solenne del Concilio sperimentano quale provvidenziale ufficio sia stato affidato da Cristo al magistero vivo della Chiesa per custodire, per difendere, per interpretare il «deposito della fede» (cfr. Humani generis, A.A.S., 1960, p. 567). Non dobbiamo staccare gli insegnamenti del Concilio dal patrimonio dottrinale della Chiesa, sì bene vedere come in esso si inseriscano, come ad esso siano coerenti, e come ad esso apportino testimonianza, incremento, spiegazione, applicazione. Allora anche le «novità» dottrinali, o normative del Concilio appariscono nelle loro giuste proporzioni, non creano obbiezioni verso la fedeltà della Chiesa alla sua funzione didascalica, e acquistano quel vero significato, che la fa risplendere di luce superiore.

    Perciò il Concilio aiuti i fedeli, maestri o discepoli che siano, a superare quegli stati d’animo - di negazione, d’indifferenza, di dubbio, di soggettivismo, ecc. - che sono contrari alla purezza e alla fortezza della fede. Esso è un grande atto del magistero ecclesiastico; e chi aderisce al Concilio riconosce ed onora con ciò il magistero della Chiesa; e fu questa la prima idea che mosse Papa Giovanni XXIII, di venerata memoria, a convocare il Concilio, come Egli ben disse inaugurandolo: «ut iterum magisterium ecclesiasticum . . . affirmaretur»; «fu nostro proposito, così si esprimeva, nell’indire questa grandissima assemblea, di riaffermare il magistero ecclesiastico» (A.A.S. 1962, p. 786). «Ciò che più importa al Concilio ecumenico, Egli continuava, è questo: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia più efficacemente custodito ed esposto» (ibid. p. 790).

    Non sarebbe perciò nel vero chi pensasse che il Concilio rappresenti un distacco, una rottura, ovvero, come qualcuno pensa, una liberazione dall’insegnamento tradizionale della Chiesa, oppure autorizzi e promuova un facile conformismo alla mentalità del nostro tempo, in ciò ch’essa ha di effimero e di negativo piuttosto che di sicuro e di scientifico, ovvero conceda a chiunque di dare il valore e l’espressione che crede alle verità della fede. Il Concilio apre molti orizzonti nuovi agli studi biblici, teologici e umanistici, invita a ricercare e ad approfondire le scienze religiose ma non priva il pensiero cristiano del suo rigore speculativo, e non consente che nella scuola filosofica, teologica e scritturale della Chiesa entri l’arbitrio, l’incertezza, la servilità, la desolazione, che caratterizzano tante forme del pensiero religioso moderno, quand’è privo dell’assistenza del magistero ecclesiastico.

    Vi è chi si domanda quale sia l’autorità, la qualificazione teologica, che il Concilio ha voluto attribuire ai suoi insegnamenti, sapendo che esso ha evitato di dare definizioni dogmatiche solenni, impegnanti l’infallibilità del magistero ecclesiastico. E la risposta è nota per chi ricorda la dichiarazione conciliare del 6 marzo 1964, ripetuta il 16 novembre 1964: dato il carattere pastorale del Concilio, esso ha evitato di pronunciare in modo straordinario dogmi dotati della nota di infallibilità; ma esso ha tuttavia munito i suoi insegnamenti dell’autorità del supremo magistero ordinario il quale magistero ordinario e così palesemente autentico deve essere accolto docilmente e sinceramente da tutti i fedeli, secondo la mente del Concilio circa la natura e gli scopi dei singoli documenti.

    Dobbiamo entrare nello spirito di questi criteri basilari del magistero ecclesiastico, e accrescere nei nostri animi la fiducia nella guida della Chiesa sui sentieri sicuri della fede e della vita cristiana. Se questo faranno i buoni cattolici, i bravi figli della Chiesa e specialmente gli studiosi, i teologi, i maestri, i diffusori della Parola di Dio, non che gli studenti e i ricercatori stessi della dottrina autentica scaturita dai Vangelo e professata dalla Chiesa, è da sperare che la fede e con essa la vita cristiana ed anche quella civile avranno grande ristoro, quello appunto che deriva dalla verità che salva. Perché davvero lo «Spirito del Concilio» vuol essere Spirito di verità (Io. 16, 13).

    Che la Nostra Benedizione vi aiuti a comprendere tale Spirito e a farlo vostro.


    http://www.vatican.va/content/paul-vi/it/audiences/1966/documents/hf_p-vi_aud_19660112.html
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    «Bisogna fare attenzione: gli insegnamenti del Concilio non costituiscono un sistema organico e completo della dottrina cattolica; questa è assai più ampia, come tutti sanno, e non è messa in dubbio dal Concilio o sostanzialmente modificata; ché anzi il Concilio la conferma, la illustra, la difende e la sviluppa con autorevolissima apologia, piena di sapienza, di vigore e di fiducia. Ed è questo aspetto dottrinale del Concilio, che dobbiamo in primo luogo notare per l’onore della Parola di Dio, che rimane univoca e perenne, come luce che non si spegne, e per il conforto delle nostre anime, che dalla voce franca e solenne del Concilio sperimentano quale provvidenziale ufficio sia stato affidato da Cristo al magistero vivo della Chiesa per custodire, per difendere, per interpretare il «deposito della fede» (cfr. Humani generis, A.A.S., 1960, p. 567). Non dobbiamo staccare gli insegnamenti del Concilio dal patrimonio dottrinale della Chiesa, sì bene vedere come in esso si inseriscano, come ad esso siano coerenti, e come ad esso apportino testimonianza, incremento, spiegazione, applicazione. Allora anche le «novità» dottrinali, o normative del Concilio appariscono nelle loro giuste proporzioni, non creano obbiezioni verso la fedeltà della Chiesa alla sua funzione didascalica, e acquistano quel vero significato, che la fa risplendere di luce superiore.»

    Il Papa usa un termine molto chiaro "non staccare" gli insegnamenti del CVII dal resto della dottrina.


    Non posso che girarti questo invito di Papa Paolo VI:


    «Che la Nostra Benedizione vi aiuti a comprendere tale Spirito e a farlo vostro.»

    e, aggiungo, a non bypassare in un testo quello che non corrisponde alle proprie aspettative.

    Così è il metodo cattolico, confronto tra molti aspetti, contro l'assolutismo riduttivo.
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da emv Visualizza Messaggio
    «Bisogna fare attenzione: gli insegnamenti del Concilio non costituiscono un sistema organico e completo della dottrina cattolica; questa è assai più ampia, come tutti sanno, e non è messa in dubbio dal Concilio o sostanzialmente modificata; ché anzi il Concilio la conferma, la illustra, la difende e la sviluppa con autorevolissima apologia, piena di sapienza, di vigore e di fiducia. Ed è questo aspetto dottrinale del Concilio, che dobbiamo in primo luogo notare per l’onore della Parola di Dio, che rimane univoca e perenne, come luce che non si spegne, e per il conforto delle nostre anime, che dalla voce franca e solenne del Concilio sperimentano quale provvidenziale ufficio sia stato affidato da Cristo al magistero vivo della Chiesa per custodire, per difendere, per interpretare il «deposito della fede» (cfr. Humani generis, A.A.S., 1960, p. 567). Non dobbiamo staccare gli insegnamenti del Concilio dal patrimonio dottrinale della Chiesa, sì bene vedere come in esso si inseriscano, come ad esso siano coerenti, e come ad esso apportino testimonianza, incremento, spiegazione, applicazione. Allora anche le «novità» dottrinali, o normative del Concilio appariscono nelle loro giuste proporzioni, non creano obbiezioni verso la fedeltà della Chiesa alla sua funzione didascalica, e acquistano quel vero significato, che la fa risplendere di luce superiore.»

    Il Papa usa un termine molto chiaro "non staccare" gli insegnamenti del CVII dal resto della dottrina.


    Non posso che girarti questo invito di Papa Paolo VI:


    «Che la Nostra Benedizione vi aiuti a comprendere tale Spirito e a farlo vostro.»

    e, aggiungo, a non bypassare in un testo quello che non corrisponde alle proprie aspettative.

    Così è il metodo cattolico, confronto tra molti aspetti, contro l'assolutismo riduttivo.
    I canoni di Wojtyla non parlano di “ermeneutica”, parlano di adesione al magistero ordinario autentico

    Insomma quello che dice il Concilio o il suo interprete di turno Bergoglio va accettato, non c’e da ricamarci sopra

    In pratica anche se non è dogmaticamente “infallibile” in base ai canoni del Santo Subito e’ come se lo fosse
    “Qualche calcio in culo a qualche giornalista servo infame cominceremo a tirarlo. Diamogli almeno un motivo per dire che siamo cattivi.”
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  8. #108
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Lecca d’Assalvini Visualizza Messaggio
    I canoni di Wojtyla non parlano di “ermeneutica”, parlano di adesione al magistero ordinario autentico

    Insomma quello che dice il Concilio o il suo interprete di turno Bergoglio va accettato, non c’e da ricamarci sopra


    In pratica anche se non è dogmaticamente “infallibile” in base ai canoni del Santo Subito e’ come se lo fosse



    Ma va accettato cosa? Un modo di porsi. Non cambia l'aspetto intrinseco del Cattolicesimo ma solo quello estrinseco.
    E più che di cambiamento si tratta di uno sviluppo di qualcosa che è sempre stato.

    La nota dell'infallibilità impegna a credere a qualche cosa.

    Lo spirito d'accoglimento docile e sincero circa degli insegnamenti pastorali non impegna a fare delle cose piuttosto che delle altre.
    Tu la stessa cosa la puoi fare in modi differenti, non mi sembra molto difficile da capire.


    Non c'è nessuna nuova dottrina, nessuna difficoltà se si è pienamente cattolici.
    Il passaggio precedente dice chiaramente:

    «Non sarebbe perciò nel vero chi pensasse che il Concilio rappresenti un distacco, una rottura, ovvero, come qualcuno pensa, una liberazione dall’insegnamento tradizionale della Chiesa, oppure autorizzi e promuova un facile conformismo alla mentalità del nostro tempo, in ciò ch’essa ha di effimero e di negativo piuttosto che di sicuro e di scientifico, ovvero conceda a chiunque di dare il valore e l’espressione che crede alle verità della fede. Il Concilio apre molti orizzonti nuovi agli studi biblici, teologici e umanistici, invita a ricercare e ad approfondire le scienze religiose ma non priva il pensiero cristiano del suo rigore speculativo, e non consente che nella scuola filosofica, teologica e scritturale della Chiesa entri l’arbitrio, l’incertezza, la servilità, la desolazione, che caratterizzano tante forme del pensiero religioso moderno, quand’è privo dell’assistenza del magistero ecclesiastico.»





    Se ci sono degli aspetti degli insegnamenti del CVII che ti sembrano inconciliabili esponili e proverò a risponderti.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
    FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE!
    BASTA ECOFOLLIE GREEN!
    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


  9. #109
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Vi era una volta un signorino di spirito purtroppo molto insiginificante e finto progressista ma zelante per gli intrighi di potere che da un tugurio alla fine del mondo arrivò al Soglio di San Pietro. Egli detestava la millenaria cultura latina, perché gli fu imposta a scuola e non gli piaceva, gli sembrava un inutile ed odioso tormento come tutto ciò che sporgeva al disopra del suo limitatissimo ed angusto orizzonte culturale. Ad un bel giorno quando salì all'apice dei poteri ecclesiastici, da cappellano dei poteri forti sentì sorgere il bel motto barbaro del "culture cancel". Che trovata per costui, che sussulto, ecco che poteva dare una bastonata a tutta la cultura latina e romana, e così procedette e bandì il rito classico romano per estinguerlo per sempre.
    Per fortuna le sue parole sono talmente insignificanti che nessuno se lo fila e chi le prendesse sul serio si rivelerebbe essere una misera nullità. Così tutti si fecero una bella risata e la cultura secolare di Roma si salvò!

  10. #110
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Indra88 Visualizza Messaggio
    https://www.grandeoriente.it/il-gran...ere-temporale/

    da notare la data, coma poteva il gran maestro raffi parlare già dal giorno successivo all' investitura a papa di 'chiara scelta' da aprte della chiesa? significa che il personaggio era già conosciuto nell' ambiente? e per quali motivi? o sono solo parole di circostanza ? ricordo che nei giorni successivi tutti i giornalisti andavano a caccia di notizie su questo bergoglio, il suo passato, addirittura qualcuno tirò fuori trascorsi di vera o presunta vicinanza con il regime fascista argentino, nessuno sapeva bene cosa pensare, tranne il gran maestro che fin da subito aveva le idee molto chiare a quanto sembra

    ciascuno valuti
    Papa Ciccio (come lo chiamano i miei amici atei...) la vicinanza con il regima dei colonnelli argentini dovette praticarla, a suo tempo, per cercare di ritirare fuori dalla prigioni segrete quei suoi sacerdoti che, sospettati di essere sinistrorsi, erano stati fatti sparire da Videda ...



    ... era a capo della chiesa argentina, che altro avrebbe dovuto fare? A mio modesto parere, se riguardo a ritroso i suoi predecessori, via, via nei secoli, a me sembra che Francesco, dopo Pietro stesso, sia stato il pontefice che ha cercato di più di trasformare il Vangelo in fatti. Quanto alle vostre affermazioni, beh, mi riportamp alla mente il famoso detto...




    "Butta la merda nel ventilatore! Qualche cosa rimarrà attaccato"




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