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    Predefinito «Non vedo come possa restare...

    ....alla presidenza».

    Intervista a Massimo Cacciari.

    di Andrea Cuomo pg. 2 de ilgiornale.it 01 10 2010

    Roma
    È preoccupatissimo del titolo: «Vi conosco. Non fate che domani esca: “Cacciari: Fini dimettiti”».
    Titolo o non titolo, è però quello che il filosofo ed ex sindaco di Venezia sostiene.
    Va bene, al termine di un ragionamento politico ineccepibile e non come slogan semplicistico: ma per Massimo Cacciari Fini dovrebbe lasciare la presidenza della Camera dei deputati.
    Il perché è presto detto.
    «A me pare - spiega - che le prospettive culturali ancora prima che politiche tra Fini e Berlusconi siano nettamente e irreparabilmente divaricanti.
    E questo non da quest’estate.
    È una storia vecchia, giunta finalmente a maturazione.
    Dico finalmente perché se la politica italiana facesse chiarezza al suo interno e ognuno assumesse fino in fondo le sue posizioni e le sue responsabilità senza infingimenti e timidezze, sarebbe tutto di guadagnato. Su questa base io ritengo che sia utile che Fini costituisca il suo partito. È ovvio che assumendo una caratterizzazione politica così netta ed esplicita e dovendo lanciare un partito che è un lavoraccio del demonio - almeno penso, non avendolo mai fatto in vita mia - non vedo come possa fisicamente continuare a fare il presidente della Camera».

    Solo una questione di tempo e praticità?
    «No, ma se sei il leader di un partito non consolidato ma da costituire come fai a fare il presidente della Camera?
    E questo al di là di questioni di opportunità politica che certamente ci sono. Seguo l’avventura di Fini con grande simpatia e interesse culturale, il mio è un consiglio, non certo la battuta di chi nel Pdl dice: “Fuori dai coglioni!”.
    E poi le dimissioni darebbero efficacia e convinzione all’operazione che ha iniziato e che è nelle cose. Vede, io avanzo una facilissima previsione».
    Preveda pure.
    «Al di là degli acquisti che Berlusconi può fare in questo momento, la crisi del Pdl è destinata ad acuirsi.
    Non c’è solo Fini, ma ampi settori ex cattolici popolari che sono in grande difficoltà: penso al disagio dei galaniani nel Veneto, a quello dei formigoniani in Lombardia. Prodromi di una crisi del Pdl del tutto analoga alla crisi del Pd.
    La fine del bipolarismo all’italiana».

    Quindi Fini alla guida del terzo polo?
    «Un momento, il terzo polo non è certo dietro l’angolo: ci vogliono accordi, compromessi stabili se non storici, programmi, una veste organizzativa.
    Non sarà semplice, viste le storie diverse e le distanze ampie tra soggetti come Casini, Fini, Rutelli e altri eventuali.
    Certo, con le elezioni imminenti e se rimane questa legge elettorale, al Senato queste forze dovranno trovare una forma di collaborazione se non altro per la presentazione delle liste al Senato. A meno che non si vogliano sparare sulle palle».

    I finiani sbandierano un sondaggio che li darebbe già all’8 per cento.
    «Mi sembra molto molto alto. E questo a prescindere dalla vostra inchiesta che bene a Fini non ha fatto di certo».

    Ecco, Montecarlo. Come ne esce Fini?
    «Non mi pronuncio, per giudicarlo dovrei saperne di più sui suoi rapporti con cognati, mogli e che ne so io. Certo a me piacerebbe che si tornasse a parlare di politica e con chiarezza. Se però la contraddizione all’interno del Pdl anziché in modo civile deve emergere con scandali e scandaletti, non sarò certo io a scandalizzarmi».

    E intanto, il centrosinistra?
    «Guardi, se Sparta piange Atene non ride, perché dall’altra parte il Pd non solo non guadagna un voto dalla crisi del Pdl ma ha casini (con la “c” minuscola, ndr) al suo interno altrettanto profondi. E di strategia politica, non certo di gossip».

    Nell’estate appena trascorsa Fini è diventato un idolo del centrosinistra. Potere dell’antiberlusconismo...
    «L’antiberlusconismo è suicida. Non è più nemmeno un errore ma una cosa demenziale.
    Solo Di Pietro può ancora crederci. Se domani torno a fare politica io Berlusconi non lo nomino più».

    Grazie.
    «Grazie a lei. E mi raccomando il titolo».

    saluti

  2. #2
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    Predefinito Rif: «Non vedo come possa restare...

    Citazione Originariamente Scritto da mustang Visualizza Messaggio
    ....alla presidenza».

    Intervista a Massimo Cacciari.

    di Andrea Cuomo pg. 2 de ilgiornale.it 01 10 2010

    Roma
    È preoccupatissimo del titolo: «Vi conosco. Non fate che domani esca: “Cacciari: Fini dimettiti”».
    Titolo o non titolo, è però quello che il filosofo ed ex sindaco di Venezia sostiene.
    Va bene, al termine di un ragionamento politico ineccepibile e non come slogan semplicistico: ma per Massimo Cacciari Fini dovrebbe lasciare la presidenza della Camera dei deputati.
    Il perché è presto detto.
    «A me pare - spiega - che le prospettive culturali ancora prima che politiche tra Fini e Berlusconi siano nettamente e irreparabilmente divaricanti.
    E questo non da quest’estate.
    È una storia vecchia, giunta finalmente a maturazione.
    Dico finalmente perché se la politica italiana facesse chiarezza al suo interno e ognuno assumesse fino in fondo le sue posizioni e le sue responsabilità senza infingimenti e timidezze, sarebbe tutto di guadagnato. Su questa base io ritengo che sia utile che Fini costituisca il suo partito. È ovvio che assumendo una caratterizzazione politica così netta ed esplicita e dovendo lanciare un partito che è un lavoraccio del demonio - almeno penso, non avendolo mai fatto in vita mia - non vedo come possa fisicamente continuare a fare il presidente della Camera».

    Solo una questione di tempo e praticità?
    «No, ma se sei il leader di un partito non consolidato ma da costituire come fai a fare il presidente della Camera?
    E questo al di là di questioni di opportunità politica che certamente ci sono. Seguo l’avventura di Fini con grande simpatia e interesse culturale, il mio è un consiglio, non certo la battuta di chi nel Pdl dice: “Fuori dai coglioni!”.
    E poi le dimissioni darebbero efficacia e convinzione all’operazione che ha iniziato e che è nelle cose. Vede, io avanzo una facilissima previsione».
    Preveda pure.
    «Al di là degli acquisti che Berlusconi può fare in questo momento, la crisi del Pdl è destinata ad acuirsi.
    Non c’è solo Fini, ma ampi settori ex cattolici popolari che sono in grande difficoltà: penso al disagio dei galaniani nel Veneto, a quello dei formigoniani in Lombardia. Prodromi di una crisi del Pdl del tutto analoga alla crisi del Pd.
    La fine del bipolarismo all’italiana».

    Quindi Fini alla guida del terzo polo?
    «Un momento, il terzo polo non è certo dietro l’angolo: ci vogliono accordi, compromessi stabili se non storici, programmi, una veste organizzativa.
    Non sarà semplice, viste le storie diverse e le distanze ampie tra soggetti come Casini, Fini, Rutelli e altri eventuali.
    Certo, con le elezioni imminenti e se rimane questa legge elettorale, al Senato queste forze dovranno trovare una forma di collaborazione se non altro per la presentazione delle liste al Senato. A meno che non si vogliano sparare sulle palle».

    I finiani sbandierano un sondaggio che li darebbe già all’8 per cento.
    «Mi sembra molto molto alto. E questo a prescindere dalla vostra inchiesta che bene a Fini non ha fatto di certo».

    Ecco, Montecarlo. Come ne esce Fini?
    «Non mi pronuncio, per giudicarlo dovrei saperne di più sui suoi rapporti con cognati, mogli e che ne so io. Certo a me piacerebbe che si tornasse a parlare di politica e con chiarezza. Se però la contraddizione all’interno del Pdl anziché in modo civile deve emergere con scandali e scandaletti, non sarò certo io a scandalizzarmi».

    E intanto, il centrosinistra?
    «Guardi, se Sparta piange Atene non ride, perché dall’altra parte il Pd non solo non guadagna un voto dalla crisi del Pdl ma ha casini (con la “c” minuscola, ndr) al suo interno altrettanto profondi. E di strategia politica, non certo di gossip».

    Nell’estate appena trascorsa Fini è diventato un idolo del centrosinistra. Potere dell’antiberlusconismo...
    «L’antiberlusconismo è suicida. Non è più nemmeno un errore ma una cosa demenziale.
    Solo Di Pietro può ancora crederci. Se domani torno a fare politica io Berlusconi non lo nomino più».

    Grazie.
    «Grazie a lei. E mi raccomando il titolo».

    saluti
    Trovo arguto il discorso di cacciari, d'altronde é un filosofo.

    Quello che però capisco poco e credo pure lui, é cosa passi per la mente di fini.

    Ha detto giustamente che le posizioni di fini siano " non da ora" divergenti da quelle di berlusconi ma non ha detto ed io non so, se tale diversità di vedute sia di natura politica oppure di natura personale, peggio utilitaristica.

    Fini mi sembra quel surfista che abbandoni un'onda per quella successiva, non per finalità nobili ma soltanto per farsi rimorchiare un po.

    é un opportunista e lo si evince sia dalla sua vita politica che civile.

    SWi arruffiana con almirante e ne viene premiato coll'investitura a segretario del MSI.

    Si fa sbolognare dalle angustie che la politica italiana costringe il suo partito coll'arco costituzionale da silvio berlusconi ma poco dopo ,da alleato, comincia a scavagli sotto i piedi.

    Sposta l'asse politico del MSI e ne cambia il nome in AN che comunque resta un partito di destracentrodestra.

    é il monarca di quel partito che governa col far del dittatore.

    Risponde sprezzante all'invito da parte di berlusconi al discorso del predellino che si prefiggeva l'unificazione tra forza italia ed AN ,in risposta a veltroni, dicendo la frase emblematica :" Siamo alle comiche fini ali" però tre giorni dopo ci ripensa ed accetta la fusione.

    Il Vice di almirante si trova a cogestire un partito che sfiora il 35 % del consenso elettorale.

    Senza impegno suo vince le elezione e si prende la terza carica dello stato.

    Mi pare che uno dovrebbe essere contentento ma lui sembra non accontentarsi. Da presidente della camera non fa che arruffianarsi con i big dell'opposizione e trama col suo predecessore casini.

    Vite parallele? Sembra.
    Entrambi giubilati da silvio, entrambi presidenti della camera,entra<mbi mordono la mano che porge loro il cibo, entrambi lasciano le mogli non ricche scegliendone altre che oltre i soldi siano più giovani.
    Fatti loro, certo, ognuno dev'essere artefice della propria vita ed io mica voglio colpevolizzarli.

    Ora il punto importante per me é capire i motivi politici,se ce ne sono, che hanno portato fini ad agire in cotal modo.

    Caciari li conosce? se sì li descriva, altrimenti non riuscirò a capire quale potrebbe essere il futuro del nostro eroe.

    Potrebbe diventare quel cervello che la sinistra non ha dai tempi di nettino craxi?

 

 

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