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Blue
Era il 2017 quando il settimanale tedesco "Stern" pubblicava questa copertina con un Trump avvolto nella bandiera americana mentre fa il saluto nazista e la titolava "La sua battaglia". All'epoca, il paragone con Hitler prese spunto dalle polemiche nate dopo i fatti di Charlottesville, quando - durante una marcia dei suprematisti bianchi - era stata uccisa una persona che protestava contro la manifestazione. In quell'occasione Trump evitò di condannare le violenze dei gruppi di destra, salvo fare retromarcia e contraddirsi nuovamente accusando i media di aver travisato le sue parole.
Sono passati tre anni da allora, ma lo stile arrogante e strafottente di oggi è lo stesso di questi giorni, perché di riconoscere la vittoria di Biden e ripete ossessivamente «Le elezioni non sono finite» promettendo tempesta e azioni legali. «Tutti sappiamo perché Joe Biden ha fretta di mostrarsi come il vincitore e perché i media suoi alleati stanno tentando così fortemente di aiutarlo: non vogliono che la verità emerga» - ha continuato - «ma la semplice realtà è che questa elezione è tutt'altro che chiusa».
A dargli man forte, il suo discutibile alleato e avvocato personale, Rudy Giuliani, che ha rilanciato le accuse di brogli elettorali poco dopo l'annuncio della vittoria di Joe Biden. «Ci sono molti casi di irregolarità che saranno denunciati», ha detto Giuliani durante una conferenza stampa a Philadelphia, sottolineando che i presunti brogli sono stati di vari tipo, dal conteggio dei voti alle schede arrivate ai seggi fuori tempo massimo, fino a «far votare persone morte e tali brogli» e che tali brogli «vanno ben oltre la Pennsylvania». Al punto che, secondo lui, potrebbero portare ad una «denuncia a livello nazionale».
Parole che Trump ha bevuto come un balsamo, non avendo la minima intenzione di accettare lo stato di fatto.
Certo, come hanno più volte sottolineato i media in questi giorni, Trump non ha l'obbligo di ammettere la sconfitta, anche se questo passaggio è considerato significativo per la pacifica transizione del potere. Ma è pur vero che mai, prima, gli Stati Uniti avevano avuto un presidente come Donald Trump...
Il vero pericolo è che l'ostinata opposizione del presidente uscente ossa scatenare la rabbia e la violenza dei suoi sostenitori, da lui arringati ed eccitati per settimane prima del voto, in un Paese dove le armi sono in quasi tutte le case e non mancano esaltati e squilibrati pronti ad imbracciare un fucile. Un'ulteriore prova di irresponsabilità per uno come lui che, dopo aver tenuto il mondo in ansia per quattro anni, ancora vagheggia un
coupe de theatre finale contro ogni logica. Esattamente com'è stata la sua presidenza.