Originariamente Scritto da
Tyler Durden
Piccola ma importante aggiunta: in merito alla riforma di Pio X, e all’antichità di certi usi e costumi, sentiamo il parere di un noto liturgista, Dom Alcuin Reid:
‘’ [...] fu una riforma pastorale con lo scopo di non sovraccaricare il clero parrocchiale, ma fu anche, secondo il Batiffol, una riforma "taglia e cuci", che alterò l'antica disposizione del Salterio romano del breviario. Batiffol si dispiacque di questa operazione indebita e deprecò l'abolizione sommaria dell'antica e universale recitazione dei salmi detti Laudate (148-150) alle lodi e degli stessi salmi ogni giorno uguali a compieta. Baumstark scrisse: fino all'anno 1911 non ci fu niente nella liturgia cristiana di così assoluta universalità come questa, ereditata dall'ufficio della sinagoga''.
The Organic Development of the Liturgy, pagg.74-75
Degno di nota è il parere dell’allora Card. Ratzinger, nella prefazione al suddetto libro:
''Vorrei sottolineare ulteriormente, dal mio punto di vista personale, alcuni dei criteri già brevemente indicati del rinnovamento liturgico. Comincerò con gli ultimi due criteri fondamentali. Mi sembra molto importante che il Catechismo, nel menzionare i limiti del potere della suprema autorità della Chiesa circa la riforma, richiami alla mente quale sia l’essenza del primato, così come viene sottolineato dai Concili Vaticani I e II: il papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell’autentica Tradizione e perciò il primo garante dell’obbedienza. Non può fare ciò che vuole, e proprio per questo può opporsi a coloro che intendono fare ciò che vogliono. La legge cui deve attenersi non è l’agire ad libitum, ma l’obbedienza alla fede. Per cui, nei confronti della liturgia, ha il compito di un giardiniere e non di un tecnico che costruisce macchine nuove e butta quelle vecchie. Il “rito”, e cioè la forma di celebrazione e di preghiera che matura nella fede e nella vita della Chiesa, è forma condensata della Tradizione vivente, nella quale la sfera del rito esprime l’insieme della sua fede e della sua preghiera, rendendo così sperimentabile, allo stesso tempo, la comunione tra le generazioni, la comunione con coloro che pregano prima di noi e dopo di noi. Così il rito è come un dono fatto alla Chiesa, una forma vivente di parádosis.''