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  1. #11
    Cinico disincantato
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    La riforma ad opera di Pio V doveva porre fine ad abusi e ad alterazioni dell’ufficio divino, ripristinando l’uso antico e non corrotto; è quindi erroneo dire che prima della suddetta Riforma il breviario sia cambiato diverse volte ‘’in modo incisivo’’.
    Nel dettaglio: Il Breviario del 1568 ad opera di Pio V è sostanzialmente lo stesso di quello della curia romana del 1529, che a sua volta riprende l’ufficio divino così come era recitato nel Medioevo; si nota immediatamente che quasi tutto il corpus materiale ha gli stessi inviti, gli stessi inni, le antifone e i responsori. Lo stesso vale per la maggior parte dei capitoli, versetti e preghiere, e per le parti che non hanno un'annotazione propria. Le uniche differenze constano in alcuni aggiustamenti e modifiche nel Calendario dei Santi, e in una conformazione più stretta del Breviario con il Messale, che portano ad un leggero cambiamento nelle letture Mattutine (azione, questa, che fa seguito ad una maggiore ‘’clericalizzazione’’ avvenuta nella Chiesa Cattolica in seguito alla Controriforma).
    "Si vis pacem, para bellum"

  2. #12
    Cinico disincantato
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    Predefinito Re: CHIESA - La crisi della Chiesa era già incominciata prima del CVII?

    Volendo ripercorrere la storia dell’Ufficio Romano, questo trae la sua origine dalla preghiera sinagogale del Giudaismo del Secondo Tempio, e si struttura lentamente nel corso dei primissimi secoli cristiani: nelle chiese in cui all'assemblea del clero e dei laici era consentito di celebrare il Mattutino e le Ore, erano in uso solo pochi salmi selezionati, praticamente sempre gli stessi (tranne qualche differenza tra la domenica e i giorni feriali). Tali erano ad es. i salmi 92, 62, 66, 148-150 nel servizio mattutino, 140 nel servizio serale, 118 durante il giorno. Dall'altra parte, nella comunità monastica, il cui programma di vita era la lode incessante di Dio, recitavano il Salterio nell'ordine che Dio ci ha dato nella Scrittura, iniziando con il salmo 1 e arrivando al salmo 150. La liturgia di Roma ha creato una bella sintesi tra le due procedure: il principio era che l'intero Salterio (con tutti i suoi 150 salmi) doveva essere pregato durante il corso di una settimana. A Roma le Ore giornaliere hanno conservato l’uso antico dei suddetti Salmi selezionati (la stessa Ora per ciascuna giorno); tutti gli altri salmi venivano recitati in ordine in due Ore durante la settimana: 1–108 nelle Veglie, 109-147 nei Vespri (i salmi 148-150 erano riservati alle Lodi). Questa distribuzione dei salmi ha portato a un sistema di sottile equilibrio, pratica stabilità e spirituale ricchezza. Il numero di salmi era bilanciato con il significato e l'importanza delle ore individuali: tre salmi molto brevi e stabili per ogni breve Ora giornaliera, cinque salmi per le solenni celebrazioni congregazionali all'alba e al tramonto, una più lunga salmodia con 12 salmi durante le meditative veglie notturne. L'essenza dell'Ufficio Romano può essere definita in questo modo: caratteristiche e struttura delle Ore + il principio della distribuzione dei Salmi + antifonario. Le uniche differenze vertevano sulle specifiche pratiche di alcune Chiese locali e dei monasteri. Durante il Medioevo questo schema rimane invariato, e vi si aggiungono la proliferazione di nuove feste e il culto di nuovi Santi, che arricchiscono così la ''struttura portante''. Con le riforme post-tridentine nasce il Breviario Romano vero e proprio, cristallizzatosi a sua volta sull’eredità medioevale, e andando a sostituire gli usi delle altre Chiese locali. Come si può notare quindi, l’Ufficio Romano si sviluppa armoniosamente sulla prassi ereditata dalla Chiesa antica, senza alcun cambio sostanziale o creazioni imposte dall’alto.

    Tutto il contrario di ciò che ha fatto Pio X, che citando il Vescovo Athanasius Schneider:
    "La riforma del breviario sotto Pio X, nel 1911, fu purtroppo anche una riforma rivoluzionaria. È per me un enigma come Pio X abbia potuto farlo, perché ha cambiato completamente l'intera struttura della distribuzione dei Salmi, che la Chiesa romana ha mantenuto quasi inviolabile dai tempi - anche prima - di Papa Gregorio I. Quindi, già a partire dal VI secolo, forse anche prima, la Chiesa Romana ha mantenuto da questo momento, sostanzialmente, per almeno 1.300 anni, l'ordine di distribuzione dei salmi nel breviario durante la settimana. L'ordine dei salmi era chiamato cursus romanus - cursus, che significa corso o sequenza: i salmi corrono per tutta la settimana, dalla domenica al sabato. Era molto armonioso, molto logico, quando lo osservavi. E Pio X cambiò completamente, radicalmente l'intera distribuzione dei salmi. Non era mai successo nella storia della Chiesa romana. Questo è per me un enigma. Come ha potuto fare una simile rivoluzione? Certo, aveva alcuni motivi pastorali per alleggerire il fardello dei preti secolari. Ma si sarebbe potuto fare in modo da non toccare, sostanzialmente, l'ordine dei salmi, che la Chiesa romana ha sempre mantenuto. Il problema era il Mattutino, perché aveva 12 salmi nell'ufficio settimanale, e per alcuni sacerdoti diocesani era troppo. Il papa avrebbe potuto evitare di toccare il cursus romanus psalmorum e permettere ai sacerdoti diocesani di pregarne forse solo la metà, sei per esempio. Quindi il Mattutino sarebbe già stato alleggerito. Ma i sacerdoti religiosi e le suore, che come primo dovere devono pregare incessantemente, lo avrebbero pregato tutto. Purtroppo il papa ha cambiato tutto, anche per le suore e per tutti i religiosi, forse con l'unica eccezione dei benedettini, ai quali è stato concesso di mantenere la loro salmodia tradizionale. Quindi ripeto:
    Mi auguro che in futuro la Chiesa torni alla tradizionale Settimana Santa, pre-'55, sostanzialmente, magari con qualche lieve modifica che non tocchi la sostanza. E lo stesso con il breviario, per tornare al breviario precedente a Pio X, che chiamo "Il Breviario di tutte le età", con forse alcune modifiche che sarebbero ragionevoli. Ma ripeto: non toccarne la sostanza. Lo ripeto: la Chiesa deve fare tutte queste cose con molta attenzione, e lo aveva sempre fatto saggiamente in passato. I papi devono essere consapevoli di non essere i proprietari della liturgia e dei riti, ma i custodi e i guardiani di essi."

    https://onepeterfive.com/society-cru...ity-schneider/
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  3. #13
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Ma quindi il Papa è un servitore della Tradizione o può prescindere da essa ? Perchè date simili premesse, non ha molto senso poi lamentarsi sugli abusi liturgici o sulle innovative prassi pastorali....
    Non mi sembra un'obiezione pertinente. Il brevario romano non fa parte della Tradizione divino-apostolica. Le critiche al NOM non sono dettate dal fatto che ha innovato, ma dal fatto che ha innovato rendendo equivoca la professione pubblica della fede cattolica e resa molto più facile la possibilità che le Messe celebrate in virtù di esso siano invalide (in sintesi).

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Certamente il Breviario necessitava di opportune correzioni, ed io questo non l’ho negato. Ma un conto è snellire e semplificare, un altro è demolire e ricostruire da capo. Nella pratica, anziché creare ex novo un nuovo Breviario, bastava tornare alle antiche usanze, sopprimendo alcune nuove feste meno significative dovute alle doppie festività. Questa ad esempio era l’opinione di Leon Gromier, un grande liturgista del secolo scorso.
    Mi sembra esagerato parlare di "demolizione" a fronte di quella che, tutt'al più, può essere considerata una redistribuzione ed una ripianificazione operata comunque su una base preesistente.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    La riforma ad opera di Pio V doveva porre fine ad abusi e ad alterazioni dell’ufficio divino, ripristinando l’uso antico e non corrotto; è quindi erroneo dire che prima della suddetta Riforma il breviario sia cambiato diverse volte ‘’in modo incisivo’’. L’uso del Salterio ad esempio (la recita dei 150 Salmi in una settimana), che poi è il cuore del Breviario Romano, ha origini antichissime, probabilmente intorno al VII-VIII secolo; precedentemente veniva recitato in un solo giorno, come ad esempio nelle comunità monastiche benedettine. Quando Pio V promulgò il nuovo Breviario Romano, questi prese spunto dall’ufficio monastico, dal quale non si notano sostanziali differenze, né nella struttura delle Ore, né nella disposizione del Salterio. L’uso del Breviario è poi rimasto pressoché immutato, se si escludono le riscritture degli inni operate da Urbano VIII (il latino ‘’baroccheggiante’’ a cui accennavo prima), e l’ingolfamento del santorale (dovuto alle festività doppie), fino alla riforma di Pio X. Se ne hai l’occasione, ti invito a confrontare il Salterio del 1568 con quello del 1911: non hanno quasi nulla in comune.
    Il breviario romano-francescano era già una parziale rielaborazione del breviario della curia romana (ad esempio, a differenza di quest'ultimo, il breviario romano-francescano aveva il salterio gallicano). E' vero che col tempo s'affermò sempre di più, ma durante il pontificato di Leone X gli inni furono modificati e successivamente ci fu la riforma del card. Quiñones, la quale, a sua volta, in una fase posteriore fu fermata da Papa Paolo IV. Se, inoltre, volessimo andare ancora più indietro nel tempo, dovremmo ricordare che, originariamente, di per sé non c'era "il" breviario ma "i" breviari, la cui molteplicità era notevole. Questo lo faccio notare per dire che non parliamo di qualcosa di così particolarmente 'statico' all'interno della lunga storia della Chiesa al punto da poterne individuare chiaramente un "uso antico e non corrotto" col rischio di fare dell'archeologismo. Se non ricordo male, oltre tutto, l'abbandono della recita del salterio in un giorno solo era già avvenuto secoli prima della riforma di San Pio V.
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    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  4. #14
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    Predefinito Re: CHIESA - La crisi della Chiesa era già incominciata prima del CVII?

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Piccola ma importante aggiunta: in merito alla riforma di Pio X, e all’antichità di certi usi e costumi, sentiamo il parere di un noto liturgista, Dom Alcuin Reid:
    ‘’ [...] fu una riforma pastorale con lo scopo di non sovraccaricare il clero parrocchiale, ma fu anche, secondo il Batiffol, una riforma "taglia e cuci", che alterò l'antica disposizione del Salterio romano del breviario. Batiffol si dispiacque di questa operazione indebita e deprecò l'abolizione sommaria dell'antica e universale recitazione dei salmi detti Laudate (148-150) alle lodi e degli stessi salmi ogni giorno uguali a compieta. Baumstark scrisse: fino all'anno 1911 non ci fu niente nella liturgia cristiana di così assoluta universalità come questa, ereditata dall'ufficio della sinagoga''.
    The Organic Development of the Liturgy, pagg.74-75

    Degno di nota è il parere dell’allora Card. Ratzinger, nella prefazione al suddetto libro:
    ''Vorrei sottolineare ulteriormente, dal mio punto di vista personale, alcuni dei criteri già brevemente indicati del rinnovamento liturgico. Comincerò con gli ultimi due criteri fondamentali. Mi sembra molto importante che il Catechismo, nel menzionare i limiti del potere della suprema autorità della Chiesa circa la riforma, richiami alla mente quale sia l’essenza del primato, così come viene sottolineato dai Concili Vaticani I e II: il papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell’autentica Tradizione e perciò il primo garante dell’obbedienza. Non può fare ciò che vuole, e proprio per questo può opporsi a coloro che intendono fare ciò che vogliono. La legge cui deve attenersi non è l’agire ad libitum, ma l’obbedienza alla fede. Per cui, nei confronti della liturgia, ha il compito di un giardiniere e non di un tecnico che costruisce macchine nuove e butta quelle vecchie. Il “rito”, e cioè la forma di celebrazione e di preghiera che matura nella fede e nella vita della Chiesa, è forma condensata della Tradizione vivente, nella quale la sfera del rito esprime l’insieme della sua fede e della sua preghiera, rendendo così sperimentabile, allo stesso tempo, la comunione tra le generazioni, la comunione con coloro che pregano prima di noi e dopo di noi. Così il rito è come un dono fatto alla Chiesa, una forma vivente di parádosis.''
    Parole bellissime quelle di Ratzinger, peccato che parliamo di uno che ha avuto l'ardire, da Pontefice, di dichiarare che la Messa di San Pio V è equivalente alla Messa celebrata in virtù del Novus Ordo Missae di Paolo VI e di difendere le aperture del Concilio Vaticano II al liberalismo.
    Fare le pulci a San Pio X e poi citare un modernista, per quanto moderato e conservatore, non è proprio il massimo (e non mi riferisco a te personalmente).
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  5. #15
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Non mi sembra un'obiezione pertinente. Il brevario romano non fa parte della Tradizione divino-apostolica. Le critiche al NOM non sono dettate dal fatto che ha innovato, ma dal fatto che ha innovato rendendo equivoca la professione pubblica della fede cattolica e resa molto più facile la possibilità che le Messe celebrate in virtù di esso siano invalide (in sintesi).
    Alcune preghiere Liturgiche hanno un’antichità superiore persino a quella del Nuovo Testamento; alcuni esegeti hanno formulato l’ipotesi che la messa per iscritto dei Vangeli avesse una duplice funzione: di preghiera e di predicazione. Vogliamo dire che non sono ‘’dogmaticamente ispirate’’ ? Facciamolo pure, ma con lo stesso ragionamento potremmo gettare in mare non poche pie pratiche di uso millenario.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Mi sembra esagerato parlare di "demolizione" a fronte di quella che, tutt'al più, può essere considerata una redistribuzione ed una ripianificazione operata comunque su una base preesistente.
    Utilizziamo pure un altro termine se preferisci, ma i fatti parlano chiaro: nessuna ora liturgica del Breviario di Pio X risulta detta uguale a come si era detta nei secoli precedenti; una prassi liturgica che aveva almeno 1500 anni di antichità è stata totalmente de-strutturata e costruita da capo.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Il breviario romano-francescano era già una parziale rielaborazione del breviario della curia romana (ad esempio, a differenza di quest'ultimo, il breviario romano-francescano aveva il salterio gallicano). E' vero che col tempo s'affermò sempre di più, ma durante il pontificato di Leone X gli inni furono modificati e successivamente ci fu la riforma del card. Quiñones, la quale, a sua volta, in una fase posteriore fu fermata da Papa Paolo IV. Se, inoltre, volessimo andare ancora più indietro nel tempo, dovremmo ricordare che, originariamente, di per sé non c'era "il" breviario ma "i" breviari, la cui molteplicità era notevole. Questo lo faccio notare per dire che non parliamo di qualcosa di così particolarmente 'statico' all'interno della lunga storia della Chiesa al punto da poterne individuare chiaramente un "uso antico e non corrotto" col rischio di fare dell'archeologismo.
    Non esisteva alcun Breviario Romano ‘’uniforme’’ semplicemente perché, prima della Controrifoma e della successiva ‘’burocratizzazione’’ (passami il termine) della Chiesa Cattolica, quest’ultima lasciava ampia autonomia alle singole Chiese locali nell’uso della Liturgia e delle conseguenti preghiere liturgiche: esistevano una dozzina di riti totalmente ‘’ortodossi’’ e risalenti a tempi antichissimi: quello Mozarabico, quello Gallicano, quello di Sarum, quello Benedettino ecc. Come ho riportato nel messaggio precedente, la struttura del Salterio era la medesima (perché risaliva a tempi immemori), le differenze erano collegate alla commemorazione dei Santi e all’aggiunta di preghiere private, che erano per l'appunto legate alla pratica e alla devozione delle singole Chiese locali. E’ solo con la Controrifoma che si pensa di ‘’fare ordine’’ e uniformare il tutto, utilizzando il Breviario della Curia romana prima, e quello di Pio V poi (che, come ho già scritto precedentemente, non sene discosta molto, con l'esclusione di alcune preghiere del Mattutino); ma le modifiche sono pochissime e dettate dalla proliferazione di nuove festività. La differenza con l’operato di Pio X quindi mi sembra netta: da una parte c’è il rispetto assoluto per il lascito del passato, con arrangiamenti e piccole modifiche dettate sì da motivi pastorali e ‘’storici’’, ma guardandosi bene dal modificarne la struttura portante; dall’altra invece questo rispetto non c’è, si razionalizza tutto per fini pratici, con una sostanziale indifferenza per l’uso antico.

    Mi citi poi il Breviario di Quinones: ebbene, quest’ultimo è la riprova della solidità del mio argomento. Secondo il Righetti, autore del più ampio manuale di Storia Liturgica edito in Italia, questo Breviario fece molto discutere ai tempi, in quanto la commissione che lo doveva valutare (e che poi lo censurò), definì il suddetto Breviario contrario alla Tradizione, dato che non appariva come uno sviluppo del precedente, ma appariva come qualcosa di nuovo! Qualcosa di inventato di sana pianta insomma, e non qualcosa che è nato, cresciuto e sviluppato dalla fede della Chiesa nel corso dei secoli. E’ quindi la stessa identica critica per può essere mossa al Breviario di Pio X e al NOM. La cosa triste è che questo stesso breviario è stato poi rivalutato positivamente durante il Vaticano II…

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Se non ricordo male, oltre tutto, l'abbandono della recita del salterio in un giorno solo era già avvenuto secoli prima della riforma di San Pio V.
    Il Salterio recitato in un solo giorno era una pia pratica riservata ai soli monaci, pratica che è rimasta in vigore per alcuni ordini (ad esempio i Benedettini) fino a tempi recentissimi; poi la riforma liturgica del post-Vaticano II ha messo fine anche a questo.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Parole bellissime quelle di Ratzinger, peccato che parliamo di uno che ha avuto l'ardire, da Pontefice, di dichiarare che la Messa di San Pio V è equivalente alla Messa celebrata in virtù del Novus Ordo Missae di Paolo VI e di difendere le aperture del Concilio Vaticano II al liberalismo.
    Fare le pulci a San Pio X e poi citare un modernista, per quanto moderato e conservatore, non è proprio il massimo (e non mi riferisco a te personalmente).
    Vabbeh, Ratzinger modernista
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  6. #16
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Piccola correzione relativa al mio messaggio precedente:
    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    La pratica di alcune preghiere Liturgiche ha un’antichità superiore persino a quella del Nuovo Testamento;
    "Si vis pacem, para bellum"

  7. #17
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Alcune preghiere Liturgiche hanno un’antichità superiore persino a quella del Nuovo Testamento; alcuni esegeti hanno formulato l’ipotesi che la messa per iscritto dei Vangeli avesse una duplice funzione: di preghiera e di predicazione. Vogliamo dire che non sono ‘’dogmaticamente ispirate’’ ? Facciamolo pure, ma con lo stesso ragionamento potremmo gettare in mare non poche pie pratiche di uso millenario.
    Ho capito, ma che cosa c'entra questo con la Tradizione? Come ho già detto, bisogna distinguere tra Tradizione (divino-apostolica) e tradizioni. La prima è una fonte della Divina Rivelazione e per evidenti ed ovvi motivi è immutabile (s'è chiusa con la morte dell'ultimo apostolo), le seconde invece sono consuetudini che è giusto conservare e trasmettere nel tempo ma che non è strettamente obbligatorio mantenere sempre e comunque intatte.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Utilizziamo pure un altro termine se preferisci, ma i fatti parlano chiaro: nessuna ora liturgica del Breviario di Pio X risulta detta uguale a come si era detta nei secoli precedenti; una prassi liturgica che aveva almeno 1500 anni di antichità è stata totalmente de-strutturata e costruita da capo.
    Che non risulti detta uguale non significa che sia stata interamente stravolta o - peggio - demolita. Lo "scheletro" del breviario rimase il medesimo: non è che San Pio X si mise ad abolire il salterio o la compieta, per dire, o eliminò i salmi (anzi, la riforma piana ebbe il pregio di consentire la recita di tutti i salmi, che prima non avveniva).

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Non esisteva alcun Breviario Romano ‘’uniforme’’ semplicemente perché, prima della Controrifoma e della successiva ‘’burocratizzazione’’ (passami il termine) della Chiesa Cattolica, quest’ultima lasciava ampia autonomia alle singole Chiese locali nell’uso della Liturgia e delle conseguenti preghiere liturgiche: esistevano una dozzina di riti totalmente ‘’ortodossi’’ e risalenti a tempi antichissimi: quello Mozarabico, quello Gallicano, quello di Sarum, quello Benedettino ecc. Come ho riportato nel messaggio precedente, la struttura del Salterio era la medesima (perché risaliva a tempi immemori), le differenze erano collegate alla commemorazione dei Santi e all’aggiunta di preghiere private, che erano per l'appunto legate alla pratica e alla devozione delle singole Chiese locali. E’ solo con la Controrifoma che si pensa di ‘’fare ordine’’ e uniformare il tutto, utilizzando il Breviario della Curia romana prima, e quello di Pio V poi (che, come ho già scritto precedentemente, non sene discosta molto, con l'esclusione di alcune preghiere del Mattutino); ma le modifiche sono pochissime e dettate dalla proliferazione di nuove festività. La differenza con l’operato di Pio X quindi mi sembra netta: da una parte c’è il rispetto assoluto per il lascito del passato, con arrangiamenti e piccole modifiche dettate sì da motivi pastorali e ‘’storici’’, ma guardandosi bene dal modificarne la struttura portante; dall’altra invece questo rispetto non c’è, si razionalizza tutto per fini pratici, con una sostanziale indifferenza per l’uso antico.

    Mi citi poi il Breviario di Quinones: ebbene, quest’ultimo è la riprova della solidità del mio argomento. Secondo il Righetti, autore del più ampio manuale di Storia Liturgica edito in Italia, questo Breviario fece molto discutere ai tempi, in quanto la commissione che lo doveva valutare (e che poi lo censurò), definì il suddetto Breviario contrario alla Tradizione, dato che non appariva come uno sviluppo del precedente, ma appariva come qualcosa di nuovo! Qualcosa di inventato di sana pianta insomma, e non qualcosa che è nato, cresciuto e sviluppato dalla fede della Chiesa nel corso dei secoli. E’ quindi la stessa identica critica per può essere mossa al Breviario di Pio X e al NOM. La cosa triste è che questo stesso breviario è stato poi rivalutato positivamente durante il Vaticano II…
    L'uso del breviario romano-francescano in realtà iniziò ad affermarsi e a diffondersi anche prima del Concilio di Trento e della riforma di San Pio V. Si può dire che il breviario romano-francescano nacque proprio per cercare di uniformare un panorama sin troppo cangiante e plurale. Peraltro, io non sto sostenendo che l'operato di San Pio X sia stato uguale a quello di San Pio V, ma solo che modifiche significative al breviario prima della riforma di San Pio V ci furono eccome.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Il Salterio recitato in un solo giorno era una pia pratica riservata ai soli monaci, pratica che è rimasta in vigore per alcuni ordini (ad esempio i Benedettini) fino a tempi recentissimi; poi la riforma liturgica del post-Vaticano II ha messo fine anche a questo.
    Appunto, quindi era già qualcosa che per la stragrande maggioranza del clero era caduta in desuetudine da tempo.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Vabbeh, Ratzinger modernista
    Sì, Ratzinger era ed è un modernista a tutti gli effetti, anche se è chiaramente più conservatore e moderato di tanti altri modernisti. D'altronde, la sua teologia equivoca del "Magistero vivente" parla da sé, così come parla da sé la sua difesa di tutte le principali novità del Concilio Vaticano II: "Nel frattempo, tuttavia, anche l'età moderna aveva conosciuto degli sviluppi. Ci si rendeva conto che la rivoluzione americana aveva offerto un modello di Stato moderno diverso da quello teorizzato dalle tendenze radicali emerse nella seconda fase della rivoluzione francese. Le scienze naturali cominciavano, in modo sempre più chiaro, a riflettere sul proprio limite, imposto dallo stesso loro metodo che, pur realizzando cose grandiose, tuttavia non era in grado di comprendere la globalità della realtà. Così, tutte e due le parti cominciavano progressivamente ad aprirsi l’una all'altra. Nel periodo tra le due guerre mondiali e ancora di più dopo la seconda guerra mondiale, uomini di Stato cattolici avevano dimostrato che può esistere uno Stato moderno laico, che tuttavia non è neutro riguardo ai valori, ma vive attingendo alle grandi fonti etiche aperte dal cristianesimo. La dottrina sociale cattolica, via via sviluppatasi, era diventata un modello importante tra il liberalismo radicale e la teoria marxista dello Stato. Le scienze naturali, che come tali lavorano con un metodo limitato all'aspetto fenomenico della realtà, si rendevano conto sempre più chiaramente che questo metodo non comprendeva la totalità della realtà e aprivano quindi nuovamente le porte a Dio, sapendo che la realtà è più grande del metodo naturalistico e di ciò che esso può abbracciare. Si potrebbe dire che si erano formati tre cerchi di domande che ora, durante il Vaticano II, attendevano una risposta. Innanzitutto occorreva definire in modo nuovo la relazione tra fede e scienze moderne; ciò riguardava, del resto, non soltanto le scienze naturali, ma anche la scienza storica perché, in una certa scuola, il metodo storico-critico reclamava per sé l'ultima parola nella interpretazione della Bibbia e, pretendendo la piena esclusività per la sua comprensione delle Sacre Scritture, si opponeva in punti importanti all’interpretazione che la fede della Chiesa aveva elaborato. In secondo luogo, era da definire in modo nuovo il rapporto tra Chiesa e Stato moderno, che concedeva spazio a cittadini di varie religioni ed ideologie, comportandosi verso queste religioni in modo imparziale e assumendo semplicemente la responsabilità per una convivenza ordinata e tollerante tra i cittadini e per la loro libertà di esercitare la propria religione. Con ciò, in terzo luogo, era collegato in modo più generale il problema della tolleranza religiosa – una questione che richiedeva una nuova definizione del rapporto tra fede cristiana e religioni del mondo. In particolare, di fronte ai recenti crimini del regime nazionalsocialista e, in genere, in uno sguardo retrospettivo su una lunga storia difficile, bisognava valutare e definire in modo nuovo il rapporto tra la Chiesa e la fede di Israele" (discorso alla Curia romana, 22 dicembre 2005).

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Rimane comunque il fatto che ha pienamente ragione.
    Sicuramente quel concetto è condivisibile, anche se in realtà, a dirla tutta, in un certo senso è vero che il Papa è un "monarca assoluto" all'interno della Chiesa, dal momento che, al di sopra di lui, non è soggetto ad altra autorità che a quella di Dio.
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  8. #18
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    Predefinito Re: Bergoglio massone?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Ho capito, ma che cosa c'entra questo con la Tradizione? Come ho già detto, bisogna distinguere tra Tradizione (divino-apostolica) e tradizioni. La prima è una fonte della Divina Rivelazione e per evidenti ed ovvi motivi è immutabile (s'è chiusa con la morte dell'ultimo apostolo), le seconde invece sono consuetudini che è giusto conservare e trasmettere nel tempo ma che non è strettamente obbligatorio mantenere sempre e comunque intatte.
    C’entra perché parliamo comunque di consuetudini millenarie trattate universalmente con il massimo rispetto, sebbene non dogmaticamente definite. E la riprova ce l’hai nel fatto che tutti i Pontefici, proprio in virtù di questa antichità, ne hanno approntato solo minime correzioni nell’arco di secoli e secoli.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Che non risulti detta uguale non significa che sia stata interamente stravolta o - peggio - demolita. Lo "scheletro" del breviario rimase il medesimo: non è che San Pio X si mise ad abolire il salterio o la compieta, per dire, o eliminò i salmi (anzi, la riforma piana ebbe il pregio di consentire la recita di tutti i salmi, che prima non avveniva).
    Ha smantellato e riscritto da capo il Salterio e il corpus di antifone che le accompagnano, ha diviso i salmi in parti approssimativamente uguali di 15 versi e li ha poi ridistribuiti casualmente nell'arco della settimana, stravolgendone così l’ordine tradizionale. Ti pare poco ? E' stata una pratica che MAI nessuno prima di lui aveva fatto (e proprio per questo fece storcere la bocca a molti), e che ha poi creato il precedente per le successive riforme liturgiche di Pio XII e Paolo VI.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    L'uso del breviario romano-francescano in realtà iniziò ad affermarsi e a diffondersi anche prima del Concilio di Trento e della riforma di San Pio V. Si può dire che il breviario romano-francescano nacque proprio per cercare di uniformare un panorama sin troppo cangiante e plurale. Peraltro, io non sto sostenendo che l'operato di San Pio X sia stato uguale a quello di San Pio V, ma solo che modifiche significative al breviario prima della riforma di San Pio V ci furono eccome.
    Come tutti i prodotti dell’uomo, è ovvio che sia suscettibile di cambiamenti e di adattamenti a quelli che sono i normali bisogni e problemi del periodo storico; ma il mio argomento non verte sulla presunta intangibilità dell‘ Ufficio Romano, come se fosse esistita una fantomatica età dell’Oro in cui era incorrotto e a cui dobbiamo tornare; io sto affermando che l’ufficio divino si è sviluppato armoniosamente su una struttura che risale ai tempi dei Padri della Chiesa (struttura delle Ore + distribuzione settimanale dei Salmi + antifonario), struttura che nessun Pontefice ha mai osato modificare così radicalmente come Pio X. A sostegno della mia tesi ho portato il parere di insigni liturgisti (Alcuin Reid, Righetti, Battifol) e il parere di due vescovi (il futuro Benedetto XVI e Athanasius Schneider).

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Appunto, quindi era già qualcosa che per la stragrande maggioranza del clero era caduta in desuetudine da tempo.
    E chi lo ha mai negato ? La nascita della distribuzione settimanale dei Salmi e delle Ore nasce proprio per venire incontro alle esigenze di clero e fedeli che, a causa dei gravosi impegni quotidiani, non possono dedicarsi come i monaci alla lode incessante di Dio. Ma parliamo comunque di una consuetudine che risale ai tempi di Papa Gregorio Magno. I monaci invece, in virtù del proprio carisma, utilizzavano un Ufficio Divino più ''impegnativo'' (detto appunto ''Monastico'').

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Sì, Ratzinger era ed è un modernista a tutti gli effetti ecc ecc
    Perdonami, sarò un modernista anch’io, ma non vedo alcunché di eretico in quanto detto da Benedetto XVI.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Sicuramente quel concetto è condivisibile, anche se in realtà, a dirla tutta, in un certo senso è vero che il Papa è un "monarca assoluto" all'interno della Chiesa, dal momento che, al di sopra di lui, non è soggetto ad altra autorità che a quella di Dio.
    Sai bene però che l’autorità del Papa è limitata e circoscritta a dei casi ben precisi.
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  9. #19
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    Predefinito Re: CHIESA - La crisi della Chiesa era già incominciata prima del CVII?

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    C’entra perché parliamo comunque di consuetudini millenarie trattate universalmente con il massimo rispetto, sebbene non dogmaticamente definite. E la riprova ce l’hai nel fatto che tutti i Pontefici, proprio in virtù di questa antichità, ne hanno approntato solo minime correzioni nell’arco di secoli e secoli.
    Ho capito, ma siamo d'accordo o no sul fatto che il breviario non faccia parte della Tradizione divino-apostolica? Guarda che è un punto importante della discussione, anzi, fondamentale, perché un conto è accusare San Pio X di aver toccato una consuetudine, per quanto pia e consolidata, mentre un altro è sostenere che sia andato contro una delle due fonti della Divina Rivelazione.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Ha smantellato e riscritto da capo il Salterio e il corpus di antifone che le accompagnano, ha diviso i salmi in parti approssimativamente uguali di 15 versi e li ha poi ridistribuiti casualmente nell'arco della settimana, stravolgendone così l’ordine tradizionale. Ti pare poco ? E' stata una pratica che MAI nessuno prima di lui aveva fatto (e proprio per questo fece storcere la bocca a molti), e che ha poi creato il precedente per le successive riforme liturgiche di Pio XII e Paolo VI.
    Il salterio è sempre stato composto dai salmi, San Pio X li ha redistribuiti: parlare di demolizione e di riscrittura non è propriamente corretto. San Pio X non s'è di certo reinventato i salmi, ne ha solo cambiato l'ordine ed ha permesso la recita integrale del salterio per l'intera settimana. Dire che questo abbia aperto le porte alla riforma liturgica del '69 che non solo ha depauperato la Messa, ma ha addirittura reso oggettivamente equivoca la professione di fede ed esposto il rito a rischi di invalidità maggiori che in passato è decisamente discutibile perché si dovrebbe dimostrare che la modifica, ancorché profonda, della distribuzione dei salmi nel salterio o delle antifone da parte della riforma di San Pio X abbia in qualche modo toccato la professione integrale della fede cattolica, l'ortodossia delle preghiere, il significato autentico della missione e della vocazione sacerdotale, ecc.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Come tutti i prodotti dell’uomo, è ovvio che sia suscettibile di cambiamenti e di adattamenti a quelli che sono i normali bisogni e problemi del periodo storico; ma il mio argomento non verte sulla presunta intangibilità dell‘ Ufficio Romano, come se fosse esistita una fantomatica età dell’Oro in cui era incorrotto e a cui dobbiamo tornare; io sto affermando che l’ufficio divino si è sviluppato armoniosamente su una struttura che risale ai tempi dei Padri della Chiesa (struttura delle Ore + distribuzione settimanale dei Salmi + antifonario), struttura che nessun Pontefice ha mai osato modificare così radicalmente come Pio X. A sostegno della mia tesi ho portato il parere di insigni liturgisti (Alcuin Reid, Righetti, Battifol) e il parere di due vescovi (il futuro Benedetto XVI e Athanasius Schneider).
    Ma anche ammettendo la profondità del cambiamento voluto da San Pio X dove sta scritto che questo cambiamento fosse illegittimo? O che addirittura sia stato il prodromo di modifiche che invece hanno esposto sul serio la liturgia ad ambiguità gravi?

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Perdonami, sarò un modernista anch’io, ma non vedo alcunché di eretico in quanto detto da Benedetto XVI.
    In quel passaggio Ratzinger, all'epoca Pontefice, sta giustificando i mutamenti del Concilio Vaticano II sul tema della libertà religiosa, sul rapporto con lo Stato moderno inteso come Stato "laico" (cioè non legato ad alcuna confessione religiosa in particolare), sul rapporto con le religioni non cristiane e con l'ebraismo post-veterotestamentario in particolare, ecc. Cambiamenti segnati da ambiguità e da eterodossie che, se non sempre raggiungono la nota teologica dell'eresia, risultano comunque erronee rispetto al Magistero della Chiesa e dei Papi e finiscono, per un motivo o per l'altro, per favorire l'eresia.

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden Visualizza Messaggio
    Sai bene però che l’autorità del Papa è limitata e circoscritta a dei casi ben precisi.
    Nella Chiesa quella del Papa è l'istanza suprema: non a caso l'autorità pontificia possiede la giurisdizione universale su tutta la Chiesa. In questo senso, il Papa può dirsi un monarca assoluto: è al di sopra dei vescovi, è al di sopra del collegio cardinalizio, è al di sopra dei concili (ricordiamoci che le decisioni di quest'ultimi valgono nella misura in cui sono state promulgate dal Pontefice), ecc. Ovviamente, è vincolato, come tutti d'altronde, al rispetto di quanto insegnato dai suoi predecessori, soprattutto se infallibilmente e definitivamente, e al depositum fidei, così come alle leggi stesse della Chiesa.
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  10. #20
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    Predefinito Re: CHIESA - La crisi della Chiesa era già incominciata prima del CVII?

    @Giò perdonami, sono ormai due pagine che giriamo sempre intorno ai soliti argomenti e sinceramente non ho più voglia di riscrivere sempre le stesse cose.

    Dato che le posizioni sono chiare, vediamo di tirare un po’ le somme.

    Da parte mia, ho argomentato scrivendo che:
    1) Pio X ha radicalmente modificato il Salterio, che sebbene non faccia parte della tradizione divina-apostolica, vantava comunque una dozzina di secoli di antichità e di preghiera;
    2) E’ un atto che non ha precedenti nella storia, e ho citato il parere di insigni liturgisti a supporto della mia tesi;
    3) Si può ragionevolmente pensare che il suddetto atto, insieme al clima di quegli anni, abbia creato il precedente per le successive riforme liturgiche di Pio XII e Paolo VI.

    Da parte tua (correggimi se sbaglio) hai replicato scrivendo che:
    1) Il Papa aveva l’autorità per farlo, in quanto non andava a modificare dogmi di fede o morale;
    2) Dato che il Breviario Romano non fa’ parte del deposito dogmatico della Chiesa, e che nel corso dei secoli ha subito modifiche e aggiustamenti vari, ne consegue che può venire rimaneggiato dal Papa, per fini pastorali, senza particolare scandalo;
    3) La riforma di Pio X era quindi perfettamente ‘’ortodossa’’ e nel pieno della sua autorità mentre la responsabilità delle successive riforme liturgiche sono da addebitarsi ai modernisti.

    Penso che adesso @emv abbia un quadro piuttosto preciso sui diversi punti di vista ed abbastanza materiale per chiarirsi le idee e formarsi un proprio pensiero sull’argomento.
    "Si vis pacem, para bellum"

 

 
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