Berlusconi: “Parlai con Bush per salvare le banche”. Davvero?

Silvio al Senato vuole calare l’asso: “Senza di me, nessuno avrebbe evitato la crisi economica”. Ma le date del suo viaggio in America per convincere il presidente non tornano.

Addirittura: dobbiamo ringraziare Silvio Berlusconi se la crisi economica globale, che comunque è stata devastante, non è stata persino peggiore. Perchè sarebbe stato lui a volare in America al momento giusto per convincere l’amministrazione repubblicana dell’allora presidente George W.Bush ad allargare i cordoni della borsa per iniettare nel sistema ben 700 miliardi di dollari in liquidità, che permisero di dare un po’ di ossigeno in più all’economia mondiale.

GHE PENSI MI – “Quando l’amministrazione repubblicana americana non mosse un dito e lascio’ fallire la Lehman Brothers, questo signore ando’ ancora a Washington, resto’ un giorno intero a colloquio con il Presidente americano e venne fuori la decisione di destinare 700 miliardi di dollari affinche’ le banche americane non fallissero, altrimenti sarebbe stato il disastro”, dice Berlusconi a Luigi Zanda, che ha parlato poco tempo prima per il Partito Democratico, in dichiarazione di voto; l’intento del Cavaliere, affatto celato, è quello di mettere il suo oppositore “a zero”: e appunto, dicevamo, svela la sua artiglieria. Senza la sua moral suasion, Bush non sarebbe ripiegato a più miti consigli, accettando un cambiamento anche drastico della sua tradizionale politica no spending come fu l’Emergency Economic Stabilization Act del 2008, varato dal Senato degli Stati Uniti il 3 ottobre di quell’anno.

PROFETA O FUGGIASCO? – Ecco appunto, fermiamoci sulle date: se è vero che è stato Berlusconi a convincere Bush a varare il piano, dovrà necessariamente essere volato a Washington prima di quella data. Il problema è che tale viaggio non risulta fra gli “incontri istituzionali” di cui da notizia la Farnesina. Certo, il 12 giugno precedente fu Bush a venire a Roma – ricordiamo, in effetti, l’imponente corteo che le opposizioni organizzarono in quell’occasione – per avere un incontro ufficiale con Giorgio Napolitano. Ma visto che il crack di Lehman Brothers avvenne dopo quell’estate, nel settembre 2008, se fu quella l’occasione del dialogo fra i due, allora Berlusconi sapeva della crisi mondiale, e non ha detto niente a nessuno: allo stesso tempo un profeta e un criminale mondiale. Ma no, non è andata così: Berlusconi dice di essere andato personalmente a Washington, di essersi mosso lui. Ebbene, di un tale viaggio, in settembre, davvero non c’è traccia - fu, si, l’allora vicepresidente, Dick Cheney, a venire a Roma: Berlusconi parla invece di un suo viaggio e di un colloquio col presidente in persona. L’unica visita ufficiale di Berlusconi in quel periodo venne celebrata il 12 e il 13 ottobre, in occasione del Columbus Day, e a piano di stimolo già approvato: ovvero, a cose fatte. Dunque, eventualmente, Berlusconi sarebbe andato a parlare con Bush senza darne comunicazione ufficiale: e non sarebbe così strano, già una volta lo fece, scappando nella dacia di Vladimir Putin pur di non parlare con Giulio Tremonti – si era in quel periodo in cui litigavano: magari, allo stesso modo, e prima, è fuggito dall’amico Bush, senza che la Farnesina ne sapesse niente. Almeno, adesso, lo sappiamo noi.

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