Originariamente Scritto da
FrancoAntonio
ecco una interessante lettera scritta da un lettore del Corriere con la risposta di Aldo Cazzullo
perchè the Crown ha cosi' successo planetario e in Italia non si girano film sulla storia italiana che è molto piu' ricca di quella britannica, nè tantomeno sulla dinastia Savoia?
Caro Aldo,
sto vedendo su Netflix The Crown, che racconta la storia degli anni di regno della regina Elisabetta. Mi pare un lavoro molto curato, i personaggi sono ben delineati e i richiami alle tante vicende che si sono susseguite nel periodo – politiche ma non solo – offrono un’interessante ricostruzione degli eventi che partono all’incirca dagli anni Trenta del Novecento. Sarà mai possibile vedere in Italia un lavoro del genere dedicato ai Savoia? Potrebbe magari partire dagli inizi del ‘900, con il regicidio di Umberto I. So che si tratta di una storia controversa, basti pensare ai rapporti che la monarchia ebbe con il fascismo, ma si tratta di vicende ormai concluse. Che ne pensa?
Marco Zambelli
Caro Marco,
La risposta è no. Pur avendo a disposizione il Paese più ricco al mondo di storia, il cinema e lo spettacolo italiano si occupa pochissimo della storia italiana; se non in forma di fantasy, tipo le saghe vagamente ispirate ai Medici e alla misteriosa fondazione di Roma, che non giudico perché non le ho viste. Ufficialmente, i film e le serie tv in costume non si fanno perché costano.
In realtà, la macchina dello spettacolo non si rivolge a sessanta milioni di italiani, bensì a tre milioni di romani.
La grande maggioranza dei produttori, dei registi, degli attori sono romani o romanizzati, parlano romanesco, pensano romanesco.
Cosa vuole che gliene importi di una dinastia che parlava un bizzarro dialetto del Nord. In realtà, come lei ben sa gentile signor Zambelli, i Savoia hanno fatto l’Italia, e ne hanno accompagnato bene o male le vicende per quasi un secolo.
Hanno espresso personaggi letterari, da Carlo Alberto che cerca la morte sul campo di battaglia di Novara (la storia della sua fuga in Portogallo vale da sola una serie tv), a Vittorio Emanuele II che preferiva le popolane alle nobildonne – la sua visita alla regina Vittoria e alla corte inglese è tutta da raccontare –, sino appunto al regicidio di cui lei parla, e alla figura tormentata di Vittorio Emanuele III, che purtroppo si piegò al fascismo ma nel suo lungo regno non ha avuto solo demeriti.
Noi qui siamo arrivati all’assurdo che nella città più monarchica d’Italia, Napoli, dove i Savoia stravinsero il referendum – perduto invece a Torino –, qualcuno si è inventato una contro-storia in cui l’unificazione del nostro Paese è una tragedia e si stava molto meglio al tempo delle forche e dell’Inquisizione.