Originariamente Scritto da
Giò
Questo è un altro tema su cui purtroppo ci sono molti luoghi comuni.
Innanzitutto, Slovenia e Croazia vanno espunte dal discorso, dato che la prima fu occupata dal Regno d'Italia solo durante la seconda guerra mondiale per un periodo molto limitato, mentre la seconda era uno Stato indipendente, guidato da Ante Pavelic. Di italiano c'era solo il Capo dello Stato, che fu Aimone di Savoia-Aosta e che mai mise piedi in Croazia.
Riguardo invece all'Alto Adige, la politica nei confronti della popolazione germanofona non fu così ostile come invece è stata presentata, soprattutto da certi piagnistei sudtirolesi, spesso strumentali a spillare quattrini allo Stato italiano nel secondo dopoguerra.
In Alto Adige continuò ad esistere (senza interruzioni) la stampa cattolica di lingua tedesca, che aveva numerose pubblicazioni. L'Alpenzeitung era il quotidiano fascista di lingua tedesca che aveva sede a Bolzano. Riguardo alla scuola, la riforma Gentile del 1923 aveva sancito che l'italiano fosse l'unica lingua di Stato con la quale era impartito l'insegnamento scolastico. Tuttavia, la legge prevedeva un'eccezione per quei comuni nei quali si parlava abitualmente una lingua differente dall'italiano: in quel caso, erano previste ore aggiuntive, a richiesta dei genitori degli alunni, in cui si poteva insegnare la lingua di queste minoranze interne allo Stato. Nel novembre 1925 l'allora ministro Pietro Fedele decise di abolire le ore aggiuntive, lasciando però che venisse usato il cosiddetto "dialetto materno" come strumento d'istruzione (in pratica, la lingua locale poteva essere utilizzata per spiegare le nozioni scolastiche, ma non venire insegnata come materia a sé). Non era escluso che le lingue delle minoranze interne potessero essere insegnate, seppur a spese degli interessati, in scuole serali per adulti o nei doposcuola. La situazione iniziò a mutare in modo più favorevole quando le relazioni diplomatiche con l'Austria prima e con la Germania poi migliorarono sensibilmente. Nel 1934 fu ripristinato l'insegnamento del tedesco nelle scuole private e nel 1935 anche nelle scuole elementari statali fu introdotto ufficialmente l'insegnamento del tedesco. Nel '39, nel quadro della politica delle opzioni, furono addirittura aperte scuole tedesche riservate agli optanti per la Germania.
Nel caso delle minoranze slave presenti nei territori della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia, l'atteggiamento effettivamente fu più ostico, ma va anche detto che lì in precedenza c'era stata un'opera di de-italianizzazione, favorita dall'Impero asburgico, che aveva comportato serie discriminazioni nei confronti degli italiani. Molti italiani erano "diventati" slavi. Per certi versi, quella condotta dal fascismo, più che un tentativo di italianizzazione fu un'opera di re-italianizzazione di quei territori. Un altro fattore che influì su un atteggiamento più ostile alla minoranza slava rispetto a quello tenuto nei confronti dei germanofoni dell'Alto Adige fu sia la maggior virulenza del separatismo slavo (spesso legato a formazioni comuniste) che le relazioni diplomatiche tra Italia e Jugoslavia, più altalenanti di quelle con l'Austria.