L’INTERVISTA
Boldrini: «Chiedo i danni a Salvini. Contro di me una campagna d’odio»
L’ex presidente della Camera: «Sostiene che io voglia la sostituzione etnica». «Hanno indirettamente attribuito anche a me la colpa degli omicidi più efferati commessi dagli immigrati»
«Ho intrapreso un’azione legale contro Matteo Salvini, una causa civile al tribunale di Milano per risarcimento danni».
Danni per cosa presidente Laura Boldrini?
«Per una massiccia strumentalizzazione della mia persona attraverso una campagna d’odio che non ha precedenti. Massiccia e duratura, e dai toni virulenti».
Di cosa stiamo parlando?
«Del mio nome associato ai crimini commessi dai migranti, come se io avessi la responsabilità di quelle azioni delinquenziali. Ma per capire dovremmo andare con ordine».
Andiamo con ordine.
«Partiamo dal 2013 quando la Lega era un partito in frantumi — era al 4% — e Salvini per risollevarne le sorti decise di scagliarsi contro i migranti e aveva anche bisogno di un capro espiatorio politico».
Il 2013 è l’anno in cui lei diventa presidente della Camera.
«Sì, e Salvini decide di prendere me come bersaglio politico».
Perché proprio lei?
«Avevo lavorato 15 anni all’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati».
Quindi?
«Quindi Salvini e la Lega inventano una narrazione distorta del mio pensiero sull’immigrazione».
Quale?
«Sostengono che io volevo l’invasione degli immigrati, la sostituzione etnica, un’immigrazione indiscriminata. Poi arrivano alla sintesi con uno slogan che non ha mai smesso di perseguitarmi».
Quale slogan?
«Le risorse boldriniane».
Che cosa vuole dire?
«Perché avevo parlato di immigrati come risorse. Ma così ne aveva parlato anche Mattarella, Visco, Tito Boeri».
E perché se la prendono solo con lei?
«Per molte ragioni. Perché nei 25 anni all’Onu mi sono sempre spesa per il rispetto dei diritti umani, perché sono una donna, e non ho paura di dire come la penso. Con questo slogan Salvini e la Lega hanno invaso i social con violenza e volgarità. Hanno attribuito indirettamente a me la colpa degli omicidi più efferati perpetuati dagli immigrati, come quelli di Desirée Mariottini e Pamela Mastropietro».
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