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Discussione: Natività

  1. #11
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    Predefinito Re: Natività

    Grazie Baphomet per l’informazione sui Nazirei, il Vangelo di Matteo e la genealogia di Gesù. Interessante anche la citazione desunta dal Vangelo secondo gli Ebrei.

    Ora riprendo il mio metaforico cammino verso Betlemme. Voglio arrivarci insieme ai pastori e non ai Magi, sarebbe fuori tempo massimo.

    La presunta nascita di Gesù a Betlemme viene affermata dagli evangelisti Luca (2, 4–7) e Matteo (2, 1) in base ad un oracolo di Michea, autore del “Libro di Michea”, che svolse la sua attività di profeta tra il 737 a. C. e il 690 a. C.. La Chiesa cattolica lo celebra come santo il 21 dicembre.

    Nel capitolo 4 del suo libro il profeta prospetta la gloria futura di Gerusalemme: "Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore" (4,2).

    Nel Vecchio Testamento la parola “Sion” viene usata per indicare un luogo fisico, successivamente assume un significato più spirituale.

    Il primo riferimento è in 2 Samuele 5, 7: “Ma Davide prese la fortezza di Sion, che è la città di Davide”.

    Sion originariamente era il nome dell’antica fortezza nella città di Gerusalemme. Dopo che Davide ebbe conquistato “la fortezza di Sion” questa fu chiamata “la Città di Davide” (1 Re 8,1; 1 Cronache 11,5; 2 Cronache 5,2).

    Quando Salomone costruì il Tempio a Gerusalemme, la fortezza di Sion venne ampliata per includere il Tempio e l’area circostante.

    Il nome Sion venne in seguito usato come sinonimo di Gerusalemme (Isaia 40,9; Geremia 31,12; Zaccaria 9,13).

    In ambito teologico il termine Sion è usato nel Vecchio Testamento per indicare Israele-popolo di Dio (Isaia 60, 14).

    Nel Nuovo Testamento a Sion viene attribuito il significato cristiano del regno spirituale di Dio, la Gerusalemme celeste (vedi Lettera gli Ebrei 12, 22; Apocalisse 14, 1).

    Pietro si riferisce a Cristo come alla pietra angolare di Sion. “Ecco, io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa; e chiunque crede in lui non sarà confuso” (1 Pietro 2,6).

    Tornando al Libro di Michea, nel capitolo 6 riferendosi all'ingiustizia sociale che regna a Gerusalemme il profeta annuncia una dura punizione da parte del Signore: I ricchi della città sono violenti, i suoi abitanti affermano il falso e la loro lingua non è che inganno nella loro bocca. Perciò anch'io ti colpirò, ti produrrò gravi ferite e ti devasterò a causa dei tuoi peccati (Michea 6,12-13).

    Tra i due citati oracoli (capitoli 4 e 6) c’è il brano che si riferisce alla città di Betlemme e al re Davide, considerato il sovrano ideale, ubbidiente al Signore e impegnato per l’unità del popolo, che al tempo di Michea era diviso in due regni: Regno di Giudea e Regno di Israele.

    Questo profeta con il suo oracolo invoca la venuta del nuovo Davide, il Messia. A questo punto la lettura ebraica del testo si ferma, senza indicare la persona del nuovo Davide.

    Invece la lettura cristiana dell’oracolo considera Gesù il Messia annunciato da Michea. Basta vedere il capitolo 2,1 del Vangelo di Matteo: “Nato Gesù a Betlemme di Giuda”, oppure il capitolo nel Vangelo di Luca, nel quale l’evangelista descrive i particolari della nascita di Gesù a Betlemme, evidenziando le origini di Giuseppe come appartenente alla stirpe di Davide.

    Secondo la profezia di Michea il Messia avrebbe dovuto essere discendente di Davide, (secondo re della Giudea e Israele) e nascere nella sua città:

    Michea 5,1-2

    1 E tu, Betlemme di Efrata
    così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,
    da te mi uscirà colui
    che deve essere il dominatore in Israele;
    le cui origini risalgono ai tempi antichi,
    dai giorni più remoti.
    2 Perciò Dio li metterà in potere altrui
    fino a quando colei che deve partorire partorirà; …


    Betlemme era il villaggio dove nacque il re Davide.

    Dalla discendenza davidica Dio avrebbe poi fatto nascere a Betlemme “un dominatore” che avrebbe regnato per sempre: Gesù Cristo.

    Betlemme, collocato a 765 metri s.l.m., all’epoca un villaggio montano ora una moderna città a circa 10 km da Gerusalemme.


    scorcio panoramico di Betlemme

    Alcuni studiosi sono dell'opinione che la scelta dei due evangelisti di “far nascere" Jesus a Betlemme non fu storica ma determinata da motivi teologici.

    Forse Gesù nacque a Nazaret, ma l’epiteto “Nazareno” dato a Gesù si riferisce alla tribù di appartenenza, come narra Epifanio, vescovo di Salamina, vissuto nel IV secolo.

    I Vangeli usano per il Cristo l’epiteto “nazarenos”, in lingua greca.

  2. #12
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    Predefinito Re: Natività

    "Andò ad abitare in una città chiamata
    Nazaret, perchè si adempisse il detto
    dei profeti: “Sarà chiamato Nazareno
    ".
    (Matteo 2,23)

    Secondo la tradizione cristiana Nazaret è il luogo nel quale Gesù trascorse la sua vita privata prima di intraprendere l’attività di predicatore itinerante, secondo quanto affermato in alcuni testi del Nuovo Testamento.

    Il toponimo Nazaret (in aramaico “nazraya”, in ebraico “Natzrat”) non è citato nell’Antico Testamento perché storicamente irrilevante, però gli scavi archeologici in questa località confermano l'esistenza del villaggio al tempo di Gesù. Infatti risulta abitato fin dall’età del bronzo.


    parziale veduta di Nazaret e della basilica dell'Annunciazione

    Questo luogo è citato per la prima volta nel Nuovo Testamento, e Gesù viene detto “Nazareno” per la sua provenienza da Nazaret.

    Nel testo in lingua greca di Matteo i lemmi Nazaret-Nazareno sono “Nazoraios” e “Nazoreo”, ma “Nazoreo” non significa “Nazareno”.

    “Nazoreo” evoca per assonanza il lemma ebraico “nazareo” e “nazireo”.

    Nell’Antico Testamento il “nazireato” (in ebraico “nazir”) allude alla consacrazione di un ebreo a Yahweh e il voto di seguire alcuni rigidi precetti di vita (vedi Libro dei Numeri 6, 1-21; Libro dei Giudici 13, 1-14).

    Se Gesù era un nazireo era contiguo agli Zeloti anti romani ?

    La scoperta effettuata a Qumran nel 1947 dei “manoscritti del Mar Morto” appartenenti ad una comunità monastica di esseni, fa ritenere che forse Gesù come ideologia era più vicino a questi.

    Ultima notazione. La premessa matteana “Perché si adempisse il detto dei profeti”: questa frase piaceva all’evangelista, la usò dieci volte per raccordare (in modo forzoso) la figura di Gesù al Primo Testamento.

    Sono 63 le citazioni vetero testamentarie che Matteo collega (forse in maniera disinvolta) alla persona o agli atti o alle parole di Gesù per rivelare il legame tra Cristo e le Scritture ebraiche.

  3. #13
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    Predefinito Re: Natività

    La sera del 24 dicembre, prima dei “vespri” (liturgia delle ore canoniche) finisce il tempo dell’Avvento ed è l'ultimo giorno della novena di preparazione spirituale, elencata fra i “pii esercizi” di origine medievale per coinvolgere maggiormente la devozione popolare.

    Con la “Messa vespertina” (dal latino vespĕrum = sera) comincia il “tempo di Natale”, che termina la prima domenica dopo l’Epifania in cui viene commemorato il battesimo di Gesù nel fiume Giordano da parte di Giovanni Battista.

    Nella tarda serata del 24 dicembre il suono delle campane chiama i fedeli alla partecipazione della Messa solenne “ad noctem” (cosiddetta di “mezzanotte” nella tradizione del passato), per celebrare la nascita di Gesù.

    Nel nostro tempo (di Covid) la funzione religiosa comincia con anticipo. Nella basilica vaticana il pontefice partecipa alla celebrazione eucaristica.

    La liturgia prevede la lettura della “buona novella” (attualmente detta “buona notizia”), che commemora la nascita di Gesù a Betlemme e la rivelazione dell’angelo ai pastori (Lc 2, 1-14).

    Nell’offertorio il celebrante dice che il cielo e la terra prendono parte all’esultanza: “laeteutur coeli et exultet terra ante faciem Domini: quoniam venit” (Ps 95, II e 13).

    Il rito culmina con i canti del “Gloria” e dell’Alleluja, poi nella “mangiatoia” viene deposta la statuina che simboleggia il Bambino Gesù.

    E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” ( Gv 1, 14).


    Giotto, Natività di Gesù (part.), 1303-1305, affresco; Padova, Cappella degli Scrovegni.

    post scriptum. Un predicatore al termine di un'interminabile omelia, si rivolse retoricamente ai fedeli: "Che altro potrei dirvi, fratelli ?" Un fedele dal fondo della chiesa gli rispose: "Amen"

  4. #14
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    Predefinito Re: Natività

    Il mito della divina fecondazione...


  5. #15
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    Predefinito Re: Natività

    Il testo ebraico di Isaia 7:14 è:

    «לָכֵן יִתֵּן אֲדֹנָי הוּא לָכֶם אוֹת הִנֵּה הָעַלְמָה הָרָה וְיֹלֶדֶת בֵּן וְקָרָאת שְׁמוֹ עִמָּנוּאֵל‎»

    La traduzione letterale delle originali parole ebraiche è la seguente:

    «Perciò darà mio-signore egli [egli stesso] a te segno vedere la-giovane-donna concepito (è incinta) e-partorire figlio e-lei chiama nome-suo Emmanuele.»

    I falsari cristiani traducono in vergine:

    «Perciò, il Signore stesso ti darà un segno: ecco, una [ha-almah] (la giovane / vergine) [harah] (è incinta / sta per concepire / concepirà) e partorirà un figlio e (lei lo chiamerà / tu lo chiamerai) Emmanuele.»

    Il motivo della falsificazione sta nel fatto che i cristiani hanno voluto divinizzare un uomo, al pari di altre divinità o semidivinità "pagane", già esistenti, nate da una vergine.

  6. #16
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    Predefinito Re: Natività

    Nazareth non esisteva ai tempi di Gesù secondo molti ricercatori.

    Nel NT Gesù vien detto 18 volte «Nazareno». Questo nome deriva dall'ebraico «Nezer», che significa «Ramo», «Germoglio», «Virgulto».

    Anche il nome Gesù figlio di Yose deriva dal costruttore del Tempio Giosuè figlio di Yosadak ed a lui è stato dato il soprannome il Nazareno, come si evince dall'A.T.:

    https://originidellereligioni.forumf.../m/?t=76354969

  7. #17
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    Predefinito Re: Natività

    Perchè quindi gli evangelisti hanno dato lo stesso nome del costruttore del Tempio e hanno attribuito a lui lo stesso nome del padre, attribuendo lo stesso soprannome "virgulto" e cioè Nazareno?

    Perchè il MESSIA secondo alcune profezie doveva ricostruire il Tempio di Gerusalemme, ma così non è stato: allora hanno simbolicamente accostato il Tempio al corpo di Gesù risorto.
    In sintesi il nuovo tempio per i cristiani, quello ricostruito, è il corpo di Gesù risorto.

  8. #18
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    Predefinito Re: Natività

    Lo scrittore torinese Guido Gozzano (1883 – 1916), poeta crepuscolare, morto giovanissimo di tisi, fu un'anima sofferente nello spirito e nel corpo. La tubercolosi lo induceva a voler vivere in modo diverso da quello che gli era toccato in sorte. Questo conflitto interiore caratterizzò non solo la sua esistenza ma anche la sua cultura e la sua produzione poetica.
    Nei suoi scritti emerge un forte bisogno di amore e felicità a fronte della malattia e delle delusioni d'amore.

    Vi faccio leggere , la sua filastrocca natalizia titolata:

    “La notte santa”


    - Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
    Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
    Presso quell'osteria potremo riposare,
    ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

    Il campanile scocca
    lentamente le sei.

    - Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
    Un po' di posto per me e per Giuseppe?
    - Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
    son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe.

    Il campanile scocca
    lentamente le sette.

    - Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
    Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
    - Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
    Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

    Il campanile scocca
    lentamente le otto.

    - O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
    avete per dormire? Non ci mandate altrove!
    - S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
    d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

    Il campanile scocca
    lentamente le nove.

    - Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
    Pensate in quale stato e quanta strada feci!
    - Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
    Son negromanti, magi persiani, egizi, greci....

    Il campanile scocca
    lentamente le dieci.

    - Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
    Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
    L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
    non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

    Il campanile scocca
    le undici lentamente.

    La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
    - Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
    Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
    Maria già trascolora, divinamente affranta...

    Il campanile scocca
    La Mezzanotte Santa.

    È nato!

    Alleluja! Alleluja!

    È nato il Sovrano Bambino.

    La notte, che già fu sì buia,
    risplende d'un astro divino.

    Orsù, cornamuse, più gaje
    suonate; squillate, campane!
    Venite, pastori e massaie,
    o genti vicine e lontane!
    Non sete, non molli tappeti,
    ma, come nei libri hanno detto
    da quattro mill'anni i Profeti,
    un poco di paglia ha per letto.

    Per quattro mill'anni s'attese
    quest'ora su tutte le ore.

    È nato! È nato il Signore!
    È nato nel nostro paese!

    Risplende d'un astro divino
    La notte che già fu sì buia.
    È nato il Sovrano Bambino.

    È nato!

    Alleluja! Alleluja!

  9. #19
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    Predefinito Re: Natività

    25 dicembre: Nascita di Gesù



    Per ellissi, il sostantivo "Natale" deriva dalla frase in lingua latina “diem natālem Christi” ("giorno di nascita di Cristo").

    “E’ nato Gesù”: “natus esset jesus”.

    Gesù è l'adattamento in italiano del nome aramaico Yeshu'a, greco biblico Iēsoûs e in latino biblico Iesus ; si tratta di una tarda traduzione aramaica del nome ebraico Yehoshu'a (= Giosué), che significa “YHWH” è salvezza” o “YHWH salva”.

    Gesù è creduto figlio di Dio dai cristiani; l’ebraismo non lo considera il Messia né che abbia caratteristiche divine. Per l’ebraismo rabbinico il Messia non si è ancora manifestato; per i musulmani Gesù è soltanto un profeta.

    Comunque, uno dei brani più interessanti nella letteratura evangelica è l'incipit del vangelo secondo Giovanni.

    Secondo la tradizione l’apostolo Giovanni elaborò il suo Vangelo in lingua greca, ma nel testo ci sono anche latinismi ed ebraismi; nel testo si ipotizza l’intervento nel tempo di più persone; fu completato nell’anno 100 circa.

    Questo vangelo è diverso dai tre sinottici: ci sono meno parabole, meno miracoli, non vi è accenno all'eucaristia, al Padre nostro alle beatitudini. Compaiono invece nuove espressioni per indicare Gesù.

    Dal prologo del Vangelo di Giovanni (1, 1):
    “In principium erat verbum / et verbum erat apud deum / et Deus erat Verbum.
    (= In principio era il Verbo, / e il Verbo era presso Dio / e il Verbo era Dio”).

    (Gv 1, 14): “Et verbum caro factum est / et habitavit nobis”
    (= E il Verbo si fece carne / e venne ad abitare in mezzo a noi;…”).

    I teologi considerano l’incipit dell’evangelista Giovanni (1, 1) importante per la fede in Gesù = Dio, in connessione con l'idea che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano uguali.

    Sebbene solo in questo versetto Giovanni si riferisca a Gesù come il Verbo di Dio, questo tema è diffuso con variazioni in tutto il suo Vangelo.

    L'accademico e teologo americano Stephen L. Harris afferma che l'autore (autori) del Vangelo di Giovanni ha adattato per Gesù il concetto del Logos di Filone d’Alessandria, che considera Dio creatore e origine dell’ordine dell’universo (cfr, Libro dei Proverbi 8, 22 – 36).

    Filone fu un esponente del giudaismo alessandrino (Alessandria d’Egitto). Egli incorporò nella sua teologia il logos della filosofia stoica, connettendolo al tema biblico della “parola di Dio”, alla volontà creatrice e provvidente di Dio; la Parola a cui si unisce o sostituisce, con valore di sinonimo, la Sapienza.

    Filone fu “ispirato” anche dal “Timeo” di Platone per quanto riguarda il Dio trascendente rispetto al mondo.

    Il logos è lo “strumento” con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed è la Luce divina offerta agli uomini.

    Nella dottrina di Filone ci sono temi e concetti poi presenti nella religione cristiana.

    Il lemma greco antico “lògos” è tradotto in latino con la parola “verbum” (che per la Chiesa indica la seconda persona della Trinità), in ebraico: “davar”.

    Il prologo giovanneo sul logos (l'uomo Gesù = Dio) ripete lo schema della "Genesi", primo libro della Torah, riallacciandosi così a tutta la tradizione dell'ebraismo dell'Antico Testamento.
    segue

  10. #20
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    Predefinito Re: Natività

    Il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002, nel suo libro “Il Vangelo secondo Giovanni” introduce il lettore alla comprensione del significato della parola “logos” (tradotto in latino con “Verbum” ed in italiano con “Verbo”) nel prologo giovanneo.

    Martini, teologo e biblista, nel volumetto esamina la rilevanza che ebbe per l’apostolo il logos considerato il Figlio co-eterno e con-sostanziale con il Padre.

    Nella lingua greca la parola “logos” può avere vari significati, perciò l’autore del libro si domanda perché l’evangelista scelse quel lemma anziché altri più precisi.

    Per esempio, se voleva indicare l'azione creativa di Dio, perché non scelse il vocabolo“rema”, che forse era il termine più adatto ?

    Se voleva indicare la «sapienza», perché non preferì “sophia” ?

    Secondo gli esegeti la derivazione del logos giovanneo è di tipo sapienziale o veterotestamentario.

    Per il defunto cardinale Martini il logos citato dall’evangelista ha cinque significati.

    1. ragione d'essere della realtà; 2. parola creatrice: Dio creò tutto con la parola; 3. sapienza che presiede alla creazione, quindi sapienza ordinatrice; 4. parola illuminante e vivificante; 5. parola rivelatrice: il Figlio di Dio viene fra noi in Gesù (s'incarna), ed è Gesù che rivela il Padre.

    1. Logos, ragione ultima delle cose:
    l’esistenza di ogni individuo ha una ragione, un perché, un significato. E questo significato ultimo è in Dio.

    2. Logos, parola creatrice:
    la ragione ultima di ogni cosa è la parola creatrice di Dio, come creatrice è la parola di Cristo. “In principio Dio creò” (Gn1:1).

    3. Logos, sapienza ordinatrice:
    al pensiero ebraico più che il logos era consono il concetto della "sapienza": l'ebraismo non ebbe filosofi nella sua storia anteriore al cristianesimo, ma frequenti furono i "sapienti". Questa "Sapienza" nei libri didascalici del periodo ellenistico viene considerata in Dio, nella sua sapienza ordinatrice.

    4. Logos = phos (luce) e zoè (vita) :
    logos, nel senso di phos (luce): “Fiat lux” nel primo capitolo della Genesi evidenzia la capacità di Dio di creare mediante il Verbo; Come Logos, Gesù Cristo è Dio in autorivelazione (Luce) e redenzione (Vita).

    5. Questo Logos è Gesù Cristo fra noi che ci parla del Padre: le parole di Gesù, che leggiamo nel Nuovo Testamento costituiscono il significato luminoso ed edificante dell'esperienza umana, come noi la percepiamo.

 

 
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