Articolo ecumenico nei confronti di Stallantis da parte del Corserva, ma ci mancherebbe altro.
Si viene a sapere che Exor detiene il pacchetto di maggioranza ben superiore a quello di peugeot e dello stato franzoso e che lo stesso a fronte di un azionarato del 6% ha diritto di voto per il 9%...mirabillie dei mangiarane.
Si viene a sapere che Franza ed Italia producono le stesse auto e hanno gli stessi dipendenti...peccato che i nostri siano tutti in cassa integrazione a spese dell'INPS.
Se lo stato italiana mette nelle casse della conglomerata francolandese 4 miliardi cosa cambia?
Soldi buttati.
Non sarebbe meglio richiedere il pagamento degli aiuti fatti nei 40 anni per la costruzione degli stabilimenti in terronia e richiederne il sequestro mentre lasciare quelli storici in polentonia agli ovini e Kani?
Stellantis, l'ingresso dello Stato costa almeno 4 miliardi. Ma quali sono i poteri?
Il principale azionista di Stellantis è Exor, la holding della famiglia Agnelli, con il 14,2%. Il secondo azionista è Peugeot con il 7,1%, il terzo il governo francese, tramite Bpi, con il 6,1% più alcune controllate che detengono lo 0,3%, per un totale di 6,4%. Il suo ad, Nicholas Dufourcq siede nel cda di Stellantis.
Perché è stato ipotizzato l’ingresso dello Stato nel capitale di Stellantis?
Due giorni fa il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che se Stellantis e il ceo Carlos Tavares «ritengono che l’Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all’interno di Stellantis, ce lo chiedano. Se è quello, se vogliono una partecipazione attiva possiamo sempre discuterne e possiamo ragionare insieme».
È la prima volta che si parla dell’acquisto di una quota di Stellantis da parte dello Stato italiano?
Già nel 2022, un anno dopo la fusione, il Copasir aveva chiesto di valutare l’ingresso di Cassa depositi e prestiti nel gruppo Stellantis per controbilanciare il peso della Francia nel gruppo. Anche l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, nel 2021 aveva scritto su Il Messaggero: «Penso tuttavia che questa politica (italiana per l’automobile, ndr) sarebbe più facile da mettere in atto se il nostro governo, dopo avere accompagnato l’Fca verso la fusione, aiutandola con il cospicuo prestito di sei miliardi di euro, fosse entrato nell’azionariato di Stellantis insieme allo Stato francese».
Quanto costerebbe l’operazione?
Se il governo italiano oggi volesse acquisire una quota del 6,1% — uguale a quella che il governo francese detiene attraverso Bpi, l’equivalente della nostra Cassa depositi e prestiti — dovrebbe sborsare ai valori di Borsa attuali 4,1 miliardi di euro. Stellantis infatti ieri capitalizzava a Piazza Affari 67,2 miliardi di euro.
Sarebbe una presenza paritetica a quella pubblica francese?
No. Bpi, che come Exor e Peugeot è azionista di lungo corso di Stellantis, dopo tre anni di possesso della sua quota azionaria ha chiesto e ottenuto di aumentare i diritti di voto in assemblea. Quindi oggi il la quota del governo francese ha un peso pari al 9,9%. Con lo stesso meccanismo Exor è salita al 23,13% e Peugeot all’11,1%. Questo vuol dire che, se anche acquisisse il 6,4% spendendo 4,1 miliardi, il governo italiano non avrebbe lo stesso peso dello Stato francese.
Come si potrebbe strutturare l'ingresso nell’azionariato?
Un ddl del ministro Adolfo Urso di giugno faceva riferimento al Fondo nazionale Made in Italy che però investirebbe solamente nelle aziende con sede legale in Italia, mentre Stellantis è una società di diritto olandese.
Esistono altri casi di imprese partecipate dallo Stato francese?
Sì, EssilorLuxottica e Stmicroelectronics con lo Stato italiano.
Qual è la differenza produttiva di Stellantis tra Italia e Francia?
Stellantis in Italia conta 42.700 dipendenti e sei impianti di assemblaggio (Mirafiori, Modena, Cassino, Pomigliano, Melfi e Atessa) che han prodotto nel 2023 751.384 modelli. Ci sono poi gli le fabbriche di componenti di Cento, Pratola Serra e Termoli e Verrone. In Francia si producono 695.000 veicoli, i dipendenti sono 40.100. Gli stabilimenti di assemblaggio sono cinque: Trémery, Metz, Charleville, Mulhouse e Sochaux.