Dal n° 83 - Ottobre 1992
Ernesto Milà
Nazisme et esoterisme -
Puiseaux 1990, Pardés 1990, pp. 137, 68 f.f.
L’esistenza di una dottrina esoterica, nonchè delle modalità operative volte all’effettiva trasmissione di un’influenza iniziatica nel quadro della forma storico-politica nazionalsocialista – rappresenta una ‘questione’ che ha assunto un discreto rilievo pubblicistico. Opere caratterizzate da un differenziato ‘spessore’ di validità e attendibilità – Gerson e Brissaud, Alleau e Galli, fino agli stessi Bergier e Pauwels e al presente testo – hanno suggerito la possibilità che il Nazionalsocialismo, al di là della dinamica storico-politica, configurasse una forma ontologica piramidale, culminante nel vertice ierocratico in cui trovano ‘compimento’ metafisico gli Ordini tradizionali esoterico-iniziatici.
Nell’infernale labirinto in cui si ‘aggirano’ gli interpreti dottrinali (una folla) della Tradizione, sono coinvolti anche uomini validi che assimilano le tesi sull’origine esoterica del Nazionalsocialismo alla sfera dell’opinabile o, addirittura, del fantasioso. Risulta certamente difficile ‘dimostrare’ (una parola che non ci ‘piace’… si tratta, in fondo, di un’estroversione plebea.. chi non ‘è’ cerca, sempre, di dimostrare agli altri la qualità che non possiede…) l’eistenza della dimensione sapienzale crociuncinata. Noi abbiamo però la supponenza di ritenere che l’eventuale esistenza di un nucleo esoterico iniziatici Nazionalsocialista non costituirebbe, in nessun modo, ‘oggetto’ di dimostrazione (per chi?), bensì bersaglio spirituale di Intuizione e di conoscenza. Tornando ai testimoni della Tradizione, essi accettano solo i risultati di un’indaggine condotta secondo i metodi metodologici positivisti, allo scopo di dimostrare ‘scientificamente’ l’esistenza dell’esoterismo crociuncinato.
Noi, pur apprezzando ogni valido apporto documentale riguardante l’argomento in questione, riteniamo, però, che non esistano ‘certificazioni’ esoteriche più o meno autentiche, ma solo un innata Intuizione saldamente radicata nell’Idea del mondo e incontestabilmente legittimata dall’interiore autoevidenza che attiene alla dimensione archetipica del valore. Solo chi è ‘vocato’ può comprendere i ‘nessi’ metastorici che configurano il nucleo esoterico-iniziatico nazionalsocialista, desumendone il significato metapolitico anche sulla base dei supporti bibliografici attualmente reperibili. Il nichilismo che inerisce alla presente congiuntura ciclica – ormai definitivamente ‘corrosa’ dal criticismo razionalista – non consente di pretendere più di tanto …Il soldato politico riconosce la dimensione del valore, aderisce ad essa e ne pone assiomaticamente – nel senso aristotelico – l’esistenza sul piano storico-politico. Egli è la trasparente espressione comportamentale di coerenti e conseguenti moti di espansione che si irradiano da un ‘centro’ …” La difficoltà – scrive infatti l’autore – è costituita dalla mancanza di fonti. Si sa che le società segrete – e, in seno al Nazismo hanno agito società segrete – non lasciano traccia sulla loro attività”. Ognuno, quindi, maturerà un autonomo giudizio che costituirà il ‘riflesso’ geometrico – sul piano delle rappresentazioni razionali – delle rispettive equazioni personali.
Lo scritto di Milà propone un’ipotesi interpretativa circa l’identità esoterico-iniziatica del Nazionalsocialismo. Si tratta di una succinta analisi riguardante gli uomini, i gruppi e le istituzioni che hanno rappresentato il ‘luogo’ di manifestazione, il ‘ricettacolo’ politico, di influenze metastoriche. L’autore ha adottato uno schema di analisi che – secondo le sue intenzioni – avrebbe dovuto consentirgli di formulare conclusioni solo in presenza di elementi ‘probatori’ (documenti, testimonianze) precisi e concordanti. Al termine del saggio, Milà elenca le conclusioni a cui è approdato: apprendiamo così che il Nazionalsocialismo è stato ‘percorso’ da influenze sia tradizionali che occultistiche, che Rosemberg e Himmler sono stati i più qualificati esponenti della ‘componente’ tradizionale; che l’Ahnenerbe ha rappresentato un’istituzione ‘in ordine’ dal punto di vista tradizionale; che il Fuhrer aveva una eccezionale personalità dotata di straordinario ‘magnetismo’ di origine… medianica…; che molti esponenti nazionalsocialisti hanno aderito a dottrine e pratiche tradizionali orientali; che il nazionalsocialismo non è stato un fenomeno esclusivamente politico …un’autentica ‘sagra’ dell’ovvio…
A parte le conclusioni di Milà – che non ci interessano -, intendiamo sottolineare la fondatezza di alcune osservazioni dell’autore, alle quali permetteremo una nostra considerazione sulla metodologia analitica adottata dal Milà in rapporto ad un oggetto di studio irriducibile a criteri di ‘catalogazione’ di tipo positivistico. Noi attribuiamo al metodo positivo un’efficacia strumentale ove e se esso adempia allo scopo di confermare, ribadire e illustrare le premesse archetipiche del canone tradizionale. Il metodo d’Indagine tradizionale, fondato sul principio della corrispondenza e sul principio d’Induzione avrà invece il compito di riconoscere la comune identità tradizionale di fenomeni storico-politici apparentemente eterogenei o estranei.
Il principio della corrispondenza si fonda sulla prassi di ricerca e di individuazione delle analogie essenziali e funzionali che accomunano elementi omologhi (miti, simboli, dottrine, pratiche) presenti, ad esempio, nel Nazionalsocialismo e in altre forme tradizionali. Il principio d’Induzione mira a ricondurre – mediante lo strumentale impiego dell’ ‘approssimazione’ dialettica ‘illuminata’ da una lucida intuizione spirituale – le analogie in precedenza considerate entro i ‘cardini’ metafisici della Tradizione Unica. “… si tratta – scrive Evola (1) – dell’intuizione essenziale di un contenuto che idealmente precede le parti, e la ricerca comparativa deve servire ad illustrare questo contenuto con il contributo dato dalle sue varie forme di espressione, come esse si presentano in diverse formulazioni e in diverse tradizioni”. L’adozione del metodo tradizionale consentirà il preliminare e intuitivo riconoscimento dell’identità metastorica del Nazionalsocialismo, ‘fissando’ quindi l’obiettivo verso il quale convergerà necessariamente l’eventuale e successiva applicazione della prassi metodologica positivistica.
Dalla Thulegesellschaft all’ Ahnenerbe, dalla dottrina ciclica di Horbiger all’Ordine SS, dai rapporti tra Nazionalsocialismo e teosofismo alla spedizione in tibet, da Rosemberg a Hitler – l’autore considera gli uomini e i gruppi, le correnti e le istituzioni che hanno alimentato l’esperienza storica nazionalsocialista e che hanno adombrato l’esistenza di un nucleo sapienzale esosterico organicamente mutato dal canone in temporale della Tradizione Unica. Noi formuleremo solo alcune osservazioni, non sempre critiche, riguardante una parte degli argomenti ‘toccati’ da Milà, consigliando, nel contempo, la lettura del libro…
A proposito del Fuhrer, l’autore afferma:”…tutti, senza eccezione, (…) sottolineano che c’era qualcosa di strano in lui, un magnetismo non umano”. In forza dell’equivoco contenuto emergente dalle testimonianze – ivi comprese quelle di August Kubizek e di Hermann Raushning – riferite da coloro che conosceranno personalmente Hitler, Milà conclude affermando che la personalità del Fuhrer sarebbe stata condizionata da una forma di ‘possessione’ medianica unita a doti di chiaroveggenza più volte dimostrate. “Questi doni premonitori si manifestano ripetutamente durante la vita del Fuhrer (…), la sua intuizione va al di là del normale (…). Ma a queste attitudini si aggiungono sfrenate esplosioni di collera, incubi notturni, riferimenti a missioni affidate da un’astratta ‘provvidenza’, nonché i suoi discorsi dai quali usciva distrutto come un medium dopo una seduta spiritica”.
L’attribuzione di attitudini medianiche alla persona del Fuhrer risulta totalmente infondata. Infatti il medium è il mezzo di manifestazione di forze infere e subpersonali, che assumono caratteri di operatività previa sospensione dello stato di coscienza ordinaria di veglia, il quale viene sostituito da una tipologia ternaria di stati di incoscienza: sonno, trance, catalessi. Esclusi il sonno e la catalessi, è notorio che la condizione di trance medianica induce nel soggetto che ne è vittima uno stato di completa passività intellettuale, psichica e anche fisica, assolutamente compatibile con la lucidità politica che traspare dai pensieri, dai discorsi e dalle azioni del Fuhrer. A Milà non risulterà ignoto – crediamo – che l’iniziato nel quadro di una forma tradizionale legittima e ortodossa possiede anche doti di chiaroveggenza… Noi, comunque, non affermiamo che Adolf Hitler abbia conseguito un’investitura iniziatica nel quadro di una ‘catena’ di trasmissione regolare, bensì ci limitiamo a rilevare che l’arbitraria attribuzione di attitudini medianiche alla persona del Fuhrer, si pone in stridente contraddizione rispetto a quanto scritto dallo stesso Milà a pag. 86 del saggio: “E noi siamo felici che Savitri Devi sia d’accordo con noi nell’affermare che l’aspirazione di Hitler era quella di rinnovare il contatto con la Tradizione a cui l’India era rimasta fedele”. Ora, delle due l’una: o Hitler è stato veramente un medium, ‘veicolo’ umano di forze telluriche e sub-personali, oppure al sua aspirazione uranica o sovraindividuale a riconnettersi con la Tradizione Unica, affermata dalla Devi e sottoscritta dal Milà, era inesistente. Tertium non datur…
Quanto alla testimonianza di Rauschning, citato dall’autore, è opportuno precisare che il suo libro, „Hitler mi ha detto“, è un cumulo di imbecillità propagandistiche antinaziste. Infatti la facoltà del testo è stata dimostrata dallo storico svizzero Wolfgang Hamel, il quale, nel 1983, esporrà i risultati delle sue ricerche storiche nel corso di un convegno dei membri dell’ Istituto di Ricerche sulla Storia Contemporanea” di Ingolstadt. L’analisi storiografica di Hamel sarà successivamente pubblicata in un libro edito dalla casa editrice giudeo-tedesca Ullstein.
Queste circostanze saranno riferite da Michele Topa sui quotidiani “Il Giornale” in un articolo del 2 Ottobre 1985, significativamente intitolato: “Hitler mi ha detto: un sacco di frottole”. Prima di esprimere giudizi sulla figura del Fuhrer, Milà dovrebbe chiarirsi un po’ le idee…Del resto lo stesso Evola, riferendosi alle presunte qualità medianiche di Hitler, scrive che “…non è agevole stabilire la natura di tale forza superpersonale”. Infatti, più ampiamente, i giudizi di Evola riguardo all’esoterismo nazionalsocialista saranno al quanto elusivi e sfumati, non ci meraviglieremmo se si trattasse di una deliberata scelta affine ai ‘silenzi’ di Hess e di Hielscher…
“Un’altragiusta scoperta di savitri Devi – scrive l’autore – consiste nell’aver localizzato il centro d’influenza tradizionale nell’ambito del regime nazionalsocialista: essa vede nell’Ahnenerbe il depositario della Tradizione. E, a tale riguardo, ha ragione così come ha ragione nel non avventurare in ipotesi sull’esoterismo della Società di Thule”.
Le attività dell’Ahnenerbe saranno considerate “affare segreto del Reich”, mentre i suoi membri, oltre allo studio della lingua e della letteratura germaniche. ‘coltiveranno’ gli aspetti operativi dello Yoga e dello Zen, unitamente con lo studio delle “dottrine esoteriche e delle influenze magiche sul comportamento umano”. L’Ahnenerbe (“Eredità degli Avi”), ufficialmente costituito in organizzazione di studi sull’eredità primordiale, sarà fondato il 1° luglio 1935 da Heinrich Himmler e da Hermann Wirth, mentre Friedrich Hielscher – amico dell’esploratore Sven Hedin, il quale era vissuto a lungo nel Tibet ed era, a sua volta, strettamente legato a Karl Haushofer – sarà il responsabile dell’Istituto di Studi esoterici. Hielscher, inoltre, sarà anche il maestro spirituale dello Standartenfuhrer SS Wolfram Sievers, amministratore generale dell’Ahnenerbe, il quale poco prima di essere assassinato dal Gran Sinedrio giudaico di Norimberga mediante impiccagione, pronuncerà in presenza di Hielscher – che aveva ottenuto il permesso di accompagnarlo al patibolo – formule rituali proprie ad un culto sconosciuto, di cui nessuno, in seguito avrebbe più parlato (2). L’Ahnenerbe si articolerà in 43 istituti diretti al professor Wurst, studioso di antiche testi sacri ed ex insegnante di sanscritto all’Università di Monaco. Questi invierà nel Tibet una spedizione diretta dall’etnologo Standartenfuhrer SS Dr. Schaeffer, alo scopo di stabilire un contatto permanente tra la Germania nazionalsocialista e il Tibet. “Un settore di questa organizzazione – scrive Milà – era sicuramente interessato a ristabilire i contatti con il centro iniziatici supremo, la cui forma tradizionale più viva si trovava in Tibet”.
Per quanto riguarda la Thulegesellschaft, Milà sembra condividere i discutibili giudizi di Savitri Devi e di Evola, i quali attribuivano alla Thule una valenza pressoché occultistica.
E’ comunque innegabile che la Thulegesellschaft – fondata da Rudolf Von Sebottendorf – sia stata la loggia bavarese del Germanenorden (Ordine dei germani), ossia di un ordine iniziatici qualificato dall’adesione a forme di ascesi gnostica culminanti nell’intuizione metafisica del mito del sangue e del mistero della razza. Infatti “Rosemberg – scrive Milà – attribuisce validità alle dottrine esoteriche e, particolarmente, alla tradizione ermetica, la quale afferma che il sangue non è soltanto la fonte di rigenerazione del corpo fisico (meglio: della corporeità totale: materiale, sottile, causante, ndr), bensì qualcosa di più profondo”. Esistono incontestabili analogie, ad esempio, tra la ‘via’ operativa praticata nel quadro della dottrine esoterica di Thule e mirante al risveglio dell’energia vitale – e le tecniche di ‘evocazione’ dell’ “energia Kundalini” praticata nella tradizione indù. I più consapevoli esponenti di questa forma tradizionale saluteranno nella figura del Fuhrer l’annunciatore e l’anticipatore del Kalki-Avatara, il Restauratore Universale; infatti gli indù definiranno il Fuhrer con l’appellativo di “manifestazione di Vishnu, la sola in Occidente”, o, ancora, “Re Chakravarti d’Europa”.
Nella cerimonia d’ammissione alla Thulegesellschaft, l’adepto pronunciava la seguente formula rituale esoterica: “Così voi tornate tra noi. Voi ritrovate Thule. Con noi, voi raggiungerete l’Impero invisibile ed eterno dei nostri antenati del Nord”. La dimensione esoterica ‘graviterà’ invece, sul simbolismo costruttivo dell’Halgadom, corrispondente al concetto rosicruciano fondato sulle modalità di “edificazione delle colonne del Tempio Interiore”. La Germania – scrive Von Sebottendorf – non vedrà mai la fine. Essa vede solo il cammino. Il Germanenorden (…) deve definire questo obiettivo. Esso consisterà nella costruzione dell’Halgadom”. La ‘composizione’ strutturale della Thule si articolerà nel quadro di un ordine gerarchico consistente in una serie di circoli concentrici, ai quali, dall’ ‘esterno’ esoterico fino all’ ‘interno’ esoterico, corrisponderanno gradi di conoscenza qualitativamente differenziati. Il vertice ierocratico culminerà nei “Fratelli del Colleggio esoterico dell’Ordine”, ovvero nel ‘circolo interno’ di cui faranno parte anche Rudolf Hess, Alfred Rosemberg e Walter darrè.
Nell’ambito dell’esperienza nazionalsocialista, secondo Milà, opereranno “sette ispirate a dottrine esoteriche tradizionali, da una parte e occultistiche dall’altra”.
Questo assunto troverebbe conferma nei rapporti, veri o presunti, che sarebbero intercorsi tra Nazionalsocialismo e Teosofismo. Infatti, la Società Teosofica assumerà una connotazione organizzativa analoga a quella della Thulegesellschaft e troverà compimento anch’essa in un ‘circolo interno’ di cui avrebbe fatto parte anche Matilde Von Kemntz, moglie di Ludendorff. L’autore, da parte sua, riferisce le circostanze relative alla pubblicazione delle opere di Sebottendorff a cura della libreria teosofica di Monaco, nonché alla distruzione, avvenuta a Dornach, in Svizzera, del tempio della Società Antroposofica, il Goetheanum, ad opera delle milizie rivoluzionarie delle SA. Milà attribuisce la causa dell’evento alle tensioni insorte tra teosofisti e antroposofisti; infatti – a suo dire -, i teosofisti avrebbero condizionato le capacità decisionali della Thulegesellschaft e delle organizzazioni nazionalsocialiste fino al punto di spingerle alla distruzione del tempio antroposofico. In verità, se si considera che il tentativo di restaurazione tradizionale intrapreso dal Nazionalsocialismo si manifesterà nel pieno della congiuntura ciclica denominata Kali-yuga, non è dato escludere l’operatività di fenomeni di infiltrazione e di ‘contiguità teosofista o, più ampiamente, occultista nei gruppi esoterici che hanno agito all’interno del Nazionalsocialismo. Forse sarebbe stato ‘strano’ il contrario… ovvero l’assoluta non incidenza dei “segni dei tempi” nei confronti del tentativo ‘restauratore’ crociuncinato. Ma la situazione di esasperato ‘sbriciolamento’ organizzativo dei teosofisti, ammessa dallo stesso Milà, rende comunque inattendibile l’ipotesi relativa all’operatività di unitari ed efficaci impulsi condizionanti teosofisti nei riguardi dell’autonomia politico-culturale delle milizie nazionalsocialiste, le quali, invece, a Dornach distruggeranno un ‘simulacro’ di diffusione infettiva neospiritualista.
La produzione bibliografica che si è interessata all’esoterismo nazionalsocialista, ha dunque soltanto ‘sfiorato’ il significato metastorico della ‘terza dimensione’ crociuncinata. Per concludere la presente nota, un auspicio: in un prossimo saremo probabilmente ‘costretti’ ad improvvisarci anche… ‘metastorici’…
Maurizio Lattanzio
NOTE
1) Julius Evola, “Oriente e Occidente”, La Queste, Milano 1984.
2) Cfr. Marc Eemans, “Hermann Wirth e la preistoria prima degli indoeuropei”, in Orion n. 61, ottobre 1989.
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