AGGUATO AL PREFETTO AUGUSTALIS ORESTE.
I frati Parabolani erano una confraternita cristiana attiva ad Alessandria d'Egitto nel IV-V secolo d.C., dediti in particolare alla cura dei malati e alla pietosa sepoltura dei morti che coinvolse le comunità cristiane in particolare durante le epidemie.
Ma da testimonianze, come quelle di Pallada di Alessandria e Socrate Scolastico, ci testimoniano il loro coinvolgimento nelle violenze interreligiose che colpirono la città egiziana tra fine IV - inizio V secolo:
Alcuni dei monaci che abitavano le montagne di Nitria, di indole molto focosa, che Teofilo qualche tempo prima aveva armato ingiustamente contro Dioscoro e i suoi fratelli, essendo di nuovo trascinati con un ardente zelo, decisero di combattere a favore di Cirillo. Circa cinquecento di loro, lasciarono i loro monasteri, vennero in città; e incontrando il prefetto sul suo carro, lo chiamarono idolatra pagano e gli urlarono molti altri epiteti offensivi. Temendo che questo fosse un agguato teso da Cirillo, esclamò che era un cristiano, ed era stato battezzato da Attico vescovo di Costantinopoli. Ma questi prestavano poca attenzione alle sue proteste, e uno di loro, di nome Ammonio, lanciò una pietra contro Oreste che lo colpì alla testa e lo coprì di sangue che scorreva dalla ferita, tutte le guardie di scorta, con poche eccezioni, fuggirono, mischiandosi tra la folla, alcuni in una direzione e altri in un'altra, temendo di essere lapidati a morte. Nel frattempo la popolazione di Alessandria corse in soccorso del governatore e mise in fuga i monaci; dopo aver catturato Ammonio, lo consegnarono al prefetto. Immediatamente lo mise pubblicamente sotto tortura, che gli fu inflitta con tale severità che morì sotto i suoii effetti: non molto tempo dopo rese conto agli imperatori di ciò che era accaduto. Anche Cirillo, d'altra parte, inoltrò la sua dichiarazione sull'argomento all'imperatore: e facendo depositare il corpo di Ammonio in una chiesa e gli diede il nome di Taumasio e lo annoverò tra i martiri, ed elogiando la sua magnanimità in chiesa, come quella di uno che era caduto in un conflitto in difesa della pietà. Ma i più saggi, sebbene cristiani, non accettavano la stima di Cirillo su di lui; poiché sapevano bene che aveva subito la punizione a causa della sua avventatezza, e che non aveva perso la vita sotto la tortura perché non avrebbe rinnegato Cristo. E lo stesso Cirillo, essendone cosciente, che il ricordo questa circostanza venisse gradualmente cancellato dal silenzio. Ma l'animosità tra Cirillo e Oreste non si placò affatto a questo punto, ma fu riaccesa da un evento simile al precedente.
Socrate Scolastico, Storia ecclesiastica VII, 14.
(Tradotto dall' inglese: https://www.newadvent.org/fathers/2601.htm )
Immagine: Monaci Parabolani dal movie di Agora.