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Blue
La nascita di Venere
Sandro Botticelli, Nascita di Venere, c. 1485
Firenze, Uffizi
Il tema della nascita di Venere è presente in Omero ("Inno V") e Ovidio ("Metamorfosi"); viene poi ripreso da Poliziano nelle "Stanze per la Giostra" di Giuliano de' Medici...
Una donzella non con uman volto
Da' zefiri lascivi spinta a proda
Gir sopra un nicchio; e par che 'l ciel ne goda.
Vera la schiuma e vero il mar diresti,
E vero il nicchio e ver soffiar di venti:
La dea negli occhi folgorar vedresti,
E 'l ciel ridergli a torno e gli elementi:
L'Ore premer l'arena in bianche vesti,
L'aura incresparle e’ crin distesi e lenti:
Non una, non diversa esser lor faccia,
Come par che a sorelle ben confaccia.
Giurar potresti che dell'onde uscisse
La dea premendo con la destra il crino,
Con l'altra il dolce pomo ricoprisse;
E, stampata dal piè sacro e divino,
D'erbe e di fior la rena sì vestisse;
Poi con sembiante lieto e peregrino
Dalle tre ninfe in grembo fusse accolta,
E di stellato vestimento involta.
- Poliziano, "Stanze" -
Il quadro di Botticelli sembra quasi voler emulare l'opera letteraria, che, a sua volta, emula un'opera classica: l'
Inno a Venere attribuito ad Omero.
Esistono due versioni della nascita di Venere: nella prima (narrata da Esiodo nella sua "Teogonia"), la dea era nata prima delle altre divinità dell'Olimpo. Quando il titano Crono recise i genitali del padre di Venere (Urano) e li gettò in fondo al mare, il sangue ed il seme in essi contenuti si addensarono in forma di schiuma e da questa emerse Afrodite (da cui l'origine del suo nome: la parola
aphros significa 'schiuma'), che fu sospinta dagli Zefiri fino all'isola di Cipro; secondo altre fonti, approdò prima a Citera o a Pafo. Sulla riva, comunque, fu accolta dalle Ore (le Stagioni) che la vestirono, la agghindarono e la condussero presso gli immortali. Dunque, Afrodite non aveva avuto né infanzia, né fanciullezza: era venuta al mondo come una donna giovane e completamente formata (si veda anche l'affresco pompeiano della "
Venere in Conchiglia").
Nella rappresentazione di Botticelli, Venere, nata dalle onde, è in piedi su una conchiglia (simbolo di fertilità) e viene sospinta dagli dei del vento verso la riva; qui Flora, dea dei fiori, l'attende per avvolgerla in un rosso mantello. In origine, infatti, Venere era la dea dei giardini e degli orti e solo in seguito venne identificata con Afrodite, dea dell'amore e della bellezza.
La seconda versione della leggenda della nascita di Venere, nota come "Versione dei Cherubini" è narrata da Omero nell'
Iliade. Secondo Omero, Venere era figlia di Zeus e della ninfa degli oceani, Dione. Andò poi in sposa ad Efesto (Vulcano) e diede alla luce dei figli. Tuttavia, trascurava i propri doveri domestici e coniugali poiché dedicava molto tempo ai propri amori con altri dei e uomini mortali. Tra i suoi numerosi amanti, le sono attribuiti Ares, dio della guerra, col quale ebbe la relazione più duratura, e con il bell'Adone. Era inoltre la madre di Eros (Cupido), Deimos (Terrore) Phobos (Paura) ed Armonia. Uno dei suoi figli mortali era Enea, avuto dal suo amante Anchise, Re di Dardania. Anchise venne reso storpio da una saetta di Zeus quando gli rivelò di aver amato la dea.