Sei male informato, lascia stare i quotidiani: la crisi l'hanno aperta Conte e i grillini. È tutta colpa loro. Loro hanno obbligato le due ministre a dimettersi, loro hanno detto pubblicamente che non vogliono più l'appoggio di Italia Viva perché hanno i mastelliani.
Ora chi ha creato questo problema deve risolverlo. Che io sappia, Matteo Metternich è disposto a perdonarli.
La plebaglia spesso sbaglia
a mio parere per diversi motivi, uno dei quali è sicuramente che non sopporta (ricambiato) Conte. e' proprio uno scontro di caratteri e di ego, roba da cavalleria rusticana o da "I duellanti" (non so sei hai visto il bel film di Ridley Scott)
detto questo, nel merito Renzi ha ragione: le critiche mosse all'esecutivo sono tutte sacrosante (tant'è che persino gli esponenti PD nelle trasmissioni ieri sera non lo hanno potuto attaccare in merito).
Il fatto che Conte abbia gestito il governo in modo NON collegiale (la bozza sul recovery plan è l'esempio preclaro) sostituendo il PARLAMENTO con facebook e sermoni TV a reti unificate è vero.
il fatto che stia traccheggiando da mesi su argomenti importanti come il MES è vero.
il fatto che il tema "scuole" sia stato gestito in modo OSCENO, dormendo per mesi quando c'era invece da prepararsi per una riapertura è vero.
Il fatto che si sia sprecato denaro a pioggia in mancette elettorali, dai bonus monopattino al cashback, mentre progetti cantierati da tempo (e per i quali ci sono già i soldi disponibili) sono rimasti bloccati è vero.
il fatto che Conte sia stato l'UNICO leader occidentale a non criticare Trump per il tentato golpe della settimana scorsa è vero: persino Boris Johnson è stato durissimo con Trump, per non parlare della Merkel e di Macron, mentre Conte non lo ha neanche nominato nella sua dichiarazione in puro stile avvocatesco (e qui si innesta il rapporto "speciale" di Conte con Trump, pericolosissimo per l'Italia nel momento in cui il pagliaccio arancione è stato rimandato a casa a calci in culo dagli elettori e rischia addirittura l'impeachement, mentre una nuova amministrazione di segno opposto si prepara a salire al potere. Da qui la volontà di sfilare a conte i servizi segreti, e d'altro canto la pervicace volontà di Giuseppi di tenerli sotto controllo...).
Conte poi ha commesso un errore da principiante, quando ieri ha dichiarato ufficialmente che in caso di ritiro dei ministri lui non si sarebbe più seduto con IV: così facendo ha messo in mano al bomba una pistola carica ponendolo in una situazione win-win.
infatti analizziamo i possibili scenari futuri:
1) Conte si rimangia la parola ed accetta un Conte-ter con presenza rafforzata non solo di IV, ma dei pezzi grossi di PD e M5S, quindi con una sua importanza diminuita e più collegialità. Ha vinto Renzi.
2) Nuovo governo con gli stessi partiti a sostenerlo ma un nuovo PdC e Conte a Lecce. Trionfo assoluto di Renzi.
3) Nuovo governo di "larghe intese", ovviamente con un nuovo PdC e Conte a Lecce: Trionfo di Renzi.
4) Governo "Conte -ter" con il supporto delle truppe mastellate e IV all'opposizione: sarebbe un governo debolissimo, ancor più di quello appena entrato in crisi, e soggetto alle bordate di Renzi e delle destre dall'opposizione:Vittoria di Renzi, o quanto meno pareggio ma con Conte sulle spine.
5) Nuove elezioni: sconfitta catastrofica per Renzi, ma anche per tutti i partiti che supportano il governo (e, difatti, a mio parere non ci saranno).
l'unica cosa che renzi teme sono le urne, che lo farebbero sparire: ma se non si vota, lui ha già vinto.
IMHO.
Fà ch’ it n’ abie.
Basterebbero tutte le balle che il governo ci ha raccontatoPerché Renzi ha aperto la crisi di governo?
Far ragionare un idiota non é impossibile, é inutile
Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi, per gli interessi di persone che si conoscono ma non si uccidono.
(Pablo Neruda - Attribuita)
su questo forum è meglio non rispondere ai fessi!
voi nazifascisti di oggi e i vostri servi siete solo gli ayatollah E I TALEBANI dell'occidente..
Risposta: perché era, è e sempre sarà un MONA
Il senso della vita è la pizza
Una disamina quasi totalmente condivisibile.
(specie la chiusa)
Era l’idea, anzi il sogno, di Denis Verdini, peraltro riconsultato sotto Natale durante l’orario di visita in qualità di oracolo e grande stratega: il Partito della Nazione. Il brevetto era talmente geniale che passò subito di mano a colui che meglio poteva concretizzarlo. “Il Pd deve essere un partito che vince e che, avendo una vocazione maggioritaria, sia in grado di contenere realtà diverse!”, proclamò Matteo Renzi durante una direzione trionfale del Pd nel 2014.
“Reichlin lo ha chiamato il Partito della Nazione” si vantò “deve contenere realtà diverse, da Gennaro Migliore ad Andrea Romano” (per dire l’ambizione che lo animava): era l’epoca che seguiva al 40,8% alle Europee che lo avevano proiettato nei cieli dell’ebbrezza e dell’autoincoronazione. (Nel 2016, Alfredo Reichlin attribuirà a Renzi il “tradimento” di quella idea a favore di una concezione “trasformista di un partito senza storia e senza ideologia che prende i voti dove li trova”). Era la pastorizzazione del patto del Nazareno, l’Eden dei moderati (“accozzaglia” erano invece gli oppositori della sua bislacca riforma: Rodotà, Zagrebelsky, il Fatto, D’Alema, De Mita, etc.), con lui Sindaco d’Italia (altra perla della sloganistica di allora) a capo di una legione di politici rivitalizzati dalla comparsa del Napoleone a cavallo di una Smart, capaci di superare le vecchie e stantie distinzioni tra destra e sinistra, uniti soltanto dalla acquiescenza al carisma seduttivo del leader. Il quale peraltro invitava la minoranza del Pd, stranamente riottosa, ad andare alla Leopolda a rendergli omaggio nella celebrazione del grande omogeneizzato nazionale.
Gli elettori li aveva praticamente in tasca: i comitati per il Sì sarebbero stati “centri di propulsione per far entrare forze fresche”; il premio di maggioranza dell’Italicum sarebbe andato a questo grande listone nazionale (sinistramente risonante).
Sappiamo come è andata a finire.
Renzi, in coro con la firmataria della riforma costituzionale, minacciò di ritirarsi dalla politica se avesse vinto il No, gli italiani lo presero in parola e lo mandarono a casa, lui e tutta la sua paccottiglia post-ideologica, salvo poi vederlo ricomparire qualche mese dopo perché, andava dicendo, la gente lo fermava sugli skilift pregandolo di tornare in sella, infatti l’anno dopo dal Pd transumarono 6 milioni di voti e sotto la sua salvifica guida il partito sprofondò al 18%. Ma, come dice il Nostro, il tempo è galantuomo. Una speciale alchimia ricombinatoria ha fatto sì che egli riuscisse oggi, nel pieno di una pandemia che ha fatto 80 mila morti, a ricompattare la Nazione sotto l’insegna del suo nome.
Un sondaggio Ipsos per DiMartedì rileva che il 73% degli intervistati pensa che con la manfrina della crisi Renzi stia perseguendo i suoi interessi; solo il 13%, probabilmente una ridotta di padroncini di Confindustria e di alieni mischiatisi ai terrestri al fine di sterminarli, pensa che lo faccia per il bene del Paese. Altri sondaggi lo danno ultimo nella classifica di gradimento personale col 10%, mentre il suo partito di statisti è dato al 2,8%, sotto il partito di Calenda.
Gli italiani (e non solo: all’estero lo chiamano “il disturbatore d’Italia”) hanno capito in massa l’assurdità di una situazione in cui un leader ridotto in tale stato decide che il presidente del Consiglio in carica si deve dimettere e il governo cadere a favore di un altro composto da figure a lui gradite, e che nel momento in cui si dovrebbe parlare solo di vaccini si dia ascolto alle fantasie di rivalsa di un soggetto in chiaro deficit di attenzione che ogni giorno ne inventa una per ricattare il governo.
Un giorno è la task force; un giorno il Recovery; il giorno dopo gli emendamenti; poi il Mes; poi che non facciamo 200 mila vaccini al giorno (ce ne arrivano 490 mila a settimana); poi il Ponte sullo Stretto (perché “la nostra è una battaglia di idee”); poi che al governo manca l’anima; poi che Conte appoggia Trump e lo Sciamano; poi la liturgia democratica.
A un certo punto è parso che Conte volesse dare delle poltrone a Iv che non le voleva.
Ieri (507 morti), in una conferenza stampa surreale, si è capito che il problema principale sono le dirette Facebook e le storie Instagram di Conte (lo batte anche in quelle), per cui le due ministre (mute) e il sottosegretario Scalfarotto (invisibile, 1,6% in Puglia) sono stati fatti dimettere, secondo i capriccetti del capo.
“Andrò all’opposizione”, aveva detto il perdente maximo nel pomeriggio (il che vuol dire fare esattamente le stesse cose che fa dall’agosto 2019): adesso cosa farà? Forse è finito il tempo della convivenza con questo virus ed è ora di pensare al vaccino per liberarsene definitivamente.
Dopo anni di tentativi falliti, Renzi è finalmente riuscito a unire l’Italia nel disprezzo unanime per la sua persona.
È un Partito della Nazione anche questo.