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  1. #1
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    Predefinito Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    La verità è che sembra tutto ridicolo, talmente folle da non poter essere vero.Via col vento, Una poltrona per due, Grease. Poi, adesso, Dumbo, Gli aristogatti, e Peter Pan. Noi ci ridiamo su, ma il perverso potere dei sinistri continua imperterrito la sua opera di revisione della cultura e dell’antropologia occidentale.

    È necessario capire che i nostri nemici non stanno scherzando. Noi possiamo fare battute e meme su quegli innocenti cartoni animati, ma intanto la censura resta. Un bambino di oggi non può neppure vedersi il dannato elefantino volante, o la ciurma di ragazzini che combatte contro Capitan Uncino, perché risultano proibiti ai minori di sette anni.

    Ma vi rendete conto di cosa significa tutto ciò e di dove potrebbe arrivare il processo che è stato innescato? Altro che rogo dei libri dei nazisti – che, tra parentesi, vigeva solo per la Germania, a quei tempi. Questi si muovono a livello mondiale. Buttano giù statue, ma non solo. Da un’università, è stata fatta rimuovere una poesia di Rudyard Kipling scritta sul muro e ci sono stati pesanti problemi per un classico che tutti abbiamo letto durante l’infanzia, Le avventure di Huckleberry Finn – Mark Twain era un noto anti schiavista, ma usa la parola “negro”, quindi per loro non dovrebbe più essere pubblicato.

    Secondo voi, cosa potrebbe fare gentaglia del genere, se dovesse incappare nel personaggio palesemente razzista, omofobo e chi più ne ha più ne metta, di Bruno, in Le particelle elementari di Houellebecq? Come reagirebbero a un passo simile “Trascorsi tutto il fine settimana a scrivere un pamphlet razzista, in uno stato di erezione quasi costante; il lunedì successivo telefonai a ‘L’Infini’. Stavolta Sollers mi ricevette nel suo ufficio. Era vispo, ammiccante, come in televisione – addirittura meglio che in televisione. ‘Lei è un razzista vero e proprio, si sente, capperi, niente male!’ Fece un piccolo gesto con la mano, un gesto molto aggraziato, prese uno dei fogli, c’era un passaggio segnato a margine: ‘Noi ammiriamo e invidiamo i negri perché sul loro esempio vorremmo tornare animali, animali dotati di un grosso cazzo e di un minuscolo cervello da rettile, appendice del loro cazzo’”? Per fortuna, questi della cancel culture sono ignoranti come talpe e occupati più a twittare che a leggere, altrimenti dello scrittore francese non resterebbe un testo che uno nelle librerie.

    Non fidatevi neppure quando tra loro si palesano i falsi moderati, quelli del “no, ma non si può valutare questo libro o film con i nostri parametri, perché appartiene a un’altra epoca”. Perché, se invece fosse stato scritta o girata oggi, un’opera d’arte che propone dei modelli o posizioni discutibili sarebbe censurabile? Capite che è la loro idea di base a essere sbagliata alla radice? Chi cazzo sono questi quattro pezzenti per decidere cosa è degno di pubblicazione e cosa no? L’arte è il regno della libertà, non il banco di prova della buoncostume. La Chiesa del passato, con il suo indice dei libri proibiti, a paragone, era una vecchia beghina che fa la morale affacciata alla finestra.

    Se non reagiamo adesso – e intendo dire proprio nell’immediato –, se non opponiamo un violento rifiuto alla loro efferatezza censoria, ci ritroveremo schedati perché nella libreria abbiamo l’opera completa di Dostoevskij. E guardate che questi fanno sul serio.

    Woody Allen fa dire a un suo personaggio “Ogni volta che ascolto Wagner, mi viene voglia di invadere la Polonia”. Attenti che qualcuno di noi potrebbe ritrovarsi la casa in fiamme solo per aver osato mettere su Spotify L’anello del Nibelungo di quell’antisemita di compositore. E, no, non c’è proprio niente da ridere.

    https://www.ildetonatore.it/2021/01/...i-matteo-fais/

  2. #2
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da fante di denari Visualizza Messaggio
    La verità è che sembra tutto ridicolo, talmente folle da non poter essere vero.Via col vento, Una poltrona per due, Grease. Poi, adesso, Dumbo, Gli aristogatti, e Peter Pan. Noi ci ridiamo su, ma il perverso potere dei sinistri continua imperterrito la sua opera di revisione della cultura e dell’antropologia occidentale.

    È necessario capire che i nostri nemici non stanno scherzando...

    ... e bla bla bla.
    la migliore dimostrazione che sono tutte cazzate è che questo post è stato pubblicato e il suo autore si trova a piede libero.

  3. #3
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da fante di denari Visualizza Messaggio
    La verità è che sembra tutto ridicolo, talmente folle da non poter essere vero.Via col vento, Una poltrona per due, Grease. Poi, adesso, Dumbo, Gli aristogatti, e Peter Pan. Noi ci ridiamo su, ma il perverso potere dei sinistri continua imperterrito la sua opera di revisione della cultura e dell’antropologia occidentale.

    È necessario capire che i nostri nemici non stanno scherzando. Noi possiamo fare battute e meme su quegli innocenti cartoni animati, ma intanto la censura resta. Un bambino di oggi non può neppure vedersi il dannato elefantino volante, o la ciurma di ragazzini che combatte contro Capitan Uncino, perché risultano proibiti ai minori di sette anni.

    Ma vi rendete conto di cosa significa tutto ciò e di dove potrebbe arrivare il processo che è stato innescato? Altro che rogo dei libri dei nazisti – che, tra parentesi, vigeva solo per la Germania, a quei tempi. Questi si muovono a livello mondiale. Buttano giù statue, ma non solo. Da un’università, è stata fatta rimuovere una poesia di Rudyard Kipling scritta sul muro e ci sono stati pesanti problemi per un classico che tutti abbiamo letto durante l’infanzia, Le avventure di Huckleberry Finn – Mark Twain era un noto anti schiavista, ma usa la parola “negro”, quindi per loro non dovrebbe più essere pubblicato.

    Secondo voi, cosa potrebbe fare gentaglia del genere, se dovesse incappare nel personaggio palesemente razzista, omofobo e chi più ne ha più ne metta, di Bruno, in Le particelle elementari di Houellebecq? Come reagirebbero a un passo simile “Trascorsi tutto il fine settimana a scrivere un pamphlet razzista, in uno stato di erezione quasi costante; il lunedì successivo telefonai a ‘L’Infini’. Stavolta Sollers mi ricevette nel suo ufficio. Era vispo, ammiccante, come in televisione – addirittura meglio che in televisione. ‘Lei è un razzista vero e proprio, si sente, capperi, niente male!’ Fece un piccolo gesto con la mano, un gesto molto aggraziato, prese uno dei fogli, c’era un passaggio segnato a margine: ‘Noi ammiriamo e invidiamo i negri perché sul loro esempio vorremmo tornare animali, animali dotati di un grosso cazzo e di un minuscolo cervello da rettile, appendice del loro cazzo’”? Per fortuna, questi della cancel culture sono ignoranti come talpe e occupati più a twittare che a leggere, altrimenti dello scrittore francese non resterebbe un testo che uno nelle librerie.

    Non fidatevi neppure quando tra loro si palesano i falsi moderati, quelli del “no, ma non si può valutare questo libro o film con i nostri parametri, perché appartiene a un’altra epoca”. Perché, se invece fosse stato scritta o girata oggi, un’opera d’arte che propone dei modelli o posizioni discutibili sarebbe censurabile? Capite che è la loro idea di base a essere sbagliata alla radice? Chi cazzo sono questi quattro pezzenti per decidere cosa è degno di pubblicazione e cosa no? L’arte è il regno della libertà, non il banco di prova della buoncostume. La Chiesa del passato, con il suo indice dei libri proibiti, a paragone, era una vecchia beghina che fa la morale affacciata alla finestra.

    Se non reagiamo adesso – e intendo dire proprio nell’immediato –, se non opponiamo un violento rifiuto alla loro efferatezza censoria, ci ritroveremo schedati perché nella libreria abbiamo l’opera completa di Dostoevskij. E guardate che questi fanno sul serio.

    Woody Allen fa dire a un suo personaggio “Ogni volta che ascolto Wagner, mi viene voglia di invadere la Polonia”. Attenti che qualcuno di noi potrebbe ritrovarsi la casa in fiamme solo per aver osato mettere su Spotify L’anello del Nibelungo di quell’antisemita di compositore. E, no, non c’è proprio niente da ridere.

    https://www.ildetonatore.it/2021/01/...i-matteo-fais/
    Sono contrario a questa roba del "politicamente corretto", perché il "moralmente corretto" è totalitario. Il politicamente corretto, alle mie orecchie, sembra inizialmente positivo, e soprattutto non pericoloso. Dopo tutto, chi vuole essere scorretto, o politicamente scorretto? Ma mi chiedo cosa significa effettivamente il politicamente corretto? E chi lo stabilisce?
    Il fatto che sia difficile rispondere a queste semplici domande è dovuto alla strana composizione linguistica del termine "politicamente corretto". Perché corretto, in base al significato dalla parola latina , è tutto ciò che è stato aggiustato, cioè, ciò che è senza errori, corretto o in senso figurato appropriato. Poi il termine "politicamente" è volutamente vago. Ma non si tratta precisamente di ciò che è politicamente appropriato, se si intende con ciò una sorta di interazione civile nella convivenza pubblica. E questo è dovuto al semplice aggettivo "politico". La parola è un sostituto deliberatamente vago che dovrebbe nascondere il fatto che non si tratta di un'azione appropriata per la comunità. Si tratta di un' ideologia estrema. Perché "politico" qui significa lo stravolgimento del significato reale della parola "morale". Il politicamente corretto, secondo i loro sostenitori, specialmente quelli accademici, non è altro che il moralmente corretto. E si suppone che questa cosa moralmente corretta si applichi a tutta la comunità e venga fatta rispettare per mezzo di sanzioni sociali - regolamenti linguistici, rinominazione, rimozione di opere d'arte dagli spazi pubblici. Questo è totalitarismo. Perché secondo me, ad eccezione di pochissimi atti: violazioni del diritto all'integrità fisica, all'autodeterminazione e alla proprietà e gli atteggiamenti morali sono una questione privata nelle democrazie liberali e questo per una buona ragione. La visione del mondo e la religione sono questioni che riguardano l'individuo. Diventano un problema solo quando si traducono in azioni che non rientrano nel codice penale. In sostanza, questa è una guerra culturale, e ha poco a che fare con la moralità, la protezione delle minoranze o dell' humanismo. Gli ideologi del politicamente corretto si preoccupano di perseguire un'agenda sociale rivoluzionaria. L'inizio del movimento sistematico verso il "politicamente corretto" è spesso datato agli anni '80 negli Stati Uniti. A mio parere, tuttavia, le radici ideologiche si trovano molto prima, nel neomarxismo degli anni '20: poiché non ci si poteva aspettare una rivoluzione a causa delle circostanze economiche, l'obiettivo era la conquista dell'egemonia culturale, cioè la sovranità dell'interpretazione nell'opinione pubblica attraverso una politica linguistica mirata e l'occupazione di posizioni chiave nel business della cultura e dei media. L'obiettivo di questa strategia rivoluzionaria era di distruggere la società borghese screditando le sue istituzioni centrali: famiglia, università e istituzioni culturali.

  4. #4
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    E poi, il diritto all'opinione libera e sgradevole che i rappresentanti del mondo informatico non vogliono accettare.
    Il bene più alto in una società liberale è la libertà di opinione. Finché non c'è una minaccia di commettere un crimine, i cittadini negli stati liberali hanno il diritto, con alcune restrizioni e considerazioni di pensare e dire ciò che vogliono. Anche se questo non convince ad alcuni.
    È proprio questo diritto all'opinione libera e sgradevole che i rappresentanti del politicamente corretto non vogliono accettare. Si occupano di rieducazione attraverso il linguaggio e la politica simbolica. Il linguaggio quotidiano deve essere ripulito moralmente, i vecchi libri devono essere messi alla prova per trovare formulazioni impopolari, i nomi delle strade, i monumenti, le collezioni dei musei ecc. devono essere adattati.
    Essere contro il politicamente corretto non significa essere a favore della discriminazione
    Questa impressione viene rafforzata dal fatto che questo dibattito ha i tratti inconfondibili di una lotta di classe dall'alto: una piccola minoranza accademica, culturale ed artistica di rampolli benestanti presume di rieducare le masse che sono presumibilmente intrappolate nei loro stereotipi. Si potrebbe liquidare questo come la presunzione di bambini benestanti coccolati. Ma la questione non è così ingenua. Perché troppe persone che sostengono per buone ragioni, come la protezione delle minoranze, si fanno volentieri burattini di un'agenda aggressiva per ricostruire le società occidentali. Ma essere contro il politicamente corretto non significa trovare la discriminazione accettabile. Significa difendere la nostra libertà.

  5. #5
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da france Visualizza Messaggio
    Il politicamente corretto, secondo i loro sostenitori,
    già il grammaticalmente corretto sarebbe un enorme balzo in avanti.

  6. #6
    Παρρησιαστής
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    già il grammaticalmente corretto sarebbe un enorme balzo in avanti.
    e il matematicamente corretto?


    Orwellian: Teacher Blames 'Western Imperialism,' 'Colonization' for Concept of 2+2=4


    Brittany Marshall, a self-described teacher and Ph.D. student, took to Twitter this past weekend to voice her displeasure about the concept of 2+2=4, saying the “idea” of the simple math equation is merely “cultural.”


    Marshall’s tweet brings to mind George Orwell’s famous book, 1984, where protagonist Winston is sent to “Room 101” to be convinced that two plus two equals five, not four. “Freedom is the freedom to say that two plus two makes four,” the defiant Winston declares. “If that is granted, all else follows.”
    https://pjmedia.com/news-and-politic...of-224-n614048



    Il totalitarismo orwelliano è già qui
    Derjenige, welcher dem Feinde statt des Pfeiles ein Schimpfwort entgegenschleuderte, war der Begründer der Civilisation
    S. F.

    It is no measure of health to be well adjusted to a profoundly sick society.
    Krishnarmurti

  7. #7
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    ... e bla bla bla.
    la migliore dimostrazione che sono tutte cazzate è che questo post è stato pubblicato e il suo autore si trova a piede libero.
    Tu sei la prova vivente - quanto una pecora belante al pensiero unico - che la vigorosa prosa è autentica certezza.

  8. #8
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da standing bull Visualizza Messaggio
    ... e bla bla bla.
    la migliore dimostrazione che sono tutte cazzate è che questo post è stato pubblicato e il suo autore si trova a piede libero.
    Vuoi anche negare che i progressisti vogliono censurare tutto quanto a loro sgradito?
    Spaghetti e pistole

  9. #9
    Super Troll
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da Dr. Gori Visualizza Messaggio
    e il matematicamente corretto?


    Orwellian: Teacher Blames 'Western Imperialism,' 'Colonization' for Concept of 2+2=4


    Brittany Marshall, a self-described teacher and Ph.D. student, took to Twitter this past weekend to voice her displeasure about the concept of 2+2=4, saying the “idea” of the simple math equation is merely “cultural.”


    Marshall’s tweet brings to mind George Orwell’s famous book, 1984, where protagonist Winston is sent to “Room 101” to be convinced that two plus two equals five, not four. “Freedom is the freedom to say that two plus two makes four,” the defiant Winston declares. “If that is granted, all else follows.”



    https://pjmedia.com/news-and-politic...of-224-n614048



    Il totalitarismo orwelliano è già qui
    in effetti, in un sistema che considera solo i numeri 0,1 e 2, 2+2 non fa 4.

  10. #10
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    Predefinito Re: Per quanto ancora faremo finta che la "cancel culture" non esista?

    Citazione Originariamente Scritto da Sentenza Visualizza Messaggio
    Vuoi anche negare che i progressisti vogliono censurare tutto quanto a loro sgradito?
    vogliano o non vogliano, in pratica la censura non c'è. come disse il signor de la Palice.

 

 
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