Questo è un colpo quasi fatale .
Premetto che la poesia non è mai stata la passione mia , Leopardi faceva eccezione ma lo Zibaldone penso mi aiutasse a superare la diffidenza per il mezzo .
In gioventu' travai il modo di superare l'handicap con la scoperta di Dylan , insuperato , e successivamente con quelli che diventarono i miei riferimenti poetici , non rabbrividite per il termine usato , autoctoni .
Ora i medesimo sono De Andrè , De Gregori e Guccini .
I primi due effettivamente per me piuttosto inarrivabili in qualche modo .
De Andrè ha tradotto Dylan se non ricordo male con Avventura a Durango non troppo riuscita e assieme a De Gregori credo Via della povertà idem
De Gregori se la cava meglio con un intero Lp di traduzioni piuttosto riuscite e nel caso di Non è buio ancora , traduzione di No dark yet riesce quasi a superare l'originale .
Vero è che De Andrè era di derivazione francese mentre De Gregori e Guccini tiravano piu verso sonorità dylaniane ... comunque la poesia ce la trovavo e trovo in tutti e tre
Ecco ora sta traduzione in romanesco di Leopardi mi spiazza un pochetto .
Nun se po' senti' .
Ho cercato di esprimere la mia opinione in dialetto , non mio, ma di riferimento .
Non me ne voglia nessuno a cominciare dall'autore , che resta il mio preferito assieme agli altri due , epperò alla mia età vedere vacillare un piedistallo amorevolmente custodito non è una bella cosa....