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    Predefinito La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    "Vecchia Scuola", vero @Avanguardia?

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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    Avanguardia anni '90.
    FASCISMO MESSIANICO E DISTRUTTORE. PER UN MONDIALISMO FASCISTA.

    "NELLA MIA TOMBA NON OCCORRE SCRIVERE ALCUN NOME! SE DOVRO' MORIRE, LO FARO' NEL DESERTO, IN MEZZO ALLE BATTAGLIE." Ken il Guerriero, cap. 27. fumetto.

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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    Alla distruzione della società moderna

    Leonardo Fonte





    Il Fronte Antimondialista sarà composito ed articolato, forte delle identità politico-culturali delle espressioni militanti che vi convergeranno e vettorialmente proiettato verso l’abbattimento e la distruzione della società capitalistica, dell’oppressione e dello sfruttamento supportati dall’Alta Finanza internazionale e dalle imprese multinazionali insieme al loro braccio armato: quell’agglomerato criminale e terrorista che è il potenziale tecnologico e militare degli Stati Uniti d’America, il gendarme planetario al servizio della plutocrazia Occidentale. A questo scenario di sfruttamento dei popoli dobbiamo aggiungere quello della Palestina, ove l’entità giudaico-sionista, con l’avallo e la complicità del regime statunitense, sta massacrando un popolo che oramai si batte per la sopravvivenza, dopo essere stato depredato della propria Patria.

    Al momento il Fronte Antimondialista è divaricato, frammentato in mille rivoli, politicamente poco o per nulla incidente, diviso in laceranti contrapposizioni personalistiche o in barriere ideologiche che non fanno altro che potenziare l’oligarchia mercantile al potere.

    Il Fronte Antimondialista dovrà vedere insieme tutte le forze le quali respingono decisamente e senza compromessi la mondializzazione, l’omologazione dei popoli alla legge del mercato, il desacralizzante percorso intrapreso affinché tutto venga assorbito e diretto dai canoni del profitto e della produzione che ci vorrebbero tutti uguali, in ogni angolo del pianeta, tutti inebetiti dal consumo della stessa delirante televisione, degli stessi alimenti e dalla stessa cultura che lo stereotipo occidentale ha partorito, azzerando culture, identità e radici, per la realizzazione del one world, quell’aberrante tesi che riduce il tutto ad un villaggio globale.

    Ancora una volta gli USA, espressione imperialistico-militare del nuovo ordine mondiale, stanno mostrando ed usando tutto il proprio potenziale di morte e di distruzione mietendo diecine di migliaia di vittime in Afghanistan, in un’ennesima aggressione imperialista che possiamo definire un nuovo segmento della guerra mondialista del petrolio. In tal direzione abbiamo ritenuto apprezzabile e lucida un’analisi compiuta in un foglio della sinistra rivoluzionaria, ove si afferma: «L’inevitabile declino della potenza economica americana, come già fu per l’Inghilterra, li costringe ad elaborare una strategia per affrontare i gravi problemi geopolitici che si aprono sull’immensa area dell’Eurasia compresa nell’ovale di Brzezinski: il triangolo i cui vertici sono i Balcani, il Medioriente e il Caspio, con le sue propaggini caucasica ad occidente e dell’Asia centrale ad oriente. Da questi poli si irradiano potenti onde perturbatrici che percorrono tutta la regione». (cfr. "La via della seta e del petrolio", in “il Partito Comunista”, settembre-ottobre 2001)

    Come già avvenuto in Serbia e nel Kosovo, appare palese l’interessamento della nomenklatura mondialista per il controllo dei corridoi energetici che dall’Asia Centrale, attraverso l’Afghanistan ed il Pakistan, daranno gas naturale e greggio essenzialmente all’Occidente mercantilistico. Il petroliere Bush, eletto dalle multinazionali del petrolio a presidente degli USA, ha colto l’occasione per avviare l’ennesima campagna diffamatoria contro l’Islâm in generale e contro quelle nazioni che a suo giudizio proteggono un non ben identificato terrorismo. Nelle vedute dei centri mondialisti, attraverso il gendarme planetario statunitense, si cerca in verità la distruzione di tutte quelle identità popolari, religiose e nazionali che non si vogliono piegare all’assoggettamento imperialista dello sfruttamento multinazionale.

    Le masse scomposte dell’Occidente consumista, annichilite da un egoismo individualista oltremodo spregevole, sono distanti dal recepire questa mortale tenaglia che nella sostanza mette a repentaglio anche la loro stessa attuale esistenza. Una informazione giornalistica asservita ai potenti, una produzione hollywoodiana dilagante ed ipnotica, con una classe dirigente complice fanno dell’Italia una vera e propria colonia degli Stati Uniti. In verità sin dall’estate del 1943, col pretesto di liberarla (?) dal Fascismo, l’Italia è stata occupata militarmente dagli USA; tolte le truppe di occupazione bellica sono rimasti gli ascari fedeli, ben piazzati nelle sedi istituzionali, finanziarie e militari. Da questa doverosa presa di coscienza deve trovare la base una reale contrapposizione a questo farneticante e diabolico sistema, e non usiamo parole grosse quando affermiamo con ridondanza che serve una opposizione rivoluzionaria al Sistema.

    Gli Stati Uniti d’America -non scordatelo: grazie all’indiscutibile potere esercitato dall’internazionale ebraica che li governa hanno per ben due volte inchiodato l’Europa ad una guerra fratricida- sono la prima nazione criminale e terrorista nel mondo. A supportare questa affermazione troviamo le terribili realtà di guerre dichiarate e non dichiarate che in ogni angolo del mondo hanno causato milioni di morti e devastanti distruzioni. Noam Chomsky, intellettuale, liberale, ebreo-statunitense, in una recente intervista [1] ha avuto modo di mettere in risalto la grande pericolosità rappresentata dall’imperialismo yankee per i popoli del pianeta.

    «... si deve riconoscere -afferma Chomsky- che in gran parte del mondo gli Stati Uniti sono considerati uno dei principali stati terroristi, e con buone ragioni. Dovremmo ricordarci, per esempio, che nel 1986 gli USA sono stati condannati dalla Corte internazionale per “uso illegale della forza” (terrorismo internazionale) e hanno poi posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva a tutti gli stati (sottintendendo gli Stati Uniti) di rispettare il diritto internazionale. Non dobbiamo dimenticare che gli stessi Stati Uniti sono uno dei principali stati terroristi. Cosa vogliamo dire dell’alleanza fra Stati Uniti, Russia, Cina, Indonesia, Egitto e Algeria, tutte nazioni che non vedono l’ora che nasca un sistema di rapporti internazionali sponsorizzato dagli Stati Uniti che dia loro il beneplacito per continuare i propri massacri terroristici? Vale la pena di ricordare, soprattutto dal momento che è stato fatto passare sotto silenzio, che gli Stati Uniti sono l’unica nazione condannata per terrorismo dalla Corte internazionale e che abbia rifiutato di aderire a una risoluzione del Consiglio di sicurezza che intimava alle nazioni di rispettare le leggi internazionali. Gli Stati Uniti continuano a praticare il terrorismo internazionale ...» [2]

    Solamente gli ipocriti, gli schiavi ed i meschini, che in Italia pullulano in ogni dove, non si rendono conto di questa inequivocabile realtà.

    La miscela dittatoriale composta dall’imperialismo statunitense e dall’usurocrazia economica, praticata dalla grande banca e dalle imprese multinazionali, rappresenta il letale composto che ha cancellato la libertà dei popoli e gli imprescindibili indirizzi di solidarismo che ne dovrebbero contrassegnare il grado di civiltà. Che l’oppressione praticata dall’economia capitalistica sia il nemico e l’ostacolo numero uno da abbattere per tutti gli antagonisti, lo deduciamo anche dalle analisi di un «economista» di estrazione «sessantottina» e controcorrente -... ci sembra di avere davanti in un certo qual modo le teorie e le denuncie antiusurocratiche elaborate dal prof. Giacinto Auriti- il quale senza tentennamenti ammette:

    «Il PIL, il deficit pubblico, il debito pubblico sono gli strumenti del grande inganno, che hanno creato una società che ingrassa gli usurai e mortifica il lavoro, distrugge la creatività e genera schiavitù, produce ingiustizia e miseria e nasconde la ricchezza. Stanno barando, sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori, delle imprese. Un pugno di sordidi usurai sta conducendo un gioco al massacro per conservare i propri privilegi. [...] Ogniqualvolta il Governatore della Banca d’Italia, e a maggior ragione, adesso, quello della Banca Centrale Europea, rilasciano una dichiarazione, tremano le borse, i mercati, i palazzi del potere, i sindacati e le persone comuni, annichiliti dal grande risalto che il verbo di questi pontefici trova sui media di tutto il mondo. Non è un caso che negli ultimi dieci anni i maggiori esponenti dei governi italiani siano stati persone provenienti dalla Banca d’Italia o dal mondo industriale e finanziario» [3]

    Sbarrare radicalmente il tratto all’economia ed allo sfruttamento capitalistico, oggi, non è una facile impresa, ma il dovere etico e morale di combattere questa gigantesca piovra è un diritto per quanti ritengono che i popoli debbano essere governati dalla politica e non dall’economia sfruttatrice, in un assetto di stabile equilibrio con tutto quanto è insito nelle rispettive identità e peculiarità, distanti e contrari dalle massificanti forme di omologazione planetaria dettate dall’Occidente consumistico e giudeo-plutocratico.

    Con il consolidamento al potere del nuovo governo di centrodestra, i canoni di sfruttamento iperliberisti hanno avuto ed avranno sempre più nel futuro un maggiore impulso, così come vuole il modello statunitense. Sull’impronta dell’ossequioso uniformarsi alle teorie economico-finanziarie di matrice liberalcapitalista, il servilismo nei confronti degli USA e di Israele ha toccato dei livelli che definire inqualificabili è davvero riduttivo; nel contesto dell’analisi della emergenza palestinese è stata centrata in pieno anche una delirante e sfacciata ipocrisia. La sfilata di solidarietà con gli statunitensi sotto le bandiere yankees che gli ascari di Berlusconi hanno organizzato a Roma nello scorso mese di novembre, la precipua dichiarazione di guerra all’Afghanistan in nome di un obbrobrioso leccaculismo ai mandriani e l’ossequiosa visita di alcuni dei maggiori esponenti politici alla sinagoga di Roma ne sono un tangibile riscontro. L’esercito dei camerieri del momento è ben articolato: se da un lato abbiamo un capo di governo che blatera «siamo tutti americani, siamo tutti newyorkesi», dall’altro c’è un politologo, Ernesto Galli della Loggia, che su uno dei maggiori quotidiani scrive: «... noi saremo sempre dalla parte degli ebrei, dalla parte d’Israele. Si vede che la causa Palestinese, lo sfruttamento dei Paesi poveri insieme all’oppressione delle terre dell’Islâm esistono solamente su “Risiko”».

    Dopo queste necessarie precisazioni, che tra l’altro scandiscono con prussiana dedizione e spartana consegna le pagine del mensile rivoluzionario "Avanguardia", insieme al frammentato operato politico-militante della Comunità Politica di Avanguardia, noi affermiamo che bisogna porre un ostacolo definitivo alle tante inqualificabili prese di posizione non supportate da una strategia politica, ai sistematici sabotaggi ed alle diversioni strategiche che hanno causato una mortale perdita di tempo ad un’Idea rivoluzionaria e antiborghese che doveva battersi efficacemente contro il suo mortale nemico: il capitalismo e le oligarchie giudeo-plutocratiche.

    Oggi che la contrapposizione mondialismo-antimondialismo si erge nitidamente e la delineazione amico-nemico non ammette più errori di «trinceramento» -non è mai esistito e non esiste un «terzo fronte», chi lo teorizza è un traditore!-, si può affermare che è giunta l’ora di rilanciare e di rinsaldare la «... sfida politica contro i ‘bersagli’ autentici della lotta antisistema: giudaismo e sionismo, plutocrazia, massoneria, mondialismo, ovvero contro la Sovversione ‘istituzionalizzata’ dell’Occidente mercantile e usuraio». [4]

    Quando il nemico, con azioni dirette sempre più oppressive e con strumenti di alienazione sempre più inqualificabili, attenta alla nostra vita quotidiana, alla esistenza di tutti i popoli, non lascia altra scelta che quella di passare al contrattacco con tutti i mezzi di cui si dispone e di abbandonare le posizioni perdenti, sature di vittimismo e prive d’un risvolto di vittoria. Ecco perché ci soffermiamo continuamente sulla auspicabile formazione d’un soggetto politico-rivoluzionario antimondialista unitario. Pur con la divaricazione esistente, con la parcelizzazione soffocante, noi saremo in grado di plasmarlo in maniera consapevole e di proiettarlo sul campo di battaglia politico-militante, facendo in modo di allestire le prime linee di contrattacco con autentica efficacia combattentistica.

    È da tempo che “Avanguardia” vi pone sotto gli occhi un reale progetto di alternativa rivoluzionaria al Sistema -nel frattempo abbiamo assistito al fallimento ed alla continua frammentazione di un’Area che tra l’altro ha contato quanto un due di briscola-, individuando, tra l’altro, «... nella ‘saldatura’ politica tra le avanguardie nazionalrivoluzionarie europee e l’Islâm tradizionale e rivoluzionario una ‘mossa’ politica vincente del fronte antimondialista e, conseguenzialmente, una ‘spinta’ potenzialmente destabilizzante nei confronti degli equilibri oligarchici del Sistema giudaico-mondialista». [5]

    Battetevi insieme alla Comunità Politica di Avanguardia, al fianco degli altri nuclei politico-militanti che, in ogni caso, hanno accettato un confronto dialettico e/o una convergenza politica col progetto di avversione totale al Sistema giudaico-mondialista denominato Eurasia-Islam.

    Lasciate perdere, mettete da parte, ignorate gli ospizi ed i lazzaretti, i vecchi arnesi, identificanti un’estrema destra, reiteratamente in mano a dei personaggi che hanno sabotato la reale essenza antiplutocratica ed anticapitalistica, sociale e rivoluzionaria, del Fascismo europeo. Quelli che hanno agito di concerto, in nome di un comodo anticomunismo di servizio, con le appendici del potere atlantico filo-statunitense. «I recenti avvenimenti genovesi, l’esaltazione della più bestiale repressione poliziesca (senza neanche più il coraggio di scendere in piazza per un confronto diretto), l’anticomunismo senza più comunisti, l’allinearsi ad ogni iniziativa antipopolare e la perfetta identificazione nella politica estera americana e sionista sono fatti così noti ed evidenti da non dover spendere troppe parole in merito. Nei casi più estremi(sti) si fa pura opera di provocazione nostalgica e integralista da sagrestia, sempre ben nascosti dietro la rassicurante divisa e manganello della polizia di Regime, per rilanciare uno scontro destra-sinistra, rosso contro nero, che sarebbe quanto di più funzionale al Sistema mondialista in ambito nazionale, se non fosse tanto anacronistica da essere inutilizzabile persino per i “servizi” che la gestiscono, dentro e fuori i confini nazionali.» [6]

    Adesso bisogna rilanciare la sfida che il Sistema getta in faccia ai popoli insieme alle guerre che esso muove contro. Non possiamo più cedere del terreno, nè possiamo ulteriormente scompaginarci. È il momento del riordino e di muovere l’esercito dei Credenti. Al «nostro» esercito se ne unirà uno tra i più potenti: quello che vede tra le sue falangi tutti gli oppressi e tutti i diseredati della terra, tutti coloro i quali sono stati mortificati e lasciati ai margini dalla società comandata dalle oligarchie plutocratiche.

    Accettate questa nuova sfida, unitevi a noi, configuriamoci nella articolazione del Fronte Antimondialista [7]; marciando contro le forze dello sfruttamento e dell’oppressione, scompaginando le forze mercenarie dell’imperialismo multinazionale: avremo quanto meno ridato dignità ai popoli. In primis avremo affrancato la nostra Terra dall’occupazione statunitense e ciò non sarà poco.

    Leonardo Fonte

    Note:

    1] Noam Chomsky, “11 settembre. Le ragioni di chi?”, Marco Tropea Editore, Milano 2001, pp. 124 lire 16000;

    2] ibidem, pp. 22, 37, 41;

    3] Domenico de Simone, “Un Milione al mese a tutti: subito!”, edizioni malatempora, Roma 1999; p. 6;

    4] cfr. Maurizio Lattanzio, "Dialogando con i ‘compagni’ ...", in “Avanguardia” numero 84 del novembre 1992, pp. 6-8;

    5] ibidem, p. 8;

    6] cfr. lo scritto di Carlo Terracciano, "Rivolta contro il mondialismo moderno. Attualità rivoluzionaria dell’opera di Julius Evola nell’era della globalizzazione", di prossima pubblicazione a cura delle Edizioni di Avanguardia;

    7] «Sotto questo punto di vista è consequenziale che un vero rivoluzionario veda in ogni giovane contestatore dell’attuale assetto mondiale e nazionale un alleato tattico nell’opera di distruzione delle istituzioni mondialiste, nell’attacco contro i governanti collaborazionisti dell’occupante americano, di “destra” o di “sinistra” poco importa, nella contestazione di ogni loro incontro, nello smascheramento dei loro inganni sulla pelle dei popoli, di TUTTI i popoli». Carlo Terracciano, documento citato.

  5. #5
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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    EDIFICARE IL PARTITO RIVOLUZIONARIO POPOLARE

    Senza gli sforzi di Angkar, senza la spina dorsale di una avanguardia rivoluzionaria fanatica e consapevole non potremo mai conquistarci l'indipendenza nazionale nè la liberazione socio-economica. Angkar è il nucleo dirigente dell'intero processo di rinnovamento e rigenerazione in senso socialista della società. Un partito disciplinato , armato della teoria rivoluzionaria, che pratica l'autocritica ed è saldamente legato alle masse popolari sarà il nucleo centrale delle dinamiche sociali future.

    Angkar auspica la creazione del Partito Rivoluzionario Popolare, la nascita di un esercito sotto la direzione di questo partito, un fronte unito di tutte le classi rivoluzionarie e di tutti i gruppi rivoluzionari sotto la direzione del Nucleo Centrale del Partito.

    Senza teoria rivoluzionaria, senza una conoscenza profonda della storia dei popoli, senza una comprensione radicale dei problemi del movimento rivoluzionario e della realtà sociale nella quale è costretto a operare ; nessun partito politico potrà mai guidare un grande movimento rivoluzionario alla vittoria. Occorre tutto il fanatismo e la determinazione per conseguire dei risultati in politica. La politica è il punto di partenza di ogni azione pratica di un Partito Rivoluzionario e si manifesta nello sviluppo e nel risultato finale delle azioni di questo partito. Ogni azione di un partito rivoluzionario è l'applicazione della sua politica. Se non applica una politica corretta allora dovrà provvedere per modificarla; se non applica coscientemente una data politica allora l'applica alla cieca. Ciò che noi chiamiamo esperienza è il processo di applicazione di una politica e il suo risultato finale. E' solamente attraverso la pratica del popolo, cioè attraverso l'esperienza, che possiamo verificare se una politica è giusta oppure errata. Ma la pratica degli uomini, specialmente la pratica di un partito rivoluzionario e delle masse rivoluzionarie, resta sempre e comunque necessariamente applicata a una politica o all'altra. Di conseguenza prima di intraprendere qualsiasi azione dobbiamo spiegare chiaramente ai nostri dirigenti, ai nostri militanti e combattenti la politica che abbiamo formulato alla luce delle circostanze storiche e sociali.

    Angkar è contro ogni forma di revisionismo dialettico che mina la coesione interna decisionale del Partito Rivoluzionario Popolare. Il revisionismo, o opportunismo di destra, è una corrente ideologica borghese. Il comunismo militare che stiamo attuando è il sistema complessivo dell'ideologia popolare, socialista e nazionale del movimento rivoluzionario. Il nostro modello storico e sociale sarà chiamato COMUNISMO ARISTOCRATICO demarxistizzato nelle sue analisi sociali e ancorato al modello storico, politico, sociale e ideale della gloriosa vittoria rivoluzionaria del 17 aprile 1975. Angkar Padevat è il nucleo rivoluzionario che presiederà agli sviluppi del movimento popolare rivoluzionario nell'Occidente parassitario e borghese.

    Il nostro Comunismo Aristocratico differisce da ogni altra ideologia e da qualsiasi altro sistema sociale per la completezza dei suoi obiettivi, per la radicalità della sua forma e per la spartana visione della vita che rifiuta tanto il materialismo storico quanto il capitalismo espressioni di oligarchie detentrici delle ricchezze materiali e collegate alla Finanza Mondiale.

    L'ideologia è il sistema sociale del feudalesimo sono oramai da tempo entrati nel muso della storia. Anche il nazionalismo di ottocentesca memoria e il socialismo d'ispirazione marxista appartengono al passato remoto della storia dei popoli. Noi dobbiamo prendere esempi dal passato recente per non lasciare nulla d'intentato. L'ideologia e il sistema sociale del capitalismo e del marxismo sono stati superati dalla folle corsa verso l'omologazione planetaria di massa (Mondialismo). Noi rifiutiamo il recupero di cadaveri ideologici quali nazionalismo, fascismo, socialismo marxista e comunismo materialista. Il sistema che propugna il Comunismo Aristocratico finirà con il sostituirsi completamente al sistema globalizzante della postmodernità nichilista occidentale affermatasi nel mondo dopo il crollo dell'URSS e delle dittature socialmarxiste dell'Europa Orientale. Per quanto i reazionari e gli imperialisti di tutto il mondo si sforzeranno per fermare la ruota della storia Noi di Angkar Padevat affermiamo che prima o poi la Rivoluzione scoppierà e sarà inevitabilmente vittoriosa.

    ONORE A ANGKAR .

  6. #6
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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    PERCHE' "JUDEN VAFFANCULO" SARA' LO STILEMA DEL COMBATTENTE RIVOLUZIONARIO DEL TERZO MILLENNIO.

    "Juden Vaffanculo" sarà lo stilema dell'Autarca Nichilista che , solitario, continuerà la trionfante marcia nel deserto della desolazione nichilistica.

    Il Movimento Rivoluzionario deve riconoscere nel Giudaismo il nemico dell'umanità. Il Giudaismo Mondiale è al fianco della superpotenza a stelle e strisce nell'utopistica realizzazione di un super Governo unico Mondiale. Sarà il regno della Grande Bestia! Occorre fermare i Giudei e i loro lacchè internazionali perchè oggi come mai prima d'ora Israele crede di poter realizzare i suoi sogni messianici a discapito di interi popoli e nazioni.

    Noi di ANGKAR identifichiamo nel Giudaismo il motore immobile di questa nuova era. I giudei sono i nemici di razza. Stati Uniti e Entità Sionista in terra palestinese occupata sono i nemici da colpire inesorabilmente senza pietà e senza rimorsi.

    I Giudei non conoscono pietà. Nemmeno Noi! ANGKAR PADEVAT vive!

    Siamo lucidi fanatici, folli, assetati di sangue. Il sangue dei giudei, dei borghesi, dei capitalisti di ogni razza. Non odiamo i nostri nemici: l'odio non ci appartiene. Siamo coscienti che la sfida è immane. Oggi tutti i principali governi della terra sono servi della finanza internazionale, dei ricatti usurocratici del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, docili pecorelle dinanzi al leone statunitense e alla volpe giudaica.

    Noi rovesciamo l'assioma per cui i Giudei sarebbero intelligenti. Sono solo menzogne di sessant'anni di propaganda giudaica. I giudei sono inetti in ogni arte e non hanno mai costruito niente di positivo nella loro millenaria storia di crimini e nefandezze. Distruggere l'omertà sistemica e la paura sinagogica sarà premessa rivoluzionaria per l'affrontamento della battaglia totale che ANGKAR PADEVAT condurrà inesorabile contro i nemici del popolo.

    A MORTE IL GIUDAISMO MONDIALE , A MORTE IL CAPITALISMO, A MORTE LA BORGHESIA

    ANGKAR VIVE!

    Procederemo a delineare i fondamenti ideologico politici di ANGKAR PADEVAT

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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    Alla cortese attenzione de 'l'amico' @IlWehrwolf.

  8. #8
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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    Citazione Originariamente Scritto da Vero Socialismo Visualizza Messaggio
    Alla cortese attenzione de 'l'amico' @IlWehrwolf.
    Grazie. Attendo il seguito.

  9. #9
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    Predefinito Re: La Cambogia di Pol Pot e metallica forma spartana (di Maurizio Lattanzio)

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    Grazie. Attendo il seguito.
    Al momento trovai solo ciò. Nel caso dovessi visionare altro, lo condividerò senza problemi.

 

 

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