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C@scista
Sanitopoli, condannati per falso l?ex presidente Lorenzetti, l?ex assessore Rosi e Di Loreto. Assolti tutti gli altri | Umbria24.it
Ieri è arrivata la sentenza che ha
condannato per lo scandalo sanitopoli la ex presidente della Regione Maria Lorenzetti a otto mesi cosi come ha condannato gli ex assessori regionali Rosi e di Loreto
Condannati lei, l’ex assessore alla sanità Maurizio Rosi e l’ex direttore generale alla sanità Paolo Di Loreto rispettivamente a otto mesi e otto mesi e quindici giorni. Il collegio li ha assolti per tutti gli altri reati e ha assolto anche tutti gli altri sette imputati: l’ex dg della Asl 3 di Foligno Gigliola Rosignoli, e l’ex capo di gabinetto della Lorenzetti, Sandra Santoni, oltre a Luca Conti, Giancarlo Rellini, Francesco Ciurnella, Giuliano Comparozzi e Franco Biti, tutti dirigenti e funzionari della Regione.
Il collegio presieduto dal giudice Restivo, a latere Daniele Cenci e Valerio D’Andria ha dunque assolto gli imputati dalle accuse di aver redatto atti falsi al momento dell’approvazione delle due delibere incriminate, come i pubblici ministeri Mario Formisano e Massimo Casucci hanno sostenuto. Le condanne arrivate, tutte con pena sospesa per cinque anni e con non menzione nel certificato del casellario giudiziale riguardano infatti due capi d’imputazione che hanno cristallizzato il comportamento degli imputati dopo determinate date. E precisamente, scrivono i giudici nel dispositivo, «Rosi e Di Loreto responsabili del reato di cui al capo b limitatamente alla condotta successiva al 2 aprile 2009 ( data in cui, secondo il capo d’imputazione sarebbero pervenute in Regione, le richieste delle Asl che erano già state approvate nella delibera urgente del 19 gennaio 2009 e dichiarata efficace il 16 settembre 2009, ndr)». Per quello stesso reato sono stati invece assolti per non aver commesso il fatto Francesco Ciurnella e Giuliano Comparozzi e perché il fatto non costituisce reato per Luca Conti. Per l’altro falso invece «Rosi, Di Loreto e Lorenzetti, responsabili del reato di cui al capo d limitatamente alla condotta successiva al 2 marzo 2010 ( data in cui sono pervenute le richieste delle Asl sul contenuto dell’atto già deliberato il 5 ottobre 2009,
ndr)». Per quello stesso episodio, Franco Biti assolto perché il fatto non costituisce reato, e Giancarlo Rellini e Comparozzi Giuliano per non aver commesso il fatto.