Originariamente Scritto da
IlWehrwolf
L’esperienza salazarista in Portogallo diede vita alla struttura del cosiddetto Estado Novo, un’organizzazione del potere che non avrebbe mai assunto un profilo totalitario, nonostante Salazar dichiarasse apertamente le proprie simpatie per l’Italia fascista e la Germania nazista (simpatie almeno in parte tradite dalla concessione agli Alleati, durante la II Guerra Mondiale, delle basi aree nelle isole Azzorre).
La figura di Antonio Oliveira De Salazar emerse dalla sollevazione del’ 26. Professore di scienze economiche, ottenne immediatamente il ruolo di ministro delle economie durante il primo biennio del regime militare (’26-’28); subito dopo, a causa della fallimentare gestione del potere da parte militare, fu nominato presidente del consiglio dei ministri: iniziava così il regime salazarista. Nato nel 1889 da famiglia rurale, studiò in seminario per poi passare all’università di Coimbra, dove ottenne la laurea in Giurisprudenza; come ministro delle finanze, si mise in luce grazie a due prestigiosi successi: aveva riportato il bilancio dei pagamenti in parità e ridotto il debito. Grazie ai risultati in campo economico, Salazar ottenne un notevole prestigio a livello europeo.
Il regime salazarista, pur rivelandosi un regime piuttosto duro (30.000 dissidenti sarebbero stati incarcerati), si differenziava dalle altre dittature europee per alcune sostanziali caratteristiche:
1. Salazar non sarebbe mai diventato capo dello Stato, per via di un tacito accordo coi militari che spartiva le cariche governative: i militari ebbero la poltrona del presidente della repubblica, Salazar “solo” quella del consiglio (e con essa il potere effettivo).
2. Non fu una realmente una dittatura militare, bensì “civile”.
Infatti, nonostante le simpatie che Salazar nutriva per l’Italia mussoliniana (ed in seguito per la Germania nazista), la dittatura portoghese si distinse notevolmente dal fascismo; dal regime fascista sarebbe stata ripresa la dottrina corporativa, che Salazar mise subito in atto, riprendendo la carta del lavoro di Mussolini.
Nel 1933 fu approvata la nuova costituzione, dove furono fissati i lineamenti dell’Estado Novo. La nuova carta costituzionale aveva in sé un carattere empirico ed eclettico; tendeva ad accumunare istituzioni di forme politiche differenti, fondendo i lineamenti demo-liberali con quelli autoritari. Fu una costituzione parlamentare e corporativa; pose fine al liberalismo portoghese, segnando la prevalenza del potere esecutivo su quello legislativo; un esecutivo di natura bicefala, con un presidente della Repubblica eleggibile ogni sette anni, responsabile del proprio operato di fronte alla nazione, che a sua volta nominava il presidente del consiglio, il quale avrebbe risposto solo a lui. Era prevista un’assemblea nazionale di trenta deputati, eletti a suffragio diretto ogni quattro anni; esisteva anche una camera corporativa, avente però solo funzioni consultive, rendendo il Portogallo un paese privo di un effettivo bicameralismo. Le unità corporative di base ovviamente non erano le classi, bensì i nuclei famigliari che trascendevano le divisioni fra lavoratori, borghesi ed imprenditori. A votare era, per tutti i membri del nucleo, il capo-famiglia.
Nel 1935 si giunse alla soppressione dei partiti politici, attraverso l’istituzione della sola Uniao National. Il partito unico, tuttavia, avrebbe presentato numerose correnti al suo interno. Anche la dittatura salazarista, come fascismo e nazismo, diede vita ad organizzazioni paramilitari allo scopo di inquadrare la gioventù del paese; i bambini tra gli otto e dieci anni furono raccolti nei Lusitos, quelli tra i dieci e i quattordici negli Infantes, i ragazzi tra i quattordici e i diciassette negli Avanguardistas, e dai diciassette in su nei Cadetes. Si trattava di organizzazioni soggette a disciplina militare, tenute a partecipare a giornate organizzate. Era un calco preciso dell’organizzazione giovanile italiana, con la differenza che le femmine non vi trovavano posto; tuttavia si trattò solo di una copia; Salazar infatti non tentò mai di fondare il proprio potere sul consenso di massa e sulla religione politica del “culto del capo”. Non ebbe mai l’ascendente politico del duce, essendo un uomo riservato, grigio e molto restio a condividere il potere, a causa del suo carattere diffidente; non smetteva mai di dichiarare autoritario e non totalitario il suo regime: per fascismo e nazismo nutriva solo simpatia.
Nel 1940 si siglava un concordato con la Chiesa; cattolico praticante, Salazar riconobbe alla Chiesa molti dei privilegi che le erano stati sottratti, abolendo l’obbligo del controllo statale sui documenti pontifici, reintegrando l’insegnamento religioso a scuola, favorendo la realizzazione di scuole cattoliche private, dando valore civile al matrimonio religioso. Tuttavia non fece mai del Portogallo uno Stato confessionale, mantenendo anche il diritto di divorzio, pur con varie restrizioni.
L'Estado Novo di Salazar fuse insieme caratteri autoritari (non dittatoriali), demo-liberali, cattolici ma non clericali e confessionali, conservatori e tradizionalisti. A livello ideale può dunque senza dubbio costituire un buon esempio di società per i conservatori cattolici.