User Tag List

Pagina 2 di 6 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 57
  1. #11
    Forumista
    Data Registrazione
    27 Nov 2019
    Messaggi
    965
     Likes dati
    4
     Like avuti
    106
    Mentioned
    22 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Riporto un vecchio post della signora Paola860 scritto sul forum "consulenza ebraica":

    C'è questa Parashat che merita di essere letta:

    www.torah.it

    Parashat Vaierà 5772
    La “legatura di Isacco”: sogno o realtà?
    rav David Gianfranco Di Segni
    Dalla derashà tenuta all’Oratorio “Di Castro” di Via Balbo, Roma, a Rosh Hashanà 5772.
    La Aqedàt Yitzchàq, impropriamente tradotta con “sacrificio di Isacco” (in realtà significa “legatura
    di Isacco”), è uno dei passi più problematici del libro di Bereshit (Parashà di Va-yerà, cap. 22). È un
    brano fondamentale per la concezione ebraica, e ciò è dimostrato dal fatto che i Maestri l’hanno
    scelto come lettura biblica per i due giorni di Rosh Hashanà, insieme al capitolo 21 che narra la
    separazione fra Avraham e il primo figlio, Yishmael (i due capitoli sono strettamente collegati anche
    concettualmente, non solo in quanto consecutivi).
    Qualche giorno prima di Rosh Hashanà di quest’anno (2011) è andato in onda su Rai3, a “Che
    tempo che fa”, un colloquio fra il conduttore, Fabio Fazio, e l’ospite della trasmissione, Vito
    Mancuso, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro (già un best-seller) Io e Dio. Una guida dei
    perplessi (Garzanti, 2011; il sottotitolo è esplicitamente ripreso dal titolo dell’opera del Maimonide,
    vedi più avanti). Mancuso, un giovane e simpatico teologo che va per la maggiore, che dice e scrive
    cose anche interessanti, a volte contro-corrente rispetto all’establishment del mondo cattolico
    romano (“Il teologo che vuole rifondare la fede”, scrive il Corriere della Sera), affronta in questo
    libro, fra l’altro, il problema del “sacrificio di Isacco”. Nel colloquio televisivo Fazio, con aria
    tremebonda e contrita visto l’argomento, chiede a Mancuso di parlare di questo passo, in cui D.
    chiederebbe ad Abramo niente meno che di sacrificare suo figlio. Mancuso, un po’ esitante, inizia a
    raccontare come sua figlia di pochi anni gli avesse chiesto un giorno se anche lui l’avrebbe
    sacrificata qualora D. glielo avesse chiesto. Mancuso continua dicendo che rispose alla bambina,
    dopo una breve pausa di riflessione, che no, mai e poi mai l’avrebbe sacrificata. Fazio allora chiede
    a Mancuso come si possa spiegare questo brano della Bibbia e Mancuso afferma che la Bibbia
    stessa supera la questione, in una sorta di evoluzione teologica. Infatti, il profeta Michà (6, 6-8)
    scrive che Dio non gradisce i sacrifici umani (e neanche quelli animali) ma vuole che l’uomo
    persegua il diritto e l’amore per le opere di bene. Il succo del discorso sarebbe quindi, secondo il
    messaggio trasmesso alla televisione dalla coppia Fazio-Mancuso, che la Torà (intesa come
    Pentateuco) è un testo ancora primitivo, rozzo, che si perfeziona con il tempo e in particolare con i
    profeti (Mancuso non lo dice, ma ci si può immaginare che avrebbe continuato dicendo che la
    perfezione ultima si raggiunge solo col Nuovo Testamento).
    Le cose stanno veramente così come trasmesse dalla TV? In realtà, andando a leggere il libro di
    Mancuso, si vede che lui stesso sviluppa la questione in modo più complesso. Il passo di Michà è
    presentato da Mancuso attraverso le parole del filosofo ebreo Martin Buber, “uno che di Bibbia se
    ne intendeva” (ma mai nominato nella trasmissione televisiva). Buber ne parla nel libro Eclissi di
    Dio (Ed. di Comunità, 1983; pp. 123-128). Ma non c’è bisogno di arrivare a Michà per vedere che il
    sacrificio umano va contro l’idea biblica: basterebbe leggere la stessa Torà, in Devarim (12, 29-31;
    18, 9-11), e troveremmo che la Torà condanna esplicitamente i sacrifici umani, a quell’epoca diffusi
    fra le popolazioni della regione con le quali gli ebrei venivano in contatto, e tali sacrifici sono “un
    abominio” agli occhi del Signore. Immagino però che qualcuno potrebbe sostenere che fra Bereshit
    e Devarim corrono centinaia d’anni, il che è vero, non solo secondo le presunte conclusioni della
    critica biblica. La Torà stessa ci dice che fra l’episodio della Aqedà e il discorso di Moshè riportato
    nel libro di Devarim ci sono circa 400 anni. C’è quindi stata un’evoluzione da Bereshit a Devarim?
    Niente affatto. Se si legge il seguito del racconto nel libro di Bereshit vediamo che nel momento in
    cui Abramo si accinge a posare il coltello sul collo di Isacco l’angelo inviato da D-o lo chiama e gli
    ordina: “Non gettare la tua mano sul ragazzo e non fargli nulla” (Bereshit 22, 11 e 12). È il libro
    stesso di Bereshit a dirci che il messaggio del racconto è, appunto, che non si devono fare sacrifici
    umani. (Le parole Al tishlach yadekhà el ha-na’ar, non gettare la tua mano sul ragazzo, sono così
    radicate nella coscienza ebraica che sono state scelte come titolo per la autobiografia di Rav Israel
    Meir Lau, attuale rabbino capo di Tel Aviv e in precedenza rabbino capo d’Israele; Lau fu il
    bambino più piccolo scampato all’inferno di Auschwitz.)
    Sgombrato quindi il campo da interpretazioni che non sono coerenti con il testo stesso della Torà,
    rimane però il problema di come interpretare l’antefatto, a iniziare dai versi 1 e 2 del cap. 22 di
    Bereshit: «…e D. mise alla prova Abramo … e gli disse: “Prendi tuo figlio, l’unico, quello che ami,
    Isacco, vai verso la terra di Morià e fallo salire là come ‘olà su uno dei monti che ti dirò», dove ‘olà
    è inteso in genere come sacrifico di olocausto, un sacrificio che viene bruciato integralmente e il cui
    fumo sale in alto. Ugualmente problematico è il seguito del racconto. Di che genere di prova si
    tratta? Chi è il “Dio” che parla ad Abramo? Perché Abramo viene messo alla prova? Lo scopo della
    prova è di insegnare qualcosa ad Abramo? E che cosa? E così via, sono molte le domande che
    emergono dal racconto. Vediamo cosa dicono i nostri commentatori. Ne presenterò due in questa
    occasione, Rambam e Abrabanel, così come sono presentati dal libro di Alexander Even Chen,
    Aqedat Yitzchaq ba-parshanut ha-mistit ve-ha-filosofit shel ha-Miqrà (Yedioth Ahronoth Books and
    Chemed Books, Tel Aviv 2006), che oltre a questi due autori riporta anche le interpretazioni dei
    Chassidim tedeschi del XII secolo, di Rav Levi Yitzchaq di Berditchev, di Rav Shimshon Refael
    Hirsch, di Rav Avraham Yitzchaq Kook e di Avraham Yehoshua Heschel.
    Rambam (Rabbi Moshè ben Maimon, o Maimonide; Cordova, Spagna 1138 – Fostat, Egitto 1204)
    affronta il tema della Aqedà nel Morè Nevukhim (la Guida dei Perplessi), la grande opera filosofica
    scritta in forma di lettera inviata a un suo discepolo con lo scopo di chiarire i dilemmi in cui ci si
    può imbattere studiando la Torà e le opere dei Maestri, in particolare quando lo studio dei testi
    ebraici è affiancato dalla lettura delle opere dei filosofi. Rambam, consapevole del rischio che si
    corre a trattare certi argomenti, scrisse in realtà in forma a volte allusiva e non è sempre chiaro
    quale fosse la sua vera opinione. Il racconto della Aqedà è uno di questi casi: è trattato estesamente
    nella Parte III, cap. 24 della Guida, e in altri passi (II, 30; II, 45; III, 17). La prova cui è sottoposto
    Abramo va inserita nel più ampio contesto della rivelazione divina agli uomini e in particolare ai
    profeti, una rivelazione che si estrinseca in diverse modalità e a diversi livelli. Uno scopo del
    racconto della Aqedà è, dice il Maimonide, «farci conoscere fino a che punto i profeti avvertano
    come reale tutto ciò che viene comunicato, per rivelazione, da Dio; e ciò affinché non si ritenga,
    manifestandosi la rivelazione, come abbiamo già spiegato, nel corso di un sogno o di una visione, o
    mediante la facoltà immaginativa, che ciò che i profeti odono o è loro presentato in maniera
    metaforica, non sia conforme a verità o, per lo meno, che vi sia frammischiato qualcosa di ipotetico.
    […] In tale senso vanno interpretati i brani relativi a “prove”, dovendosi respingere l’idea che Dio
    voglia mettere alla prova e sperimentare una cosa, al fine di conoscere ciò che non conosceva
    prima. Dio è troppo elevato e superiore rispetto a ciò che immaginano, data la loro difettosa
    intelligenza, gli stolti e gli ignoranti» (Guida III, 24 nella trad. di Rav Giusepe Laras, Il pensiero di
    Mosè Maimonide, Carucci ed., Roma-Assisi 1985 pp. 190-193, riedito anche da Morcelliana, 1998,
    con il titolo Mosè Maimonide. Il pensiero; per una trad. integrale della Guida, vedi M. Zonta, Utet
    2003, 2005; di Zonta vedi anche Maimonide, Carocci, 2011, in part. pp. 127-132). Una concezione
    simile è esposta da Rambam anche nell’altra grande sua opera, il Mishnè Torà: «Tutti i profeti
    ricevono la visione profetica soltanto in sogno, o durante una visione diurna o notturna, dopo essere
    stati colti da sonnolenza profonda» (Mishnè Torà, Hilkhot Yesodè Ha-Torà, VII, 1-5, trad. it. di Rav
    Laras, op. cit., pp. 155-157). In altre parole, ciò che sembra accadere nella visione o nel sogno
    profetico non avviene affatto nella realtà. Per il profeta, gli eventi sono reali: dal suo punto di vista,
    Abramo, nella prima visione occorsagli in sogno, capisce che Dio gli chiederebbe di sacrificare il
    figlio; invece, nella visione finale, che è a un livello superiore, Abramo percepisce che la volontà di
    Dio è che il figlio non sia sacrificato. Qui sì che c’è un’evoluzione nel grado della profezia di
    Abramo, ma è un’evoluzione interna alla persona stessa, nella formazione della propria coscienza
    religiosa. Per Rambam, e per noi lettori della Guida con lui, né la prima né l’ultima rivelazione
    ebbero luogo nella realtà, ma solo nell’immaginazione di Abramo. Così, almeno, sembrerebbe di
    capire dalle parole del Maimonide. Vedremo però che non è detto che questa sia l’interpretazione
    giusta della sua opinione.
    Don Yitzchaq Abrabanel, nato a Lisbona nel 1437, fu cacciato dalla penisola iberica nel 1492,
    approdando dapprima a Napoli e poi a Venezia, dove morì nel 1508 (è sepolto a Padova). Egli
    scrisse, fra le sue numerose opere, un vasto e dettagliato commento alla Bibbia e al Morè Nevukhim
    di Rambam. Il brano della Aqedàt Yitzchàq è affrontato attraverso una serie di 25 domande e
    risposte (come egli usa fare in tutto il suo commento alla Bibbia), nei confronti sia di D-o che di
    Abramo e di Isacco. È notevole quanto Abrabanel afferma rispetto ai due Patriarchi nella prima
    delle risposte. Il vero padre del popolo ebraico è Isacco, non Abramo. Solo Isacco infatti è “un
    giusto figlio di un giusto”, Abramo è “un giusto figlio di un malvagio”.

    Abrabanel, pur avendo sincera ammirazione e stima per il Maimonide, dove reputa opportuno
    criticare alcune sue opinioni filosofiche e teologiche lo fa senza mezzi termini. La divergenza fra
    queste due grandi personalità è evidente soprattutto riguardo alla profezia. Nel commento al cap. 36
    della parte II della Guida Abrabanel parla apertamente della falsità (shiqrutà) della concezione
    maimonidea, secondo la quale la profezia avviene in sogno o nell’immaginazione del profeta.
    Numerosi passi della Bibbia, dice Abrabanel, vanno contro questa idea. Nel commento alla Torà,
    nelle numerose pagine dedicate al brano della Aqedà, Abrabanel riferisce le parole di Rambam nel
    Morè Nevukhim al cap. 45 della Parte II, dove sono descritti i vari gradi della profezia, e scrive che
    alcune persone del nostro popolo hanno travisato le parole di Rambam ritenendo che tutto
    l’episodio della Aqedà, dall’inizio alla fine, fosse solo una visione profetica. Abrabanel aggiunge
    queste forti parole: “Sono rimasto sconvolto e sconcertato a sentire e vedere persone fra i figli di
    Israele scrivere in un libro queste parole eretiche (apiqorsut) e attribuire al Rav [Rambam] una tale
    concezione spregevole, così lontana dalla sua vera opinione”. Abrabanel qui afferma che sono i
    commentatori della Guida ad aver errato a causa della “loro corta mente e poca comprensione delle
    parole di Rambam”. Secondo Abrabanel, la reale concezione di Rambam riguardo alla Aqedà è che
    solo le parole divine all’inizio del racconto e le parole dell’angelo alla fine di esso sono sentite in
    sogno o in una visione profetica, mentre tutto il resto, ossia il viaggio di Abramo e Isacco per tre
    giorni, la costruzione dell’altare e la legatura di Isacco sopra di esso, il tentativo di posare il coltello
    sul collo di Isacco ecc., tutto ciò avvenne nella realtà. La voce dell’angelo alla fine del racconto fu,
    secondo Abrabanel (e a differenza di Rambam), una voce concreta, non immaginaria. Abramo sentì
    una voce celeste, capì quello che doveva fare (cioè che non doveva posare la mano sul figlio e che
    al posto suo doveva sacrificare l’agnello) e così fece.

    Dopo aver chiarito quella che secondo lui è l’interpretazione del racconto e delle parole del
    Rambam, Abrabanel si pone la domanda: D-o veramente chiese ad Abramo di sacrificare il figlio? È
    possibile attribuire una richiesta del genere a D-o? O ci fu forse un cambiamento nell’idea di D-o?
    Abrabanel risponde che no, l’idea iniziale di D-o non era affatto che Abramo sacrificasse il figlio e
    che la parola “sacrificalo” (ve-ha’alehu) va invece intesa come “fallo salire”, come hanno spiegato
    altri commentatori prima di lui, fra cui Rabbi Yona ibn Genach (Rivag) e Rabbi Levi ben Gershom

    (Ralbag). D-o intenzionalmente usò un’espressione ambigua, e questa fu la prova cui sottopose
    Abramo. Ma Abramo, dice Abrabanel, non superò la prova e sbagliò nella comprensione dell’ordine
    divino. Per questo fu necessario l’intervento finale dell’angelo divino che riuscì in extremis a
    fermare la mano di Abramo.

  2. #12
    Forumista
    Data Registrazione
    27 Nov 2019
    Messaggi
    965
     Likes dati
    4
     Like avuti
    106
    Mentioned
    22 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    emv scrive: Una precisazione sulle citazioni di cultura ebraica: hanno un grande suggestione sui cattolici moderni ma occorre precisare che i testi dei Midrash vengono scritti a partire dal VI sec. d.C. mentre le fonti pare risalgono al I-II sec., e non hanno più valore dei testi cristiani. Bisogna saper prendere dalla cultura ebraica quegli elementi che arricchiscono e completano ma non contraddicono la tradizione cristiana.
    Il Cristianesimo nasce dopo l'Ebraismo.
    L'Ebraismo ha anche una tradizione orale ben più antica, che la Chiesa non ha potuto bruciare come i suoi libri di testo.

    Al contrario di quello che credi, ritengo che bisogna invece contraddire la tradizione cristiana, incominciando dal principio fondamentale che la morte di un uomo di nome Gesù possa redimere I peccati e che questa sia stata voluta da Dio.
    Se dunque Dio è contro I sacrifici umani, può aver mai ordinato a un uomo di nome Gesù di sacrificarsi?

    Non è dunque l'ebraismo che contraddire la tradizione cristiana, ma è la successiva tradizione cristiana deviante, che contraddice la tradizione ebraica.

  3. #13
    Moderatore Cattolico
    Data Registrazione
    06 Jun 2009
    Messaggi
    13,270
     Likes dati
    3,250
     Like avuti
    2,668
    Mentioned
    566 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Baphomet Visualizza Messaggio
    Il Cristianesimo nasce dopo l'Ebraismo.
    L'Ebraismo ha anche una tradizione orale ben più antica, che la Chiesa non ha potuto bruciare come i suoi libri di testo.

    Al contrario di quello che credi, ritengo che bisogna invece contraddire la tradizione cristiana, incominciando dal principio fondamentale che la morte di un uomo di nome Gesù possa redimere I peccati e che questa sia stata voluta da Dio.
    Se dunque Dio è contro I sacrifici umani, può aver mai ordinato a un uomo di nome Gesù di sacrificarsi?
    Perchè è stato il sacrificio di Dio.

    Infatti è risorto. Resurrezione che in Isacco è stata figurata come il premio per un'obbedienza totale, l'atteggiamento
    richiesto da Dio ad Abramo che è campione della fede (infatti è anche santo della Chiesa Cattolica). E' dunque l'obbedienza sacrificante è il vero sacrificio gradito a Dio.


    Come vedi non c'è nessuna contraddizione ma anzi l'avveramento di quanto promesso in oltre trecento profezie.






    Citazione Originariamente Scritto da Baphomet Visualizza Messaggio
    Non è dunque l'ebraismo che contraddire la tradizione cristiana, ma è la successiva tradizione cristiana deviante, che contraddice la tradizione ebraica.

    No.

    Il Cristianesimo è l'Ebraismo che è rimasto coerente - non ti sembri strana questa affermazione, tu sai attraverso quante riforme è passato l'ebraismo? - poi c'è l'Ebraismo talmudico, che dopo una gestione durata circa 6 secoli, che l'ha portato ad una visione nazionalista, etnocentrica ed immanentista, si è scisso dall'ebraismo cristiano. Tale continuità del Cristianesimo è dimostrata dal fatto che si basa su una Bibbia più antica, quella della traduzione Alessandrina di tre secoli prima di Cristo mentre l'ebraismo talmudico su una versione frutto della concilio di Jamla che ha riformato l'Ebraismo reprimendo non solo il cristianesimo ma ogni tendenza messianista. Anche la Patristica, con tutta la sua teologia è in gran parte più antica delle interpretazioni dei Midrash, per non dire di Maimonide e Abrabanel citati nel tuo testo.
    In pratica l'ebraismo talmudico sta al cristianesimo come il protestantesimo sta al cattolicesimo.

    Quanto alle ipotetiche tradizioni non scritte non ne possiamo discutere, mi pare ovvio, ma dato che si tratta di un Alleanza con Dio io mi fiderei di più di chi ha messo tutto per scritto, non trovi?
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
    FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE!
    BASTA ECOFOLLIE GREEN!
    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


  4. #14
    gigiragagnin@gmail.com
    Data Registrazione
    23 Dec 2011
    Messaggi
    10,527
     Likes dati
    10
     Like avuti
    1,432
    Mentioned
    43 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    resta il fatto che il dio che ha creato i buchi neri e il DNA non sa se Abramo gli è fedele e QUINDI (la logica di dio) lo mette alla prova.

  5. #15
    Nazbol-Ciucé
    Data Registrazione
    23 Apr 2015
    Messaggi
    4,199
     Likes dati
    439
     Like avuti
    2,548
    Mentioned
    54 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Resta il fatto che non hai capito un cazzo
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  6. #16
    gigiragagnin@gmail.com
    Data Registrazione
    23 Dec 2011
    Messaggi
    10,527
     Likes dati
    10
     Like avuti
    1,432
    Mentioned
    43 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    Resta il fatto che non hai capito un cazzo
    tu sì che sei furbo ...

  7. #17
    la voce della verità
    Data Registrazione
    25 Nov 2019
    Messaggi
    6,564
     Likes dati
    6
     Like avuti
    2,760
    Mentioned
    122 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Citazione Originariamente Scritto da spq Visualizza Messaggio
    Io per prima cosa mi chiedo se il racconto può derivare da una testimonianza personale del protagonista dell'episodio (diciamo Abramo), oppure se si tratta di un racconto mitico e simbolico, come tantissimi ce ne sono nella Bibbia.
    La seconda ipotesi (la favola), ci costringe a chiederci perché sia stato scritto un racconto così orrendo.
    Il motivo mi sembra abbastanza ovvio. Le religioni, come le sette, pretendono una fede cieca da parte dei propri adepti. Il loro obiettivo è quello della manipolazione e del controllo degli individui. Fino alle più estreme conseguenze, come uccidere un proprio figlio. E' così che si è esercitato il potere e giustificato chi lo esercitava nella storia.

  8. #18
    Moderatore Cattolico
    Data Registrazione
    06 Jun 2009
    Messaggi
    13,270
     Likes dati
    3,250
     Like avuti
    2,668
    Mentioned
    566 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Citazione Originariamente Scritto da Infinity Visualizza Messaggio
    Il motivo mi sembra abbastanza ovvio. Le religioni, come le sette, pretendono una fede cieca da parte dei propri adepti. Il loro obiettivo è quello della manipolazione e del controllo degli individui. Fino alle più estreme conseguenze, come uccidere un proprio figlio. E' così che si è esercitato il potere e giustificato chi lo esercitava nella storia.
    Sei così cieco nella tua ideologia da non accorgerti che questo episodio biblico è la prima condanna dei sacrifici umani. Si tratta della prima forma di emancipazione umana promossa da Dio, verso la schiavitù della natura che è la tirannia dell'insieme contro il singolo. Solo questo concetto giustificava tale distorta pratica sacrificale. Nella Bibbia nasce l'individuo.
    Il potere poi dev'essere esercitato con giustizia, deve esserci per forza, come tutte le cose in sè non è né buono né cattivo dipende da come lo si pratica.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
    FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE!
    BASTA ECOFOLLIE GREEN!
    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


  9. #19
    Moderatore Cattolico
    Data Registrazione
    06 Jun 2009
    Messaggi
    13,270
     Likes dati
    3,250
     Like avuti
    2,668
    Mentioned
    566 Post(s)
    Tagged
    3 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Citazione Originariamente Scritto da dimecan Visualizza Messaggio
    resta il fatto che il dio che ha creato i buchi neri e il DNA non sa se Abramo gli è fedele e QUINDI (la logica di dio) lo mette alla prova.
    Siamo un po' faciloni, eh?

    Introduciamo qualche categoria...
    Ti propongo di pensare a questo: Dio crea le cose non gli eventi. I buchi neri e il DNA sono cose non eventi. Abramo era stato destinato alla fedeltà perchè doveva fondare il popolo della Salvezza, il modo del popolo, cioè il modello dei comportamenti salvifici. Certamente Dio sapeva che Abramo avrebbe superato la prova e conosceva gli infiniti modi con cui il patriarca avrebbe potuto superarla ma non sapeva quale. In pratica Dio conosce tutti i film della storia ma non sa quale noi gli faremo vedere.
    IN PALESTINA È GENOCIDIO!
    ROSA E OLINDO, LIBERI SUBITO!
    FUORI DALLA NATO! FUORI DALLA UE!
    BASTA ECOFOLLIE GREEN!
    "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli…"


  10. #20
    la voce della verità
    Data Registrazione
    25 Nov 2019
    Messaggi
    6,564
     Likes dati
    6
     Like avuti
    2,760
    Mentioned
    122 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Il sacrificio di Isacco

    Citazione Originariamente Scritto da emv Visualizza Messaggio
    Sei così cieco nella tua ideologia da non accorgerti che questo episodio biblico è la prima condanna dei sacrifici umani. Si tratta della prima forma di emancipazione umana promossa da Dio, verso la schiavitù della natura che è la tirannia dell'insieme contro il singolo. Solo questo concetto giustificava tale distorta pratica sacrificale. Nella Bibbia nasce l'individuo.
    Il potere poi dev'essere esercitato con giustizia, deve esserci per forza, come tutte le cose in sè non è né buono né cattivo dipende da come lo si pratica.
    Sì sì, prima si interpreta la Bibbia in modo letterale, poi cambiano i tempi e la cosa non è più sostenibile e che si fa? Si fa finta che siano "metafore"
    Il vostro Dio avrebbe fatto meglio a progettare l'uomo e direi anche l'intero universo in modo più consono alla sua visione. Mi sembra un ingegnere alquanto pasticcione.

 

 
Pagina 2 di 6 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Il Sacrificio
    Di Draigo nel forum Esoterismo e Tradizione
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 09-11-15, 10:40
  2. Della kippah d’Isacco s’è cinta la testa
    Di codino nel forum Destra Radicale
    Risposte: 23
    Ultimo Messaggio: 14-05-10, 20:42
  3. ISACCO Il SANTO DI NINIVE
    Di pfjodor nel forum Cattolici
    Risposte: 63
    Ultimo Messaggio: 19-01-09, 00:05
  4. Sacrificio umano
    Di gspad (POL) nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 26-01-08, 19:46
  5. Risposte: 46
    Ultimo Messaggio: 06-05-06, 16:37

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito