l direttore del quotidiano, Alessandro Sallusti, denuncia: "Abbiamo la certezza che almeno due procure della Repubblica, una al Nord e una al Sud, ascolino le nostre chiamate"
Intercettazioni (foto Ansa)
Roma, 4 ottobre 2010 -
Il Giornale denuncia: i pm spiano i nostri telefoni. "Abbiamo la certezza che almeno due procure della Repubblica, una al Nord e una al Sud, tengono sotto controllo i telefoni e i telefonini di direttori e vicedirettori de
Il Giornale. Cioè i nostri”, scrive il direttore del quotidiano Alessandro Sallusti.
hai capito
"Al momento nessuno di noi è coinvolto in procedimenti giudiziari, nessuno ha ricevuto avvisi di garanzia né è mai stato convocato da alcuna autorità anche solo come testimone a conoscenza dei fatti. Per quello che ne sappiamo, insomma - spiega Sallusti - siamo 'puliti', come direbbero in questura".
E allora perché, si chiede il direttore? "Le risposte sono tre. I magistrati sospettano che tutti noi, guarda coincidenza, abbiamo commesso ognuno un reato diverso dall’altro che non ha nulla a che fare con la nostra professione e perciò legittimamente indagano”. La seconda è che “i magistrati sono curiosi di sapere che cosa diciamo al telefono perché non si sa mai, magari qualcosa si scopre”.
La terza è che "ai magistrati non interessa quello che diciamo noi ma sono curiosi di sapere che cosa dicono i personaggi della politica coi quali ogni giorno parliamo per dovere d’ufficio. Insomma veniamo usati per ascoltare persone che almeno ufficialmente sarebbe vietato intercettare". Ipotesi, a parte la prima che viene esclusa salvo prova contraria, che il direttore definisce “inquietanti e indegne di un Paese civile". Il paradosso, aggiunge "è che accusano noi di fabbricare fango".