La Bosnia si risveglia all'indomani della quinta notte elettorale del dopoguerra. La campagna elefantiaca- 8mila candidati per un paese di 3,5 milioni di anime - sembra aver prodotto il più classico dei topolini, con una svolta moderata per i musulmani nell'entità croata, mentre in quella serba si conferma la schiacciante maggioranza dei nazionalisti.
Molto combattuta la partita per la presidenza musulmana: il vincitore (35%) è Bakir Itzbegovic, figlio del primo presidente della Bosnia indipendente. Sospettato di appartenere a una rete affaristica ben poco raccomandabile, Bakir ha scelto dei toni relativamente moderati per battere Fahrudin Radoncic (31%), soprannominato il Berlusconi di Bosnia. Imprenditore edile, Radoncic controlla il principale gruppo editoriale del paese e certo non disdegnerebbe di poter utilizzare l'immunità giudiziaria connessa alla presidenza. Sulla sua testa pende il sospetto di non aver restituito ingenti prestiti bancari, mentre alcuni investimenti avventurosi - a cominciare dalla Avaz Tower di Sarajevo - hanno minato le basi del suo impero.
Sofferta l'affermazione dell'ultranazionalista Radmanovic per la presidenza serba (49,9%), più netta quella di Zeliko Komsic (socialdemocratico) al seggio croato. Stando ai risultati parziali, sembra destinata a fallire la prima alleanza fra un partito serbo e uno di Sarajevo. Nasa Stranka, del premio Oscar Danis Tanovic, non avrebbe eletto alcun parlamentare, al pari del partito di Zradvko Krzmanovic, a modo suo autore di un piccolo miracolo: sindaco di Foca dal 2003, ha favorito il ritorno dei musulmani in una delle città più crudamente nazionaliste. Personaggio sui generis - si definisce il nuovo Martin Luther King - ai comizi salta, balla, tuona e sferza, prima di finire al bar, sigaretta a mezza bocca e birra in mano, a guidare i cori dei suoi sostenitori. Dovrà probabilmente accontentarsi della sua Foca, mentre il pallino rimarrà nelle mani della cricca affaristico nazionalista che ha portato la Bosnia alla paralisi. L'economia ristagna, l'Europa si allontana e il sistema scolastico è segregato su base nazionale. Difficile sperare in qualcosa di meglio del mantenimento dello status quo nei prossimi quattro anni.
In Bosnia trionfo dei nazionalisti serbi, svolta moderata dei croati musulmani - Il Sole 24 ORE