Cosa ne pensate di Van Gogh?
Cosa ne pensate di Van Gogh?
Bisognerebbe vedere le opere di Van Gogh com'erano quando le ha fatte, per dare un giudizio: oggi ne vediamo solo una versione sbiadita, ravvivata solo dagli assegni milionari delle aste.
Purtroppo Van Gogh, come parecchi degli impressionisti, fece larghissimo uso di un nuovo pigmento da poco scoperto, il "giallo cromo" (si pensi solo ai campi di grano e ai girasoli, o la luna e le stelle di De sterrennacht) che col tempo si è via via sbiadito e scurito per via dell'ossidazione del cromato di piombo di cui è composto.
All'inizio del '900 poi ci si accorse che il giallo cromo era pure parecchio velenoso, ovviamente sempre per via del piombo, e oggi è sostituito dal "giallo cadmio" che è costituito da un solfuro di cadmio non velenoso: e così nemmeno un abile falsario potrà riportare i capolavori di Van Gogh alla vividezza originale. Non resta che sperare in un "The next Van Gogh" che sputi fuori qualche Van Gogh nuovo di zecca, come ha fatto "The Next Rembrandt" con Rembrandt.
Non so se Rembrandt sarebbe stato davvero contento di vedere un suo dipinto riprodotto ex novo da un computer... ma vuoi mettere la bellezza di qualcosa di antico e autentico?
Senza contare che questa tecnica, utilizzata per fini di lucro, potrebbe fare grossi danni nel mondo dell'arte. Meglio, allora, immergersi - letteralmente - in un dipinto, come hanno fatto per questa mostra di Van Gogh a Chicago...
Ad Amsterdam sono rimasto letteralmente folgorato da un suo dipinto... un teschio con una sigaretta accesa in bocca, un quadro piuttosto piccolo, ma per me immenso... lo so che sembra una cosa folle, ma quel quadro mi ha parlato.
Dico sul serio... e non mi sto certo riferendo a parole, non è che mi ha detto "ciao Mirko, come stai, che cazzo fai qui?" o cose del genere... ma ho sentito quel dipinto fin dentro alle ossa... un'emozione unica e indescrivibile... per cinque minuti buoni - forse di più - sono rimasto semi-inebetito, ero davvero in un altro mondo, chi stava con me mi ha fatto notare che avevo la bocca aperta come uno scemo e lo sguardo perso... io sentivo solo il battito del cuore a mille... non mi era mai successo e credo che non ricapiterà più, ma auguro a tutti di provare una cosa del genere.
Ringrazio quel meraviglioso pazzoide del Vincenzo per aver dipinto quella tela e per avermi regalato quella grandissima emozione.
When history comes to you enforced by law, only one thing is certain: IT'S A LIE!
"Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme." (Charles Bukowsky)
Si chiama Sindrome di Stendhal ed è, con tutta probabiità, proprio quella che è capitata a te, fortunato! Se ti va, puoi descrivere più in dettaglio quello che hai provato? Io non ho mai provato niente di simile... e dire che di quadri ne ho visti tanti. Ma non mi arrendo!
Comunque, il quadro al quale ti riferisci dovrebbe essere questo:
Si tratta di una delle prime opere di Van Gogh, dipinta probabilmente all'inizio del 1886 e non datata, "Teschio con sigaretta accesa", risalente all'epoca in cui il pittore si esercitava ad affinare la tecnica del ritratto, in cui non era particolarmente abile. A questo scopo frequentava corsi di pittura e disegno ad Anversa, la città dove risiedeva in quel periodo e l'opera fu probabilmente copiata da uno scheletro in una classe di anatomia, anche perché c'è un disegno dello stesso periodo, "Scheletro penzolante e gatto", che sembrerebbe confermarlo. Il teschio con la sigaretta fu realizzato in un periodo in cui la salute di Van Gogh era fragile per via di lancinanti dolori allo stomaco e dei denti guasti. Il quadro è stato infatti giudicato come espressione della preoccupazione dell'artista per il suo stato di salute, oppure come una sfida lanciata alla sua salute vacillante.
Per inciso, Van Gogh fumava... ma solo quando non era depresso, si racconta. Di preferenza preferiva la pipa, come dimostrano vari suoi ritratti e autoritratti; per esempio, questo "Autoritratto con orecchio bendato e pipa".
Sì... è quello il quadro (guardarlo mi emoziona ancora)... era il 1995... ottobre... avevo appena terminato il mio secondo turno in Sierra Leone, tre giorni prima ero nel distretto di Kono vicino a Koidu... sono andato ad Amsterdam insieme a tre operatori della mia compagnia, io per una semplice vacanza, loro per vendere diamanti... mentre uno dei tre "faceva affari" con un compratore ebreo, sono riuscito a trascinare gli altri due - interessati più alla locale fauna di peripatetiche in vetrina che ai quadri - al museo Van Gogh... ebbene, quel quadretto mi ha letteralmente colpito come un maglio... una sensazione strana e bellissima, probabilmente ero emotivamente instabile visto il luogo dove mi trovavo pochi giorni prima e quel dipinto mi ha fatto precipitare per qualche minuto in un mondo semi-onirico e catartico, già... è stata una specie di liberazione dai fantasmi che mi portavo dentro, non so bene come spiegarlo, ma dopo il "risveglio" - chiamiamolo così - mi sentivo benissimo... non ho mai indagato molto sul motivo di quel "viaggio" introspettivo di fronte a quel quadro, non ero sotto l'effetto di sostanze strane e non ero nemmeno ubriaco... è successo e mi è piaciuto.
Otto anni dopo sono tornato ad Amsterdam con la mia prima moglie, ho rivisto quel quadro e l'ho salutato come se fosse un vecchio amico... bah... la mente ogni tanto gioca strani scherzi, ma va benissimo così.
When history comes to you enforced by law, only one thing is certain: IT'S A LIE!
"Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme." (Charles Bukowsky)
Non vorrei dover andare in Sierra Leone per provare la sindrome di Stendhal almeno una volta nella vita...
Comunque, non è chiara la ragione per cui si manifesta in certi individui e in altri no, se non che - alla vista di una un'opera d'arte o di architettura - nel cervello si attivano determinati meccanismi neurobiologici che la provocano.