...e può chiamarsi arduo beffardo il destino...
per come poi gli avvenimenti gli stessi storici personaggi
e i loro epiloghi, possano dimostrare come l'antitesi "barbaro"
faccia poi scaturire inconsapevolmente "Unna Unnicità mondiale"..
dalle caratteristiche che appunto sono l'antitesi a tutto ciò che definiamo "Barbaro".
e i 1600 anni di Venezia città lagunare che porta in se eleganza,
bellezza magnificenza e immensa civiltà devono molto alla discesa
del Barbaro Attila e l'assedio di Aquileia...l'Attila il visionario, il barbaro
per eccellenza assai soggetto ai segni esoterici che spesso interpretava
con l'aiuto di maghi e fattucchiere...per muovere poi le suè immense schiere.
E da buon e verace veneto, trovo affascinante come due indubbie divergenze,
"Barbaro&Civiltà", siano poi scaturite, nella splendida e attualissima "Unni-città"
e mi permetto...frase assai spinta..."quasi la creazione Divina", Dio&Demonio...
dove Dio il caso, e il "Demonio l'Attila" e l'antica definizione "flagello di Dio"..
che all'odierno Attila621, visto poi come sono andati i fatti.."quasi l'ncongruenza"..
dei medesimi destini...."sai l'Attila e gesta eclatanti, assai feroce, quasi come per
anticipare il suo arrivo...e "dare modo" ai più di fuggire...in luoghi più sicuri....
e la laguna...fu Unno di questi.........
gli Unni che in tempi di carestia...brucavano erba e radici...con i loro cavalli...
e mi piace pensare spesso a quella per nulla strana forma di rispetto e perfetta simbiosi..
e ora il Prisco a fornirci la storia..."che pur essendo ambasciatore di Roma, e partecipe alla
corte dell'Attila, rimase estasiato dallo stesso immenso personaggio".
..Attila tornò in Italia nel 452 per reclamare nuovamente le sue nozze con Onoria. Il suo esercito, composto soprattutto da truppe germaniche, avanzò su Trieste ma venne fermato ad Aquileia, città fortificata di grande importanza strategica: il suo possesso permetteva di controllare gran parte dell'Italia Settentrionale. Attila la cinse d'assedio per tre mesi ma inutilmente.
La leggenda racconta che proprio mentre era sul punto di ritirarsi, da una torre delle mura si levò in volo una cicogna bianca che abbandonò la città con il piccolo sul dorso. Il superstizioso Attila a quella vista ordinò al suo esercito di rimanere: poco dopo crollò la parte delle mura dove si trovava la torre lasciata dalla cicogna. Attila poté così impossessarsi della città, che rase al suolo senza lasciare più nessuna traccia della sua esistenza.
Si diresse quindi verso Padova, che saccheggiò completamente. Prima del suo arrivo molti abitanti di Padova e di Aquileia cercarono rifugio nella laguna, dove avrebbero poi fondato Venezia. Dopo la presa di Aquileia l'avanzata di Attila fino a Milano avvenne senza difficoltà in quanto nessuna città tentò la resistenza, ma tutte aprirono per paura le loro porte all'invasore.
Attila conquistò Milano e si stabilì per qualche tempo nel palazzo reale. Famoso è rimasto il modo singolare con cui affermò la propria superiorità su Roma: nel palazzo reale c'era un dipinto in cui erano raffigurati i Cesari seduti in trono e ai loro piedi i principi sciti. Attila, colpito dal dipinto, lo fece modificare: i Cesari vennero raffigurati nell'atto di vuotare supplici borse d'oro davanti al trono dello stesso Attila.....