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  1. #1171
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Citazione Originariamente Scritto da Seyen Visualizza Messaggio
    No ma mettilo un altro link che ne sentiamo la necessità
    Veramente è di te che non si sente la necessità.
    Post inutile come chi lo ha scritto.
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  2. #1172
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Citazione Originariamente Scritto da acquazzurra Visualizza Messaggio
    Veramente è di te che non si sente la necessità.
    Post inutile come chi lo ha scritto.
    Non rispondergli: perdi solo tempo Non val la pena di discuterci
    Di tutte le possibili reazioni ad un insulto, la più efficace è il silenzio - Santiago Ramòn y Cajal
    A paraulas maccas urigas surdas
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  3. #1173
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Citazione Originariamente Scritto da Iside Visualizza Messaggio
    Non rispondergli: perdi solo tempo Non val la pena di discuterci
    L’ho segnalato.
    L’accanimento è contro il regolamento.
    E non è la prima volta che lo segnalo per questo.
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  4. #1174
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    ...Sono stati 41.499, da marzo 2021 al 27 gennaio 2022, i pazienti con Covid-19 iscritti nei registri di monitoraggio degli anticorpi monoclonali, farmaci indicati per persone con malattia lieve o moderata ma ad alto rischio di progressione severa.

    È in crescita il numero delle prescrizioni settimanali: dal 20 al 26 gennaio sono state 3.199 a fronte delle 2.512 registrate tra il 13 e il 19 gennaio. Continuano a crescere, arrivando a 256 nelle 21 Regioni e Province autonome, le strutture che prescrivono questi anticorpi, che vengono in genere somministrati in day hospital tramite infusione. È quanto emerge dal 43/mo Report settimanale dell’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) sugli anticorpi monoclonali per il Covid-19.
    Nella settimana in esame, la Valle d’Aosta è la regione che conta in percentuale più richieste del farmaco rispetto al numero di nuovi positivi: 22 su 2.724, con una prevalenza dello 0,81%. In Italia le richieste sono state 2.890 su 1.113.442 nuovi positivi, pari allo 0,26%. Fino ad oggi, la maggior parte dei pazienti (20.006) ha ricevuto la combinazione di monoclonali casirivimab-imdevimab, seguita dal mix bamlanivimab-etesevimab (17.171), sotrovimab (3.499) e bamlanivimab (823, non più disponibile in monoterapia da maggio 2021)...
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  5. #1175
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Dalla pillola Paxlovid al monoclonale Sotrovimab: tutte le terapie anti-Covid approvate dall’Ema


    Nella giornata di ieri, 27 gennaio, l'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha raccomandato l'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata per il Paxlovid, il farmaco anti-Covid per via orale prodotto da Pfizer. Il medicinale è indicato per il trattamento del Covid negli adulti che non necessitano di ossigeno supplementare, e ad alto rischio che la malattia diventi grave. Ma questo è solo l’ultimo farmaco in ordine di tempo approvato dall’Ema per il trattamento dell’infezione. Negli ultimi due anni, infatti, molti nuovi medicinali sono entrati in campo per aiutare nella lotta al Covid. Assieme ai vaccini, come ha confermato l’Ema, questi farmaci aiutano a ridurre significativamente i ricoveri o i decessi nei pazienti che hanno almeno una condizione sottostante che li mette a rischio di Covid grave.
    Vediamo quali sono.

    Medicinali autorizzati per l'uso nell'Unione Europea
    Anakinra (Kineret). A metà dicembre 2021, l'Ema aveva autorizzato l'antinfiammatorio Anakinra (Kineret), medicinale immunosoppressivo già autorizzato nell'Ue per varie condizioni infiammatorie. Questo farmaco è destinato al trattamento di Covid-19 in pazienti adulti con polmonite che richiedono ossigeno supplementare (ossigeno a flusso basso o alto) e che sono a rischio di sviluppare grave insufficienza respiratoria. La ricerca ‘Save-More’, uno studio di fase III pubblicato sulla rivista Nature, ha mostrato che “il trattamento precoce con Anakinra ha evidenziato un’efficacia notevole e una riduzione di progressione della malattia e di morte pari al 64% al giorno 28 dello studio. La diminuzione della mortalità relativa è stata del 55%, raggiungendo l′80% nei pazienti colpiti da tempesta citochinica (la tempesta citochinica, ricordiamo, è un tipo di risposta immunitaria fuori controllo che provoca un’eccessiva infiammazione). La percentuale dei pazienti che hanno ottenuto la guarigione supera il 50%, mentre il numero di pazienti con malattia grave stazionaria è stato ridotto del 54%. Il tempo medio di dimissione dall’ospedale e dalla terapia intensiva è stato ridotto rispettivamente di 1 e 4 giorni”.
    Sotrovimab (Xevudy). Sempre a metà dicembre 2021, l'Ema aveva autorizzato anche l’uso dell'anticorpo monoclonale Sotrovimab (Xevudy). Questo farmaco è stato indicato per trattare Covid-19 negli adulti e negli adolescenti dai 12 anni con un peso di almeno 40 chili. Si tratta di pazienti che non richiedono ossigeno supplementare e che rischiano che la malattia diventi grave. La “chiave” di Sotrovimab sarebbe la parte di spike impiegata per generare la risposta: una parte immutata in tutte le varianti che fino adesso sono state sequenziate a livello globale.
    Tocilizumab (RoActemra). Questo medicinale era stato già approvato nell'Unione europea nel 2009 per la terapia di patologie infiammatorie come artrite reumatoide, artrite idiopatica giovanile sistemica, poliartrite idiopatica giovanile, artrite a cellule giganti e sindrome da rilascio di citochine (Crs). Il 6 dicembre 2021 l’uso del farmaco è stato esteso al trattamento degli adulti con infezione da Sars-CoV-2 che stanno ricevendo un trattamento con corticosteroidi per via sistemica e che richiedono ossigeno supplementare o ventilazione meccanica. Tocilizumab funziona legandosi al recettore dell'interleuchina-6 (IL-6), una proteina mediatrice (citochina) prodotta dal sistema immunitario in risposta a un processo infiammatorio sistemico, che svolge un ruolo chiave nei malati di Covid grave e nell'insufficienza respiratoria associata alla patologia. Impedendo all'IL-6 di legarsi ai suoi recettori, tocilizumab riduce l'infiammazione e migliora i sintomi dei pazienti gravi.
    Casirivimab/imdevimab (Ronapreve). A novembre 2021 era stato invece approvato il farmaco Ronapreve. Il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea del farmaco "ha raccomandato di autorizzarlo per il trattamento del Covid-19 negli adulti e negli adolescenti (a partire dai 12 anni di età e con un peso di almeno 40 chilogrammi) che non richiedono ossigeno supplementare e che sono a maggior rischio di peggioramento della malattia". Ronapreve può essere utilizzato "anche per prevenire Covid-19 in persone di età pari o superiore a 12 anni che pesano almeno 40 chilogrammi".
    Regdanvimab (Regkirona). Sempre a novembre 2021 l’Ema aveva dato l’ok a Regkirona, un medicinale "per il trattamento di adulti con Covid-19 che non richiedono ossigeno supplementare e che sono anche a maggior rischio di peggioramento della malattia". Ronapreve e Regkirona sono stati i primi farmaci anticorpo monoclonale a ricevere un parere positivo dal Chmp contro il Covid-19. "Gli anticorpi monoclonali - ricorda Ema - sono proteine ​​progettate per attaccarsi a un bersaglio specifico, in questo caso la proteina spike di SARS-CoV-2, che il virus utilizza per entrare nelle cellule umane". Per giungere alle sue conclusioni, il Chmp ha valutato i dati provenienti da studi "che dimostrano come il trattamento con Ronapreve o Regkirona riduca significativamente l'ospedalizzazione e i decessi nei pazienti Covid-19 a rischio grave".
    Remdesivir (Veklury). Approvato dall’Ema nel giugno 2020, è stato originariamente indicato per il trattamento della malattia in adulti e adolescenti (di età compresa tra 12 e meno di 18 anni che pesano almeno 40 kg) con polmonite che richiedono ossigenoterapia supplementare (ossigeno a basso o alto flusso o altro tipo di ventilazione non invasiva all’inizio del trattamento). Di recente è stato autorizzato anche per il trattamento dei soggetti non in ossigenoterapia ad alto rischio di Covid-19 grave. Come ricorda l’Aifa, nel primo caso la durata del trattamento deve essere di almeno 5 giorni e non deve eccedere i 10 giorni. Nel secondo, invece, deve essere iniziato il prima possibile dopo la diagnosi di COVID-19 ed entro 7 giorni dalla comparsa dei sintomi, per 3 giorni totali. In entrambi i casi, viene somministrato in endovena. Il 30 dicembre 2021 il farmaco ha ricevuto l’ok anche da Aifa (Agenzia italiana del farmaco).

    Farmaci in attesa della conferma per l'immissione in commercio
    Molnupiravir (Lagevrio). Il molnupiravir è stato autorizzato per trattare i pazienti Covid-19 non ricoverati, che hanno contratto la malattia di recente, in forma da lieve a moderata e con condizioni cliniche che possono rappresentare fattori di rischio specifici per lo sviluppo di Covid-19 grave. Il trattamento va iniziato entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi e consiste in quattro capsule da prendere due volte al giorno per cinque giorni. Il medicinale non è raccomandato in gravidanza. "La pillola anti Covid della Merck sarà molto utile, secondo me è una svolta”, ha detto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova. Il farmaco Merck ha iniziato a essere distribuito alle Regioni dal 4 gennaio 2022.
    Baricitinib (Olumiant). Questo medicinale è un inibitore delle Janus chinasi (JAK), enzimi intracellulari chiamati (JAK)1 e (JAK)2 che sono coinvolti nel processo di emopoiesi (la maturazione delle cellule del sangue), nella risposta immunitaria e in altri meccanismi biologici legati alle citochine. La sua funzione di immunomodulazione lo rende efficace per combattere l'artrite reumatoide, una patologia autoimmune. Ma, dal momento che una risposta immunitaria esagerata e fuori controllo – la già citata “tempesta di citochine” – è una delle complicazioni più gravi del Covid-19, il Baricitinib è stato considerato un'opzione valida in virtù del suo principio d'azione. Molti studi hanno confermato la sua efficacia, come la ricerca italiana “Baricitinib restrains the immune dysregulation in patients with severe COVID-19” pubblicata sul The Journal of Clinical Investigation (JCI). I risultati dell'indagine guidata da scienziati dell'Università di Verona asseriscono che il farmaco impedisce "la progressione verso una forma grave ed estrema della malattia virale modulando il sistema immunitario dei pazienti e che questi cambiamenti sono stati associati a un risultato clinico più sicuro e favorevole per i pazienti con polmonite Covid-19".
    Ritonavir (Paxlovid). Si tratta del primo medicinale anti-Covid che si assume per via orale. È stato raccomandato per il trattamento del Covid negli adulti che non necessitano di ossigeno supplementare e ad alto rischio che la malattia diventi grave. Negli studi presi in considerazione, si legge in una nota dell'Ema, il trattamento con Paxlovid ha ridotto significativamente i ricoveri o i decessi nei pazienti che hanno almeno una condizione sottostante che li mette a rischio di Covid grave. La maggior parte dei pazienti nello studio è stata infettata dalla variante Delta. Sulla base di studi di laboratorio, si prevede però che la pillola sia attiva anche contro Omicron e altre varianti. Il profilo di sicurezza di Paxlovid, prosegue l'agenzia, è stato favorevole e gli effetti collaterali sono stati generalmente lievi. L'Ema ha concluso che i benefici del medicinale sono maggiori dei suoi rischi per l'uso approvato e ora invierà le sue raccomandazioni alla Commissione europea per una decisione rapida applicabile in tutti gli Stati membri dell'Ue. Paxlovid "ha il potenziale per fare davvero la differenza per le persone ad alto rischio di progressione verso il Covid grave", le parole della commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides. "La pillola di Pfizer - aggiunge - è il primo antivirale orale per uso domestico nel nostro portafoglio e abbiamo visto prove promettenti della sua efficacia contro Omicron e altre varianti".

    Farmaci attualmente in fase di revisione

    Tixagevimab/Cilgavimab (Evusheld). È stato registrato negli Stati Uniti ed è all'esame dell'Ema il primo farmaco preventivo anti Covid, per le persone che non possono vaccinarsi o nelle quali il vaccino potrebbe non funzionare: è la combinazione degli anticorpi monoclonali tixagevimab e cilgavimab, che si legano alla proteina Spike del virus, impedendo in questo modo l'infezione.
    Assieme a vaccini, mascherine e distanziamento, con questi medicinali le armi disponibili per contrastare il Covid aumentano, aiutando a evitare il contagio di un virus che con la variante Omicron si trasmette ormai con una grandissima facilità.
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  6. #1176
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Anticorpi monoclonali, arriva la «lunga azione» di AstraZeneca: la combinazione attacca il virus in 2 aree diverse
    Legandosi alla proteina spike, si prevede che impediscano al virus di penetrare nelle cellule dell'organismo

    Nuova speranza nella battaglia contro la pandemia. Arriva un nuovo anticorpo monoclonale che si aggiunge all'armamentario dei farmaci a disposizione contro il Covid. Sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Decreto del Ministero della Salute con il quale si autorizza la distribuzione dell'anticorpo monoclonale di AstraZeneca, Evusheld a lunga azione. Si tratta, si spiega nel sito dell'Aifa, della combinazione di due anticorpi monoclonali, tixagevimab e cilgavimab. «Poiché gli anticorpi si legano a diverse parti della proteina, il loro utilizzo in associazione può essere più efficace rispetto all'uso in monoterapia» spiega l'Aifa.

    https://www.ilmessaggero.it/salute/prevenzione/anticorpi_monoclonali_efficacia_lunga_azione_astra zeneca_ultime_notizie-6471969.html

  7. #1177
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

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  8. #1178
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Immunità innata, l'arma definitiva contro il Covid passa per le proteine Mbl: blocca anche le varianti

    Nella lotta contro Covid che va avanti da oltre due anni irrompe l'immunità innata, la capacità di alcune persone di avere una difesa naturale contro l'offensiva del virus che ha sconvolto il mondo e le sue possibili varianti. Si tratta di una sorta di barriera invisibile che lavora come degli anticorpi naturali, presente nel nostro organismo sin dalla nascita. E che potrebbe essere ricreata in laboratorio per fornire a tutti una protezione definitiva contro il Covid.
    Dietro alla scoperta di un gruppo di ricercatori coordinati dall’Istituto Humanitas e dall’Ospedale San Raffaele di Milano una sigla di tre lettere: Mbl, ossia "Mannose Binding Lectin". È questo il nome dato al meccanismo che aggredisce il virus e impedisce di contrarre la malattia. Nel dettaglio si tratta di proteine che agiscono come anticorpi. Una "immunità innata" che ha permesso a una parte esigua della popolazione mondiale di non ammalarsi nonostante il contatto diretto e stretto con positivi.
    Le evidenze raggiunte permettono di ipotizzare un farmaco basato su questa proteina. "La strada è lunga ma è importante cercare di avere altre armi a disposizione contro il virus. Fra l’altro, Mbl è già stata infusa da altri ricercatori e clinici come terapia in soggetti con completo deficit genetico ed è stata ben tollerata", dice ancora Mantovani. Dopo la variante Delta è stata la volta di Omicron, e non è possibile prevedere se altri varianti arriveranno a mandare all'aria quanto fatto per arginare la pandemia che ha messo in ginocchio io mondo. La speranza può arrivare dall'immunitòà innata della proteina Mbl.
    A spiegare principi e possibili sviluppi della scoperta è il professore Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. La proteina Mbl, ha detto al Corriere della sera, "si lega alla proteina Spike del virus e la blocca". "Si aggancia a determinati 'zuccheri' della proteina Spike, che non cambiano da variante a variante" fornendo una protezione a tutte le mutazioni del virus, spiega sempre al Corriere Elisa Vicenzi, responsabile dell’Unità Patogenesi Virale e Biosicurezza dell’Irccs Ospedale San Raffaele.
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  9. #1179
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    Via libera ad Evusheld, un nuovo anticorpo monoclonale prodotto da Astrazeneca

    L'AIFA, Agenzia italiana del farmaco, spiega che si tratta della combinazione di due anticorpi tixagevimab e cilgavimab "che si legano a diverse parti della proteina" e la loro combinazione "è più efficace rispetto all'uso in monoterapia"


    ... Evusheld è stato pensato per un utilizzo di tipo preventivo e contiene una combinazione di due anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione (Laab), creati in laboratorio e pensati per restare nel corpo per mesi, in modo da contenere il virus in caso di contagio.
    I due anticorpi monoclonali di cui è composto, si spiega nel sito dell'Aifa, sono tixagevimab e cilgavimab. "Poiché gli anticorpi si legano a diverse parti della proteina, il loro utilizzo in associazione può essere più efficace rispetto all'uso in monoterapia" spiega l'Aifa...

    ... "chi si ammala oggi, ed è vaccinato, ha molte possibilità di guarire rapidamente mentre chi non ha risposto ai vaccini per immunodepressione o per, ad esempio, una leucemia, ha più possibilità di farcela"...
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  10. #1180
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    Predefinito Re: Con i monoclonali, 8-9 persone su 10 non andranno in ospedale per covid. Cure a c

    reputo questa discussione come la più interessante di tutto il forum. grazie a forumisti come te, acquazzurra. brava!

 

 
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