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acquazzurra
Covid, ok Ema agli anticorpi monoclonali anche nella prevenzione
Casirivimab e imdevimab sono efficaci nel contrastare la progressione della malattia e anche nel prevenirla nelle persone che sono state esposte al virus
... arriva il via libera della Commissione europea alla combinazione di anticorpi casirivimab e imdevimab con una doppia indicazione: il trattamento dei pazienti contagiati non ricoverati ma ad alto rischio di sviluppare la malattia e quello delle persone esposte al virus ma non ancora positive...
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A contrastare in parte le notizie che arrivano sul fronte dell'epidemiologia, con i numeri dei positivi al Sars-Cov-2 in continua risalita, arriva il via libera della Commissione europea alla combinazione di anticorpi casirivimab e imdevimab con una doppia indicazione: il trattamento dei pazienti contagiati non ricoverati ma ad alto rischio di sviluppare la malattia e quello delle persone esposte al virus ma non ancora positive.
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11 Novembre 2021
I due anticorpi monoclonali si potranno usare, quindi, non solo nella cura - come avviene da febbraio scorso grazie all'approvazione in via emergenziale di AIFA ed è già stato fatto per quasi 8mila pazienti - ma anche nella prevenzione.
La decisione arriva a stretto giro dopo il parere positivo del CHMP, il comitato per i medicinali umani, dell'European Medicines Agency (Ema), e segue l'approvazione da parte del Giappone, e quella in forma condizionale nel Regno Unito e in Australia.
Il farmaco può essere somministrato ad adulti e adolescenti dai 12 anni in poi, con un peso di almeno 40 chilogrammi, sia nel setting curativo, quando i pazienti siano a rischio elevato di forme gravi di malattia ma non richiedano ancora l'uso di ossigenoterapia, sia in quello preventivo.
I risultati degli studi
Il via libera alla combinazione di anticorpi è arrivato dopo che gli studi clinici hanno dimostrato la sua capacità di ridurre sia l'ospedalizzazione o la morte del 70% e la durata dei sintomi di quattro giorni (studio REGN-COV 2067) nei pazienti a maggior rischio di progressione verso forme severe di malattia non ancora ospedalizzati; sia le infezioni sintomatiche dell'81% in coloro che non erano infetti ma erano stati esposti al virus (studio REGN-COV 2069).