User Tag List

Pagina 2 di 12 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima
Risultati da 11 a 20 di 115
  1. #11
    email non funzionante
    Data Registrazione
    22 Aug 2013
    Messaggi
    17,360
     Likes dati
    2
     Like avuti
    3,149
    Mentioned
    273 Post(s)
    Tagged
    32 Thread(s)

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Sentenza Visualizza Messaggio
    La colpa non è dei ricchi, ma dei parlamenti, cioè di chi vota, cioè dei poveri.
    Mica votano solo i poveri.

  2. #12
    Klassenkampf ist alles!
    Data Registrazione
    31 May 2009
    Messaggi
    64,812
     Likes dati
    211,741
     Like avuti
    26,521
    Mentioned
    1285 Post(s)
    Tagged
    32 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Mica votano solo i poveri.
    e soprattutto, non sono i poveri che hanno in mano il 100% dei MSM che decidono chi vincerà
    Una Cina, una Yugoslavia, una Russia, una Corea, una Palestina, un'Irlanda. E zero USA

  3. #13
    Populista
    Data Registrazione
    20 Oct 2011
    Messaggi
    65,777
     Likes dati
    12,885
     Like avuti
    27,496
    Mentioned
    732 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Mica votano solo i poveri.
    Sono di più i poveri o i super ricchi? I poveri. Quindi la colpa è dei poveri, non dei super ricchi.
    Spaghetti e pistole

  4. #14
    Populista
    Data Registrazione
    20 Oct 2011
    Messaggi
    65,777
     Likes dati
    12,885
     Like avuti
    27,496
    Mentioned
    732 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da amaryllide Visualizza Messaggio
    e soprattutto, non sono i poveri che hanno in mano il 100% dei MSM che decidono chi vincerà
    Invece sì, perché se smettessero di credere alle stronzate, le stronzate finirebbero, perché non venderebbero. Quanti in questo forum credono alle stronzate? La stragrande maggioranza.
    Spaghetti e pistole

  5. #15
    Forumista storico
    Data Registrazione
    23 May 2009
    Messaggi
    33,385
     Likes dati
    6,006
     Like avuti
    5,079
    Mentioned
    840 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Geralt di Rivia Visualizza Messaggio
    Sono cose già successe in passato.
    Anche la crisi economica del 2008 è colpa dei ricchi.
    Come tutte le altre.
    La crisi del 2008 e' colpa della Fed. I "ricchi" centrano una pippa, ma vengono sempre buoni come capri espiatori

  6. #16
    Populista
    Data Registrazione
    20 Oct 2011
    Messaggi
    65,777
     Likes dati
    12,885
     Like avuti
    27,496
    Mentioned
    732 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da ciddo Visualizza Messaggio
    La crisi del 2008 e' colpa della Fed. I "ricchi" centrano una pippa, ma vengono sempre buoni come capri espiatori
    Un paio di coglioni, quelli che concedevano mutui a cazzo di cane erano i banchieri, non la Fed.
    Spaghetti e pistole

  7. #17
    Forumista storico
    Data Registrazione
    23 May 2009
    Messaggi
    33,385
     Likes dati
    6,006
     Like avuti
    5,079
    Mentioned
    840 Post(s)
    Tagged
    9 Thread(s)

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Sentenza Visualizza Messaggio
    Un paio di coglioni, quelli che concedevano mutui a cazzo di cane erano i banchieri, non la Fed.
    I banchieri concedevano prestiti a cazzum per un motivo molto semplice :

    Perche' per capire se un prestito e' a cazzum oppure no serve che le variabili (i tassi di interesse nello specifico) non siano manipolati da organi dirigisti (vedi banca centrale)... ma si formino sul mercato. Il tasso di interesse indica la scarista' di risparmi disponbili per investimenti... ma se la fed abbassa i tassi e fornisce denaro a costo zero, i banchieri pensano che ci siano tanto risparmio disponibile ad essere investito ... e concedono prestiti.
    I tassi bassi inoltre riducono il rischio di insolvenza dei debitori, e auto-alimentano la bolla.

    Come per il '29, l'origine di questi disastri ciclici e' sempre della politica monetaria.

  8. #18
    Socialista Democratico
    Data Registrazione
    12 Dec 2014
    Messaggi
    28,241
     Likes dati
    10,390
     Like avuti
    6,804
    Mentioned
    241 Post(s)
    Tagged
    28 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    1

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da ciddo Visualizza Messaggio
    I banchieri concedevano prestiti a cazzum per un motivo molto semplice :

    Perche' per capire se un prestito e' a cazzum oppure no serve che le variabili (i tassi di interesse nello specifico) non siano manipolati da organi dirigisti (vedi banca centrale)... ma si formino sul mercato. Il tasso di interesse indica la scarista' di risparmi disponbili per investimenti... ma se la fed abbassa i tassi e fornisce denaro a costo zero, i banchieri pensano che ci siano tanto risparmio disponibile ad essere investito ... e concedono prestiti.
    I tassi bassi inoltre riducono il rischio di insolvenza dei debitori, e auto-alimentano la bolla.

    Come per il '29, l'origine di questi disastri ciclici e' sempre della politica monetaria.
    No, il motivo per cui non potevi distinguere i rating è che sono stati fatti i CDO dei CDO

  9. #19
    Non dire gatto se...
    Data Registrazione
    19 Aug 2014
    Località
    Macedonia del Nord
    Messaggi
    53,873
     Likes dati
    32,684
     Like avuti
    35,820
    Mentioned
    877 Post(s)
    Tagged
    10 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    2

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Viviamo nel capitalismo? Parrebbe di no. Almeno questa è la prima impressione nel leggere il provocatorio saggio Ritornare al capitalismo per evitare le crisi, dell’economista francese Pascal Salin, tra pochi giorni in libreria (Rubbettino, pagg. 226, euro 14, prefazione di Francesco Forte).

    Pascal Salin, cosa intende con «tornare al capitalismo»? Vi eravamo immersi fino al collo e non ci ha evitato la crisi economica più grave dal 1929.

    «Sono abituato ad avere parecchi nemici, il numero è in calo, ma rimane consistente. E rispondo: la crisi è stata provocata e aggravata da un interventismo statale e da una politica monetaria estremamente forte. Ci è poi stata venduta la versione che il capitalismo è instabile in sé e che la colpa della crisi è da attribuire a operatori economici privati e molto avidi».

    Non è così?

    «Non è così. I media francesi hanno cominciato a capirlo. Il capitalismo è un sistema che si basa sui diritti di proprietà legittima e incentiva la responsabilità di ognuno. È un sistema morale. Favorisce anche l’avidità, è vero, ma questo non è negativo nella misura in cui vengono rispettati i diritti altrui».

    Torniamo - o scendiamo - alla recente catastrofe economica.

    «È nata e permane nel punto esatto di congiunzione tra politica monetaria e politica fiscale. Gli attuali sistemi fiscali frenano l’accumulazione di capitale. Bisognerebbe invece detassare i risparmi e le plusvalenze. Se guadagni cento e di tasse ne paghi cinquanta, per i restanti cinquanta hai due strade: o li risparmi o li consumi. Si è fatto di tutto per indurre la gente a consumare, vale a dire a disintegrare i propri soldi. Per questo il risparmio diminuisce, specie negli Usa, dove credono di poterlo sostituire stampando moneta. Pratica immorale, perché provoca l’illusione di qualcosa che non esiste».

    Potremmo chiamarla politica espansionista...

    «Sì, ed è quella che vede le persone contrarre prestiti per qualunque cosa, compresi i progetti non remunerativi. È prassi capitalista, questa? E lo Stato aggrava tale situazione. Come è accaduto coi mutui subprime: il governo americano ha obbligato le banche a prestare denaro a chi non poteva restituirlo e a tassi irrisori che poi si sono alzati. L’ha fatto per pura demagogia. Traduco: il vero capitalismo è stato rimpiazzato da interventi statali di carattere monetario che non hanno favorito la formazione di capitale».

    Come invece ai tempi di Balzac.

    «Appunto. Nel XVIII e XIX secolo le banche erano piccole e tutte possedute da veri capitalisti che non avevano proprio voglia di fallire e mantenevano perciò elevati i tassi di interesse. Oggi le banche cercano di fondersi e concentrarsi sempre di più, secondo il principio too big to fail, troppo grande per fallire. In una banca di queste dimensioni non decide nessuno, se non i manager, che non hanno a cuore né la banca né il capitale, ma il loro stipendio».

    Lo stile bancario da lei preferito cambiò all’inizio del Novecento, in coincidenza con l’ascesa delle democrazie. La democrazia è nemica del capitalismo?

    «Non sono contro la democrazia, ma vorrei vederne limitata la capacità di intervenire sull’accumulazione del capitale. E non credo l’alternativa sia il capitalismo alla cinese, dove c’è troppa collaborazione tra la nomenclatura politica e quella economica. La corruzione infatti è alle stelle. Nel lungo periodo il capitalismo cinese non reggerà».

    E quello europeo?

    «Quando nel mio libro parlo di “eurosclerosi” mi riferisco ai Paesi ex comunisti, ma è vero che anche per gli altri sta prendendo piede un eccesso sconsiderato di regolamentazione e centralizzazione. Più uno Stato è grande, più è difficile sfuggirgli. Dovremmo invece favorire un sistema economico per ciascuno Stato, lasciarli poi competere e vedere qual è il migliore. Con un’economia centralizzata la competizione si azzera, come tra gli individui. Mi fa orrore la proposta di Trichet di un ministero europeo per l’economia, mi fanno orrore gli aiuti alla Grecia e il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere soppresso. Dalla crisi hanno guadagnato solo gli interventisti».

    In Italia, terrebbe le parti di Giulio Tremonti, che non vuole aprire i cordoni della borsa?

    «In pieno. Fare investimenti pubblici? Idea keynesiana folle. Guardiamo gli Stati Uniti: per questa via hanno raggiunto un deficit ormai incredibile, senza uscire dalla crisi come invece avrebbero fatto in passato. In Francia è successo qualcosa di ancora più allucinante. Il governo ha contratto ingenti prestiti per uscire dalla crisi e poi ha convocato gli economisti per chiedergli: e adesso questi soldi come li spendiamo? Immagini che io vada in banca, che ottenga un prestito di 100mila euro e chiedessi poi a mia moglie: cosa ne facciamo? Suppongo divorzierebbe».

    Dunque i governi sono i peggiori nemici del capitalismo?

    «Esattamente».

    https://www.ilgiornale.it/news/l-int...cal-salin.html
    «che giova ne la fata dar di cozzo?»

    “Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è ottima”

  10. #20
    Socialista Democratico
    Data Registrazione
    12 Dec 2014
    Messaggi
    28,241
     Likes dati
    10,390
     Like avuti
    6,804
    Mentioned
    241 Post(s)
    Tagged
    28 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    1

    Predefinito Re: I super-ricchi alla base delle crisi?

    Citazione Originariamente Scritto da Indra88 Visualizza Messaggio
    Viviamo nel capitalismo? Parrebbe di no. Almeno questa è la prima impressione nel leggere il provocatorio saggio Ritornare al capitalismo per evitare le crisi, dell’economista francese Pascal Salin, tra pochi giorni in libreria (Rubbettino, pagg. 226, euro 14, prefazione di Francesco Forte).

    Pascal Salin, cosa intende con «tornare al capitalismo»? Vi eravamo immersi fino al collo e non ci ha evitato la crisi economica più grave dal 1929.

    «Sono abituato ad avere parecchi nemici, il numero è in calo, ma rimane consistente. E rispondo: la crisi è stata provocata e aggravata da un interventismo statale e da una politica monetaria estremamente forte. Ci è poi stata venduta la versione che il capitalismo è instabile in sé e che la colpa della crisi è da attribuire a operatori economici privati e molto avidi».

    Non è così?

    «Non è così. I media francesi hanno cominciato a capirlo. Il capitalismo è un sistema che si basa sui diritti di proprietà legittima e incentiva la responsabilità di ognuno. È un sistema morale. Favorisce anche l’avidità, è vero, ma questo non è negativo nella misura in cui vengono rispettati i diritti altrui».

    Torniamo - o scendiamo - alla recente catastrofe economica.

    «È nata e permane nel punto esatto di congiunzione tra politica monetaria e politica fiscale. Gli attuali sistemi fiscali frenano l’accumulazione di capitale. Bisognerebbe invece detassare i risparmi e le plusvalenze. Se guadagni cento e di tasse ne paghi cinquanta, per i restanti cinquanta hai due strade: o li risparmi o li consumi. Si è fatto di tutto per indurre la gente a consumare, vale a dire a disintegrare i propri soldi. Per questo il risparmio diminuisce, specie negli Usa, dove credono di poterlo sostituire stampando moneta. Pratica immorale, perché provoca l’illusione di qualcosa che non esiste».

    Potremmo chiamarla politica espansionista...

    «Sì, ed è quella che vede le persone contrarre prestiti per qualunque cosa, compresi i progetti non remunerativi. È prassi capitalista, questa? E lo Stato aggrava tale situazione. Come è accaduto coi mutui subprime: il governo americano ha obbligato le banche a prestare denaro a chi non poteva restituirlo e a tassi irrisori che poi si sono alzati. L’ha fatto per pura demagogia. Traduco: il vero capitalismo è stato rimpiazzato da interventi statali di carattere monetario che non hanno favorito la formazione di capitale».

    Come invece ai tempi di Balzac.

    «Appunto. Nel XVIII e XIX secolo le banche erano piccole e tutte possedute da veri capitalisti che non avevano proprio voglia di fallire e mantenevano perciò elevati i tassi di interesse. Oggi le banche cercano di fondersi e concentrarsi sempre di più, secondo il principio too big to fail, troppo grande per fallire. In una banca di queste dimensioni non decide nessuno, se non i manager, che non hanno a cuore né la banca né il capitale, ma il loro stipendio».

    Lo stile bancario da lei preferito cambiò all’inizio del Novecento, in coincidenza con l’ascesa delle democrazie. La democrazia è nemica del capitalismo?

    «Non sono contro la democrazia, ma vorrei vederne limitata la capacità di intervenire sull’accumulazione del capitale. E non credo l’alternativa sia il capitalismo alla cinese, dove c’è troppa collaborazione tra la nomenclatura politica e quella economica. La corruzione infatti è alle stelle. Nel lungo periodo il capitalismo cinese non reggerà».

    E quello europeo?

    «Quando nel mio libro parlo di “eurosclerosi” mi riferisco ai Paesi ex comunisti, ma è vero che anche per gli altri sta prendendo piede un eccesso sconsiderato di regolamentazione e centralizzazione. Più uno Stato è grande, più è difficile sfuggirgli. Dovremmo invece favorire un sistema economico per ciascuno Stato, lasciarli poi competere e vedere qual è il migliore. Con un’economia centralizzata la competizione si azzera, come tra gli individui. Mi fa orrore la proposta di Trichet di un ministero europeo per l’economia, mi fanno orrore gli aiuti alla Grecia e il Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere soppresso. Dalla crisi hanno guadagnato solo gli interventisti».

    In Italia, terrebbe le parti di Giulio Tremonti, che non vuole aprire i cordoni della borsa?

    «In pieno. Fare investimenti pubblici? Idea keynesiana folle. Guardiamo gli Stati Uniti: per questa via hanno raggiunto un deficit ormai incredibile, senza uscire dalla crisi come invece avrebbero fatto in passato. In Francia è successo qualcosa di ancora più allucinante. Il governo ha contratto ingenti prestiti per uscire dalla crisi e poi ha convocato gli economisti per chiedergli: e adesso questi soldi come li spendiamo? Immagini che io vada in banca, che ottenga un prestito di 100mila euro e chiedessi poi a mia moglie: cosa ne facciamo? Suppongo divorzierebbe».

    Dunque i governi sono i peggiori nemici del capitalismo?

    «Esattamente».

    https://www.ilgiornale.it/news/l-int...cal-salin.html
    Stronzate, la vera domanda è: perché i salari della gente che otteneva i mutui rimanevano stagnanti mentre la produttività del lavoro (specie tecnologica) saliva come mai prima?

    E perché hanno fatto i CDO dei CDO? E perché a un certo punto quelli che avevano richiesto il mutuo non erano più in grado di pagare?

 

 
Pagina 2 di 12 PrimaPrima 123 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. I super-ricchi alla base delle crisi?
    Di Sinistra Anti-PD nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 107
    Ultimo Messaggio: 02-04-21, 10:41
  2. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 14-11-20, 08:28
  3. il governo toglie ai ricchi per dare ai super ricchi. 3
    Di FuoriTempo nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 15
    Ultimo Messaggio: 20-07-06, 17:36
  4. il governo togli ai ricchi per dare ai super ricchi. 2
    Di FuoriTempo nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 10
    Ultimo Messaggio: 12-07-06, 13:01

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito