Il teletrasporto esiste. Ma è anzitutto un (grosso) problema filosofico
Cosa significa veramente teletrasportare qualcuno? Supponiamo che voi stiate realizzando con successo un dispositivo teletrasportatore in grado di inviare una persona da un luogo a un altro. Quando quell'essere umano arriverà e riapparirà a destinazione, sarà effettivamente la stessa persona?
Chi entra in un teletrasporto non dovrebbe prima essere "distrutto", atomo per atomo, prima che una sua copia sia ricreata a destinazione? In quanto tale, il teletrasporto richiede una sorta di "omicidio" da un lato e di "rinascita" dall'altro?
E quella seconda persona, pur se con gli stessi identici atomi e pensieri, è davvero esattamente la stessa o tecnicamente una sorta di suo clone?
E se il teletrasporto ci costringe a creare cloni di noi stessi (potenzialmente innumerevoli), dov'è davvero la persona che all'inizio è scomparsa nel teletrasporto? Il fisico teorico Michio Kaku sul tema ha detto "se hai appena visto morire l'originale e credi in un'anima, quell'anima dove è andata? Se quella persona è 'morta', allora chi è questo impostore che è riapparso? "
https://www.futuroprossimo.it/2021/0...e-punto-siamo/
Sacrificare il sé originale per teletrasportarsi...