Una critica che viene spesso fatta al libero mercato è che l'allocazione delle risorse sarebbe inefficiente e che un sistema statalista raggiungerebbe meglio l'obbiettivo.
Vediamo perché in realtà il libero mercato raggiunge lo scopo relativamente bene.
Immaginate che il paese Lopanamo sia pieno di panetterie e che Luigi voglia aprire una panetteria. Dopo aver constatato che a Lopanamo è già pieno di panetterie, Luigi deicderà di non aprire la panetteria lì, perché avrebbe troppo concorrenza.
Fa una piccola ricerca di mercato e vede che a Kotrazanzola non ci sono panetterie: ed ecco dove aprirà la sua panetteria il nostro amico. Lì sarà l'unico fornitore di Pane e quindi almeno per un po' la sua attività non subirà concorrenza.
Ora anche Kotranzola è rifornito di pane.
Questo banalissimo meccanismo fa in modo che le risorse vengano portate dove mancano. A Tresdiniano manca l'acqua? Io allora porto l'acqua lì e voglio essere il primo a farlo!
Qui nel forum c'è un certo CapitanFindus che dice che nel liberismo non c'è profitto perché la concorrenza elimina i profitti. Errato: in realtà proprio per evitare di creare troppa concorrenza in un settore e in un luogo si fanno investimenti e attività diversificate e questo arricchisce l'economia. È per questo che il profitto non è un difetto del mercato, ma un incentivo a creare un'economia con tanti beni e servizi.
Ultima osservazione: ricordate che se un'azienda e quindi un imprenditori fa profitto poi i soldi estratti dall'azienda vanno a finire in altri investimenti magari in altri settori dell'economia, quindi l'idea che il profitto sia uno spreco non sta in piedi: da nessuna parte c'è scritto che i soldi debbano essere reinvestiti nell'azienda stessa.
Ricordatevi anche che se l'imprenditore si fa costruire una villa dà lavoro ad altre aziende, quindi non è vero che i vizi personali non danno benefici all'economia.