L'opposizione dei sostenitori della assoluta immanenza ai sostenitori della assoluta trascendenza ha attraversato l'intera vicenda del pensiero occidentale moderno.
Spinozismo, Marx e marxismo, neoparmenidismo, hanno costituito il primo fronte cui platonismo e idealismo sono stati i contendenti principali.
Nonostante ne sia stata rifiutata rinomanza lo spiritualismo ha potuto mostrare tutte le proprie ragioni di contro al materialismo immanente che nondimeno ha avuto grande, maggiore influenza sulla politica. Fino a quando questa ingiustificata preponderanza?
Il contrasto ideologico tra il prof. E. Severino ed il prof. G. Bontadini ha segnato un nuovo capitolo della suddetta opposizione, tra politica, filosofia e religione. Anche in tal caso — bisogna riconoscerlo — non è stata data la giusta rinomanza alla conclusione dei sostenitori della trascendenza.
G. Bontadini non negava alfine la tesi del suo avversario ma la integrava con una propria. Che tutti gli enti in quanto tali siano eterni non era oggetto dunque di negazione ma si mostrava che l'eternità immanente a tutte le cose fosse in virtù di una eternità trascendente le cose. A ciò E. Severino non obiettava ma emblematicamente rifiutava interesse. Si mostrava così un futuro filosofico non più dominato dal pensiero della necessità della affermazione della immanenza né dall'affermare stesso immanente: difatti oltre che indicare una non improbabile trascendenza si indicava la necessità filosofica di superare l'assolutismo immanente con un affermare diverso... E come in filosofia così in politica, poiché la discussione coinvolgeva già dalle proprie premesse la politica; gli immanentisti difatti avendo negato e negando col proprio procedere prima Religione e Cristianesimo, poi Occidente e Globalità, poi ancora Cristianesimo e Religione.
In senso strettamente logico, l'idea dell'eternità immanente e assoluta era approdata ad una aporia, non ontologica bensì epistemologica: se tutto avesse propria eternità le cose non scomparirebbero e pensare un apparire e scomparire dello stesso apparire sarebbe realmente non solo veramente risolutivo se e solo se si attestasse degli enti la interrelazione a un Essere sicché l'affermare la continuazione dell'apparire nell'infinito non sarebbe il negare la finitezza. Severino dava per implicito dunque ciò che l'autentico procedere filosofico deve esplicitare!...
Per questo verso si mostra l'Occidente non nichilista e non distruttivo e si rivela la corrispondente politica non distruttivamente nichilista di Occidente ed anche della Globalità. I negatori di essa, ordunque, non vogliono saperne neppure.
MAURO PASTORE