Ho fatto delle ricerche ma non ho trovato un granchè.
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Nella forma attuale, con dati antropometrici identificativi e sistemi di ostacolo alla falsificazione, i documenti d'identità discendono sostanzialmente dal passaporto per l'interno che nel 1807 fu imposto dal Capo della Polizia di Napoleone, Joseph Fouché.
Secondo il decreto 10 Vendémiaire dell'anno Anno IV, “nessun individuo può lasciare il territorio del suo paese, né viaggiare, senza essere stato fornito e portare con sè un passaporto firmato dai funzionari comunali. Ogni passaporto conterrà la descrizione della persona, la sua firma (o la dichiarazione che non sa scrivere), farà riferimento al numero della sua iscrizione sui registri del comune e sarà rinnovato almeno una volta all'anno (art 3)".
Nel 1807, per combattere le falsificazioni, Fouché, ministro della Polizia, fece adottare un modello standardizzato su carta speciale con filigrana e inchiostro inalterabili, consentendo di smascherare i falsificatori e aggiungendo un a tassa di 2 franchi. Tutti gli spostamenti fuori dal proprio comune venivano quindi registrati in appositi archivi polizieschi.
Interessante, grazie. Mi chiedevo come facessero in età medievale o moderna per esempio quando una persona si trasferiva in un altra città. Senza documenti di identità questa poteva benissimo cambiare nome e cognome, sopratutto se era ricercata. Come funzionava?
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Ho trovato questo
https://globalinheritances.files.wordpress.com
All’epoca medievale dobbiamo anche un’altra serie di documenti che avranno
grandissimo successo fino ad oggi.
I salvacondotti e soprattutto i passaporti.
Il salvacondotto e il passaporto, così come le bollette di sanità, sono tutti documenti
scritti che servono a certificare quella che viene percepita come una specie di “stato di
eccezione”. Essi non sono infatti dei documenti obbligatori, che ogni persona deve
possedere, ma sono legati ad uno status temporaneo: sostanzialmente se ne ha bisogno
quando si abbandona il proprio “posto” nella società (il proprio villaggio, la propria città,
il proprio status) e si deve uscire al di fuori. Tali documenti sono dei “privilegi”, servono
a garantire al mercante le sue merci, al viaggiatore che non sarà molestato, al pellegrino i
servizi che abbiamo visto, ecc.
Non a caso quello che è importante nel passaporto non sono le informazioni su colui
che lo porta, che sono molto scarne: un nome un luogo di provenienza che spesso non
dicono niente alle guardie daziarie che fermano il viaggiatore, o a quelle che si trovano
alle porte della città (Passe-port “passa-porta” in francese).
Ciò che è importante nel documento è il sigillo dell’autorità che lo emette (la città, il
re, ecc.) che come abbiamo visto manifesta la presenza dell’autorità e protegge il
viaggiatore. Le autorità della comunità accogliente non si possono fidare dell’identità
dell’individuo, e giocoforza devono affidarsi all’autorità che è rappresentata dal sigillo: è
l’autorità che c’è dietro il documento di cui ci si deve fidare…non del documento in sé
(in effetti ancora oggi è così, anche se oggi i supporti materiali dei documenti cercano
anch’essi di dare prova della loro affidabilità e della loro non contraffattibilità).
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Lo stato pre-moderno era molto meno burocratico di quello successivo, poche carte in giro e passaparola
“Qualche calcio in culo a qualche giornalista servo infame cominceremo a tirarlo. Diamogli almeno un motivo per dire che siamo cattivi.”
Il Capitano
Nel documento che ho postato si parla di passaporti che venivano rilasciati in casi eccezionali, tipo quando ci si trasferiva in altri luoghi.
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“Qualche calcio in culo a qualche giornalista servo infame cominceremo a tirarlo. Diamogli almeno un motivo per dire che siamo cattivi.”
Il Capitano
“Qualche calcio in culo a qualche giornalista servo infame cominceremo a tirarlo. Diamogli almeno un motivo per dire che siamo cattivi.”
Il Capitano