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  • Il fascismo fu una religione vera e propria, ma il nazionalsocialismo no

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  • Il nazionalsocialismo fu una religione vera e propria, ma il fascismo no

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  1. #11
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    La numero 3.

  2. #12
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    "Il movimento fascista, come idee, passioni e violenza, rappresenta i valori tradizionali e perenni della nazione, intesa come stirpe e come storia" (Benito Mussolini, "Monarchia e repubblica", 29 ottobre 1920).

    "Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del Resto del Carlino, non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro" (Benito Mussolini, "Dopo due anni", 23 marzo 1921).

    "Come è nato questo fascismo, attorno al quale è così vasto strepito di passioni, di simpatie, di odi, di rancori e di incomprensione? Non è nato soltanto dalla mia mente o dal mio cuore: non è nato soltanto da quella riunione che nel 1919 noi tenemmo in una piccola sala di Milano. È nato da un profondo, perenne bisogno di questa nostra stirpe ariana e mediterranea che ad un dato momento si è sentita minacciata nelle ragioni essenziali della sua esistenza da una tragica follia e da una favola mitica che oggi crolla a pezzi nel luogo stesso ove è nata" (Benito Mussolini, discorso di Bologna, 3 aprile 1921).

    "Noi fascisti diciamo che, al di sopra di tutte le competizioni, al di sopra di tutti i dissidi che dividono gli uomini (...), c'è una realtà unica, comune a tutti quanti, ed è la realtà della nazione, ed è la realtà della patria, alla quale siamo tutti legati come l'albero attraverso le sue radici è legato alla terra che lo ha fecondato" (Benito Mussolini, discorso di Ferrara, 4 aprile 1921).

    "Affermo qui che la tradizione latina e imperiale di Roma oggi è rappresentata dal cattolicismo. Se, come diceva Mommsen 25 o 30 anni fa, non si resta a Roma senza una idea universale, io penso e affermo che l'unica idea universale che oggi esista a Roma è quella che s'irradia dal Vaticano. Sono molto inquieto quando vedo che si formano delle Chiese nazionali perché penso che sono milioni e milioni di uomini che non guardano più all'Italia e a Roma" (Benito Mussolini, primo discorso parlamentare, 21 giugno 1921).

    "Intendo dire che il fascismo si preoccupi dei problemi della razza; i fascisti devono preoccuparsi della salute della razza con la quale si fa la storia. Noi partiamo dal concetto di nazione, che per noi è un fatto né cancellabile né superabile. Siamo quindi in antitesi contro tutti gli internazionalismi. Il sogno di una grande umanità è fondato sull'utopia e non sulla realtà. Niente ci autorizza ad affermare che il millennio della fratellanza sia imminente" (Benito Mussolini, discorso all'Augusteo, 7 novembre 1921).

    "Il Fascismo rispetta la religione, non è ateo, non è anticristiano, non è anticattolico. L'opera violenta di anticlericalismo e di scristianizzazione tentata negli ultimi anni prima della guerra dal socialismo aveva ferito molte anime. La guerra ha rialzato i valori religiosi. Un movimento come quello fascista rispetta la religione ed imprime alle sue stesse manifestazioni un carattere di religiosità" (Benito Mussolini, "Il fascismo e i rurali", 25 maggio 1922).

    "L'Italia è una Nazione, poiché dalle Alpi alla Sicilia c'è una unità fondamentale dei nostri costumi; c'è una unità fondamentale del nostro linguaggio, della nostra religione. La guerra combattuta dal '15 al '18 consacra tutte queste unità e se queste unità formidabili bastano a caratterizzare la Nazione, la Nazione italiana esiste: piena di risorse, potentissima, lanciata verso un glorioso destino" (Benito Mussolini, discorso alla Sciesa di Milano, 4 ottobre 1922).

    "Avevamo detto che non avremmo toccato un altro pilastro della società nazionale: la Chiesa. Ebbene, la religione, che è patrimonio sacro dei popoli, da noi non è stata toccata né diminuita. Ne abbiamo anzi aumentato il prestigio" (Benito Mussolini, discorso di Palazzo Belgioioso, 28 ottobre 1923).

    "È la primavera, è la resurrezione della razza, è il popolo che diventa nazione, la nazione che diventa Stato, che cerca nel mondo le linee della sua espansione" (Benito Mussolini, discorso di Palazzo Belgioioso, 28 ottobre 1923).

    "Noi siamo una nazione cattolica, non solo perché il cattolicesimo è inseparabile dalla nostra storia. Gli italiani venerano il Pontefice, il capo della loro religione, ma venerano in esso anche il simbolo di quella Chiesa di Roma, senza la quale, dal Medioevo in poi, la nostra storia sarebbe incomprensibile. Mai in Italia si è compreso così lucidamente che il problema delle relazioni fra la Santa Sede e lo Stato italiano è un problema di ordine spirituale e superiore. È indubbio che, dopo la guerra, la coscienza italiana ha avuto una rinascita religiosa. Molti fenomeni della politica italiana con l'estero che non sono interamente compresi e che cominciano ad esserlo appena ora, sono fenomeni spirituali, fenomeni di un rinnovamento religioso. Il popolo italiano sente in questo rinnovamento l'urgente bisogno di superare il conflitto tra la coscienza di cattolico e la coscienza di cittadino che aveva tormentato alcune delle più nobili esistenze italiane. La politica religiosa dello Stato italiano doveva essere ricostruita interamente su nuove basi. È quello che ha fatto il fascismo. Esso ha abbandonato il sistema dei meschini accomodamenti e si è messo sulla strada maestra" (Benito Mussolini, intervista ad ABC di Madrid, 14 novembre 1923).

    "Il Fascismo italiano non è stato solamente una rivolta politica contro governi fiacchi e incapaci che avevano lasciato decadere l’autorità dello Stato e minacciavano di arrestare l’Italia sulla via del suo maggiore sviluppo, ma è stato una rivolta spirituale contro vecchie ideologie che corrompevano i sacri principi della religione, della patria e della famiglia. Rivolta spirituale, dunque, il Fascismo è stato espresso direttamente dal popolo" (Benito Mussolini, 5 gennaio 1924).

    "Alfredo Oriani, in tempi in cui trionfava un sordido anticlericalismo che non aveva alcuna luce ideale, volle morire col crocifisso sul petto, a dimostrare che, dopo le grandi parole dette dal cristianesimo, altre così solenni, così universali non furono più pronunciate sulla faccia della terra" (Benito Mussolini, commemorazione di Alfredo Oriani, 27 aprile 1924).

    "Bisogna rispettare leggi e tradizioni, tutto ciò che rappresenta l'elemento spirituale e fondamentale della vita di un popolo. Se poco fa sono entrato nel tempio e mi sono inchinato dinnanzi all'altare, ciò non ho fatto per rendere un omaggio superficiale alla religione dello Stato, l'ho fatto per un intimo convincento, perché penso che un popolo non può divenire grande e potente, conscio dei suoi destini, se non si accosta alla religione e non la considera un elemento essenziale della sua vita privata e pubblica" (Benito Mussolini, discorso di Vicenza per il piazzale della Vittoria, 23 settembre 1924).

    "A coloro che vogliono inutilmente sgomentare il mondo, col rappresentare un imperialismo italiano, ricorderemo ancora una volta che l'Italia contiene le spese per i suoi armamenti nei limiti delle più elementari necessità di sicurezza e di difesa; ricorderemo che l'Italia vuol vivere in pace con tutti i popoli, e in particolar modo con quelli che le stanno vicino; che l'Italia ha stipulato patti d'amicizia e trattati di commercio con molti Stati e che di frequente tali atti hanno disperso nebbie, sventato intrighi, ristabilito l'equilibrio negli spiriti; ricorderemo che l'Italia essendo all'interno impegnata nella sua opera di ricostruzione economica e politica, essendo, anzi, tutta presa dallo sforzo di creazione di nuovi istituti, di un nuovo tipo di civiltà, che armonizzi le tradizioni con la modernità, il progresso con la fede, la macchina con lo spirito e segni la sintesi del pensiero e delle conquiste di due secoli, l'Italia non vuole turbare la pace, ma è pronta alla difesa dei suoi interessi in qualsiasi parte del mondo" (Benito Mussolini, discorso all'Assemblea quinquennale del regime, 10 marzo 1929).

    "Il sacerdote tutela l'anima nostra e fa in modo che sia degna della beatitudine eterna" (Benito Mussolini, discorso ai medici, 28 gennaio 1932).

    "L'umano non può superare il divino" (Benito Mussolini, discorso per la torre littoria, 26 agosto 1932).

    "Si può amare la religione e la patria; voi siete l'espressione più completa e direi più solenne di questa unione. Ne fanno fede i vostri nastrini. Si può, perché questi due sentimenti derivano dallo stesso principio e chi crede profondamente in Dio sa anche compiere il sacrificio supremo" (Benito Mussolini, discorso ai cappellani della MVSN, 24 febbraio 1933).

    "Dopo la Roma dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo. (...) L'Italia ha il privilegio di essere la nazione più nettamente individuata dal punto di vista geografico. La più compattamente omogenea dal punto di vista etnico, linguistico, morale. L'unità religiosa è una delle grandi forze di un popolo. Comprometterla od anche soltanto incrinarla è commettere un delitto di lesa-nazione" (Benito Mussolini, discorso alla seconda Assemblea quinquennale del regime, 18 marzo 1934).

    "Nel concetto fascista di Stato totalitario, la Religione è assolutamente libera e, nel suo ambito, indipendente. Non ci è nemmeno mai passato per l'anticamera del cervello la bislacca idea di fondare una nuova religione di Stato o di asservire allo Stato la religione professata dalla totalità degli italiani. Il compito dello Stato non consiste nel tentare di creare nuovi vangeli o altri dogmi, di rovesciare le vecchie divinità per sostituirle con altre che si chiamano sangue, razza, nordismo e simili. Lo Stato fascista non trova che sia suo dovere intervenire nella materia religiosa, o se ciò accade è solo nel caso in cui il fatto religioso tocchi l'ordine politico e morale dello Stato. (...) La dottrina fascista sulla materia è chiara: lo Stato è sovrano e niente può essere fuori o contro lo Stato, nemmeno la religione nelle sue pratiche estrinsecazioni e ciò spiega come i Vescovi italiani prestino giuramento di fedeltà allo Stato. D'altra parte, la Chiesa è sovrana in quello che è il suo specifico campo di attività: la cura e la salvezza delle anime. Vi sono dei momenti e delle attività dove le due forze si incontrano e in tal caso, la collaborazione è desiderabile, è possibile ed è feconda" (Benito Mussolini, articolo pubblicato su "Le Figaro", 18 dicembre 1934).

    "È lo spirito che esiste e la materia esiste solo per servire lo spirito" (Benito Mussolini, discorso per il ventennale dell'Associazione Nazionale Mutilati, 29 aprile 1937).
    Ricco ed esaustivo, come sempre.
    "L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
    "Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
    "O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch

  3. #13
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    il Nazionalsocialismo fu una religione vera e propria perchè spinta verso l'assoluto, e perchè tanti suoi esponenti vagheggiavano alle religioni pagane degli antici Teutonici o Alemanni, creando dei tempi e delle cerimonie

    Niente di tutto questo nel fascismo che fu un regime sempre pronto ai compromessi con le fasce che in Italia avevano potere: la Monarchia, l'Esercito, la Chiesa, gli industriali, i senatori fedeli al re, gli intellettuali, la stampa, i grandi proprietari terrieri, la nobilità, la marina, la polizia, i carabinieri

    Il fascismo assomiglio' di piu' ai regimi nazionalisti reazionari del centro Europa tra le due guerre: Austria, Ungheria, Polonia, paesi Baltici, ecc

  4. #14
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    "Il movimento fascista, come idee, passioni e violenza, rappresenta i valori tradizionali e perenni della nazione, intesa come stirpe e come storia" (Benito Mussolini, "Monarchia e repubblica", 29 ottobre 1920).

    "Non importa se il nostro programma concreto, com'è stato notato giorni sono da un redattore del Resto del Carlino, non è antitetico ed è piuttosto convergente con quello dei socialisti per tutto ciò che riguarda la riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo trascura o disprezza; ma soprattutto lo spirito fascista rifugge da tutto ciò che è ipoteca arbitraria sul misterioso futuro" (Benito Mussolini, "Dopo due anni", 23 marzo 1921).

    "Come è nato questo fascismo, attorno al quale è così vasto strepito di passioni, di simpatie, di odi, di rancori e di incomprensione? Non è nato soltanto dalla mia mente o dal mio cuore: non è nato soltanto da quella riunione che nel 1919 noi tenemmo in una piccola sala di Milano. È nato da un profondo, perenne bisogno di questa nostra stirpe ariana e mediterranea che ad un dato momento si è sentita minacciata nelle ragioni essenziali della sua esistenza da una tragica follia e da una favola mitica che oggi crolla a pezzi nel luogo stesso ove è nata" (Benito Mussolini, discorso di Bologna, 3 aprile 1921).

    "Noi fascisti diciamo che, al di sopra di tutte le competizioni, al di sopra di tutti i dissidi che dividono gli uomini (...), c'è una realtà unica, comune a tutti quanti, ed è la realtà della nazione, ed è la realtà della patria, alla quale siamo tutti legati come l'albero attraverso le sue radici è legato alla terra che lo ha fecondato" (Benito Mussolini, discorso di Ferrara, 4 aprile 1921).

    "Affermo qui che la tradizione latina e imperiale di Roma oggi è rappresentata dal cattolicismo. Se, come diceva Mommsen 25 o 30 anni fa, non si resta a Roma senza una idea universale, io penso e affermo che l'unica idea universale che oggi esista a Roma è quella che s'irradia dal Vaticano. Sono molto inquieto quando vedo che si formano delle Chiese nazionali perché penso che sono milioni e milioni di uomini che non guardano più all'Italia e a Roma" (Benito Mussolini, primo discorso parlamentare, 21 giugno 1921).

    "Intendo dire che il fascismo si preoccupi dei problemi della razza; i fascisti devono preoccuparsi della salute della razza con la quale si fa la storia. Noi partiamo dal concetto di nazione, che per noi è un fatto né cancellabile né superabile. Siamo quindi in antitesi contro tutti gli internazionalismi. Il sogno di una grande umanità è fondato sull'utopia e non sulla realtà. Niente ci autorizza ad affermare che il millennio della fratellanza sia imminente" (Benito Mussolini, discorso all'Augusteo, 7 novembre 1921).

    "Il Fascismo rispetta la religione, non è ateo, non è anticristiano, non è anticattolico. L'opera violenta di anticlericalismo e di scristianizzazione tentata negli ultimi anni prima della guerra dal socialismo aveva ferito molte anime. La guerra ha rialzato i valori religiosi. Un movimento come quello fascista rispetta la religione ed imprime alle sue stesse manifestazioni un carattere di religiosità" (Benito Mussolini, "Il fascismo e i rurali", 25 maggio 1922).

    "L'Italia è una Nazione, poiché dalle Alpi alla Sicilia c'è una unità fondamentale dei nostri costumi; c'è una unità fondamentale del nostro linguaggio, della nostra religione. La guerra combattuta dal '15 al '18 consacra tutte queste unità e se queste unità formidabili bastano a caratterizzare la Nazione, la Nazione italiana esiste: piena di risorse, potentissima, lanciata verso un glorioso destino" (Benito Mussolini, discorso alla Sciesa di Milano, 4 ottobre 1922).

    "Avevamo detto che non avremmo toccato un altro pilastro della società nazionale: la Chiesa. Ebbene, la religione, che è patrimonio sacro dei popoli, da noi non è stata toccata né diminuita. Ne abbiamo anzi aumentato il prestigio" (Benito Mussolini, discorso di Palazzo Belgioioso, 28 ottobre 1923).

    "È la primavera, è la resurrezione della razza, è il popolo che diventa nazione, la nazione che diventa Stato, che cerca nel mondo le linee della sua espansione" (Benito Mussolini, discorso di Palazzo Belgioioso, 28 ottobre 1923).

    "Noi siamo una nazione cattolica, non solo perché il cattolicesimo è inseparabile dalla nostra storia. Gli italiani venerano il Pontefice, il capo della loro religione, ma venerano in esso anche il simbolo di quella Chiesa di Roma, senza la quale, dal Medioevo in poi, la nostra storia sarebbe incomprensibile. Mai in Italia si è compreso così lucidamente che il problema delle relazioni fra la Santa Sede e lo Stato italiano è un problema di ordine spirituale e superiore. È indubbio che, dopo la guerra, la coscienza italiana ha avuto una rinascita religiosa. Molti fenomeni della politica italiana con l'estero che non sono interamente compresi e che cominciano ad esserlo appena ora, sono fenomeni spirituali, fenomeni di un rinnovamento religioso. Il popolo italiano sente in questo rinnovamento l'urgente bisogno di superare il conflitto tra la coscienza di cattolico e la coscienza di cittadino che aveva tormentato alcune delle più nobili esistenze italiane. La politica religiosa dello Stato italiano doveva essere ricostruita interamente su nuove basi. È quello che ha fatto il fascismo. Esso ha abbandonato il sistema dei meschini accomodamenti e si è messo sulla strada maestra" (Benito Mussolini, intervista ad ABC di Madrid, 14 novembre 1923).

    "Il Fascismo italiano non è stato solamente una rivolta politica contro governi fiacchi e incapaci che avevano lasciato decadere l’autorità dello Stato e minacciavano di arrestare l’Italia sulla via del suo maggiore sviluppo, ma è stato una rivolta spirituale contro vecchie ideologie che corrompevano i sacri principi della religione, della patria e della famiglia. Rivolta spirituale, dunque, il Fascismo è stato espresso direttamente dal popolo" (Benito Mussolini, 5 gennaio 1924).

    "Alfredo Oriani, in tempi in cui trionfava un sordido anticlericalismo che non aveva alcuna luce ideale, volle morire col crocifisso sul petto, a dimostrare che, dopo le grandi parole dette dal cristianesimo, altre così solenni, così universali non furono più pronunciate sulla faccia della terra" (Benito Mussolini, commemorazione di Alfredo Oriani, 27 aprile 1924).

    "Bisogna rispettare leggi e tradizioni, tutto ciò che rappresenta l'elemento spirituale e fondamentale della vita di un popolo. Se poco fa sono entrato nel tempio e mi sono inchinato dinnanzi all'altare, ciò non ho fatto per rendere un omaggio superficiale alla religione dello Stato, l'ho fatto per un intimo convincento, perché penso che un popolo non può divenire grande e potente, conscio dei suoi destini, se non si accosta alla religione e non la considera un elemento essenziale della sua vita privata e pubblica" (Benito Mussolini, discorso di Vicenza per il piazzale della Vittoria, 23 settembre 1924).

    "A coloro che vogliono inutilmente sgomentare il mondo, col rappresentare un imperialismo italiano, ricorderemo ancora una volta che l'Italia contiene le spese per i suoi armamenti nei limiti delle più elementari necessità di sicurezza e di difesa; ricorderemo che l'Italia vuol vivere in pace con tutti i popoli, e in particolar modo con quelli che le stanno vicino; che l'Italia ha stipulato patti d'amicizia e trattati di commercio con molti Stati e che di frequente tali atti hanno disperso nebbie, sventato intrighi, ristabilito l'equilibrio negli spiriti; ricorderemo che l'Italia essendo all'interno impegnata nella sua opera di ricostruzione economica e politica, essendo, anzi, tutta presa dallo sforzo di creazione di nuovi istituti, di un nuovo tipo di civiltà, che armonizzi le tradizioni con la modernità, il progresso con la fede, la macchina con lo spirito e segni la sintesi del pensiero e delle conquiste di due secoli, l'Italia non vuole turbare la pace, ma è pronta alla difesa dei suoi interessi in qualsiasi parte del mondo" (Benito Mussolini, discorso all'Assemblea quinquennale del regime, 10 marzo 1929).

    "Il sacerdote tutela l'anima nostra e fa in modo che sia degna della beatitudine eterna" (Benito Mussolini, discorso ai medici, 28 gennaio 1932).

    "L'umano non può superare il divino" (Benito Mussolini, discorso per la torre littoria, 26 agosto 1932).

    "Si può amare la religione e la patria; voi siete l'espressione più completa e direi più solenne di questa unione. Ne fanno fede i vostri nastrini. Si può, perché questi due sentimenti derivano dallo stesso principio e chi crede profondamente in Dio sa anche compiere il sacrificio supremo" (Benito Mussolini, discorso ai cappellani della MVSN, 24 febbraio 1933).

    "Dopo la Roma dei Cesari, dopo quella dei Papi, c'è oggi una Roma, quella fascista, la quale con la simultaneità dell'antico e del moderno, si impone all'ammirazione del mondo. (...) L'Italia ha il privilegio di essere la nazione più nettamente individuata dal punto di vista geografico. La più compattamente omogenea dal punto di vista etnico, linguistico, morale. L'unità religiosa è una delle grandi forze di un popolo. Comprometterla od anche soltanto incrinarla è commettere un delitto di lesa-nazione" (Benito Mussolini, discorso alla seconda Assemblea quinquennale del regime, 18 marzo 1934).

    "Nel concetto fascista di Stato totalitario, la Religione è assolutamente libera e, nel suo ambito, indipendente. Non ci è nemmeno mai passato per l'anticamera del cervello la bislacca idea di fondare una nuova religione di Stato o di asservire allo Stato la religione professata dalla totalità degli italiani. Il compito dello Stato non consiste nel tentare di creare nuovi vangeli o altri dogmi, di rovesciare le vecchie divinità per sostituirle con altre che si chiamano sangue, razza, nordismo e simili. Lo Stato fascista non trova che sia suo dovere intervenire nella materia religiosa, o se ciò accade è solo nel caso in cui il fatto religioso tocchi l'ordine politico e morale dello Stato. (...) La dottrina fascista sulla materia è chiara: lo Stato è sovrano e niente può essere fuori o contro lo Stato, nemmeno la religione nelle sue pratiche estrinsecazioni e ciò spiega come i Vescovi italiani prestino giuramento di fedeltà allo Stato. D'altra parte, la Chiesa è sovrana in quello che è il suo specifico campo di attività: la cura e la salvezza delle anime. Vi sono dei momenti e delle attività dove le due forze si incontrano e in tal caso, la collaborazione è desiderabile, è possibile ed è feconda" (Benito Mussolini, articolo pubblicato su "Le Figaro", 18 dicembre 1934).

    "È lo spirito che esiste e la materia esiste solo per servire lo spirito" (Benito Mussolini, discorso per il ventennale dell'Associazione Nazionale Mutilati, 29 aprile 1937).

    Non capisco il perchè di questa risposta.

  5. #15
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    Non capisco il perchè di questa risposta.
    L'eterogeneità interna al fascismo non impediva a quest'ultimo di avere dei punti fermi sui temi che hai menzionato - o perlomeno non lo impediva al suo fondatore e leader
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  6. #16
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    L'eterogeneità interna al fascismo non impediva a quest'ultimo di avere dei punti fermi sui temi che hai menzionato - o perlomeno non lo impediva al suo fondatore e leader
    Ceri temi erano propri di tutti i fascismi.
    Il fascismo italiano non fu all'altezza della NSDAP, ma va riconosciuto al Fascismo una certa coerenza ideale che si radicalizzò nella RSI.

  7. #17
    SMF
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    Predefinito Re: Fascismo e Nazionalsocialismo furono religioni politiche?

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    Ceri temi erano propri di tutti i fascismi.
    Certamente. Nel caso però delle citazioni che ho riportato, emerge una specificità del fascismo italiano rispetto al nazionalsocialismo tedesco: l'attenzione per l'identità cattolica della nazione italiana ed il riconoscimento del ruolo della religione cattolica nella società, oltre che dei suoi principi.

    Citazione Originariamente Scritto da IlWehrwolf Visualizza Messaggio
    Il fascismo italiano non fu all'altezza della NSDAP, ma va riconosciuto al Fascismo una certa coerenza ideale che si radicalizzò nella RSI.
    È un giudizio che dipende, inevitabilmente, dai presupposti dai quali parti. È un discorso che abbiamo fatto numerose volte: pur con tutti i suoi difetti ed i suoi limiti, per chi come me è integralmente cattolico e nazionalista (italiano, ovviamente) il nazionalsocialismo tedesco, pur avendo aspetti indubbiamente positivi, rappresenta qualcosa di estraneo e, per certi versi, di confliggente. Motivo che mi porta a considerare il fascismo italiano in un'ottica migliore (o meno peggiore, se vuoi). Al di là dei giudizi personali, ciò che volevo sottolineare era soltanto che il fascismo, perlomeno a livello ufficiale, aveva le idee chiare su quegli argomenti che avevi citato.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

 

 
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