Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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GILANICO
Come tutti i racconti storici sono pieni di inesattezze, cose inventate e allegorie, ma hanno sempre una base di verità.
La verità è che i testi sacri sono serviti a controllare e a sottomettere le masse povere e/o ignoranti.
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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Gian_Maria
La verità è che i testi sacri sono serviti a controllare e a sottomettere le masse povere e/o ignoranti.
Anche, ma questo non significa che gli Elohim non fossero esistiti.
Questo controllo delle masse è frutto sempre di elaborazioni esegetiche successive, visto che in origine YHWH era l'Elohim solo degli israeliti, più precisamente della discendenza di Giacobbe, non certo un ""Dio"" universale e di tutti. Anche questa è un elaborazione successiva.
Altri popoli, imparentati in linea diretta con gli israeliti, come i Moabiti, erano sotto la legislazione di altri Elohim.
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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TheMeroving
Lo sfruttamento degli altri porta potere se il loro lavoro produce oggetti di potere. Sfruttare gli altri per cacciare antilopi non produce alcun potere perché i cosciotti di antilope non producono potere. Sfruttare gli altri per coltivare la terra produce potere perché chi lavora la terra finisce per vivere sulla terra e quindi chi possiede la terra controlla e ha potere su tutti coloro che vi abitano.
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Come avresti contraddetto la mia affermazione?
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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Originariamente Scritto da
TheMeroving
Nel momento in cui una comunità occupa un territorio possiede il territorio nel senso che lo controlla. Se lo controlla alla fine uscirà sempre quslcuno che proverà a reclamarne un controllo esclusivo. Sia come proprietario o come semplice funzionario statale.
Controllare un territorio per gli uomini è un modo efficiente per sopravvivere e produrre abbondanza. E quindi i singoli che riescono ad ottenere un controllo specifico del territorio soddisfano un istinto primario: vivere il più comodamente e lungamente possibile.
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Hai questa perversa mania di partire da assunti tuoi per fare elaborazioni tue che portano a conclusioni tue.
Peccato che sia tutto un pasticcio retorico errato
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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Originariamente Scritto da
GILANICO
Vedi che decontestualizzi.
Io mi riferisco solo esclusivamente ai testi cosiddetti sacri e della mitologia sumero accadica.
Babbo natale è un pò come quelli che credono che l'anarchismo si possa realizzare per davvero, alcuni ci credono e altri no, malgrado non sia mai esistito, cosi come sia un utopia pensare che l'anarchia si possa realizzare.
Quindi nulla esiste, nulla è realizzabile tante i testi sacri e la mitologia sumero accadica.
A me sembra proprio che i tuoi ragionamenti fanno il patto con quelli del meroving
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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Originariamente Scritto da
TheMeroving
E quindi fino ad oggi perché questa "consapevolezza" non è mai giunta?
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Le volte che è "giunta" è stata soppressa nel sangue. Te lo avrò detto almeno 1000 volte
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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Originariamente Scritto da
Wu Wei
Quindi nulla esiste, nulla è realizzabile tante i testi sacri e la mitologia sumero accadica.
A me sembra proprio che i tuoi ragionamenti fanno il patto con quelli del meroving
Io sono un non religioso, non fedele, che crede che nella Bibbia si nascondino tracce di verità.
Il mio metodo è lo stesso che usa Biglino, ovvero fare finta che, attraverso un approccio che sia il più testuale possibile, invece che credere che ogni cosa che vi sia scritto debba avere un interpretazione extra letterale, specialmente per quanto riguarda gli altri Elohim al di fuori di Adonai.
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
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Originariamente Scritto da
TheMeroving
E chi lo dice che non c'è posto6per due?
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“ La purezza infatti si perde in cui si manifesta la possibilità di ottenere potere. Ovvero nel momento in cui il possesso della terra comincia ad avere un peso sociale di un certo valore. ” (cit.)
Re: Riflessioni sul concetto di anarchia
“L'accumulazione di ricchezza a un polo è quindi nello stesso tempo accumulazione di miseria, tormento di lavoro, schiavitù, ignoranza, abbrutimento e degradazione morale al polo opposto." Karl Marx, Il Capitale, Libro I, cap XXIII