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  1. #1
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    Predefinito I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Una tesi che viene spesso sostenuta dai sinistri: "facciamo le aziende pubbliche così i prezzi si abbassano, visto che la aziende pubbliche non devono fare profitto". Questo è tra l'altro il cavallo di battaglia di un utente di questo forum, un certo @CapitanFracassa.

    Cerchiamo di capire perché la teoria è sbagliata.
    È vero che le aziende private in generale fanno profitto, quindi vendono i prodotti a un prezzo superiore al costo di produzione. È anche vero che le aziende pubbliche solitamente fanno più o meno pareggio di bilancio (in realtà ci sono anche le private nonprofit e le pubbliche che fanno utili, ma lasciamo stare). La premessa è corretta: peccato però che la conclusione sia sbagliata.

    Poniamo che in un determinato paese ci sia un provider telefonico pubblico e poi i privati concorrenti.
    Secondo i sostenitori di detta teoria le tariffe del provider pubblico dovrebbero essere quelle più basse, ma sarà così?

    Analizziamo un esempio svizzero.

    La PTT era un'azienda pubblica svizzera che aveva il monopolio su servizi postali, telefonici, telegrafici e su determinati servizi di autobus.

    In questa immagine potete vedere l'insegna della PTT nel museo svizzero delle telecomunicazioni: l'insegna più recente è quella gialla, mentre quella sotto è l'insegna più vecchia.



    Fino al 1998 se volevate avere un abbonamento telefonico in Svizzera potevate averlo solo dalla PTT.

    Nel 1998, su pressione dell'Unione Europea, la Svizzera liberalizzò i servizi telefonici e la PTT venne smantellata e sostituita da una società per azioni chiamata Swisscom.



    Ben presto nel mercato entrarono diverse aziende concorrenti a Swisscom.

    In questa immagine potete vedere una lettera della PTT del 1995, dove i clienti vengono informati riguardo alle nuove tariffe telefoniche.



    Sotto Ferngespräche possiamo vedere quanto costavano le telefonate da rete fissa con le nuove tariffe:
    - 15.6 centesimi al minuto fino a 10 Km di distanza all'interno della Svizzera
    - 26.5 centesimi al minuto fino a 100 Km di distanza all'interno della Svizzera
    - 35.3 centesimi al minuto sopra i 100 Km di distanza all'interno della Svizzera
    - 95 centesimi al minuto verso l'Italia

    A queste vanno aggiunti 25 franchi al mese di abbonamento.

    Ecco invece le tariffe del supermercato svizzero Migros nell'attuale mercato libero: https://shop.m-budget.migros.ch/it/i...ini/rete-fissa

    5 centesimi al minuto per le chiamate nazionali e verso l'Italia.



    Questa era la parte empirica, ma adesso dobbiamo capire il perché a livello teorico.

    Il margine di profitto delle aziende private solitamente si aggira intorno al 20-30%, che significa che se un'azienda ha costi pari a 100 euro, guadagna 120-130 euro. Con i prezzi dei servizi quindi vengono recuperati quei 100 euro e in più viene realizzato un profitto di 20-30 euro.

    Le aziende pubbliche invece non fanno profitto, quindi spendono 100 e incassano 100. In realtà però le aziende pubbliche spendono 200 e incassano 200, ed ecco perché le loro tariffe sono spesso più alte. È vero, non fanno profitto: peccato però che essendo inefficienti hanno costi più alti.

    Il motivo di ciò verosimilmente risiede nel fatto che in un'azienda privata il caporeparto rompe i coglioni agli operai, il direttore rompe i coglioni ai capireparto e il padrone dell'azienda rompe i coglioni al direttore.
    In un'azienda pubblica invece in alto non c'è nessuno che rompe i coglioni (dovrebbe farlo lo stato, ma non lo fa) quindi tutta la catena si smolla.

    Parole di un mio amico che lavora in un'azienda pubblica: il 30% degli impiegati non fanno un cazzo e ciononostante non vengono licenziati.


    Quello che non capiscono i sinistri è che il profitto non è un'inefficienza, ma un incentivo all'efficienza: è quella cosa che spinge le aziende ad abbassare i costi di produzione così da abbassare i prezzi per i clienti. In un mercato libero nessuno è obbligato a comprare il tuo servizio, quindi per avere clienti devi tenere i prezzi a livelli accettabili.

  2. #2
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da easyJet Visualizza Messaggio
    Una tesi che viene spesso sostenuta dai sinistri: "facciamo le aziende pubbliche così i prezzi si abbassano, visto che la aziende pubbliche non devono fare profitto". Questo è tra l'altro il cavallo di battaglia di un utente di questo forum, un certo @CapitanFracassa.

    Cerchiamo di capire perché la teoria è sbagliata.
    È vero che le aziende private in generale fanno profitto, quindi vendono i prodotti a un prezzo superiore al costo di produzione. È anche vero che le aziende pubbliche solitamente fanno più o meno pareggio di bilancio (in realtà ci sono anche le private nonprofit e le pubbliche che fanno utili, ma lasciamo stare). La premessa è corretta: peccato però che la conclusione sia sbagliata.

    Poniamo che in un determinato paese ci sia un provider telefonico pubblico e poi i privati concorrenti.
    Secondo i sostenitori di detta teoria le tariffe del provider pubblico dovrebbero essere quelle più basse, ma sarà così?

    Analizziamo un esempio svizzero.

    La PTT era un'azienda pubblica svizzera che aveva il monopolio su servizi postali, telefonici, telegrafici e su determinati servizi di autobus.

    In questa immagine potete vedere l'insegna della PTT nel museo svizzero delle telecomunicazioni: l'insegna più recente è quella gialla, mentre quella sotto è l'insegna più vecchia.



    Fino al 1998 se volevate avere un abbonamento telefonico in Svizzera potevate averlo solo dalla PTT.

    Nel 1998, su pressione dell'Unione Europea, la Svizzera liberalizzò i servizi telefonici e la PTT venne smantellata e sostituita da una società per azioni chiamata Swisscom.



    Ben presto nel mercato entrarono diverse aziende concorrenti a Swisscom.

    In questa immagine potete vedere una lettera della PTT del 1995, dove i clienti vengono informati riguardo alle nuove tariffe telefoniche.



    Sotto Ferngespräche possiamo vedere quanto costavano le telefonate da rete fissa con le nuove tariffe:
    - 15.6 centesimi al minuto fino a 10 Km di distanza all'interno della Svizzera
    - 26.5 centesimi al minuto fino a 100 Km di distanza all'interno della Svizzera
    - 35.3 centesimi al minuto sopra i 100 Km di distanza all'interno della Svizzera
    - 95 centesimi al minuto verso l'Italia

    A queste vanno aggiunti 25 franchi al mese di abbonamento.

    Ecco invece le tariffe del supermercato svizzero Migros nell'attuale mercato libero: https://shop.m-budget.migros.ch/it/i...ini/rete-fissa

    5 centesimi al minuto per le chiamate nazionali e verso l'Italia.



    Questa era la parte empirica, ma adesso dobbiamo capire il perché a livello teorico.

    Il margine di profitto delle aziende private solitamente si aggira intorno al 20-30%, che significa che se un'azienda ha costi pari a 100 euro, guadagna 120-130 euro. Con i prezzi dei servizi quindi vengono recuperati quei 100 euro e in più viene realizzato un profitto di 20-30 euro.

    Le aziende pubbliche invece non fanno profitto, quindi spendono 100 e incassano 100. In realtà però le aziende pubbliche spendono 200 e incassano 200, ed ecco perché le loro tariffe sono spesso più alte. È vero, non fanno profitto: peccato però che essendo inefficienti hanno costi più alti.

    Il motivo di ciò verosimilmente risiede nel fatto che in un'azienda privata il caporeparto rompe i coglioni agli operai, il direttore rompe i coglioni ai capireparto e il padrone dell'azienda rompe i coglioni al direttore.
    In un'azienda pubblica invece in alto non c'è nessuno che rompe i coglioni (dovrebbe farlo lo stato, ma non lo fa) quindi tutta la catena si smolla.

    Parole di un mio amico che lavora in un'azienda pubblica: il 30% degli impiegati non fanno un cazzo e ciononostante non vengono licenziati.


    Quello che non capiscono i sinistri è che il profitto non è un'inefficienza, ma un incentivo all'efficienza: è quella cosa che spinge le aziende ad abbassare i costi di produzione così da abbassare i prezzi per i clienti. In un mercato libero nessuno è obbligato a comprare il tuo servizio, quindi per avere clienti devi tenere i prezzi a livelli accettabili.
    Quello che non capiscono i destrorsi è che noi di Italia Morta non siamo di sinistra ma più a destra dei destrorsi, e ci basiamo solo sull'uso del cervello.

    Infatti nel liberismo il profitto nel lungo periodo è a zero, quindi il profitto non è la spinta all'efficienza ma alla mancanza di concorrenza, riducendo solo i salari e non i prezzi. Infatti i mercati liberi hanno tutti crisi da sovraproduzione come quella attuale, dato che chi dovrebbe comprare i beni, i lavoratori, hanno stipendi sempre più bassi. L'unico modo per avere piena occupazione non precaria è colmare il vuoto della domanda con spesa pubblica cioè keynes, con investimenti pubblici diretti e indiretti cioè anche con produzione di stato.

    I liberisti continuano a ignorare che secondo adam smith il profitto è segno che il mercato non è efficiente e produce danni alla società, cioè non è in equilibrio, quindi se un concorrente non può entrare nel mercato, aumentare la produzione e calare prezzi e profitti fino ad azzerarli significa che quel mercato non funziona perchè delle aziende controllano il mercato contro i consumatori.

    Guarda caso il neoliberismo è servito non a creare concorrenza fra le aziende ma ad aumentare la concentrazione economica, cioè ridurre il numero di imprese e la concorrenza, che rimane solo sui salari. Eh no, la concorrenza o c'è ovunque o da nessuna parte. O il profitto è a zero, o non c'è reale concorrenza.

    E' impossibile che un'azienda privata abbia prezzi inferiori a quelli di un'azienda di stato, perchè lo stato produce al prezzo di costo cioè riproduce gli effetti del liberismo e massima concorrenza. Solo quando ci sono tanti sprechi potrebbe succedere, ma pure in quel caso in genere l'azienda privata ha prezzi inferiori non per migliore qualità ma per minori stipendi e un servizio tagliato, come capita nella sanità privata.

    Socialmente produce più danni una impresa con profitti e più efficiente di un'azienda di stato con sprechi, perchè almeno gli sprechi vanno spesso a maggiori stipendi e famiglie di ex disoccupati, mentre il profitto diventa la quarta casa di lusso di un imprenditore. Inoltre l'azienda di stato può dover garantire il servizio universale, cioè coprire una parte del territorio a fallimento del mercato con tariffe maggiori, mentre il privato se ne frega e fornisce il servizio solo nelle aree dove ci guadagna.

    Proprio il settore delle telecomunicazioni non può essere affidato solo ai privati, dato che è ormai un servizio essenziale, cioè deve essere considerato un bene collettivo e quindi deve essere offerto anche nelle aree a fallimento di mercato. Solo lo stato può farlo.
    La rete non può mai essere gestita da un privato perchè è un monopolio naturale, e non serve spiegare il perchè. Il servizio telefonico invece può essere gestito da un privato, ma solo se si impegna a ridurre i profitti per coprire tutta la popolazione con gli stessi servizi, altrimenti deve obbligarlo lo stato, oppure lo stato fornisce il servizio dove il privato fa poco profitto o è in perdita.

    E' ovvio che anche un bambino si chiederebbe perchè lo stato dovrebbe permettere a un privato di produrre un servizio guadagnandoci se lo stato lo fa senza guadagnarci.
    Infatti il motivo non è economico ma solo ideologico, cioè siccome la popolazione è piena di imbecilli che pensano la libertà sia a beneficio di tutti allora lasciano libere le aziende di rubare dai salari dei lavoratori, e di tenere bassa la produzione con prezzi maggiori, senza concorrenza, così fanno profitto, tagliano servizi e assumono meno.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
    Nostra proposta per emergenza Ucraina -----> La nato invade i paesi dell'est e li consegna alla russia. Guerra finita e pace per tutti.

  3. #3
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da CapitanFracassa Visualizza Messaggio
    Peccato che nella teoria liberista si ottenga un benessere collettivo solo quando il profitto arriva a zero grazie alla concorrenza, altrimenti col profitto ci sono alti danni sociali.
    Il profitto non fa danni, ma è l'incentivo che spinge le aziende a migliorare continuamente la qualità dei loro servizi e lanciare nuovi prodotti. Se non ti entra nella zucca questo concetto non capisci l'abc dell'economia.

    Il profitto medio delle aziende poi è già ridotto, perché spendono 100 e incassano 120-130, quindi non è che facciano profitti stellari: è un ritorno ragionevole.

    La genialità della tua teoria si può riassumere con: "abbassiamo il prezzo di un bene da 120-130 euro a 100 (wow, ci cambia la vita!) ma mandiamo a puttane l'economia perché nessuno ha più incentivi a investire".

    Infatti smith diceva che se c'è profitto occorre far entrare nel mercato altre aziende, aumentare la produzione e ridurre i prezzi e i profitti fino allo zero.
    Dubito che Smith dicesse una cosa simile, perché anche uno sprovveduto capisce che se le aziende non guadagnano chiudono baracca e quindi la produzione scende a ZERO.

    Infatti è impossibile che un'economia statalista impedisca il progresso, perchè riproduce la concorrenza perfetta dei liberisti, cioè produce al prezzo di costo senza profitto come nel liberismo.
    È talmente impossibile che tutti gli stati che hanno adottato un'economia iperstatalista sono poveri.

  4. #4
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da easyJet Visualizza Messaggio
    Il profitto non fa danni, ma è l'incentivo che spinge le aziende a migliorare continuamente la qualità dei loro servizi e lanciare nuovi prodotti. Se non ti entra nella zucca questo concetto non capisci l'abc dell'economia.

    Il profitto medio delle aziende poi è già ridotto, perché spendono 100 e incassano 120-130, quindi non è che facciano profitti stellari: è un ritorno ragionevole.

    La genialità della tua teoria si può riassumere con: "abbassiamo il prezzo di un bene da 120-130 euro a 100 (wow, ci cambia la vita!) ma mandiamo a puttane l'economia perché nessuno ha più incentivi a investire".



    Dubito che Smith dicesse una cosa simile, perché anche uno sprovveduto capisce che se le aziende non guadagnano chiudono baracca e quindi la produzione scende a ZERO.



    È talmente impossibile che tutti gli stati che hanno adottato un'economia iperstatalista sono poveri.
    Veramente dagli anni 90 con mercati più liberi il divario fra reddito da lavoro e da capitale, incluso il profitto, è aumentato in maniera enorme. Infatti nella maggior parte dei casi non è aumentata la qualità del servizio ma solo aumentato il profitto, riducendo il salario e la qualità, oppure si è ridotto il servizio a parità di qualità. Basta vedere le telecomunicazioni, piene di truffe e qualità pessime del servizio.

    Nei paesi scandinavi, dove c'è più stato, c'è anche il benessere sociale maggiore. Del resto lo capirebbe anche un bambino che se nel capitalismo comanda il capitale e il profitto solo dove c'è più stato e redistribuzione può esserci più benessere delle masse.

    Confermo che secondo smith il profitto è a zero nel lungo periodo. Infatti il compito dell'economista liberista è dire perchè nel liberismo c'è il massimo benessere sociale, non che questo sia fattibile. L'azienda è solo un complesso di beni e persone, quindi possono produrre anche senza un fannullone che fa profitto col lavoro altrui.

    L'incentivo c'è lo stesso perchè il guadagno economico di chi produce non è dato solo dal profitto. Chi produce beni e innova sarà premiato con maggiori stipendi, tenendo sempre presente che l'imprenditore non produce mai nulla, come un finanziatore non produce la casa costruita coi soldi presi in prestito da lui.

    Non produce nulla l'imprenditore non perchè lo dice un comunista ma perchè lo dice la realtà. Noi infatti siamo liberisti, e quindi per il profitto a zero. Non è colpa nostra se senza profitto le aziende private non producono. Hanno voluto il liberismo e noi vogliamo farli contenti producendo la loro teoria cioè profitti a zero.

    Sono le sue macchine e i suoi lavoratori che producono. Quando il popolo sarà più istruito riuscirà a capire la differenza fra il faraone e chi costruisce le piramidi.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
    Nostra proposta per emergenza Ucraina -----> La nato invade i paesi dell'est e li consegna alla russia. Guerra finita e pace per tutti.

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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da CapitanFracassa Visualizza Messaggio
    Veramente dagli anni 90 con mercati più liberi il divario fra reddito da lavoro e da capitale, incluso il profitto, è aumentato in maniera enorme.
    Chi parla di enormi disuguaglianze si basa sui redditi lordi, mentre invece bisogna guardare com'è la situazione una volta pagate le imposte. Dopo le imposte le disuaglianze ci sono ancora, ma lo scenario che si presenta è diverso, c'è più equilibrio.

    Infatti è anche giusto redistribuire un po', l'importante è che non lo si faccia al punto da annullare le disuguaglianze, perché è grazie alle disuguaglianze che le persone hanno l'incentivo a fare di più (in termini di investimenti o di lavoro), perché un lavoratore vede il tizio con la Porsche e dice "la voglio anche io", quindi lavora tanto e bene per ottenere promozioni, oppure investe soldi per avere un ritorno economico.

    Nei paesi scandinavi, dove c'è più stato, c'è anche il benessere sociale maggiore. Del resto lo capirebbe anche un bambino che se nel capitalismo comanda il capitale e il profitto solo dove c'è più stato e redistribuzione può esserci più benessere delle masse.
    A parte che i paesi scandinavi sono tra i più liberali, comunque una redistribuzione esagerata fa stare meglio le persone sul corto termine ma non sul lungo termine, perché se ci sono imposte troppo alte sul lungo periodo le aziende si spostano altrove e i cittadini sono poco incentivati a fare impresa, sapendo che lo stato ti porta via tutti i soldi e che quindi l'azienda farà fatica a partire. Infatti le imposte sono una barriera all'entrata: le multinazionali le reggono perché sono ricche, mentre le startup e le piccole aziende che procurano all'imprenditore solo un reddito per sopravvivere fanno fatica a stare sul mercato.

    Quindi sul lungo periodo si vengono a creare oligopoli delle multinazionali, le quali poi tra l'altro scaricano le imposte sui consumatori: eh sì caro mio, le imposte sono un costo, quindi più sono alte e più le aziende devono aumentare il profitto per fare più ricavi.

    Queste cose comunque le sanno bene anche gli svedesi, che hanno imposte relativamente basse per le aziende, sebbene non per le persone fisiche. In questo modo fanno sì che le aziende siano incentivate a stare in Svezia, così l'economia gira, ma il problema è che se poi invece le imposte per le persone fisiche sono così alte allora tenderanno a fare impresa le persone che vivono all'estero, quindi gli svedesi consegneranno la loro economia a imprenditori stranieri.

    Confermo che secondo smith il profitto è a zero nel lungo periodo. Infatti il compito dell'economista liberista è dire perchè nel liberismo c'è il massimo benessere sociale, non che questo sia fattibile. L'azienda è solo un complesso di beni e persone, quindi possono produrre anche senza un fannullone che fa profitto col lavoro altrui.

    L'incentivo c'è lo stesso perchè il guadagno economico di chi produce non è dato solo dal profitto. Chi produce beni e innova sarà premiato con maggiori stipendi, tenendo sempre presente che l'imprenditore non produce mai nulla, come un finanziatore non produce la casa costruita coi soldi presi in prestito da lui.

    Non produce nulla l'imprenditore non perchè lo dice un comunista ma perchè lo dice la realtà. Noi infatti siamo liberisti, e quindi per il profitto a zero. Non è colpa nostra se senza profitto le aziende private non producono. Hanno voluto il liberismo e noi vogliamo farli contenti producendo la loro teoria cioè profitti a zero.

    Sono le sue macchine e i suoi lavoratori che producono. Quando il popolo sarà più istruito riuscirà a capire la differenza fra il faraone e chi costruisce le piramidi.
    Cosa c'entra se l'imprenditore non fa niente? Il profitto non è reddito da lavoro, ma da investimenti. Quello che non ti entra in testa è che il reddito da investimenti ha ragione d'esistere, perché è quella cosa che incentiva a investire soldi anziché tenerli nel freezer.
    Inoltre, una volta che hai avviato un'attività, il profitto è quella cosa che ti motiva a fare ulteriori investimenti nell'azienda per aumentarnee l'efficienza, la qualità e le dimensioni, ma soprattutto è quella cosa per la quale desideri che la tua azienda soddisfi i consumatori: d'altra parte le perdite sono quella cosa che ti punisce quando la tua azienda non è efficiente e/o non soddisfa i consumatori.

    È quella cosa per la quale le aziende che sono efficienti e che soddisfano i consumatori riescono a stare sul mercato facendo fallire quelle che invece lavorano male.

    Ribadisco che il problema fondamentale della tua teoria è che il profitto viene considerato uno spreco, mentre in realtà è la benzina dell'economia. Infatti le economie iperstataliste si sgretolano perché nelle aziende statali non c'è uno stakeholder definito e le aziende pubbliche che lavorano male vengono tenute in piedi con la spesa pubblica sprecando risorse.

    Nella socialdemocrazia il discorso è diverso, perché lo stato redistribuisce la ricchezza prodotta dal mercato, quindi il mercato c'è e permette di finanziare la sanità pubblica, lo stato sociale e tutto il resto. Se togli il mercato dalla socialdemocrazia la sanità pubblica collassa, perché non ci sono più soldi per finanziarla.

  6. #6
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da easyJet Visualizza Messaggio
    Chi parla di enormi disuguaglianze si basa sui redditi lordi, mentre invece bisogna guardare com'è la situazione una volta pagate le imposte. Dopo le imposte le disuaglianze ci sono ancora, ma lo scenario che si presenta è diverso, c'è più equilibrio.

    Infatti è anche giusto redistribuire un po', l'importante è che non lo si faccia al punto da annullare le disuguaglianze, perché è grazie alle disuguaglianze che le persone hanno l'incentivo a fare di più (in termini di investimenti o di lavoro), perché un lavoratore vede il tizio con la Porsche e dice "la voglio anche io", quindi lavora tanto e bene per ottenere promozioni, oppure investe soldi per avere un ritorno economico.



    A parte che i paesi scandinavi sono tra i più liberali, comunque una redistribuzione esagerata fa stare meglio le persone sul corto termine ma non sul lungo termine, perché se ci sono imposte troppo alte sul lungo periodo le aziende si spostano altrove e i cittadini sono poco incentivati a fare impresa, sapendo che lo stato ti porta via tutti i soldi e che quindi l'azienda farà fatica a partire. Infatti le imposte sono una barriera all'entrata: le multinazionali le reggono perché sono ricche, mentre le startup e le piccole aziende che procurano all'imprenditore solo un reddito per sopravvivere fanno fatica a stare sul mercato.

    Quindi sul lungo periodo si vengono a creare oligopoli delle multinazionali, le quali poi tra l'altro scaricano le imposte sui consumatori: eh sì caro mio, le imposte sono un costo, quindi più sono alte e più le aziende devono aumentare il profitto per fare più ricavi.

    Queste cose comunque le sanno bene anche gli svedesi, che hanno imposte relativamente basse per le aziende, sebbene non per le persone fisiche. In questo modo fanno sì che le aziende siano incentivate a stare in Svezia, così l'economia gira, ma il problema è che se poi invece le imposte per le persone fisiche sono così alte allora tenderanno a fare impresa le persone che vivono all'estero, quindi gli svedesi consegneranno la loro economia a imprenditori stranieri.



    Cosa c'entra se l'imprenditore non fa niente? Il profitto non è reddito da lavoro, ma da investimenti. Quello che non ti entra in testa è che il reddito da investimenti ha ragione d'esistere, perché è quella cosa che incentiva a investire soldi anziché tenerli nel freezer.
    Inoltre, una volta che hai avviato un'attività, il profitto è quella cosa che ti motiva a fare ulteriori investimenti nell'azienda per aumentarnee l'efficienza, la qualità e le dimensioni, ma soprattutto è quella cosa per la quale desideri che la tua azienda soddisfi i consumatori: d'altra parte le perdite sono quella cosa che ti punisce quando la tua azienda non è efficiente e/o non soddisfa i consumatori.

    È quella cosa per la quale le aziende che sono efficienti e che soddisfano i consumatori riescono a stare sul mercato facendo fallire quelle che invece lavorano male.

    Ribadisco che il problema fondamentale della tua teoria è che il profitto viene considerato uno spreco, mentre in realtà è la benzina dell'economia. Infatti le economie iperstataliste si sgretolano perché nelle aziende statali non c'è uno stakeholder definito e le aziende pubbliche che lavorano male vengono tenute in piedi con la spesa pubblica sprecando risorse.

    Nella socialdemocrazia il discorso è diverso, perché lo stato redistribuisce la ricchezza prodotta dal mercato, quindi il mercato c'è e permette di finanziare la sanità pubblica, lo stato sociale e tutto il resto. Se togli il mercato dalla socialdemocrazia la sanità pubblica collassa, perché non ci sono più soldi per finanziarla.
    @CapitanFracassa

  7. #7
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da easyJet Visualizza Messaggio
    Chi parla di enormi disuguaglianze si basa sui redditi lordi, mentre invece bisogna guardare com'è la situazione una volta pagate le imposte. Dopo le imposte le disuaglianze ci sono ancora, ma lo scenario che si presenta è diverso, c'è più equilibrio.

    Infatti è anche giusto redistribuire un po', l'importante è che non lo si faccia al punto da annullare le disuguaglianze, perché è grazie alle disuguaglianze che le persone hanno l'incentivo a fare di più (in termini di investimenti o di lavoro), perché un lavoratore vede il tizio con la Porsche e dice "la voglio anche io", quindi lavora tanto e bene per ottenere promozioni, oppure investe soldi per avere un ritorno economico.



    A parte che i paesi scandinavi sono tra i più liberali, comunque una redistribuzione esagerata fa stare meglio le persone sul corto termine ma non sul lungo termine, perché se ci sono imposte troppo alte sul lungo periodo le aziende si spostano altrove e i cittadini sono poco incentivati a fare impresa, sapendo che lo stato ti porta via tutti i soldi e che quindi l'azienda farà fatica a partire. Infatti le imposte sono una barriera all'entrata: le multinazionali le reggono perché sono ricche, mentre le startup e le piccole aziende che procurano all'imprenditore solo un reddito per sopravvivere fanno fatica a stare sul mercato.

    Quindi sul lungo periodo si vengono a creare oligopoli delle multinazionali, le quali poi tra l'altro scaricano le imposte sui consumatori: eh sì caro mio, le imposte sono un costo, quindi più sono alte e più le aziende devono aumentare il profitto per fare più ricavi.

    Queste cose comunque le sanno bene anche gli svedesi, che hanno imposte relativamente basse per le aziende, sebbene non per le persone fisiche. In questo modo fanno sì che le aziende siano incentivate a stare in Svezia, così l'economia gira, ma il problema è che se poi invece le imposte per le persone fisiche sono così alte allora tenderanno a fare impresa le persone che vivono all'estero, quindi gli svedesi consegneranno la loro economia a imprenditori stranieri.



    Cosa c'entra se l'imprenditore non fa niente? Il profitto non è reddito da lavoro, ma da investimenti. Quello che non ti entra in testa è che il reddito da investimenti ha ragione d'esistere, perché è quella cosa che incentiva a investire soldi anziché tenerli nel freezer.
    Inoltre, una volta che hai avviato un'attività, il profitto è quella cosa che ti motiva a fare ulteriori investimenti nell'azienda per aumentarnee l'efficienza, la qualità e le dimensioni, ma soprattutto è quella cosa per la quale desideri che la tua azienda soddisfi i consumatori: d'altra parte le perdite sono quella cosa che ti punisce quando la tua azienda non è efficiente e/o non soddisfa i consumatori.

    È quella cosa per la quale le aziende che sono efficienti e che soddisfano i consumatori riescono a stare sul mercato facendo fallire quelle che invece lavorano male.

    Ribadisco che il problema fondamentale della tua teoria è che il profitto viene considerato uno spreco, mentre in realtà è la benzina dell'economia. Infatti le economie iperstataliste si sgretolano perché nelle aziende statali non c'è uno stakeholder definito e le aziende pubbliche che lavorano male vengono tenute in piedi con la spesa pubblica sprecando risorse.

    Nella socialdemocrazia il discorso è diverso, perché lo stato redistribuisce la ricchezza prodotta dal mercato, quindi il mercato c'è e permette di finanziare la sanità pubblica, lo stato sociale e tutto il resto. Se togli il mercato dalla socialdemocrazia la sanità pubblica collassa, perché non ci sono più soldi per finanziarla.
    In scandinavia le imposte alle aziende sono nella media e non basse. La pressione fiscale generale è alta, quindi l'economia può funzionare anche con alte imposte e intervento dello stato nell'economia. Qualsiasi stato che non sia minimo redistribuisce, ma si avverte di più in uno stato socialdemocratico.

    Proprio perchè il profitto non è reddito da lavoro produce danni all'economia. Infatti nel liberismo nel lungo periodo il profitto è a zero. Il profitto non è un incentivo a investire ma solo il guadagno del padrone, perchè un'azienda può anche essere gestita dallo stato o dai lavoratori e funzionare bene lo stesso, con incentivi a investire e innovare. Infatti in scandinavia c'è un forte statalismo e l'economia funziona bene.

    Le enormi diseguaglianze nei paesi liberali e liberisti ci sono anche rispetto ai redditi netti, perchè se c'è poco stato nell'economia e poche imposte il reddito netto maggiore verrà consumato dal costo maggiore dei servizi privati che includono il profitto e che subirà il lavoratore (la sanità è un esempio), rispetto a quelli corrispettivi prima offerti dallo stato senza profitto e al prezzo di costo. Infatti tutti i paesi che danno più spazio al mercato hanno maggiori diseguaglianze, e quelli in cui la massa lavoratrice sta meglio solo quelli socialdemocratici o più statalisti.

    Solo un boccalone lavoratore potrebbe credere che lavorando sodo potrebbe comprarsi un giorno il mercedes del suo padrone, perchè le diseguaglianze nel capitalismo non sono legate al duro lavoro o alle capacità, ma solo alla classe sociale.
    Forse potrebbe ottenere quella macchina iniziando a rubare come lui, ma per farlo dovrebbe cambiare classe sociale cioè fare anche lui l'imprenditore e pochi hanno i soldi o gli agganci per farlo, oltre che sentirsi disposti a violare le regole e fare i furbi.
    Fondatore e Presidente onorario di Italia Morta. Pro Italexit e Unione Terroni d'Europa (UTE).
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  8. #8
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Ma azienda di Stato e servizio pubblico non sono sinonimi...

    Per esempio Alitalia è di stato ma non fa volare gratis o a costi calmierati gli italiani...

    La scuola di stato invece sì, costa meno delle private anche quando queste ricevono finanziamenti pubblici...
    Idem la sanità di stato che offre servizi (quasi) sempre ad un minor costo rispetto al privato
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  9. #9
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Citazione Originariamente Scritto da Robert Visualizza Messaggio
    Ma azienda di Stato e servizio pubblico non sono sinonimi...

    Per esempio Alitalia è di stato ma non fa volare gratis o a costi calmierati gli italiani...

    La scuola di stato invece sì, costa meno delle private anche quando queste ricevono finanziamenti pubblici...
    Idem la sanità di stato che offre servizi (quasi) sempre ad un minor costo rispetto al privato
    Hai dati a supporto di quello che dici? Io ho letto altri dati: in realtà molte scuole private hanno un costo per allievo inferiore alle scuole statali. Semplicemente nelle scuole statali non ti accorgi dei costi perché non ti fanno pagare niente, ma poi le bollette ti arrivano con le imposte. Se dovessi pagare la scuola pubblica di tasca tua ci lasceresti 8'000 euro all'anno per ogni figlio... mica pochi!

    Se le scuole private hanno costi per allievo inferiori allora lo stato può pagarti la retta di una scuola privata e spendere meno soldi di quanti ne spenderebbe per la scuola pubblica.

    Sulla sanità bisogna vedere, ma tieni presente che la sanità pubblica italiana è sottofinanziata: per poter curare tutti bisognerebbe aumentare il finanziamento. Infatti la sanità italiana cura tutti solo in teoria, ma in pratica molti si rivolgono a quella privata perché non riescono ad avere un appuntamento in quella pubblica.

  10. #10
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    Predefinito Re: I prezzi delle aziende pubbliche non sono inferiori

    Comunque Robert, come puoi vedere non ho preso come esempio Alitalia, ma un servizio pubblico svizzero: la Ptt era proprio una regia federale, quindi una componente dell'amministrazione pubblica sostanzialmente.

 

 
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