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NON SI PARLANO DA DOPO LA VICENDA COPASIR - IL LEGHISTA E' STATO MESSO IN CRISI DALLA DECISIONE DELLA "DUCETTA" DI RESTARE ALL'OPPOSIZIONE - LUI FA IL MARAMALDO IN MAGGIORANZA MA LEI GLI ROSICCHIA CONSENSI, PERCHE' STANDO FUORI DAL GOVERNO PUO' "OSARE" DI PIU' (COME AVVENUTO SUL MINISTRO SPERANZA E SUL COPRIFUOCO) - IL PIANO DI SALVINI IN EUROPA: UN MAXI GRUPPO DELLE DESTRE LASCIANDO FUORI SOLO I TEDESCHI DI AFD E SVUOTANDO "ECR" DI CUI E' PRESIDENTE LA MELONI.
La strategia del «più uno» e quella del «più avanti». La rincorsa reciproca tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini è da sempre negata con sdegno dai protagonisti: «Sono i giornalisti che non sanno che cosa scrivere». Al momento, la competizione sembra giovare soprattutto a lei, premiata dai sondaggi e, dall'opposizione, con un campo di gioco più facile: la scelta comunque rischiosa di non entrare al governo ha portato FdI ad un clamoroso 18%. Voti con ogni probabilità erosi alla Lega.
Lo spazio lasciato libero all'opposizione si è dimostrato ampio, e la Meloni non fatica a riempirlo con la tattica del «più uno». Salvini esalta le riaperture, attribuendosene il merito? Lei si lamenta perché sono troppo poche. Salvini critica Speranza? Lei presenta una mozione di sfiducia, che si voterà in Senato domani.
Salvini raccoglie le firme per una petizione popolare contro il coprifuoco? E lei oggi costringerà il Parlamento a votare un ordine del giorno in cui se ne chiede l'abolizione.
Insomma, nel tiro alla fune Meloni prova ogni giorno a portare Salvini un passo oltre, sul terreno instabile che avvicina pericolosamente lo scontro con Draghi. E ad allontanarlo dai ministri leghisti che vivono male la strategia della «forza di lotta e di governo», irrisa quotidianamente dagli alleati del momento, da Letta a Conte, con i loro «state dentro o fuori? Decidetevi».
Il segretario leghista è invece da sempre assai abile nel giocare con i tempi e lanciare la palla più avanti: lo sanno bene i Cinque Stelle che impazzivano quando lui rinviava questioni cruciali innescando la guerra di nervi. E così, oggi sulle due insidiose iniziative parlamentari di Meloni, Salvini allunga la palla: «La mozione? Prima la leggo. Sto preparando il discorso sul Recovery plan, oggi si sceglie in Parlamento sui 200 miliardi».
E intanto cerca di cucire con Forza Italia: oggi il segretario incontrerà lo stato maggiore azzurro. In questa maggioranza a geometria variabile, l'idea leghista è che qualunque decisione sia presa su Speranza, sia da condividere con i berlusconiani. Obiettivo, evidenziare l'isolamento di Meloni non soltanto dalla maggioranza, ma dal centrodestra.
Il fatto è che Meloni e Salvini al momento non si parlano da dopo la vicenda Copasir. Per questo, anche per mettere sul tavolo i tanti dossier aperti, Meloni insiste: serve «un incontro».
E dunque Meloni va dritta per la sua strada, sapendo che - oggi - la sua posizione è win-win: se Salvini riaprirà il dialogo e ricomincerà a trattare, sarà un rapporto non più tra capo e «sottoposto», ma tra due possibili leader della coalizione. Se continua a negarsi e di fatto a duellare con Fratelli d'Italia sul terreno dell'opposizione, come sempre in politica il vantaggio lo avrà chi in quel ruolo è più credibile. Chi, come dicono in FdI, ha «rinunciato alle poltrone. Ed è stato coerente».
https://www.dagospia.com/rubrica-3/p...opo-268251.htm