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    Predefinito 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-verde

    finalmente una vittoria a portata di mano per i Popolari, che da 3 anni non toccano palla, ma dovranno allearsi con Vox

    Già Madrid ha abbastanza guai; e non merita una campagna da anni Trenta, tra avversari che si trattano da fascisti e da comunisti. Si vota martedì prossimo per la Comunità di Madrid, l’area metropolitana della capitale, che è diventata la Regione più ricca di Spagna, superando la Catalogna. Vincerà la destra: sarà un grande ritorno del partito popolare, che da tre anni non toccava palla e ora ha riassorbito tutti i voti persi al centro a favore di Ciudadanos, i Cittadini, che non esistono più. Ma per governare la presidente uscente e rientrante, Isabel Díaz Ayuso, avrà bisogno degli estremisti di Vox, che strizzano l’occhio al franchismo e al sovranismo. Questa prospettiva consente al premier socialista, Pedro Sánchez — consapevole che il governo uscirà indebolito dal voto —, di gridare al fascismo alle porte: «Vox ha superato la linea rossa. Non farà più un passo avanti». La candidata popolare ha risposto che a sinistra ci sono «socialisti che vogliono affamare i ristoratori, e comunisti già finanziati da Chávez, il dittatore rosso che ha affamato l’intero Venezuela».

    Il riferimento è a Pablo Iglesias, il fondatore di Podemos, che si è dimesso da vicepremier per candidarsi nella capitale e salvare quel che resta del suo partito, in caduta libera; non a caso sarà superato dagli scissionisti di Mas Madrid, che schierano un medico, Mónica García, portavoce della linea rigorista.

    Perché in realtà, dietro la battaglia ideologica e la guerra della memoria che in Spagna si combatte dai tempi di Zapatero, c’è uno scontro molto più attuale, che riguarda la strategia sul Covid. Ayuso, la donna di destra, vuole riaprire la plaza de toros con una corrida solenne; Ángel Gabilondo, l’uomo di sinistra, vorrebbe richiudere quasi tutto. Lei ha 42 anni, lui 72. Professore di metafisica all’università, Gabilondo da giovane è stato frate degli Hermanos del Sagrado Corazón. Sua sorella Lourdes è una suora missionaria, suo fratello Iñaki è uno dei più famosi giornalisti di Spagna, nominato direttore del telegiornale il 23 febbraio 1981: la sua prima telecronaca fu il golpe del colonnello Tejero. Anche la Ayuso è giornalista: si è formata curando il profilo twitter di Pecas, il cane dell’ex presidenta madrilena Esperanza Aguirre, morto sotto una macchina per la disperazione dei follower. Insomma il socialista è un ottimate, la popolare è una che piace e infatti è accreditata del doppio dei seggi. Ma ha il problema di Vox, che non raccoglie solo i voti dei nostalgici ma anche e soprattutto dei giovani che si dividono tra i social e i ristoranti del barrio Salamanca, il quartiere più ricco della città (la Ayuso è figlia di commercianti di Chamberí, quartiere medioborghese).

    Il punto è che Madrid, ultima roccaforte operaia e studentesca ad arrendersi a Franco, è da 25 anni un’isola di destra. Aznar ne fece il centro economico della Spagna. Da allora la capitale è un buco nero che attira ricchezze ed energie dal resto del Paese, compresa la Catalogna, che persa dietro ai sogni separatisti ancora non riesce a darsi un governo. Pure la politica si è concentrata qui: sono castigliani Aznar, Zapatero, Sánchez, Iglesias, il segretario del Pp Pablo Casado; ed è ormai madrileno pure il basco Santiago Abascal, fondatore di Vox.

    Il clima di insofferenza, di scontro ideologico, di delegittimazione reciproca è stato esacerbato dalla consegna di buste con proiettili, di un calibro in uso nell’esercito. Sono arrivate a Iglesias, alla comandante della Guardia Civil nominata dal governo di sinistra, María Gámez Gámez, e al ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska. Il dibattito tra i candidati è stato interrotto: Iglesias se n’è andato quando la leader locale di Vox — Rocìo Monasterio, arrabbiatissima rampolla di una delle famiglie più ricche di Cuba espropriata dai fratelli Castro — ha rifiutato di condannare le minacce di morte, liquidandole come propaganda di sinistra. Il giorno dopo un pazzo ha spedito alla ministra socialista dell’Industria, Maria Reyes Maroto, un coltello insanguinato.

    Il 25 aprile, invece, il premier Sánchez e Gabilondo hanno fatto suonare al loro comizio «Grandola, villa morena»: la canzone che Otelo de Carvalho fece mettere alla radio per dare inizio alla Rivoluzione dei garofani – «Grandola, vila morena, terra da fraternidade/ O povo é quem mais ordena, dentro de ti, ó cidade», è il popolo che comanda —, con cui 47 anni prima Lisbona si era liberata della dittatura fascista. Franco sarebbe morto l’anno dopo. Tra i meriti che Sánchez rivendica c’è proprio di aver fatto traslare la salma del Caudillo dal Valle de los Caídos (dove era stata sepolta in una tomba degna di Achille costruita dai prigionieri di guerra repubblicani) in una modesta cappella di un cimitero di periferia. Il passato che non passa è una delle condanne che rende maledetta e affascinante la vita pubblica di questo grande Paese e della sua capitale; che martedì deciderà se tenere aperti i suoi bar, i suoi musei, la sua plaza de toros; ma sotto sotto dovrà anche scegliere tra due idee della Spagna che restano irriducibili nemiche.

    https://upload.wikimedia.org/wikiped...cropped%29.jpg
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 28-04-21 alle 10:47

  2. #2
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa

    per avere la maggioranza dell'assemblea ci vogliono almeno 69 seggi sui 136 totali

    I Popolari potrebbero arrivare al 40% e circa 59 seggi
    VOX col 7,2% e una forchetta dai 9 ai 12 seggi potrebbe garantire la maggioranza

    I socialisti arriverebbero al 22,6% e 31/34 seggi
    ciutadenos (centro) con 4,3% non raggiungerebbero lo sbarramento e sarebbero a 0
    La lista civica Mas Madrid (verdi, regionalisti) 17,8% e 25/27 seggi
    e infine Podemos (sinistra) 7,1% e 9/11 seggi

  3. #3
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    la battaglia di Madrid

    https://video.corriere.it/cronaca/ap...ttaglia-madrid

    Isabel Díaz Ayuso contro Pablo Iglesias: alle elezioni regionali della Comunidad di Madrid destra e sinistra sono tornate, all’ombra del Covid e di un bivio: aprire o non aprire

    La presidente uscente, astro in ascesa del partito Popolare, è diventata il volto dello schieramento anti-lockdown: parola d’ordine «Libertad» contro la linea restrittiva del governo centrale guidato dal socialista Pedro Sánchez.

    Boom nei sondaggi che però prevedono anche l’alleanza con l’ultradestra xenofoba di Vox.

    Sul fronte opposto il fondatore e leader di Unidas Podemos, Pablo Iglesias, che ha lasciato il ruolo di vicepremier presentando all’elettorato un’alternativa esistenziale: Democrazia o fascismo. In corsa socialisti, la sinistra verde di Más Madrid, i liberali di Ciudadanos.

  4. #4
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    vedremo se l'allarmismo di Podemos che grida al ritorno del fascismo farà breccia nei madrileni

    O ma sta discussione non interessa a nessuno?

  5. #5
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    finalmente una vittoria a portata di mano per i Popolari, che da 3 anni non toccano palla, ma dovranno allearsi con Vox

    Già Madrid ha abbastanza guai; e non merita una campagna da anni Trenta, tra avversari che si trattano da fascisti e da comunisti. Si vota martedì prossimo per la Comunità di Madrid, l’area metropolitana della capitale, che è diventata la Regione più ricca di Spagna, superando la Catalogna. Vincerà la destra: sarà un grande ritorno del partito popolare, che da tre anni non toccava palla e ora ha riassorbito tutti i voti persi al centro a favore di Ciudadanos, i Cittadini, che non esistono più. Ma per governare la presidente uscente e rientrante, Isabel Díaz Ayuso, avrà bisogno degli estremisti di Vox, che strizzano l’occhio al franchismo e al sovranismo. Questa prospettiva consente al premier socialista, Pedro Sánchez — consapevole che il governo uscirà indebolito dal voto —, di gridare al fascismo alle porte: «Vox ha superato la linea rossa. Non farà più un passo avanti». La candidata popolare ha risposto che a sinistra ci sono «socialisti che vogliono affamare i ristoratori, e comunisti già finanziati da Chávez, il dittatore rosso che ha affamato l’intero Venezuela».

    Il riferimento è a Pablo Iglesias, il fondatore di Podemos, che si è dimesso da vicepremier per candidarsi nella capitale e salvare quel che resta del suo partito, in caduta libera; non a caso sarà superato dagli scissionisti di Mas Madrid, che schierano un medico, Mónica García, portavoce della linea rigorista.

    Perché in realtà, dietro la battaglia ideologica e la guerra della memoria che in Spagna si combatte dai tempi di Zapatero, c’è uno scontro molto più attuale, che riguarda la strategia sul Covid. Ayuso, la donna di destra, vuole riaprire la plaza de toros con una corrida solenne; Ángel Gabilondo, l’uomo di sinistra, vorrebbe richiudere quasi tutto. Lei ha 42 anni, lui 72. Professore di metafisica all’università, Gabilondo da giovane è stato frate degli Hermanos del Sagrado Corazón. Sua sorella Lourdes è una suora missionaria, suo fratello Iñaki è uno dei più famosi giornalisti di Spagna, nominato direttore del telegiornale il 23 febbraio 1981: la sua prima telecronaca fu il golpe del colonnello Tejero. Anche la Ayuso è giornalista: si è formata curando il profilo twitter di Pecas, il cane dell’ex presidenta madrilena Esperanza Aguirre, morto sotto una macchina per la disperazione dei follower. Insomma il socialista è un ottimate, la popolare è una che piace e infatti è accreditata del doppio dei seggi. Ma ha il problema di Vox, che non raccoglie solo i voti dei nostalgici ma anche e soprattutto dei giovani che si dividono tra i social e i ristoranti del barrio Salamanca, il quartiere più ricco della città (la Ayuso è figlia di commercianti di Chamberí, quartiere medioborghese).

    Il punto è che Madrid, ultima roccaforte operaia e studentesca ad arrendersi a Franco, è da 25 anni un’isola di destra. Aznar ne fece il centro economico della Spagna. Da allora la capitale è un buco nero che attira ricchezze ed energie dal resto del Paese, compresa la Catalogna, che persa dietro ai sogni separatisti ancora non riesce a darsi un governo. Pure la politica si è concentrata qui: sono castigliani Aznar, Zapatero, Sánchez, Iglesias, il segretario del Pp Pablo Casado; ed è ormai madrileno pure il basco Santiago Abascal, fondatore di Vox.

    Il clima di insofferenza, di scontro ideologico, di delegittimazione reciproca è stato esacerbato dalla consegna di buste con proiettili, di un calibro in uso nell’esercito. Sono arrivate a Iglesias, alla comandante della Guardia Civil nominata dal governo di sinistra, María Gámez Gámez, e al ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska. Il dibattito tra i candidati è stato interrotto: Iglesias se n’è andato quando la leader locale di Vox — Rocìo Monasterio, arrabbiatissima rampolla di una delle famiglie più ricche di Cuba espropriata dai fratelli Castro — ha rifiutato di condannare le minacce di morte, liquidandole come propaganda di sinistra. Il giorno dopo un pazzo ha spedito alla ministra socialista dell’Industria, Maria Reyes Maroto, un coltello insanguinato.

    Il 25 aprile, invece, il premier Sánchez e Gabilondo hanno fatto suonare al loro comizio «Grandola, villa morena»: la canzone che Otelo de Carvalho fece mettere alla radio per dare inizio alla Rivoluzione dei garofani – «Grandola, vila morena, terra da fraternidade/ O povo é quem mais ordena, dentro de ti, ó cidade», è il popolo che comanda —, con cui 47 anni prima Lisbona si era liberata della dittatura fascista. Franco sarebbe morto l’anno dopo. Tra i meriti che Sánchez rivendica c’è proprio di aver fatto traslare la salma del Caudillo dal Valle de los Caídos (dove era stata sepolta in una tomba degna di Achille costruita dai prigionieri di guerra repubblicani) in una modesta cappella di un cimitero di periferia. Il passato che non passa è una delle condanne che rende maledetta e affascinante la vita pubblica di questo grande Paese e della sua capitale; che martedì deciderà se tenere aperti i suoi bar, i suoi musei, la sua plaza de toros; ma sotto sotto dovrà anche scegliere tra due idee della Spagna che restano irriducibili nemiche.

    https://upload.wikimedia.org/wikiped...cropped%29.jpg
    Una cosa molto rara in Europa che una capitale vota a maggioranza cdx e in un modo cosi' schiacciante. Di solito citta' cosi' grandi votano a sinistra. Citta' come, Berlino, Parigi e Londra sono molto orientati a sinistra. Roma e' una via di mezzo.

  6. #6
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    non so nulla della spagna . solo che ci riempiono di africani imho e' un paese ostile
    ciao ciao

  7. #7
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    Citazione Originariamente Scritto da france Visualizza Messaggio
    Una cosa molto rara in Europa che una capitale vota a maggioranza cdx e in un modo cosi' schiacciante. Di solito citta' cosi' grandi votano a sinistra. Citta' come, Berlino, Parigi e Londra sono molto orientati a sinistra. Roma e' una via di mezzo.
    Forse perchè Roma come in parte Madrid non è il centro industriale piu' importante del paese, in Spagna va calcolata Barcellona e in Italia Milano

    e poi queste sono elezioni regionali, che non comprendono solo la capitale ma anche i quartieri piu' "chic" dove abitano i quadri, che non abitano nella città vera e propria

  8. #8
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    Citazione Originariamente Scritto da france Visualizza Messaggio
    Una cosa molto rara in Europa che una capitale vota a maggioranza cdx e in un modo cosi' schiacciante. Di solito citta' cosi' grandi votano a sinistra. Citta' come, Berlino, Parigi e Londra sono molto orientati a sinistra. Roma e' una via di mezzo.
    a giugno ci sono le regionali in Francia e la gaullista Valérie Pécresse è data favorita, certo è un voto regionale, non della città di Parigi ma comprende molti quadri e borghesia che vivono nei dintorni di Parigi e che lavorano a Parigi

    https://www.bfmtv.com/politique/elec...105030134.html

    Pécresse raggiungerebbe il 32% al primo turno

    il lepenista Johan Bardella del RN arriverebbe al 19% (ottimo ragazzo di periferia di origine italiana, 27 anni che in pochi anni è diventato vicepresidente del partito, alle europee ha battuto e umiliato il partito di Macron, aveva 24 anni!)

    staccando il leader delle sinistra ecologista Julien Bayou che non arriverebbe oltre il 13%
    la socialista Autan 10%
    il candidato di Macron all'11%

  9. #9
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    Citazione Originariamente Scritto da FrancoAntonio Visualizza Messaggio
    Forse perchè Roma come in parte Madrid non è il centro industriale piu' importante del paese, in Spagna va calcolata Barcellona e in Italia Milano
    Milano non e' di sinistra come Londra o Berlino, Milano ha una borghesia molto radicata. Torino, Bologna, Firenze sono citta' paragonabili a Londra o Berlino (in termini di voto).

  10. #10
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    Predefinito Re: 4 maggio 21: Elezioni regionali a Madrid: un isola di CDX in un mare rosso-rosa-v

    Citazione Originariamente Scritto da france Visualizza Messaggio
    Milano non e' di sinistra come Londra o Berlino, Milano ha una borghesia molto radicata. Torino, Bologna, Firenze sono citta' paragonabili a Londra o Berlino (in termini di voto).
    come vedi in Francia senza RN vince la sinistra e in Spagna senza Vox a dare una mano alla candidata popolare vincerebbe la sinistra

 

 
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