Originariamente Scritto da
Doxa
Dopo aver ammirato questo dipinto realizzato dal tedesco Zoffany ho pensato alla figura del collezionista privato e la lucida “follia” che lo attanaglia. Egli è scrupoloso e ingenuo, irrazionale e competitivo, individualista e curioso, dominato dalla frenesia di trovare il pezzo unico, s’impegna nella sua ricerca e quando lo scova non sa resistere e lo acquista.
Spesso si pente, perché passa dall’irrazionalità all’ingenuità, ma non c’è nulla da fare, il collezionista desidera possedere tutto ciò che non ha. Si considera persona incompresa, ma chi si mostra interessato alla sua collezione si “apre” con fiducia per descrivere il suo tesoro con affetto intenso.
Il complesso legame che lo unisce alla sua raccolta lo trattiene dal divulgare facilmente il suo hobby, di raccontare la sua soddisfazione nel compilare schede, catalogare, classificare. Chi colleziona ha una naturale predisposizione a salvaguardare e proteggere gli oggetti che possiede.
Le collezioni sono spesso ben organizzate ed esposte in modo attrattivo.
Comunque la pulsione al possesso non si manifesta allo stesso modo nei collezionisti, però hanno caratteristiche riconoscibili e simili. Per essi le cose che conservano sono come figli, vanno protette, nascono e muoiono con loro. Con la fantasia immaginano di trattare con gli eredi o con estranei desiderosi di “adottarli”.
Non ha importanza cosa si colleziona, la motivazione è la stessa: la ricerca dell’appagamento di un desiderio, quello di avere per sé un oggetto, o la volontà di acquistare un determinato manufatto per non farlo avere ad un concorrente.