Com’è andata la telefonata tra Fedez e la Rai
L'audio integrale della conversazione del cantante con gli organizzatori del Concerto del Primo maggio spiega meglio come sono avvenute le pressioni
Un audio di oltre 11 minuti, pubblicato domenica da Domani e diffuso con ogni probabilità dalla Rai, spiega più chiaramente come si siano articolate le pressioni dei dirigenti della Rai e degli organizzatori del Concerto del Primo maggio di Roma sul cantante Fedez riguardo al contenuto di un discorso sul ddl Zan che poi ha letto sul palco, un caso che è stato al centro di grandi polemiche politiche fin da sabato sera. Fedez accusa di censura la Rai, che sta provando a difendersi sostenendo che non sia andata così.
Nella telefonata, di cui Fedez aveva diffuso sui social una versione ampiamente tagliata e montata (che in alcuni passaggi ne modificava un po’ il tono), tre diverse persone chiedono al cantante di cambiare il suo intervento, giudicandolo inopportuno nel contesto del concerto e sostenendo che, al di là del merito, l’elenco di dichiarazioni omofobe di esponenti leghisti avrebbe dovuto prevedere la possibilità di controbattere degli interessati.
Sabato sera, Fedez aveva letto sul palco del Concerto del Primo maggio un intervento per sostenere l’approvazione del ddl Zan, proposta di legge già approvata alla Camera e non ancora al Senato che tra le altre cose estende le aggravanti previste dalla legge Mancino per i reati di violenza o istigazione alla violenza anche alle discriminazioni per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e abilismo. Da settimane Fedez attacca la Lega per l’ostruzionismo che sta facendo alla legge, e sabato sera ha ricordato diverse dichiarazioni omofobe di esponenti locali del partito. Ma ancora prima di salire sul palco aveva accusato l’organizzazione del concerto di avergli censurato l’intervento, rivendicando la libertà di esprimersi liberamente come artista.
Nella notte aveva pubblicato una versione ridotta di una telefonata avuta con gli organizzatori il giorno precedente, suscitando grandi polemiche e coinvolgendo nello scontro direttamente il leader leghista Matteo Salvini.
Tra i passaggi più commentati della telefonata c’era quello in cui Massimo Cinque, dirigente della società iCompany che ha organizzato il concerto, parlava di un «sistema» a cui Fedez avrebbe dovuto adeguarsi. Nella versione integrale, si capisce che Cinque non stava parlando di un sistema politico ma del sistema del contraddittorio: le persone citate per nome da Fedez avrebbero dovuto potersi difendere, a suo avviso. «Anche se non lo riconosce, è quello corretto. (…) Tutte le citazioni che lei fa con nomi e cognomi non possono essere citate, perché non c’è la controparte». Fedez aveva ribattuto che quelle erano citazioni vere e testuali di cose che avevano detto pubblicamente.
In un altro passaggio molto contestato, in particolare da Fedez che a più riprese nella telefonata alza la voce per sostenere i suoi diritti di artista, Cinque dice che «quelle citazioni possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei sta riferendo, e io questo non lo so», riferendosi apparentemente alla possibilità che le citazioni potessero essere state estrapolate dal loro contesto assumendo significati diversi. Fedez risponde chiedendo retoricamente se questo possa valere nel caso di frasi come «se avessi un figlio gay lo metterei nel forno», una di quelle riportate nell’intervento. Cinque, in difficoltà, dà ragione a Fedez, poi sostiene che il «contesto» di cui parla si riferisce al Concerto del Primo maggio, a suo avviso non adatto a interventi politici.
Fonte:
https://www.ilpost.it/2021/05/03/fed...aggio-ddl-zan/