Originariamente Scritto da
Giò
Oggi come oggi di ebrei non sionisti ce ne sono davvero pochi, perché quasi nessun ebreo mette in discussione l'esistenza dello Stato d'Israele, salvo poche eccezioni, come ad esempio certe correnti ultra-minoritarie dell'ebraismo ortodosso, che peraltro sono politicamente irrilevanti. Questo non toglie che ci siano ebrei cosmopoliti liberal-progressisti, come Soros ad esempio, che tendono a valutare criticamente le politiche dello Stato d'Israele nei confronti dei palestinesi perché infangano nel mondo l'immagine degli ebrei e favoriscono la diffusione di un sentimento di ostilità nei confronti degli ebrei. Questo non è sufficiente per considerare Soros e quegli ebrei che la pensano come lui "non sionisti", però è vero che si discostano in modo abbastanza netto da chi, come i membri della lobby sionista americana AIPAC, reputa prioritario il sostegno internazionale allo Stato d'Israele. Il punto è che entrambe le visioni costituiscono un problema per chi si pone in un'ottica di destra radicale. Personalmente reputo peggiore la tendenza ebraico-progressista e cosmopolita perché più subdola e nefasta, ma questo non toglie che pure l'altra, quella più marcatamente sionista, sia nociva e deleteria, soprattutto in un'ottica di difesa della nostra sovranità statale e della nostra indipendenza nazionale.
Quanto al fatto che "Israele" sarebbe "la vera casa degli ebrei", è cosa inutile da discutere: dopo la diaspora del 70 d.C. gli ebrei non hanno più avuto nell'antico Israele la loro patria e, peraltro, con l'annuncio del Vangelo qualsiasi pretesa di esistenza di un Israele terreno "secondo la carne" non ha nessuna legittimità, dal momento che il vero Israele è il novus Israel rappresentato dalla Chiesa Cattolica. Il sionismo è un'ideologia che, pur nascendo in un ambito secolarizzato, sconta questa "tara genetica", cioè la pretesa di ricostruire mutatis mutandis qualcosa che è stato definitivamente superato dalla venuta di Cristo (motivo per cui la Chiesa non ha mai appoggiato la causa sionista). Tuttavia, è un dato di fatto che dal 1948 esiste lo Stato d'Israele e, nonostante la sua legittimità giuridica originaria sia più che dubbia, col tempo è andato consolidando la sua presenza su larga parte di quei territori. Perciò, ad oggi non si può pretendere di "cancellarlo", stante il fatto che nel frattempo milioni di ebrei sono andati a vivere lì ed hanno fissato stabilmente la loro residenza. Rimane però il problema della questione israelo-palestinese, che è fonte continua di tensioni internazionali e che è la "scusa" con la quale le lobbies ebraico-sioniste cercano di spillare quattrini ai vari Stati occidentali (in primis, gli USA).