Un sito ebraico ha riesumato la favola del quadro "Guernica" del comunista Picasso come "il quadro simbolo dell'orrore della guerra"... un vero peccato perchè quel quadro è un FALSO STORICO della propaganda comunista del mercante comunista Picasso che spacciò un quadro vecchio per la testimonianza "dell’orrore della guerra"... nazzzzista!
Facciamo un po' di chiarezza: "La verità su Guernica la conoscono tutti... Picasso si limitò a ritoccare, aggiungendovi la lampadina e altri particolari, una tela pressoché terminata, «En muerte del torero Joselito», che gli venne pagata dal Cremlino via Comintern 300mila pesetas, qualcosa come un milione e mezzo di euro. Il quadro divenne subito popolarissimo e ci fu ressa per interpretarne i simboli.
La maggioranza degli esegeti, compreso quel Giulio Argan che, anni più tardi, dichiarerà autentiche le teste di Modigliani scolpite per burla e con il Black&Deker da due ragazzi di Livorno, mise in rilievo la potenza del minotauro-fascismo e del cavallo-angoscia. Quando il minotauro è il toro che uccise Joselito e il cavallo quello, sventrato dal toro medesimo, del picador"...
Fonte: Paolo Granzotto, Il Giornale, 10.09.2008
Il quadro di Pablo Picasso "Lamento en muerte del torero Joselito", il celebre José Gomez Ortega, morto nel corso di una corrida nel 1920, prima opera di una serie dedicata alla tauromachia che stenta a trovare acquirenti, esso non è invero che la rielaborazione di una stampa erotico-burlesca del primo Ottocento, la Feria de Cuernicabra.
Ordinata al pittore dal governo rojo (comunista, ndr) nel gennaio 1937 per il padiglione spagnolo della Esposizione Universale di Parigi... la tela suscita immediato imbarazzo al punto che gli stessi rojos, pur evitando di ritirarla per non creare scandalo, la bollano come «antisociale, ridicola, assolutamente impropria per il sano spirito del proletariato».
Unica è però l'occasione: per denunciare la «barbarie» militarista/fascista, la grancassa propagandistica radical-comunista ribattezza Guernica i 7,82x3,51 m2 di tela, ritoccati alla bisogna.
Col fiuto dell'occasione per il mistificato bombardamento della cittadina basca del 26 aprile, i 27 m2 vengono spacciati dal maestro cubista per un lavoro originale al quale ha atteso, «macerato», «indignato», «irato», «disperato» e «frenetico», giorno e notte per cinque settimane... ceduta o meglio venduta al governo rojo per 300.000 pesetas (un milione e mezzo di euro, ndr), versate da Stalin attraverso il kominternista Willi Münzenberg, l'opera diviene ipso facto, e resta a tutt'oggi per la totalità degli «acculturati», la più vibrante «testimonianza» sugli «orrori» del fascismo, «simbolo della libertà e dei diritti violati», ricordo di un «feroce bombardamento» elevato a «simbolo della protesta universale contro la guerra»... o anche, per definire l'intera faccenda con Stefano Mensurati, «un mito reso celebre dal quadro di Pablo Picasso che a sua volta è divenuto l'icona pacifista per eccellenza, riprodotta in tutto il mondo e in tutte le salse, dai libri scolastici ai poster»»
(Fonte: Dott. Gianantonio Valli, I complici di dio-Genesi del Mondialismo, Effepi Edizioni, Genova, 2009)
....insomma.... una presa per il culo elevata a "mito".
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Ideato e creato in soli 33 giorni dopo il bombardamento del paese basco di Guernica nell’aprile del 1937 ed esposto all’Expo di Parigi nello stesso anno, il celebre dipinto a olio di Picasso oggi è esposto stabilmente al Museo Reina Sofia di Madrid.
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I Rockefeller ritirano Guernica dall'ONU
....e la gente ci crede davvero