Originariamente Scritto da
GILANICO
Facendo finta che quel che vi sia scritto nei testi sumero accadici possa in qualche maniera essere veritiero:
Fino a che punto gli esseri umani possono essere definiti realmente vivi al pari dei loro creatori?
La loro vita è solo un facsimile della vita reale dei precursori. Si che essi furono fabbricati appositamente con l'impostazione del lavoro, per fare in modo che essi si sostituissero al lavoro dei precursori.
In pratica non sono realmente vivi, ma neppure hanno un libero arbitrio: sono stati progettati sia per lavorare e sia per fare la guerra.
Sotto certi punti di vista i fabbricati stanno facendo la stessa identica cosa dei loro fabbricatori, ovvero creare delle macchine autonome che sostituiscano gli operai umani (creati dai precursori), con lo scopo di far gravare su loro il duro lavoro.
Per quanto si possa essere contro il feticcio e il culto del lavoro, sempre facendo finta che sia vero quel che c'è scritto, non riusciremo mai ad andare oltre, poichè il culto del lavoro è strettamente interconnesso con la pre impostazione degli stessi esseri umani, si che non serve ad altro che alimentare la necessità di lavorare.
Essendo stati fabbricati appositamente per questo, essi non lavorano per vivere, ma vivono per lavorare, poichè questo è il loro scopo e lo scopo per il quale sono stati creati.
Persino la riproduzione è strettamente interconnessa con queste due funzioni primarie predisposte, visto che ogni essere umano che viene al mondo non diverrà altro che strumento di forza lavoro e bellica.
Se è vero che siamo stati creati come può il creato essere più vivo dei creatori?
Difatti l'umano inoccupato viene percepito dalla stessa società come un peso, un nullafacente un reietto, oltre che come un parassita.