• IN PROGRAMMA DA DOMENICA a VILLA GORDIANI
Raid contro il capodanno Bangla
Botte, insulti e sprangate. E corteo


Una ventina di ragazzi ha aggredito gli organizzatori della festa e distrutto tutto il materiale, un ferito



Il luogo del raid (Proto)Guidato dal furgone con i vetri fracassati oggetto dell'aggressione di venerdì notte nella quale sono rimasti feriti 5 cittadini bengalesi, è partito da Villa Gordiani, alla periferia romana, il corteo di protesta che dopo aver attraversato alcune vie del quartiere ritornerà al punto di partenza. Sono circa 200 tra bengalesi e italiani, in particolare vicini ai centri sociali, i partecipanti al corteo che seguono il furgone esponendo uno striscione con scritto «lavoratori italiani e immigrati unitevi contro il razzismo». I manifestanti intonano cori e slogan in italiano e in lingua bengalese, scanditi al megafono da Bachcu, portavoce dell'associazione bengalese Dhuumcatu.
(Proto)AGGREDITI - Il Capodanno della comunità bengalese di Roma doveva cominciare sabato sera a Villa Gordiani, un parco nella periferia della Capitale. Quella di venerdì doveva essere l'ultima sera passata a montare stand e mettere a punto gli ultimi preparativi, come accade ogni anno. Ma cinque bengalesi che si trovavano nel parco a far sì che la festa fosse organizzata nel modo migliore possibile sono stati aggrediti da una ventina di ragazzi tra i 20 e i 25 anni, armati di spranghe e bastoni di ferro. Un raid razzista, un assalto squadrista contro cinque persone inermi. Ora la Digos indaga per capire chi ha tentato di cancellare l'integrazione in un quartiere che, già due anni fa, aveva conosciuto l'episodio xenofobo al Pigneto quando fu distrutto un negozio di immigrati. Uno di loro, Kalu, 35 anni, stava dormendo nel furgone quando, racconta, è stato svegliato «da violenti colpi di bastone contro il furgone che hanno fracassato i vetri. C'erano queste voci che ci insultavano, che dicevano 'ma che è questo capodanno bengalese? Bastardi, andate via. Ho avuto tanta paura». Ad avere la peggio è stato Mohammed Munshi, 34 anni, ferito a calci e pugni e finito in ospedale. Gli aggressori, secondo il racconto delle vittime, sarebbero giovani italiani tra i 20 e i 25 anni di età. «Avevamo chiesto al municipio se potevano organizzare la vigilanza, visto che c'era materiale in allestimento. Non ci hanno neppure risposto e abbiamo dovuto fare da noi», aggiungono i bengalesi.
VIA DA CENTOCELLE - Negli anni passati la festa si era svolta al Parco di Centocelle ma che per motivi di sicurezza, in questa edizione, è stata spostata al parco di Villa Gordiani, «decisione non nostra - spiega il presidente del VI Municipio Giammarco Palmieri (Pd) ma del Campidoglio». Il portavoce della associazione bengalese Dhumchatu, Bachcu, ha ricordato che «erano quattro mesi che discutevano con l'amministrazione perchè temevamo problemi, ed ecco che i problemi ci sono stati. L'amministrazione non voleva questa festa: a Centocelle ci ha sgomberato la forza pubblica, qui invece ci hanno provato a sgomberare con questo raid». L'accordo per organizzare il Capodanno a Villa Gordiani era stato trovato nella mattinata di venerdì dopo che giovedì scorso il Dhuumcatu, insieme ad alcuni comitati di base, aveva occupato simbolicamente il Parco archeologico di Centocelle per chiedere al Comune di poterlo utilizzare per la festa. «Alla fine abbiamo convenuto che il parco non era a norma e abbiamo accettato di andare a Villa Gordiani - spiegano ancora - peraltro, ieri mattina, mentre alcuni ragazzi bengalesi portavano via il nostro materiale dal Parco di Centocelle, sono stati fermati e identificati dai vigili urbani che hanno cominciato a dire loro che erano clandestini, che ora ciò è un reato e poi l'hanno portati al commissariato. Un atteggiamento assolutamente non condivisibile perché, oltre ad impaurire delle persone che non stavano facendo nulla di male, appariva come una vera e propria minaccia dal momento che il reato di clandestinità, in Italia, non è ancora stato introdotto». La festa del capodanno Bangla era in programma da domenica 24 maggio a domenica 31 maggio nel parco di Villa Gordiani in via Prenestina 341. Tutti i giorni spettacoli di musica e danze tradizionali, stand di artigianato e bigiotteria indiana, tessuti e cucina sud-asiatica. Il programma completo è consultabile sul sito www.dhuumcatu.org.
REAZIONI - Immediate le reazioni nel mondo politico, a cominciare da quella del sindaco Gianni Alemanno che ha condannato «il raid xenofobo», e espresso solidarietà alla comunità bengalese, per poi invitare tutti gli esponenti politici «a non alimentare campagne di strumentalizzazione politica su episodi che vanno unanimemente condannati». Per il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo «Roma è una città sempre meno sicura» ma «non possiamo permetterci che prevalga la paura», mentre il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti è certo che «sono questi i risultati di chi crea fantasmi contro le società multietniche e fomenta ad arte le paure contro le minoranze». Francesco Rutelli parla di rischio banlieue per Roma e sottolinea che «per mesi Alemanno ha rifiutato di pronunciare la parola razzismo» parlando di «bullismo di fronte a episodi di violenza contro gli immigrati. I gruppi squadristi e di estrema destra vanno chiamati col loro nome e il razzismo combattuto alla radice».

Raid contro il capodanno Bangla Botte, insulti e sprangate. E corteo - Corriere Roma

IMMIGRAZIONE – FERRERO: “XENOFOBIA SQUADRISTA A ROMA. COMUNE DEVE AGIRE”

Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se:

Firenze, 23 mag. 2009 – “Quello che è accaduto nella notte scorsa a Roma è il segno di una escalation razzista e xenofoba pericolosa e da contrastare con fermezza. Il raid effettuato a Villa Gordiani contro l’allestimento del capodanno bengalese da oltre venti giovani armati di spranghe non solo è un episodio razzista, ma di chiaro stampo squadrista: segno allarmante del diffondersi, insieme all’odio, anche di frange che lo organizzano.
Di fronte al ripetersi di tali episodi, è necessaria una ferma azione di contrasto da parte della società civile e delle amministrazioni locali. Suscita invece disappunto e preoccupazione il fatto che l’allarme della comunità bengalese sia stato sottovalutato, nonché il fatto che la polizia municipale fosse intervenuta a identificare gli organizzatori, intimorendoli. Anziché ad alimentare diffidenze e sospetti, occorre che le istituzioni e le autorità locali rivolgano maggiore impegno a proteggere il tessuto comunitario e la convivenza civile”.

FONTE:facebook