Con il nome di "Operazione Peter Pan" a Cuba si diede il via al sequestro di migliaia di bambini, tolti con l'inganno alle loro famiglie grazie al tramite della Chiesa Cattolica, con la gentile collaborazione della CIA.
I sacerdoti requisirono ai genitori oltre 14.000 bambini cubani che vennero spediti negli USA per essere venduti a famiglie benestanti o rinchiusi in orfanotrofi.
I preti visitarono migliaia di case di poveri contadini analfabeti facendogli credere che Fidel Castro avrebbe spedito forzatamente tutti i loro figli in Unione Sovietica e che, per colpa del comunismo, avrebbero perso la patria potestà e i loro bambini sarebbero diventati di proprietà dello stato.
All’indomani del trionfo della Rivoluzione la Chiesa Cattolica aveva mantenuto inalterate le proprie peggiori caratteristiche reazionarie: era tradizionalista, bigotta, oscurantista e rivendicava l’appoggio convinto a tutte le dittature e i governi fantoccio degli USA che si erano succeduti fino ad allora.
Buona parte delle chiese si trovavano nei quartieri ricchi, dove dimorava la borghesia bianca benestante.
Il novanta per cento dei preti che operavano a Cuba erano di nazionalità spagnola, apertamente franchisti e visceralmente anticomunisti.
La gerarchia cattolica era ancora più spostata a destra.
Il Cardinale Primate di Cuba Manuel Arteaga, amico fraterno del tiranno Fulgencio Batista, era solito benedire le armi della soldataglia impegnata nella sanguinaria repressione.
Rimase a gozzovigliare con il dittatore fino a poche ore prima che le truppe castriste conquistassero l'Avana.
Appena la Rivoluzione iniziò a distribuire la terra ai contadini e a
garantire case, scuole, ospedali e lavoro per tutti, la Chiesa Cubana
mise in atto ogni forma di boicottaggio e aperta eversione contro il Governo Socialista, lo Stato Cubano e la sua Costituzione.
La parte più retriva della Chiesa, radicata soprattutto tra i grandi proprietari terrieri e la borghesia cittadina, si fece sempre più aggressiva arrivando a mettere in piedi vere e proprie milizie armate controrivoluzionarie come il Movimento Anticomunista Cattolico Unito.
L’invasione della Baia dei Porci fu appoggiata platealmente dal
Cardinale Cattolico Francio J. Spellman.
Le truppe mercenarie portavano sulla divisa uno stemma a forma di croce e la scritta “Dios, Patria y Libertad” e diversi sacerdoti cattolici parteciparono armi in mano al tentativo di invasione.
Tra quelli che vennero catturati nessuno risultava cubano, erano tutti nati in Spagna o negli Stati Uniti.
Soltanto una piccola parte del clero si schierò apertamente dalla parte della Rivoluzione, una parte estremamente minoritaria e marginalizzata anche all’interno della chiesa: si trattava dei sacerdoti che provenivano dall'Euskall Herria, allontanati dalle diocesi spagnole in quanto considerati “scomodi” e dispersi tra Africa e America Latina.
Erano i cosiddetti “Preti Rossi Repubblicani” dei Paesi Baschi, intimamente antifranchisti, che a Cuba trovarono un’altra occasione per declinare il loro internazionalismo e il loro antifascismo riannodando quel filo rosso che si era spezzato nella loro terra