User Tag List

Visualizza Risultati Sondaggio: Quando nacque l'Italia?

Partecipanti
16. Non puoi votare in questo sondaggio
  • In seguito alla conquista romana dell'Italia

    0 0%
  • In epoca augustea

    2 12.50%
  • Tra l'epoca augustea e il dominio dioclezianèo

    1 6.25%
  • In età tardo-imperiale (284-476 d.C.)

    0 0%
  • È stata il frutto di lungo processo tra l'età repubblicana dell'antica Roma ed il Basso Medioevo

    2 12.50%
  • Nell'Alto Medioevo

    0 0%
  • Nel Basso Medioevo

    0 0%
  • Tra l'Alto e il Basso Medioevo

    1 6.25%
  • È stata il parto finale di una lunga gestazione durata tra il Medioevo e l'età rinascimentale

    0 0%
  • In epoca rinascimentale

    0 0%
  • Tra il XVIII e il XIX secolo

    4 25.00%
  • Con il processo di unificazione politica (ancorché incompleto) avvenuto nel corso dell'Ottocento

    2 12.50%
  • L'Italia come nazione è nata solo con la fine della prima guerra mondiale ed il fascismo

    1 6.25%
  • Con le prime invasioni indoeuropee dei popoli italici

    1 6.25%
  • Non so/Altro specificare

    2 12.50%
Pagina 3 di 6 PrimaPrima ... 234 ... UltimaUltima
Risultati da 21 a 30 di 55
  1. #21
    (revi) Sionista
    Data Registrazione
    01 Oct 2013
    Messaggi
    19,326
     Likes dati
    1,021
     Like avuti
    11,527
    Mentioned
    266 Post(s)
    Tagged
    14 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Robert Visualizza Messaggio
    Esempi?
    I catalani, i baschi non vedono l'ora di andarsene dalla Spagna...
    Quando ne hanno avuto l'occasione i tedeschi dei sudeti e d'Austria han votato plebiscitariamente per unirsi alla Germania...

    Dove sono sti popoli che non vogliono stare uniti malgrado si sentano un unico popolo?
    I catalani e i baschi sono un'etnia separata rispetti agli "spagnoli" (castigliani) e sono da sempre definiti come Nazioni separate, anche dalla stessa costituzione della Spagna. Il Regno di Spagna è un'unione politica, originata da un'unione dinastica.

    Gli italiani sono un unico popolo, al netto delle differenze locali.

  2. #22
    Barbaro
    Data Registrazione
    04 Apr 2009
    Località
    L'ultima ridotta
    Messaggi
    48,153
     Likes dati
    9,488
     Like avuti
    18,792
    Mentioned
    612 Post(s)
    Tagged
    56 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    3

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Flaviogiulio Visualizza Messaggio
    uhm... quindi i coloni inglesi che nella seconda metà del XVIII secolo vollero separarsi dalla madrepatria, lo fecero perché non si sentivano più etnicamente britannici? Teoria interessante, probabilmente si erano meticciati coi pellerossa...
    infatti si sentivano americani...

    non hanno manco messo l'inglese come lingua ufficiale in costituzione...non c'è alcun riferimento all'etnia...zero, razzialmente si sentivano bianchi , culturalmente protestanti nelle varie confessioni ma sicuramente non inglesi
    PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!

  3. #23
    Barbaro
    Data Registrazione
    04 Apr 2009
    Località
    L'ultima ridotta
    Messaggi
    48,153
     Likes dati
    9,488
     Like avuti
    18,792
    Mentioned
    612 Post(s)
    Tagged
    56 Thread(s)
    Inserzioni Blog
    3

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Sparviero Visualizza Messaggio
    Il concetto di "guerra civile" ti è ignoto o cosa?

    (per dirne una)
    la guerra civile serve per stabilire chi comanda, altro sono le guerre di secessione... il milione di leghisti che passegiò sul Po nel 1996 mica si sentiva italiano , voleva secedere
    PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!

  4. #24
    Forumista assiduo
    Data Registrazione
    23 May 2013
    Località
    Delegazione Apostolica di Spoleto
    Messaggi
    6,648
     Likes dati
    10,136
     Like avuti
    3,556
    Mentioned
    303 Post(s)
    Tagged
    56 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    E qui emerge il solito argomento dei "barbari", citato da Flaviogiulio, su cui non sono minimamente d'accordo. In nessun modo possiamo considerare l'apporto barbarico come un apporto sostanziale, tale da cambiare la natura etno-culturale della nazione. In primis, non dimentichiamoci che per diversi secoli i longobardi furono acutissimamente coscienti della propria distinzione rispetto ai nativi: c'erano perfino due codici legislativi differenti che si applicavano alle due distinte etnie. Perfino nel X secolo un vescovo di origine longobarda ebbe modo di lanciarsi in una critica spregiudicata verso i "romani", considerati inferiori. Non ci fu alcun processo di fusione tra i due popoli, ma soltanto un inglobamento dei primi nei secondi. Qualche parola di origine germanica qui e là non cambia assolutamente nulla: la natura etnica della popolazione italiana, che è un popolo di ceppo romanzo/neolatino, in diretta continuità con ciò che è stato 2000 anni fa, non è mai stato disarticolato.
    Sul fatto che l'apporto dei barbari dal punto di vista prettamente etnico/genetico sia stato modesto, o magari sostanzialmente trascurabile, sono d'accordo, non credo però che si possa parlare di continuità nazionale unicamente su questa base. Conta anche il dato culturale, quelli che una volta si definiva "usi e costumi"... e su questi elementi, la calata dei barbari influì eccome, fosse solo per le conseguenze degli sconvolgimenti dovuti alla loro presenza (tipo guerra Gotica) e il generale... "imbarbarimento" che ne derivò. A mio avviso, la fine dell'Impero Romano non si limitò ad un mero disfacimento di un ordinamento politico, ma fu anche il tramonto di una civiltà, una cesura, non una semplice evoluzione. Sono ovviamente consapevole che l'eredità culturale romana che si è trasmessa sia estremamente vasta, il diritto, l'arte, la filosofia... e molto altro, ma ci sono anche tante cose, fondamentali per definire il carattere di un popolo, che scomparvero.
    Innanzitutto la lingua, il latino è il padre dell'italiano, ma basta averne giusto un infarinatura per sapere che si tratta di due lingue notevolmente diverse per struttura delle frasi, forme verbali... non mi sto a dilungare perché la cosa è lampante, certo, la stragrande maggioranza dei termini italiani deriva dal latino, ma l'apporto di derivazione germanica, per quanto minoritario è significativo, basti solo pensare alla gran quantità di nomi di persona di origine nordica. (La modalità latina di trasmissione dei nomi, altra cosa che si perse del tutto... e scusate se è poco)
    Più in generale, gran parte del modus vivendi, delle abitudini più comuni del mondo romano, tramontò definitivamente, teatri, arene e terme caddero in rovina, venendo nel migliore dei casi destinati ad altri scopi, nel peggiore usati come cave di materiale edile... e pure questo è un dato importante, perché significa che non solo erano cambiate le abitudini, ma si era anche persa la consapevolezza del retaggio culturale che quelle meraviglie simboleggiavano, un po' come se vent'anni fa, al posto della Fenice andata a fuoco, avessero tirato su un albergo. Pure la cucina, elemento non secondario della nostra identità nazionale, è di derivazione medievale, dai romani ci viene giusto l'uso dell'olio e del vino, ma per il resto, mangiavano in modo molto diverso dal nostro, condivano i cibi in maniera che a noi risulterebbe vicina al rivoltante. Va beh, non sto tanto a tirarla per le lunghe, nel precedente post sono stato un po' sbrigativo, ma il senso è che, a mio avviso, i caratteri attuali della nazione italiana si sono per gran parte formati gradualmente nel corso del medioevo, dal mondo romano abbiamo ereditato molte cose, ma non abbastanza per poter parlare di continuità nazionale.

  5. #25
    Nazbol-Ciucé
    Data Registrazione
    23 Apr 2015
    Messaggi
    4,199
     Likes dati
    439
     Like avuti
    2,548
    Mentioned
    54 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Robert Visualizza Messaggio
    No no, se uno si sente parte di un etnia comune sente la voglia anche di governarsi assieme, altro che palle
    Sei a digiuno di storia. Mai letto Dante? Questa idea farlocca che l'Italia non sia mai esistita mi ha sempre lasciato perplesso, più che altro perchè chi lo afferma generalmente ha concluso le scuole dell'obbligo ma pare essersi dimenticato quelle poche cose importanti che li vengono insegnato. Dante si lamenta della disunità italiana a ogni piè sospinto (inequivocabile segno dell'esistenza dell'Italia, dal momento che non si può presumere che Dante si sia inventato ex nihilo l'identità italiana un giorno a caso, mentre andava alla latrina) ma allo stesso tempo mai nemmeno per un secondo propone una soluzione nazionalistica di stampo ottocentesco, cioè autogoverno statuale, indipendente e sovrano, al contrario, essendo che i medievali vivono all'ombra dell'universalismo imperiale romano, proponeva un impero, universale e cristiano, al di sotto del cui ombrello le singole città, ora unite e non più in guerra, dovessero stare.
    Il nazionalismo POLITICO è ottocentesco, o settecentesco, ma non coincide affatto con l'invenzione di una etnia.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  6. #26
    Nazbol-Ciucé
    Data Registrazione
    23 Apr 2015
    Messaggi
    4,199
     Likes dati
    439
     Like avuti
    2,548
    Mentioned
    54 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Flaviogiulio Visualizza Messaggio
    Sul fatto che l'apporto dei barbari dal punto di vista prettamente etnico/genetico sia stato modesto, o magari sostanzialmente trascurabile, sono d'accordo, non credo però che si possa parlare di continuità nazionale unicamente su questa base. Conta anche il dato culturale, quelli che una volta si definiva "usi e costumi"... e su questi elementi, la calata dei barbari influì eccome, fosse solo per le conseguenze degli sconvolgimenti dovuti alla loro presenza (tipo guerra Gotica) e il generale... "imbarbarimento" che ne derivò. A mio avviso, la fine dell'Impero Romano non si limitò ad un mero disfacimento di un ordinamento politico, ma fu anche il tramonto di una civiltà, una cesura, non una semplice evoluzione. Sono ovviamente consapevole che l'eredità culturale romana che si è trasmessa sia estremamente vasta, il diritto, l'arte, la filosofia... e molto altro, ma ci sono anche tante cose, fondamentali per definire il carattere di un popolo, che scomparvero.
    Innanzitutto la lingua, il latino è il padre dell'italiano, ma basta averne giusto un infarinatura per sapere che si tratta di due lingue notevolmente diverse per struttura delle frasi, forme verbali... non mi sto a dilungare perché la cosa è lampante, certo, la stragrande maggioranza dei termini italiani deriva dal latino, ma l'apporto di derivazione germanica, per quanto minoritario è significativo, basti solo pensare alla gran quantità di nomi di persona di origine nordica. (La modalità latina di trasmissione dei nomi, altra cosa che si perse del tutto... e scusate se è poco)
    Più in generale, gran parte del modus vivendi, delle abitudini più comuni del mondo romano, tramontò definitivamente, teatri, arene e terme caddero in rovina, venendo nel migliore dei casi destinati ad altri scopi, nel peggiore usati come cave di materiale edile... e pure questo è un dato importante, perché significa che non solo erano cambiate le abitudini, ma si era anche persa la consapevolezza del retaggio culturale che quelle meraviglie simboleggiavano, un po' come se vent'anni fa, al posto della Fenice andata a fuoco, avessero tirato su un albergo. Pure la cucina, elemento non secondario della nostra identità nazionale, è di derivazione medievale, dai romani ci viene giusto l'uso dell'olio e del vino, ma per il resto, mangiavano in modo molto diverso dal nostro, condivano i cibi in maniera che a noi risulterebbe vicina al rivoltante. Va beh, non sto tanto a tirarla per le lunghe, nel precedente post sono stato un po' sbrigativo, ma il senso è che, a mio avviso, i caratteri attuali della nazione italiana si sono per gran parte formati gradualmente nel corso del medioevo, dal mondo romano abbiamo ereditato molte cose, ma non abbastanza per poter parlare di continuità nazionale.
    Il tuo è un argomento che ricade tutto all'interno della dialettica della continuità-discontinuità. Che tipo di influenza germanica c'è stata? Siamo concordi sull'irrilevanza dell'influenza genetica, ma vogliamo parlare di quella linguistica? Quante parole nella lingua italiana sono di evidente derivazione longobarda? Guerra e affini? Qualche strumento? A quante ammontano? meno del 10%? Secondo te possiamo affermare che l'influenza linguistica sia invece stata rilevante? Stante a questi dati, direi di no. L'italiano è una lingua diversa dal latino, ovviamente, ma il razionale che dobbiamo seguire è capire se la lingua italiana è una evoluzione del latino oppure un rottura dal latino. E i linguisti sono relativamente concordi sul fatto che sia il primo caso, piuttosto che il secondo. I vernacoli italiani (che sono più propriamente vernacoli del latino piuttosto che dell'"italiano", che è soltanto un vernacolo regionale ufficializzato) nascono col collasso dello Stato romano, e con stato intendo proprio la burocrazia: cessano le scuole, cessano gli editti, cessa l'alfabetizzazione. Sottraendo all'uniformizzazione statale i parlanti, ogni comunità prende un p' la sua strada, storpiando il latino col passare dei secoli, influenzate dai sostrati linguistici preromani: l'osco, il greco, il celtico, ecc. Ma sono queste lingue il risultato di un elemento terzo, alieno all'identità italiana antica, che si incunea e crea una cesoia drastica e irreversibile col passato? Assolutamente no. L'italiano non è una creolizzazione tra latino e germanico. Di base l'unica lingua neolatina vagamente creola è il francese, per altro quello del Nord, il parigino, per ovvie ragioni. Quindi dal punto di vista linguistico si legge una continuità, e non una rottura. Un esempio di rottura linguistica è quello del medioriente: nessun siriano parla più siriaco, o fenicio, o canaanita o aramaico: parlano arabo con influenze locali, ma arabo è. Quello è un caso di rottura, non sovrapponibile a quello italiano (o romanzo in generale).
    Ciò che ha volgarizzato l'italiano è anche la causa del cambiamento degli usi e costumi: il collasso di una società complessa. Il collasso di una società complessa è come il collasso degli argini di un fiume, l'acqua si disperderà in mille rivoli, ma l'acqua rimarrà acqua e non si trasformerà in vino. Parli di costumi come quelli teatrali o termali, ma allora significa che gli italiani del 200 che non andavano a teatro ne alle terme erano altro dagli italiani che invece ci andavano, 400 anni dopo? Quando parli del cibo, la scoperta dell'america ha creato una cesoia tale che gli italiani mangia pomodoro del '700 non possono più essere considerati italiani? Sono qualcosa di nuovo? E' un po' come la nave di Teseo, che cosa può cambiare e che cosa non deve cambiare per poter stabilire una continuità? Molti sono i costumi che cambiano autonomamente, senza rotture: cosa credi, che i romani italici del 400 (pre 476) andassero a teatro in toga? Il 90% dei teatri erano già in disuso e in rovina, e la gente andava già in giro coi pantaloni: mai visto un legionario tardoimperiale? Agli occhi di un profano sembrerebbe un soldato dell'alto medioevo: scudo rotondo, umbone centrale, pantaloni, elmo conico, spade lunghe. Un legionario quasi indistinguibile da un vichingo. Se vogliamo stabilire una CESURA, una CESURA netta, dobbiamo stabilirla di modo tale che non si porti dietro questo alone epistemico che sembra confondere la cesura con un'accelerazione del cambiamento, altrimenti rimane soltanto quello che è, un'accelerazione di un processo già in corso. Il greco antico è incomprensibile ai greci di oggi, eppure fino alla conquista ottomana l'integrità territoriale greca fu in larga maggioranza preservata, la grecia non visse una "caduta istituzionale" come la nostra, eppure non mi sembra che loro vadano in giro in peplo senza mangiare patate; nonostante questo i greci sono super certi di essere i discendenti degli antichi ellenici. Lo sono al 100%? No. Sono identici? No. Ma sono i loro discendenti? Certo. Chi ha dato loro un'autocoscienza territoriale, se non i loro antichi avi? Un'autocoscienza che si è preservata nei secoli, se non i loro avi, che hanno creato la grecia, concetto che i loro discendenti hanno mantenuto? E la stessa cosa vale per l'Italia.
    Ho una tesi molto delfazionata di ciò che è l'Italia: un territorio, una popolazione di specifico ceppo etno-linguistico, un'autocoscienza collettiva, e questi tre elementi che si preservano nella storia. I primi due si sono preservati: sono cambiati, anche molto, ma il cuore, il ceppo, è rimasto lo stesso. Sul terzo elemento si può discutere, ma la mia tesi è che si sia preservato. Senza dubbio tra l'elite politica, e probabilmente anche tra il popolino.
    Si può avere una visione più inflazionata di ciò che è l'Italia, cioè più arricchita, aggiungendoci degli elementi, ma qui si pone un problema filosofico, poichè sembra che inflazionando il concetto di Italia non si possa stabilire un confine. Lo mettiamo col pomodoro o gli spaghetti? O con il volgare toscano? Cos'altro? Come decidiamo che i "caratteri" dell'Italia si siano formati in un periodo piuttosto che in un altro, e specifichiamo, caratteri che hanno COSTRUITO EX NIHILO il concetto di Italia, e non formato ciò che è l'Italia moderna?
    Se le identità sono soltanto fluide, allora le identità non esistono. Se esistono, qualcosa non deve variare: ed è lì, su ciò che non varia, che bisogna guardare.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  7. #27
    SMF
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    134,252
     Likes dati
    20,726
     Like avuti
    32,060
    Mentioned
    1035 Post(s)
    Tagged
    25 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Draigo Visualizza Messaggio
    Giò sta facendo data-mining, state attenti che poi vende i dati alla digos
    Al limite all'OVRA, se mai si ricostituirà
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  8. #28
    Lo spirito del '22
    Data Registrazione
    12 Dec 2015
    Località
    Arciconfraternita di Santo Manganello
    Messaggi
    47,239
     Likes dati
    186,636
     Like avuti
    42,466
    Mentioned
    975 Post(s)
    Tagged
    52 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Al limite all'OVRA, se mai si ricostituirà
    Se succede, er curiculum lo mando a te, sì?
    Hitler or Hell.

  9. #29
    SMF
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    134,252
     Likes dati
    20,726
     Like avuti
    32,060
    Mentioned
    1035 Post(s)
    Tagged
    25 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Sparviero Visualizza Messaggio
    Se succede, er curiculum lo mando a te, sì?
    Ovvio, non mi dimentico degli amici.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  10. #30
    SMF
    Data Registrazione
    30 Mar 2009
    Messaggi
    134,252
     Likes dati
    20,726
     Like avuti
    32,060
    Mentioned
    1035 Post(s)
    Tagged
    25 Thread(s)

    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Innanzitutto devo dire che gli interventi che ho letto finora, anche quelli con i quali non sono d'accordo, sono stati interessanti ed è positivo che un tema del genere susciti un dibattito che non sia meramente polemico, ma costruttivo. Un problema preliminare con il quale ci dobbiamo confrontare è la definizione di "nazione": può sembrare una questione ridondante ma non è così scontata. Infatti, complice anche il lascito di certo nazionalismo otto-novecentesco, per svariato tempo s'è confuso Stato nazionale con nazione, mischiando indebitamente una realtà essenzialmente politico-statuale (cioè lo Stato italiano) con una realtà di tipo etnico e culturale (la nazione, appunto). Ma le difficoltà non terminano qui, purtroppo. Se in astratto non è così complicato definire la nazione come aggregato sociale composto da persone unite da un'affinità e/o da una condivisione di origine e di cultura che, coscienti di queste peculiarità, tendono a trasmettere (anche solo passivamente) queste note distintive ai propri posteri, emerge poi in concreto il problema di individuare queste note distintive che caratterizzano l'identità di un popolo. Per questo io ho scelto l'opzione del lungo processo storico durato tra l'età repubblicana dell'antica Roma ed il Basso Medioevo. Le origini della nostra nazione, sia nella sua attuale conformazione etnica e razziale (in senso lato) che nella sua connotazione culturale (in cui il fattore linguistico rientra appieno), sono inequivocabilmente in quella graduale conquista romana del territorio dalle Alpi alla Sicilia, che portò ad una progressiva romanizzazione (ovvero latinizzazione) delle varie popolazioni locali dal punto di vista sia culturale che linguistico assieme ad una contestuale colonizzazione di popolamento romana, che contribuì ulteriormente ad espandere il "gene romano", favorendo un processo di relativa uniformazione. Appurato perciò che le "basi" della nostra identità sono lì, bisogna dire che a livello storico è tutt'oggi controverso, o comunque oggetto di ampio dibattito, stabilire da quale momento in poi è possibile parlare di un'identità italica "nazionale" (uso le virgolette perché c'è estrema recalcitranza ad utilizzare la parola "nazione" e l'aggettivo "nazionale" prima dell'età moderna o, a maggior ragione, prima dell'epoca medievale in ambito accademico) condivisa da tutti i popoli dell'Italia romana o romanizzata e, in qualche modo, sovraordinata alle varie identità locali. Ulteriore problema che si è posto è quello del discernimento fra una natio romana ed una natio italica: infatti, Roma per riuscire a saldare definitivamente a sé gli italici, i liguri, i reti, gli etruschi, i venetici, i galli cisalpini e le popolazioni "magnogreche" dell'Italia meridionale (spesso più grecizzate che greche stricto sensu) perseguì una politica di assimilazione culturale delle élites politiche locali che ne favorì l'inserimento all'interno della compagine politica e istituzionale. Questo non significò la totale cancellazione delle culture locali indigene, soprattutto fra il volgo illetterato, ma a lungo andare l'effetto fu quello di una situazione in cui elementi delle culture precedenti convivevano e, in gran parte, si fondevano con altri della nuova cultura romana. La componente romana però fece la parte del leone e tese col tempo quasi letteralmente a fagocitare gli elementi a sé estranei, tant'è che non mancano gli studiosi che parlano (forse enfatizzando un po' troppo quanto avvenne, ma non del tutto a torto) di una vera e propria scomparsa delle culture locali dell'Italia (intesa come unità territoriale e politica) dell'epoca. Questa fusione in diversi casi fu favorita dalla pregressa affinità culturale, linguistica, etnica e religiosa di Roma con alcune delle popolazioni della penisola (larga parte di quest'ultime condividevano non solo le origini indoeuropee ma anche la derivazione dalle medesime "ondate" indoeuropee nel nostro territorio), ma ebbe come fattore propulsivo una convergenza di interessi fra il notabilato locale e la classe politica e dirigente romana, bisognosa, nonostante il suo proverbiale ed istintivo conservatorismo, di energie nuove e fresche, soprattutto in vista dell'allargamento dei domini romani. Cosa che, ad esempio, spiega l'abbandono pressoché totale della loro lingua originaria da parte delle classi alte etrusche, che secondo alcune fonti sarebbe stato un fatto volontario e non una rinuncia più o meno sofferta o obbligata dalle circostanze. L'assimilazione delle élites locali a Roma e l'arruolamento nell'esercito di una parte considerevole delle classi sociali più basse delle popolazioni italiche comportò quindi una maggiore unità non solo politica ma anche culturale. E qui però emerge il problema a cui accennavo nelle righe precedenti: si trattò di un'identità effettivamente italica comune, al di sopra di ogni particolarismo, incluso quello romano, o si trattò di una mera espansione di Roma e della sua cultura ai popoli circostanti presenti fra le Alpi e la Sicilia? L'Italia diventò una natio italica, appunto, o solo una natio romana? Per certi versi, a mio sommesso avviso, è un po' una questione di lana caprina, in parte risolta dal fatto che Augusto con la creazione dell'Italia quale centro privilegiato dell'Impero diede una spinta decisiva alla sovrapposizione fra romanitas e italicitas non solo in termini meramente politici ed amministrativi, ma anche culturali. Tuttavia, è anche da far notare che proprio tra l'età tardorepubblicana e l'inizio dell'età imperiale propriamente detta s'affermò un'identità romana universale e sovranazionale che, col tempo, diventò sempre più estesa ed impregnò, seppur con intensità diverse, i vari popoli soggetti a Roma. Tracciare un confine fra questa romanitas universale e la romanitas italica è possibile, ma sconta inevitabilmente un margine di approssimazione. Per questo, personalmente, individuerei, riallacciandomi in parte a talune tesi dello storico Gioacchino Volpe, nel Medioevo l'epoca in cui si ha la pressoché definitiva conformazione di un'identità etnico-linguistica e culturale italiana unitaria, chiaramente individuabile e distinta, che, pur avendo inevitabilmente subito nel corso dei secoli successivi dei mutamenti, è di fatto il nucleo stabile della nostra identità nazionale, alterando il quale, a mio avviso, non è più possibile parlare di italianità. Ed è proprio nel Medioevo che il lascito storico e culturale italico-romano diverrà fattore decisivo di una graduale presa di coscienza nazionale, dapprima concentrata soprattutto fra le élites e poi, mano a mano, diffusa anche fra le masse. A questa tesi si potrebbe obiettare che la frammentazione politica che conseguì al disfacimento dell'Impero romano d'Occidente, convenzionalmente fissato nella data del 476 d.C., favorì spinte centrifughe che accentuarono i particolarismi tanto politici quanto culturali, linguistici ed etnici dell'Italia (precedentemente) romana: sicuramente è vero, ma è altrettanto vero che l'imbastardimento del latino che portò alla nascita delle varie lingue volgari locali portò pure gradualmente alla nascita della lingua nazionale italiana, la quale divenne nel giro di un tempo relativamente breve per l'epoca la lingua-tetto di tutte le altre parlate della penisola, sigillando così l'esistenza di un'identità nazionale italiana condivisa. Le epoche successive, ben lungi da inficiare quest'identità, non fecero altro che renderla più stabile e solida.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

 

 
Pagina 3 di 6 PrimaPrima ... 234 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Nascita di una Nazione
    Di Jerome nel forum Destra Radicale
    Risposte: 15
    Ultimo Messaggio: 07-04-19, 14:19
  2. Risposte: 7
    Ultimo Messaggio: 29-05-15, 01:27
  3. Italia: i retroscena della nascita di una nazione
    Di Avanguardia nel forum Socialismo Nazionale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 20-04-13, 10:04
  4. MORTE E NASCITA DELLA NAZIONE
    Di semipadano nel forum Padania!
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 12-07-10, 22:20

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito