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  • In seguito alla conquista romana dell'Italia

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  • In epoca augustea

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  • Tra l'epoca augustea e il dominio dioclezianèo

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  • In età tardo-imperiale (284-476 d.C.)

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  • Nell'Alto Medioevo

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  • Nel Basso Medioevo

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  • Tra l'Alto e il Basso Medioevo

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  • È stata il parto finale di una lunga gestazione durata tra il Medioevo e l'età rinascimentale

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  • In epoca rinascimentale

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  • Tra il XVIII e il XIX secolo

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  • Con il processo di unificazione politica (ancorché incompleto) avvenuto nel corso dell'Ottocento

    2 12.50%
  • L'Italia come nazione è nata solo con la fine della prima guerra mondiale ed il fascismo

    1 6.25%
  • Con le prime invasioni indoeuropee dei popoli italici

    1 6.25%
  • Non so/Altro specificare

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Risultati da 1 a 10 di 55
  1. #1
    SMF
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    Predefinito Nascita di una nazione: l'Italia

    Quando nacque l'Italia, intesa come nazione (gruppo sociale dotato di caratteristiche etniche e culturali comuni, a scanso di equivoci) e non (solo) come realtà politico-statuale?

    1) In seguito alla conquista romana dell'Italia

    2) In epoca augustea

    3) Tra l'epoca augustea e il dominio dioclezianèo

    4) In età tardo-imperiale (284-476 d.C.)

    5) È stata il frutto di lungo processo tra l'età repubblicana dell'antica Roma ed il Basso Medioevo

    6) Nell'Alto Medioevo

    7) Nel Basso Medioevo

    8) Tra l'Alto e il Basso Medioevo

    9) È stata il parto finale di una lunga gestazione durata tra il Medioevo e l'età rinascimentale

    10) In epoca rinascimentale

    11) Tra il XVIII e il XIX secolo

    12) Con il processo di unificazione politica (ancorché incompleto) avvenuto nel corso dell'Ottocento

    13) L'Italia come nazione è nata solo con la fine della prima guerra mondiale ed il fascismo

    14) Con le prime invasioni indoeuropee dei popoli italici

    15) Non so/Altro (specificare)
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  2. #2
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Direi la 5, ma la mia risposta è condizionata dalla mia scarsa conoscenza della storia, soprattutto anica. Il Fascismo diede ovviamente un contributo.

  3. #3
    Barbaro
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Il vero processo di unificazione ci fu nel Ventennio e cessò con l'invasione angloamericana
    Il periodo 1860-1920 fu la conquista espansionista dei Savoia di Piemonte
    prima l'idea di Italia esisteva solo nel mondo accademico ed intellettuale (e nemmeno tutto)
    PATRIMONIALE PROGRESSIVA SU IMMOBILI, DEPOSITI, PRODOTTI FINANZIARI, RENDITE E SUCCESSIONI!

  4. #4
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Ho barrato l'opzione Tra l'Alto e il Basso Medioevo perché ritengo che l'origine della nazione italiana origini dalla sovrapposizione delle componenti barbariche alla preesistente romanità. Ovviamente il processo non fu immediato, ma credo si compì sostanzialmente entro il XIII-XIV secolo.

  5. #5
    Nazbol-Ciucé
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Giò sta facendo data-mining, state attenti che poi vende i dati alla digos
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  6. #6
    Nazbol-Ciucé
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Per commentare più seriamente: penso che la domanda sia equivoca. Dipende interamente dal significato che ognuno di noi attribuisce al concetto di "Italia". Italia significa, per me, un territorio rozzamente corrispondente a quello attuale, abitato da una popolazione cosciente della propria identità geografica, territoriale, politica ed etnica, e conseguentemente psicologica/intenzionale. In questo senso, l'Italia nasce con Augusto, padre degli italiani, come lo ebbe a definire Gentile, che diede all'Italia gli stessi confini che ha oggi (con l'esclusione delle isole e di qualche regione alpina) e che, non dimentichiamoci, ebbe uno statuto proprio e non sovrapponibile a quello di provincia: Italia non provincia sed domina provinciarum. Tutte le fonti storiche successive ci indicano come Italia e Italici fossero dei termini decisamente densi di significati molto poco ambigui: l'Italia era una terra e un'entità politica, il cuore dell'Impero, e gli Italici erano i suoi abitanti. Abitanti a cui venivano riconosciuti comportamenti comuni: Ammiano Marcellino, nel descrivere il comportamento bellicoso dei Galli, si lamenta del fatto che gli Italici, pur di evitare la leva militare, preferissero tagliarsi il pollice. Segno inequivocabile che essere un italico significasse essere qualcosa di specifico. Per quanto mi concerne, sono argomenti più che sufficienti.
    Un altro paio di maniche è capire che grado di continuità esiste tra quell'Italia e l'Italia di oggi, dando per scontato che la seconda sarebbe totalmente irriconoscibile agli occhi degli abitanti della prima. E qui emerge il solito argomento dei "barbari", citato da Flaviogiulio, su cui non sono minimamente d'accordo. In nessun modo possiamo considerare l'apporto barbarico come un apporto sostanziale, tale da cambiare la natura etno-culturale della nazione. In primis, non dimentichiamoci che per diversi secoli i longobardi furono acutissimamente coscienti della propria distinzione rispetto ai nativi: c'erano perfino due codici legislativi differenti che si applicavano alle due distinte etnie. Perfino nel X secolo un vescovo di origine longobarda ebbe modo di lanciarsi in una critica spregiudicata verso i "romani", considerati inferiori. Non ci fu alcun processo di fusione tra i due popoli, ma soltanto un inglobamento dei primi nei secondi. Qualche parola di origine germanica qui e là non cambia assolutamente nulla: la natura etnica della popolazione italiana, che è un popolo di ceppo romanzo/neolatino, in diretta continuità con ciò che è stato 2000 anni fa, non è mai stato disarticolato. Nel XIII sec. diversi autori e storici italiani si chiedono che fine abbiano fatto i longobardi, e si rispondono dicendo che si sono fusi con i nativi della penisola: un argomento erroneamente utilizzato dai "meticcisti" per giustificare la tesi che gli italiani siano il frutto della fusione tra nativi e longobardi. Nulla di più errato: se gli italiani del XIII sec. si ponevano tali domande, è perchè si sentivano interrogati da un senso di alienazione verso popoli considerati "totalmente altro", che erano ritenuti come spariti.
    Per quanto concerne la solita obiezione che fa Robert: in primis, nel mondo intellettuale NESSUNO considerava l'Italia un'idea finta, da almeno il XIV sec., e, in secundis, bisogna mettersi in testa che gli storici non ci dicono affatto che il popolo italiano non sapesse dell'esistenza dell'Italia, ma che non ci sono fonti in merito, e sono due concetti enormemente distinti. La propaganda marxista ha fatto passare il messaggio che siano la stessa cosa, ma non lo è. Una certezza tuttavia la abbiamo: che il popolino fosse totalmente ignaro degli eventi politici nazionali/europei è assolutamente falso: gli abitanti delle città italiane sapevano benissimo chi era il re d'Italia o l'Imperatore, chi era il Papa e dov'era Roma. Altrimenti non ci sarebbe stata nessuna Lega lombarda, nè alcun pavese avrebbe mai cacciato l'imperatore tedesco dalla città nel 1000, preferendo a lui Arduino re d'Italia. Tutti sapevano che c'era la Terra Santa, e che i signori partivano per le crociate. In generale, chiunque fosse stato al servizio di un feudatario, sapeva benissimo che quest'ultimo partiva di tanto in tanto per fare la guerra, perchè obbediva a un re, e via discorrendo.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  7. #7
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    il concetto di italia è nato con la fine del feudalesimo e l'epopea Napoleonica, quando il coraggiorso ma sfortunato Gioacchino Murat sfido' gli austriaci e tento' di risalire la penisola col suo esercito meridionale, venne poi fermato definitivamente a Tolentino

    Leggesi il proclama di Rimini datato 30 Marzo 1815

    Murat quello stesso anno venne catturato a Pizzo Calabro e fucilato ma le idee espresse in quel proclama vennero riprese dalle logge dei carbonari, la Giovine Italia nacque poco dopo la caduta di Napoleone

    La mia risposta è tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo


    «Italiani!

    L’ora è venuta che debbono compiersi gli alti vostri destini. La Provvidenza vi chiama infine ad essere una nazione indipendente. Dall’Alpi allo stretto di Scilla odasi un grido solo: l’indipendenza d’Italia! Ed a qual titolo popoli stranieri pretendono togliervi questa indipendenza, primo diritto, e primo bene d’ogni popolo? A qual titolo signoreggiano essi le vostre più belle contrade? A qual titolo s’appropriano le vostre ricchezze per trasportarle in regioni ove non nacquero? A qual titolo finalmente vi strappano i figli, destinandogli a servire, a languire, a morire lungi dalle tombe degli avi?

    Invano adunque natura levò per voi le barriere delle Alpi? Vi cinse invano di barriere più insormontabili ancora la differenza dei linguaggi e dei costumi, l’invincibile antipatia de’ caratteri? No, no: sgombri dal suolo italico ogni dominio straniero! Padroni una volta del mondo, espiaste questa gloria perigliosa con venti secoli d’oppressioni e di stragi. Sia oggi vostra gloria di non avere più padroni. Ogni nazione deve contenersi nei limiti che le diè natura. Mari e monti inaccessibili, ecco i limiti vostri. Non aspirate mai ad oltrepassarli, ma respingetene lo straniero che li ha violati, se non si affretta di tornare ne’ suoi. Ottantamila Italiani degli Stati di Napoli marciano comandati dal loro re, e giurarono di non domandare riposo, se non dopo la liberazione d’Italia. È già provato che sanno essi mantenere quanto giurarono. Italiani delle altre contrade, secondate il magnanimo disegno! Torni all’armi deposte chi le usò tra voi, e si addestri ad usarle la gioventù inesperta.

    Sorga in si nobile sforzo chi ha cuore ingenuo, e secondando una libera voce parli in nome della patria ad ogni petto veramente italiano. Tutta, insomma, si spieghi ed in tutte le forme l’energia nazionale. Trattasi di decidere se l’Italia dovrà essere libera, o piegare ancora per secoli la fronte umiliata al servaggio.

    La lotta sia decisiva: e ben vedremo assicurata lungamente la prosperità d’una patria bella, che, lacera ancora ed insanguinata, eccita tante gare straniere. Gli uomini illuminati d’ogni contrada, le nazioni intere degne d’un governo liberale, i sovrani che si distinguono per grandezza di carattere godranno della vostra intrapresa, ed applaudiranno al vostro trionfo. Potrebbe ella non applaudirvi l’Inghilterra, quel modello di reggimento costituzionale, quel popolo libero, che si reca a gloria di combattere, e di profondere i suoi tesori per l’indipendenza delle nazioni?

    Italiani! voi foste lunga stagione sorpresi di chiamarci invano: voi ci tacciaste forse ancora d’inazione, allorché i vostri voti ci suonarono d’ogni intorno. Ma il tempo opportuno non era per anco venuto, non per anche aveva io fatto prova della perfidia de’ vostri nemici: e fu d’uopo che l’esperienza smentisse le bugiarde promesse di cui v’eran si prodighi i vostri antichi dominatori nel riapparire fra voi.

    Sperienza pronta e fatale! Ne appello a voi, bravi ed infelici Italiani di Milano, di Bologna, di Torino, di Venezia, di Brescia, di Modena, di Reggio, e di altrettante illustri ed oppresse regioni. Quanti prodi guerrieri e patriotti virtuosi svelti dal paese natio! quanti gementi tra ceppi! quante vittime ed estorsioni, ed umiliazioni inaudite! Italiani! riparo a tanti mali; stringetevi in salda unione, ed un governo di vostra scelta, una rappresentanza veramente nazionale, una Costituzione degna del secolo e di voi, garantiscano la vostra libertà e proprietà interna, tostochè il vostro coraggio avrà garantita la vostra indipendenza.

    Io chiamo intorno a me tutti i bravi per combattere. Io chiamo del pari quanti hanno profondamente meditato sugli interessi della loro patria, affine di preparare e disporre la Costituzione e le leggi che reggano oggimai la felice Italia, la indipendente Italia.»

    Gioacchino Napoleone

  8. #8
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    Draigo, se ci fosse stata una coscienza identitaria nel popolo essa sarebbe stata facilmente usata dai sovrani per motivi militari e politici e non è mai stato così, anche vicino a noi nell'800 il fenomeno dell'irredentismo fu opera di letteralmente quattro gatti, un napoletano si identificava coi Borbone e Napoli, un veneto con Venezia e la Repubblica (defunta) , prima ancora gli abitanti dei Comuni coi loro gonfaloni e piuttosto si facevano governare da stranieri che da ... altri "italiani", il conflitto secolare fra guelfi e ghibellini dovrebbe farlo capire chiaramente...
    fu solo il fascismo che conscentemente stava creando un'identità italiana comune da Nord a Sud, fra città e campagne e dall'alto verso il basso e venne stroncato sul nascere (ma probabilmente anche a guerra vinta o in neutralità sarebbe stato ostacolato con tutte le forze nei decenni successivi dal capitale angloamericano)
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  9. #9
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    E' una premessa errata, confondi l'identità politica con l'identità etnica. Le due cose sono rimaste distinte per la stragrande maggioranza della storia medievale e anche successiva. Un veneto e un napoletano si identificavano POLITICAMENTE con Venezia e Napoli ma in nessun modo questa identificazione POLITICA coincideva con una identificazione ETNICA. L'intera vicenda del nazionalismo ottocentesco si riassume proprio in questo modo: il tentativo di far coincidere le due cose, che è cosa ben diversa dall'affermare che l'identificazione ETNICA fu un'invenzione. Confondere le due cose è aberrante, i guelfi e i ghibellini si odiavano politicamente ma sapevano benissimo di essere entrambi italiani.
    Dicono che viaggiare sviluppa l'intelligenza. Ma si dimentica sempre di dire che l'intelligenza bisogna averla già prima.-.G. K. Chesterton

  10. #10
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    Predefinito Re: Nascita di una nazione: l'Italia

    per me il concetto è chiaro: a partire dall'inizio del XVIII secolo l'Austria si è presa una bella fetta d'Italia: la Lombardia, mentre dominava indirettamente come protettorati il regno delle due Sicilie e i piccoli ducati di Modena e parma, la Repubblica di Venezia era ormai in declino e boccheggiava e infatti anche il Veneto e la Dalmazia divennero austriaci nei decenni successivi.

    Ora l'Austria è sempre stata il nemici per eccellenza dell'unità d'Italia

    per raggiungere un minimo di unità italiana bisognava sconfiggere l'Austria e cacciarla dall'Italia

    Napoleone a partire dalla fine del XVIII secolo risuci ' questo miracolo di battere l'Austria

    ma la sua visione non fu mai di creare un'Italia unita ma di creare degli stati clienti del suo Impero

    - le sue sorelle Carolina ed Elisa a Napoli e Firenze
    - suo figlio adottivo Eugenio viceré del Nord Italia
    - Il Piemonte annesso alla Francia

    solo dopo la caduta di Napoleone si arrivo' alla consapevolezza che l'ostacolo a uno stato unitario italiano era l'Austria e che la chiave di tutto era quella, battere l'Austria

    e infatti le varie logge carbonare che naquero all'inizio del XIX secolo naquero in funzione anti austriaca

 

 
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