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Discussione: Letture mussoliniane

  1. #1
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    Predefinito Letture mussoliniane

    Mi rivolgo a voi addetti ai lavori, dopo aver aperto una discussione nel sottoforum Storia, a cui purtroppo non ho ricevuto risposta.
    Starei cercando informazioni su quali furono i testi che influenzarono Mussolini nella sua azione politica e di governo, e in che epoca seguendo lo schema defeliciano.

    Spesso si cita «La psicologia delle folle» di Le Bon negli anni giovanili, «Il principe» di Machiavelli quando consolidò il potere e di cui scrisse la prefazione. Le influenze marxiste e soreliane durante la militanza socialista, ma su quali opere; idem per le tendenze nietzscheane o d'avanguardia poco dopo. Il nazionalismo, il futurismo, e il dannunzianesimo nel periodo insurrezionale da metà anni dieci ad inizio anni venti. Nella fase più matura di governo, accanto al filone gentiliano, ve ne fu uno spengleriano (come fu riconosciuto dal più grande storico del fascismo nel dopoguerra). E via dicendo. Alcuni testi per chi è più addentro: i giudizi lusinghieri su «La rivolta ideale» del conterraneo Oriani (definito «il precursore del fascismo»), o «L'unità e la potenza delle nazioni» di Corradini (definito «l'ultimo libro del nazionalismo e il primo del fascismo».

    Spero possiate aiutarmi in questa ricerca storiografica.

  2. #2
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Citazione Originariamente Scritto da CoronaFerrea Visualizza Messaggio
    Mi rivolgo a voi addetti ai lavori, dopo aver aperto una discussione nel sottoforum Storia, a cui purtroppo non ho ricevuto risposta.
    Starei cercando informazioni su quali furono i testi che influenzarono Mussolini nella sua azione politica e di governo, e in che epoca seguendo lo schema defeliciano.

    Spesso si cita «La psicologia delle folle» di Le Bon negli anni giovanili, «Il principe» di Machiavelli quando consolidò il potere e di cui scrisse la prefazione. Le influenze marxiste e soreliane durante la militanza socialista, ma su quali opere; idem per le tendenze nietzscheane o d'avanguardia poco dopo. Il nazionalismo, il futurismo, e il dannunzianesimo nel periodo insurrezionale da metà anni dieci ad inizio anni venti. Nella fase più matura di governo, accanto al filone gentiliano, ve ne fu uno spengleriano (come fu riconosciuto dal più grande storico del fascismo nel dopoguerra). E via dicendo. Alcuni testi per chi è più addentro: i giudizi lusinghieri su «La rivolta ideale» del conterraneo Oriani (definito «il precursore del fascismo»), o «L'unità e la potenza delle nazioni» di Corradini (definito «l'ultimo libro del nazionalismo e il primo del fascismo».

    Spero possiate aiutarmi in questa ricerca storiografica.
    Per quel che concerne la formazione marxista di Mussolini, va detto che quello con Marx non fu un approccio diretto in prima persona, ma mediato da Angelica Balabanoff.
    Riguardo alle influenze soreliane, i testi decisivi furono sicuramente "Le riflessioni sulla violenza" e, molto probabilmente, "La decomposizione del marxismo" e "Le illusioni del progresso". Durante gli anni della permanenza in Svizzera, Mussolini seguì le lezioni universitarie di Vilfredo Pareto e lesse il suo "Trattato di sociologia generale". Per quel che riguarda le letture nicciane di Mussolini, sicuramente all'epoca della sua militanza socialista lesse "Genealogia della morale" e "Così parlò Zarathustra". Successivamente arricchì le sue letture con altre opere del filosofo tedesco, ma sinceramente non ricordo quali ed in quale ordine cronologico. Negli anni della prima guerra mondiale invece Mussolini iniziò ad approcciarsi agli scritti di Mazzini, anche se un ulteriore approfondimento di quest'ultimi da parte sua si verificò in una fase successiva. Ci sarebbe da citare anche l'influenza culturale di Rensi, indubbiamente esistente e presente sia nella fase socialista che in quella fascista iniziale, ma difficile da determinare in concreto (in altri termini: difficile dire quali siano state le opere del filosofo lette direttamente da Mussolini). Un'influenza poco citata e poco presa in considerazione è quella di Charles Maurras. L'influsso gentiliano è sopravvalutato negli anni del fascismo ma di un certo peso fu negli anni "vociani" di Mussolini.
    Comunque, se hai i volumi della biografia di Mussolini scritta da Renzo De Felice, hai già tutti gli strumenti per orientarti.
    Credere - Pregare - Obbedire - Vincere

    "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).

  3. #3
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Avevo scritto un lungo post ma vedo che @Giò, come al solito, mi ha anticipato.
    Aggiungo solo che per quanto riguarda gli anni giovanili della sua formazione politica, i primi contatti con il socialismo Mussolini li ebbe per tramite del padre e dei vari centri di aggregazione proletaria presenti in Romagna (in special modo a Forlì); i testi a cui attinse furono sicuramente il Manifesto ed i vari compendi del Capitale (godevano di ampia diffusione quelli curati da Costa e Cafiero) più la lettura dei vari quotidiani politici (L’Avanti!, La Lotta ecc.).
    Durante il periodo svizzero, in cui ebbe modo di raggiungere una ragionata autocoscienza politica, ebbe modo di approfondire gli scritti di Kropotkin (di cui tradusse ‘’La grande rivoluzione’’ dal francese per un giornaletto anarchico italiano ed ebbe, almeno fino agli anni ’20, parole di simpatia per l’aristocratico russo), Nietzsche, Stirner, Sorel (Les reflexions sur la violence), la Sociologia di Pareto (si iscrisse per alcuni mesi ad un suo corso a Losanna), gli scritti dell’austro-marxista Kautsky e più in generale tutte quelle correnti intellettuali a quel tempo più in voga nell’Europa continentale (che in Italia trovavano eco in Prezzolini e nel quotidiano ‘’La Voce’’).
    Grazie a questo bagaglio di conoscenze, ed alla amicizia con Serrati, ebbe modo di conoscere ‘’l’eresia’’ sindacalista-rivoluzionaria, permettendogli, una volta tornato in Italia, di stringere saldi rapporti con Panunzio, Olivetti, De Ambris, Corridoni ecc.
    "Si vis pacem, para bellum"

  4. #4
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Va precisato che i vari autori e i testi che abbiamo citato @Tyler Durden ed io riguardano soprattutto gli anni giovanili della militanza socialista, il periodo interventista e, tutt'al più, i primissimi anni da leader del fascismo (1919-1921). Il periodo successivo e quello di governo sono stati, effettivamente, un'altra cosa, anche se l'imprinting iniziale s'è fatto sentire pure dopo.
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  5. #5
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Forse ho trovato un testo che fa al caso mio, senza dover riprendere i volumi della biografia defeliciana o consultare la «Opera omnia»: «Mussolini e la filosofia» di A. Scianca.

  6. #6
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Citazione Originariamente Scritto da Tyler Durden
    la sociologia di Pareto (si iscrisse per alcuni mesi ad un suo corso a Losanna)
    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Durante gli anni della permanenza in Svizzera, Mussolini seguì le lezioni universitarie di Vilfredo Pareto e lesse il suo "Trattato di sociologia generale".
    Vero, dimenticavo quella che viene definita la scuola elitista.

  7. #7
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Citazione Originariamente Scritto da Giò Visualizza Messaggio
    Un'influenza poco citata e poco presa in considerazione è quella di Charles Maurras.
    Molto interessante, anche perchè Mussolini partì da un giudizio poco positivo nei confronti dell'Action francaise negli anni socialisti.

  8. #8
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Citazione Originariamente Scritto da CoronaFerrea Visualizza Messaggio
    Forse ho trovato un testo che fa al caso mio, senza dover riprendere i volumi della biografia defeliciana o consultare la «Opera omnia»: «Mussolini e la filosofia» di A. Scianca.
    La tesi di fondo espressa da Scianca in quel libro è che Mussolini sia stato un relativista post-moderno di "destra":

    "In comune, i due relativismi [quello postmoderno progressista e quello mussoliniano, nota mia] hanno solo il punto di partenza: l'inestricabile complessità del reale, il travolgente dinamismo della storia che rimette continuamente in discussione ogni verità. Non c'è più un punto fermo, non c'è alcun ordine morale precostituito. Qui, però, le strade si biforcano. Mussolini, a differenza dei relativisti contemporanei, sa che i valori non sono assoluti ma è tale [cioè assoluto, nota mia] l'atto del fondarli. Sa che non c'è un ordine ed è per questo che a noi spetta il compito eroico di crearne uno. La mancanza di una mappa che indichi strade morali sicure apre la via alla libertà storica dell'uomo, che ha la responsabilità e il destino di dover tracciare vie in base alla propria volontà. Se capiamo questo snodo teorico, ci riesce molto più semplice anche comprendere espressioni mussoliniane che sembrano definire il fascismo in termini curiosamente anti-relativistici. (...) Lo scetticismo relativistico nei confronti delle verità definitive, infatti, può ben coincidere con una difesa 'assoluta' della rivoluzione, concepita come vero atto volontaristico supremo, espressione più alta della libertà umana. Una fede può ben essere assoluta senza bisogno di presupporre valori assoluti. In questo modo, come si vede bene, Mussolini diviene l'alfiere di una vera e propria 'postmodernità' alternativa, fungendo in qualche modo da 'presenza negativa' in uno dei più accesi dibattiti filosofici degli ultimi decenni" (Adriano Scianca, Mussolini e la filosofia, Altaforte Edizioni, Milano, 2020, pp. 391-392).

    Lettura possibile, ma a mio sommesso avviso non condivisibile.
    Ultima modifica di Giò; 31-05-21 alle 17:47 Motivo: correzione refusi
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  9. #9
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Citazione Originariamente Scritto da CoronaFerrea Visualizza Messaggio
    Molto interessante, anche perchè Mussolini partì da un giudizio poco positivo nei confronti dell'Action francaise negli anni socialisti.
    In alcune conversazioni con De Begnac pare che Mussolini abbia riconosciuto implicitamente a Maurras un ruolo precursore nei confronti del fascismo. Sicuramente comunque il Duce conosceva - almeno in parte - gli scritti di Maurras.
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  10. #10
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    Predefinito Re: Letture mussoliniane

    Citazione Originariamente Scritto da CoronaFerrea Visualizza Messaggio
    Alcuni testi per chi è più addentro: i giudizi lusinghieri su «La rivolta ideale» del conterraneo Oriani (definito «il precursore del fascismo»), o «L'unità e la potenza delle nazioni» di Corradini (definito «l'ultimo libro del nazionalismo e il primo del fascismo».
    Per l'opera di Oriani, De Felice così riporta: "Egli scriveva [Mussolini, nota mia] il 3 Dicembre 1913 a Missiroli: <<Sono stato e sono un lettore assiduo e devoto dell’Oriani; un orianista, insomma, se la parola non sembrò troppo orgogliosa>>’’.
    Mussolini il rivoluzionario, pag. 187

    Sul libro di Corradini invece non ho trovato niente.

    Aggiungo che nel periodo che va dal passaggio da "movimento’’ a "Partito’’, indicativamente gli anni 1919-1922, è preponderante l’influenza scettico-relativista di Rensi e Tilgher (per il primo il testo-chiave è "Filosofia dell’autorità’’ mentre per il secondo "Relativisti contemporanei’’).

    Per il rapporto Spengler-Mussolini puoi consultare anche questo articolo:
    https://www.ereticamente.net/2012/02...cune-note.html
    "Si vis pacem, para bellum"

 

 
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