Ernesto Massi, sul Fascismo e J. Evola: "O si è elitari o si è sociali. Non si può essere entrambe le cose.".
E, personalmente, niente da aggiungere.
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
"L'odio per la propria Nazione è l'internazionalismo degli imbecilli"- Lenin
"Solo i ricchi possono permettersi il lusso di non avere Patria."- Ledesma Ramos
"O siamo un Popolo rivoluzionario o cesseremo di essere un popolo libero" - Niekisch
Bisognerebbe capire in che contesto disse quella frase. Sospetto che forse per "élitario" intendesse qualcosa di simile ad oligarchico o snobistico, non so...a me sembra comunque evidente che Pareto avesse ragione nel dire che la storia fosse un "cimitero di élites". La società stessa non potrebbe reggere senza autorità e gerarchie.
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).
Proprio perché non sarebbe comprensibile tale reticenza nel parlarne è molto probabile che, effettivamente, Evola non fosse così addentro al regime. Dipende poi che cosa intendiamo per "addentro al regime". A mio avviso, è indubbio che, da un certo momento in poi, Evola abbia nutrito delle speranze nel fascismo ed abbia intravisto diverse potenzialità (apprezzabili dal suo punto di vista) in quanto andava costruendo Mussolini in quegli anni. Così come non si può negare che abbia cercato, nel suo piccolo, di influire sulla cultura fascista, seppur da una posizione notevolmente ed estremamente minoritaria. Che questo sia sufficiente per giudicarlo addentro al regime è quanto meno dubbio. Quello che possiamo certamente affermare è che non ebbe mai ruoli di responsabilità, neppur minimi. L'unico dubbio che potrebbe sorgere è legato al processo per i FAR: data quella circostanza, gli sarebbe convenuto marcare maggiormente la sua distanza dal fascismo onde evitare ulteriori strascichi. Ma l'obiezione che sorge spontanea è che comunque lui ammise la sua presenza in circostanze che tu, giustamente, definisci "molto più compromettenti" e rivendicò sempre il suo contributo ad una delle pagine della storia del fascismo considerate più scabrose dall'opinione pubblica, cioè alla campagna razzista. D'altronde, per quanto si possa non condividere l'opera del Barone o i suoi comportamenti, non si può dire che fosse per carattere un uomo disposto a ricorrere disinvoltamente a mezzucci per salvare la ghirba.
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).