Originariamente Scritto da
Sinistra Anti-PD
L’obiettivo -ambizioso ai limiti dell’utopia- di FairCoop è nientemeno che quello di creare un intero sistema economico alternativo, a sua volta base di una società che viene definita “Democrazia senza Stato”. Riemerge cioè l’anelito anarco-hacker a fare a meno dello Stato centralizzato (che i creatori di FairCoop definiscono “fondato su una mentalità gerarchica e patriarcale, profondamente forgiata nei secoli dall’oppressione esercitata da umani su altri umani”), e la convinzione che le tecnologie peer-to-peer (prima tra tutte la blockchain) possano essere la chiave di volta per realizzare l’obiettivo.
Sotto l’ombrello di FairCoop rientrano quindi iniziative come FairMarket (una sorta di eBay alternativa in cui si possono comprare e vendere beni e servizi in FairCoin), Bank of the Commons (una cooperativa aperta nata per trasformare il modo di fare Banca e sostenere l’economia legata ai movimenti sociali e cooperativi) e molti altri (si veda il sito
https://fair.coop/ per una panoramica completa).
Come si può constatare, alla base di tutto c’è FairCoin. Vediamo dunque quali sono le caratteristiche di questa criptovaluta e in che modo risolve le criticità di Bitcoin.
Una blockchain eco-sostenibile
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Pur utilizzando la stessa tecnologia di Bitcoin (la famosa Blockchain), FairCoin risolve il problema della sostenibilità energetica con un’innovativa metodologia di validazione delle transazioni, chiamata Proof-of-Cooperation; questa, a differenza della Proof-of-work di Bitcoin, non si basa né sul mining né sulla competizione, bensì sulla collaborazione tra i nodi. La quantità di energia elettrica necessaria allo scopo è minima, e i software sono pensati per poter essere fatti girare anche su hardware poco potenti.
A differenza di Bitcoin, inoltre, FairCoin è pre-minato: i circa 53 milioni di FairCoin sono già stati interamente “estratti” e distribuiti, dunque non c’è alcuna necessità di tenere computer attaccati alla corrente H24 per minarne di nuovi.
Crescita controllata democratica
Onde evitare problemi legati alla volatilità estrema, FairCoin adotta la strategia della crescita controllata: il valore rispetto alle valute a corso legale aumenta nel corso del tempo, ma a ritmi tenuti intenzionalmente bassi.
Ma chi decide queste variazioni?
FairCoin può considerarsi un caso “radicale” di sovranità monetaria: a decidere le variazioni del cambio è l’assemblea generale di FairCoop, che rende pubbliche le decisioni mettendo online i verbali delle assemblee.
E se il FairTrade adottasse il FairCoin?
FairCoin è dunque uno strumento utilizzabile solo da chi condivide gli ideali anarcoidi di Enric Duran e di FairCoop?
Verosimilmente no.
E’ convinzione di chi scrive che FairCoin potrebbe avere un impatto molto positivo sul Commercio Equo e Solidale, specialmente per i Paesi produttori. Alcune ragioni:
1. La possibilità di utilizzare una moneta internazionale “forte” e dalla crescita lenta ma costante potrebbe spingere molti produttori dei Paesi in via di sviluppo ad unirsi ai circuiti di commercio alternativi. Considerando anche la tendenza di molti Governi di quei Paesi a svalutare con una certa frequenza le valute locali, gli agricoltori potrebbero veder crescere in modo importante il loro potere d’acquisto in patria, se mettessero da parte un “gruzzoletto” in FairCoin.
2. La mancanza di una valuta internazionale unica è uno dei fattori che complicano le dinamiche di commercio Sud-Sud (cioè produttori del Sud del mondo che comprano e vendono tra loro, andando quindi oltre la tipica dinamica Nord-importatore Sud-venditore che caratterizza attualmente il FairTrade). Lo sviluppo di queste dinamiche è del resto uno degli obiettivi che negli ultimi anni il mondo del Commercio Equo si è posto.
Si pensi, ad esempio, all’impatto che potrebbe avere FairCoin in America Latina, un continente quasi completamente unito dal punto di vista linguistico ma diviso sul piano politico, e ovviamente con tante valute diverse.
Attorno a FairCoin sta nascendo un’ecosistema di progetti ed iniziative:
FairMarket, un negozio online in cui si possono comprare e vendere prodotti e servizi utilizzando FairCoin
FairCoop è la “cooperativa globale” ispirata ai principi dell’Open Cooperativism, illustrati da Michel Bauwens della P2P Foundation
Fair Trade is not for sale
Di recente le tasse sul caffè d’importazione -compreso quello del commercio equo e solidale- in Grecia sono state aumentate, in ottemperanza agli obblighi imposti dal Memorandum della Troika. Una decisione ritenuta ingiusta dai promotori dell’iniziativa, anche in considerazione delle discutibili politiche fiscali europee (e in particolare di alcuni Stati), che di certo non mostrano altrettanta inflessibilità nei confronti di paradisi fiscali e grandi evasioni.
Fair Trade is not for sale è dunque una “campagna di piena solidarietà al caffè equo-solidale in Grecia” e al tempo stesso un atto di disobbedienza civile rispetto al suddetto Memorandum; lo scopo è di fare acquisti (di gruppo o individuali) di caffè utilizzando FairCoin e FairMarket in luogo dei circuiti tradizionali, aggirando così la sovratassa.