When the facts change, I change my mind. What do you do, sir? John Maynard Keynes
Le multe ??????? Sinistra, gestire un'impresa mica e' una questione di fare i compitini... e se sei bravo ti danno un bel voto, altrimenti la nota sul diario.
Guarda che il successo dell'impresa e' determinato da un mix di fattori... perlopiu' aleatori !!! Il valore che i potenziali clienti attribuiscono a cio' che gli offriamo (anche in considerazione delle alternative a loro disposizione) e' sostanzialmente sconosciuto !!!
Le scelte fondamentali dell'impresa sono quindi arbitrarie ... e fondate sostanzialmente sull'intuito, sulla convinzione. L'imprenditore pensa : "voglio produrre questo prodotto perche' penso che si vendera' a questo prezzo"... ma la certezza non la puo' avere fino a che non l'avra' venduto. E nessuno assicura che si vendera' in quantita' sufficiente a mantenere in piedi l'impresa. E nessuno assicura che lo vendera' per sempre, o che un altro non offrira qualcosa di meglio... o di diverso...
Tu vorresti che tutti fossero imprenditori, ma questa e' una scelta difficile che comporta il rischio teste' descritto, che si chiama "rischio d'impresa", che significa che puo' andare bene... come puo' andare male. E tu vorresti multare quelli a cui va male ??? su quali basi ... perche' non hanno indovinato i gusti dei consumatori ???
Tu vorresti che tutti si assumano questi rischi senza capire che molti non li vogliono !!! E salvo poi tentare di metterli sulle spalle di presunti "manager" che prenderebbero a loro volta una multa ???
Gli altri fattori (secondari a mio avviso) del successo d'impresa sono legati alle capacita organizzative, alla competenza, al know how, alla capacita' di leadership ... tutte qualita' personali che si possono avere, oppure no. Quindi che fai, quelli che hanno meno qualita' li multiamo ??? Quelli meno intelligenti, o meno competenti li puniamo fisicamente ?? Sarebbe questo l'egualitarismo ?
Forse non ti rendi conto, ma stai cercando di introdurre una specie di meritocrazia dall'alto per ottenere un risultato che il mercato gia fornisce senza fare nulla, e considerando in se tutti i fattori: il profitto per chi fa bene (in tutti i sensi), e un profitto basso (o una perdita) per chi fa male... nell'esatta proporzione delle responsabilita' che ognuno si assume.
Prova a spiegare su un caso pratico.
I soci/lavoratori della Coop MBike hanno una fabbrica di motociclette che va abbastanza bene. Uno dei soci salta fuori e dice: facciamo le motociclette ibride... dobbiamo investire 100 milioni di euro, ma saremmo i primi... andranno a ruba... e faremo profitti a gogo. Gli altri sono titubanti... "se poi non si vendono rischiamo di fallire" - obbiettano.
Inoltre la coop non li ha 100 milioni in cassa, serve un finanziamento soci....
A sto punto prova a rispondere.
Come si prende questa decisione ? la si affida ad un manager ? se sbaglia lo multiamo ? o minacciamo qualche altra pena (corporale ?) , in modo che sia "motivato" a fare la scelta giusta ???
Oppure si vota, cioe' i soci decidono... ma come ? a maggioranza delle teste o del capitale investito ? e' possibile contribuire in base a quanto uno "ci crede" o si deve sempre essere soci paritari ? in questo secondo caso, i voti pesano tutti uguali, cioe' l'opinione del magazziniere conta come quella del capo ingegnere ?
E poi, se uno vota contro, ma la maggioranza decide per il si, costui e' "obbligato" a finanziare l'impresa coi suoi risparmi ?? Se costui i risparmi non li ha (perche' se li e' spesi in vacanze e puttane) che facciamo, lo obblighiamo a lavorare gratis per finanziare l'investimento ?
La storia (e le domande) proseguirebbero, ma direi che c'e' abbastanza carne al fuoco... e ho il sospetto che man mano che rispondi inizierai a comprendere il perche' del mercato...
Il problema si pone nello stesso modo ... le decisioni che ho esemplificato le devono prendere le grandi imprese come le piccole.
Non si capisce come funzionerebbe se i soci di sta coop non possono esimersi dal rimanere tali, rispondendo cioe' per il capitale. Scusa, quello e' il presupposto del tuo sistema: tu vuoi che i lavoratori posseggano le imprese come forma di egualitarismo (per godere del plusvalore...) , ma non comprendi che la proprieta' di un'impresa implica la responsabilita' di decisioni che potrebbero comportare la sua perdita.