In questi giorni di intensa campagna elettorale emergono alcune inquietanti considerazioni sulle polemiche che coinvolgono Silvio Berlusconi. Il "caso di Casoria", Noemi, il divorzio, la campagna denigratoria dei quotidiani della sinistra, l'assalto giudiziario puntuale come un orologio svizzero, le voci maligne su nuove sconvolgenti rivelazioni, su colpi di scena potenzialmente letali per il Premier: tutto sembra predisposto per infangare il Cavaliere a pochi giorni dal voto e dall'apertura del G8.
C'è un disegno, probabilmente non coordinato ma egualmente devastante, che coinvolge il Presidente del Consiglio con l'obiettivo di distruggerlo a livello politico e personale. Passo dopo passo, lentamente ma inesorabilmente, un "Colpo di Stato" non ufficiale ma de facto in progettazione avanzata, orchestrato da oscuri poteri forti, dalla stampa braccio armato della sinistra, dai nemici atavici del Premier, si appalesa come minaccia diretta nei confronti della volontà del popolo italiano e della democrazia.
Non si tratta, ovviamente, di un golpe militare tradizionale, di un rovesciamento brutale della legalità, bensì di un progressivo avvelenamento del clima politico, di una delegittimazione della figura di Berlusconi, attraverso la pratica della menzogna, dell'insulto, della diffamazione, del ribaltamento o della distorsione strumentale della realtà. In questo si esercitano i noti organi di stampa, schierati a corazza contro il Presidente del Consiglio, pronti ad abbattere il nemico di Arcore con ogni mezzo.
Prendiamo a titolo di esempio la campagna lanciata da Repubblica, tesa ad infangare il Premier a livello personale, tramite inchieste, domande ed osservazioni assurde e tendenziose, di infimo livello morale. Una vergogna indicibile, un comportamento ignobile e semplicemente vomitevole, che scredita il Presidente di tutti gli italiani solo per fini elettorali, tra l'altro a ridosso dell'impegno internazionale del G8. Di fronte all'uso di vicende esclusivamente private, emerge solo un senso di schifo e di rigetto verso chi infanga l'Italia e il suo massimo rappresentante eletto.
La sinistra, in gravissima crisi di consenso e in preda al caos più totale, vuota di qualsiasi progetto politico degno di questo nome, pensa di aver trovato l'occasione giusta per far fuori Berlusconi una volta per tutte, facendo leva sulle malignità, le dicerie, l'invidia e l'odio. Fra gossip e sentenze, cerca di mettere il Cavaliere alle strette, di condurlo sull'orlo del baratro e di una pesante crisi di nervi e di credibilità. Attende nuovi scoop, nuove mosse delle toghe, per dare scacco matto e trionfare. Il Partito Democratico, l'Italia dei Valori, l'elite intellettuale e culturale della sinistra, puntano sullo sconvolgimento dello scenario, sul colpo finale al Premier. Una intercettazione, un'altro cosiddetto scandalo, una intervista imbarazzante, un avviso di garanzia: tutto può far brodo per questi nemici della democrazia.
Ma la sinistra ha fatto male, ancora una volta, i suoi conti. Questo atteggiamento spocchioso può condurre solo al suicidio elettorale. La grande maggioranza degli italiani ha capito che si tratta di campagne denigratorie, di vergognosi tentativi di ribaltamento del voto, di una gazzarra indegna e di polemiche costruite ad arte. Berlusconi sta realizzando il programma di governo, è un leader amato e seguito, sostenuto da milioni e milioni di cittadini.
Di Noemi si interessano solo i morbosi e gli invidiosi. I problemi del paese sono ben altri; agli italiani sta a cuore la realizzazione degli impegni e delle promesse, cosa che sta puntualmente avvenendo (con i successi elettorali a dimostrarlo). La sinistra è morta. La funzione culturale di Repubblica si riduce alla pubblicazione di pagine e pagine scandalistiche e inutili, anzi controproducenti. Il PD non ha nulla da offrire se non le solite accuse di tirannia, regime e fascismo. Insulti, falsi e ridicoli, che mirano a screditare e a colpire la reputazione di questo Governo, ma senza riuscirci minimamente.
Berlusconi uscirà forgiato da questi attacchi, e il voto del 6-7 Giugno lo consacrerà come trionfatore assoluto e leader nazionale pronto ad esercitare le sue funzioni fino alla conclusione del mandato, con buona pace per gli invidiosi e gli arroganti, boriosi soloni della sinistra.
E noi, Popolo della Libertà, siamo comunque qui, pronti a vigilare e a sventare qualsiasi tentativo di colpo di stato ed attentato alla democrazia. Berlusconi, eletto nel 2008, sarà Presidente del Consiglio fino al 2013. E probabilmente oltre, se agli italiani piacerà. Questo la sinistra se lo metta ben in testa.
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